
Leggerezza, colore, creatività. Ma anche storia. Si, perché gli aquiloni hanno una provenienza millenaria: pare abbiano avuto origine in Cina, 2800 anni fa, dove erano presenti i materiali adatti alla costruzione.
In epoca medievale, sempre in Cina, l’utilizzo variò nuovamente: gli aquiloni servirono per misurare le distanze, per controllare l’intensità del vento, per segnalazioni e comunicazioni in ambito militare.
Anche le forme erano decisamente diverse: se oggi possiamo ammirare le più svariate tipologie animare i nostri cieli, i primi aquiloni cinesi erano piatti e rettangolari, dipinti con scene mitologiche, e venivano loro aggiunti fischietti o arpe eoliche, per produrre suoni durante il volo, sollecitati dal vento.
In India, invece, gli aquiloni presero il nome di patang e diedero vita a veri combattimenti: ancora oggi, si svolge un grandioso festival dove ne volano a migliaia!
Dalla Cina, l’aquilone arrivò anche in Polinesia e Nuova Zelanda: costruiti in stoffa e legno, con forme antropomorfe, venivano utilizzati nelle cerimonie religiose per innalzare preghiere alle divinità.
In Europa l’aquilone “atterrò” tramite le descrizioni fatte da Marco Polo, nei suoi scritti del XIII secolo. Anche se, per averli “fisicamente” nei nostri cieli, si dovette aspettare il XVI secolo, grazie ai marinai che li importarono da Malesia e Giappone.
E’ vero che già i romani, usavano far volare degli stendardi gonfiati dal vento ma, a dire il vero, non è che questi si possano definire veri antesignani degli aquiloni!
In Europa, tra il XVIII ed il XIX secolo, l’aquilone attraversò un periodo d’oro e venne utilizzato per espletare ricerche scientifiche, per lo studio dell’elettricità, per lo sviluppo del primo aeroplano.
Sfruttati anche in meteorologia, comunicazioni radio, sollevamenti umani e trazione di veicoli, vennero progettati e brevettati nuovi modelli di aquiloni proprio a tale scopo che, con ogni probabilità, portarono anche al successivo sviluppo dei deltaplani.
Nel secolo delle grandi guerre, con l’avvento e la diffusione degli aeroplani, l’aquilone coprì ruoli sempre più marginali, per quanto riguarda gli scopi militari. Possiamo dire che da quel momento, iniziò l’utilizzo ludico di queste pittoresche forme d’arte volante.
In ogni parte del mondo sono nate bellissime e colorate manifestazioni, le cosiddette aquilonate, durante le quali le più svariate tipologie di aquiloni solcano i cieli, portati in mostra da club provenienti da ogni dove. E questo, è proprio quello che succede a Rimini, nella mia Rimini (di cui ho scritto qui), da ben trentatré anni.
Appassionati di aquiloni si radunano in spiaggia, a primavera, per far sognare chiunque abbia voglia di raggiungerli lungo la passeggiata lungomare, con aquiloni statici e aquiloni acrobatici, dalle forme inimmaginabili.
Vengono organizzati laboratori creativi, per introdurre i bimbi in questo mondo magico, fatto di fantasia, volo, ore trascorse all’aria aperta.
Un sogno, cari lettori, un quadro che si compone dell’azzurro del mare e del cielo, del grigio della sabbia, degli accoglienti stabilimenti balneari per cui la mia città natale è nota e, su tutto questo, una selva variopinta di aquiloni.
Un senso di magia e fiaba che si può toccare con mano, un labirinto di colore in cui le figure più fantastiche sembrano quasi respirare e vivere grazie al vento e all’amore di chi li ha condotte fino lì.
Mi immagino gli aquiloni popolare una valle fatata, fatta di paesaggi infiniti, con il verde delle colline punteggiate da fiori variopinti e l’azzurro del mare, solcato da vele multicolori.
Mi immagino brezze tiepide con le quali si muovono, come esseri dotati di un’anima e poi, all’improvviso, immagino come una luce che li attrae fuori dal loro mondo magico, per riversare tutto questo incanto sulle spiagge!
Una hit-parade di colori, un dedalo di fantasia, una sinfonia di aquiloni fa sognare Rimini e si lascia amabilmente vivere e toccare con mano!
Gli occhi brillano e le pupille si dilatano; i cuori battono forte per l’emozione; i piedi affondano nella sabbia e le teste si sollevano al cielo. Siamo tutti pronti a sognare e volare con la fantasia…