Agosto 2012: nel Parco Nazionale Garajonay, incontaminato paradiso naturale a La Gomera, isola delle Canarie, dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”, divampa un terribile incendio che si protrae per settimane, distruggendo una vasta parte della primordiale foresta di laurisilva. Si tratta di una tipologia di foresta umida unica al mondo che risale al Cenozoioco, epoca in cui ricopriva quasi interamente l’Europa.
Dopo milioni di anni è arrivata miracolosamente sino a noi, mantenendo intatte le caratteristiche che l’hanno resa habitat naturale di pipistrelli, uccelli, invertebrati. La Gomera, Madeira, le Azzorre e la parte nord-occidentale di Tenerife, sono i luoghi in cui ancora si può respirare il profumo di queste foreste millenarie.
Agosto 2016: sull’isola de La Palma, sempre nell’arcipelago delle Canarie, divampa un nuovo terribile incendio che, ad oggi, ha già distrutto il 7% del patrimonio boschivo attorno al El Paso.
Il nostro mondo è in pericolo.
Perché ho deciso di scrivere questo articolo? Semplice: perché, sia nel caso de La Gomera che de La Palma, si ritiene che l’origine degli incendi sia dolosa. A parte lo stuolo di parole colorite che stanno salendo alle mie labbra, al pensiero che un essere umano volontariamente o per disattenzione, possa provocare danni così gravi, se oggi sono qui ad affrontare questo argomento è perché, da donna, da viaggiatrice, da persona curiosa quale sono ma, soprattutto, da cittadina del mondo, io vorrei solo ricordare che noi, alla fine, siamo qui di passaggio.
Il mondo, non è nostro, noi possiamo solo usufruire della sua ospitalità, delle sue bellezze incommensurabili. Sarebbe corretto muoversi in punta di piedi, con rispetto e devozione, attraverso quella che è Casa nostra. E casa, il mondo, lo è ovunque. I viaggiatori capiranno sicuramente cosa voglio dire con questa frase… ma spero che tutti quanti, possano coglierne fra le righe il significato profondo.
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La Gomera dopo l’incendio del 2012.
Nell’estate del 2015, tre anni dopo i terribili incendi che hanno devastato La Gomera, noi abbiamo trascorso cinque giorni sull’isola. Scelto come “campo base” un appartamento nella Valle di Hermigua, ci siamo poi adoperati per scoprire a lungo e con discrezione le meraviglie che questo minuscolo paradiso racchiude con gelosia, con un’auto a noleggio. E sapete cosa, immediatamente, è apparso evidente ai nostri occhi? Quanto la natura sia determinata. Si, si, avete capito bene, ho proprio detto determinata.
Il Parco Nazionale Garajonay, si estende per 40 kmq e, nel lontano 2012 ne andò distrutto circa un quarto. I segni sono ancora tutti lì, dolorosamente visibili. Eppure, passeggiando nei boschi, fermandosi ai numerosi miradores, salendo vero l’Alto de Garajonay, abbiamo potuto toccare con mano quanto la natura sia determinata a riprendersi il posto che l’uomo le ha subdolamente sottratto.
Il processo sarà ancora lungo, certo, le zone bruciate risaltano come una ferita sanguinante su un corpo martoriato. Ma, anche la più piccola fogliolina su di un tronco carbonizzato, il più piccolo stelo di verde su un’area in cui domina il nero, per me rappresentano speranza. La vittoria lenta, ma determinate, della vita sull’inettitudine dell’uomo.
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L’Alto de Garajonay a La Gomera: riflessioni.
Quando abbiamo raggiunto l’Alto de Garajonay il quale, con i suoi 1484 mt s.l.m. è il punto più elevato de La Gomera, siamo rimasti senza parole. Fermi in una sorta di reverenziale ammirazione per lo straordinario lavoro compiuto dalla natura.
Provate ad immaginare: le isole dell’arcipelago canario visibili in mezzo al blu dell’Oceano Atlantico; il verde del Parco Nazionale che si impegna con costanza, ogni singolo giorno, per riappropriarsi del posto che gli spetta; il cielo infinito sopra di noi; le coste de La Gomera con i suoi bianchi borghetti di pescatori.
E noi, piccoli ed insignificanti esseri umani, abbiamo l’oggettivo dovere di muoverci con deferenza attraverso queste bellezze. Con ammirazione, con rispetto: insomma, dobbiamo imparare ad attraversare il mondo in punta di piedi.
Ma no, noi il mondo lo violentiamo ogni giorno con brutalità. Ne violentiamo anche la sua popolazione con brutalità! Non esiste rispetto per gli esseri umani, non esiste rispetto per ciò che il mondo rappresenta.
Io non ero lì nel 2012. Non so con certezza cosa abbia provocato questi terribili incendi: è vero, parliamo di zone calde, estremamente ventose, dove una singola scintilla può trasformasi in devastazione. Ma, l’origine dolosa, è stata ampiamente accettata dalle autorità. Nel caso de La Palma, è stato fermato persino un giovane turista tedesco. Ciò che so, è che non posso rassegnarmi a come, il mondo che io amo tanto, debba venir trattato come una pezza da culo. E scusate la brutale franchezza.
Ma, se di fronte alle migliaia di persone che perdono la vita nel Mediterraneo, noi guardiamo queste scene inneggiando all’affondamento di quei barconi, esattamente di cosa mi sto stupendo? Di cosa mi sto stupendo?!!! Del fatto che un cretino qualsiasi, distrattamente, possa ad esempio buttare una sigaretta accesa fuori dal finestrino, in pieno Agosto, senza pensare che un gesto che a lui pare nulla, possa trasformarsi in tragedia? No, non posso stupirmi.
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Ciao Mondo?
Il problema è che se non impariamo a rispettare la vita umana e il mondo che ospita quella stessa vita, non c’è speranza per noi né per la nostra Casa. Ma lo vogliamo lasciare qualcosa per chi verrà dopo di noi? Perché me lo chiedo quotidianamente.
E guardate, non è che io sia un’attivista di Greenpeace, non appartengo ai Verdi e non sono vegana: sono solo una persona che ama ciò che ha e, nel proprio piccolo, fa qualcosa per rispettarlo. Ma se quel poco lo facessimo tutti, diventerebbe un po’ moltiplicato per qualche miliardo: ossia si trasformerebbe in un risultato.
Ma, nuovamente, di cosa mi stupisco? In fondo, conosco persone che credono nelle scie chimiche, si lamentano e urlano al complotto, ma poi si rifiutano di fare la raccolta differenziata, perché è rognoso e perché “tanto gli operatori buttano tutto in un unico posto”.
Fino a quando ci nasconderemo dietro alle nostre convinzioni con indifferente egoismo, non potremo sperare di salvare nulla, tanto meno la splendida Casa in cui abbiamo l’onore di vivere.
Scusate lo sfogo, oggi va così…
Claudia B.
Io ogni volta che leggo un tuo articolo mi alzerei in piedi ad applaudirti: davvero!
Non posso aggiungere altro se non unirmi ai tuoi pensieri e sfoghi. “Muoversi in punta di piedi”: è cosi che dovremmo scoprire il mondo.
Un abbraccio Claudia 🙂
Nessuno si è mai alzato in piedi ad applaudirmi, ma che bello!!!
Beh vuoi sapere una cosa: in questa settimana di viaggio, su una meta prettamente turistica che io ho avuto l’onore di vivere in un modo totalmente umano, ho pensato spesso a questo articolo.
Mentre lo scrivevo non avrei mai, mai, mai, mai immaginato che le mie parole mi sarebbero tornate in mente prepotentemente, rimbombandomi in testa.
Sono in un paradiso naturale che ogni giorno, viene massacrato sistematicamente dalle grandi multinazionali, dai grandi marchi del turismo e dalla stessa popolazione locale, che non ha la più pallida idea di come aver cura del proprio territorio.
Ho il cuore che piange di dolore, sia per l’imminente partenza, sia per la forza di questa esperienza, sia per la violenza perpetrata ogni singolo giorno nei confronti di un tale paradiso.
In questi otto giorni ho costantemente toccato terra ed attraversato la cultura locale in punta di piedi, affogando nel dolore di non poter fare nulla per un luogo tanto straordinario.
Non vedo l’ora di raccontarlo e confrontarmi con voi viaggiatori.
Un abbraccio a te,
Claudia B.
Ciao Claudia, condivido ogni singola parola. Anche io non sono una talebana in fatto di ambiente nel senso che uso l'auto (ovvio se posso uso i mezzi pubblici), viaggio in aereo e quant'altro ma nel mio piccolo cerco di preservare l'ambiente che mi circonda. Mi fanno letteralmente arrabbiare quelli che trattano in mondo come una grande pattumiera e poi? Si lamentano dell'immondizia per le strade e la colpa di chi è? Degli stranieri ovviamente! Se tutti facessimo la nostra parte sicuramente il mondo sarebbe un posto migliore. Di turisti irrispettosi ne ho visti tanti, ma dico io ci vuole tanto ad usare un minimo il cervello? Portando il discorso su un altro livello, mi sento male anche quando penso a come la voglia di rivalsa economica di alcuni paesi li stia portando alla distruzione di interi ecosistemi, ecosistemi che si sono formati in decine di migliaia, se non milioni, di anni…e chi ce li ridarà? Nessuno! Però abbiamo il nostro bell'olio di palma per fare le merendine…perchè costa poco! Penso alla foresta amazzonica, alle foreste pluviali dell'Indonesia…ai danni che il capitalismo ha fatto in Cina…ci penso e mi viene una grande grandissima tristezza mista a rabbia. Anni fa vidi una puntata di report in cui alcuni investitori (soprattutto cinesi) stavano comprando l'Africa a pezzi per farci delle coltivazioni intensive, cacciando di casa le popolazioni locali, distruggendo alberi secolari di karitè…ricordo che rimasi sconvolta…come possiamo avere così poco rispetto per il nostro pianeta e gli altri popoli in nome del denaro?
Devi sapere Valentina, che mentre scrivevo, ho pensato intensamente due cose: prima, chissà se qualcuno legge tra le righe; seconda chissà gli insulti se leggerranno tra le righe.
Per fortuna tu ora, e Deyanira prima avete scavato oltre ciò che io ho scritto, ma non mi avete insultata. Anzi, avete approfondito ambedue l’argomento, beccando in pieno anche le cose “non dette”.
Perchè siamo oneste: io sono partita dalla rabbia e dal dolore per la perdita di un patrimonio millenario, dovuto a disattenzione o volontà da parte dell’uomo; ma è inutile fingere che, una volta che si arriva a questi livelli, è perchè la palestra d’allenamento -permettimi la metafora- è stata efficace!
Però non c’è per questo giustificazione, perchè se noi vediamo la massa che segue le direttive del cavolo imposte da una società errata, non serve proseguire su quella strada. Soprattutto oggi, visto che tante cose di cui non si sapeva nulla, sono di dominio pubblico. Per cui volendo si possono prendere vie di fuga.
Faccio un esempio ridicolo, ma penso significativo, rifacendomi al tuo commento e agli allevamenti intensivi: io, ignorante pura, anche un pò tardona, non avevo idea della situazione penosa degli allevamenti. Lo so, sono ignorante, se non lo sai sallo…ma io non lo sallo!!! Inizio a guardare video, a leggere qualcosa e penso: no. No! Arrivo tardi, sono solo una persona -anzi con mio marito due- ma no.
A noi la carne piace ma, per mesi, non sapendo dove acquistarla, smettiamo di mangiarne, fino a quando mi indicano un piccolo macellaio della zona.
Certo, lui non è un supermercato con prodotti illimitati, perchè gli animali sono i suoi e di un altro contadino: ne ha un certo numero a pascolo libero, soddisfa i clienti fino a dove arriva, poi stop.
Lo so che è poco, che siamo un piccolo numero, confronto all’umanità, ma posso continuare a credere, che se quel poco lo facessimo tutti, sarebbe un risultato?!
Claudia B.
Inutile aggiungere parole al tuo articolo, come sempre la tua passione ed il tuo entusiasmo filtrano da ogni lettera che digiti, esprimendo appieno e con forza ogni tuo concetto.
Capisco chiaramente la tua rabbia e la tua perplessità di fronte a certi modi di pensare ed a certi individui, è frustrante sopportare certa cattiveria e menefreghismo, frustrante pensare che come dici c'è chi non ha rispetto per "casa propria" e per la meraviglia vivente e perfetta che consideriamo il "nostro" pianeta…
Ho una visione molto olistica della vita, dove ogni creatura, essere vivente, pianta, animale, ha il suo senso ed il suo posto in un tutto armonioso. Ed in questo tutto noi esseri umani non siamo che un granello, una piccola parte, si importante, ma di certo non il centro dell'universo. Perciò mi stupisco anche io di come tante volte ci arroghiamo il diritto di sfruttare, distruggere, o fregarcene di ciò che ci circonda…
Per fortuna come dici la natura ha una forza ed un'energia senza pari e riesce a resistere ed a risollevarsi dalla nostra stupidità.
Ogni filo d'erba che cresce su un terreno dato alle fiamme è il simbolo di come ci sia qualcosa al di fuori della nostra portata, più potente e più forte, che per fortuna resiste e con determinazione va avanti, qualcosa di cui dovremmo avere rispetto infinito.
Come dici, è giusto muoversi in punta di piedi nella magia di un mondo cosi bello, rispettandoci l'un l'altro e rispettando ogni creatura, ammirando con devozione ogni differenza, ogni particolarità, ogni unicità, e rendendoci conto di quanto ciò che abbiamo come "casa" sia qualcosa di unico e meraviglioso dove abbiamo la fortuna di essere ospiti.
Un abbraccio!
Deianira
Io leggo i tuoi commenti sempre con piacere, sia sul blog che su Twitter, sempre. Perchè è un meraviglioso scambio di opinioni! E sono ancor più contenta di averti taggata, così ho avuto modo di conoscere il tuo punto di vista, così in linea con il mio.
Sai, mentre respiravo La Gomera, passami l’espressione, consapevole di quanto fosse accaduto tre anni prima, ho provato veramente un misto di rabbia, dispiacere e, infine, di orgoglio per ciò che la natura sta compiendo.
E in questi giorni, leggendo de La Palma, i miei sentimenti si sono fermati a rabbia e dolore…ecco da cosa è nato questo articolo.
Sai, qualcuno potrebbe accusarmi di essere incoerente, perchè anche io uso l’auto, viaggio, “sfrutto” nel mio piccolo il nostro bel mondo. Ma io resto dell’idea che, sempre nel mio piccolo, faccio qualcosa per preservarlo.
Non lo salvo, certo, non lo faccio riprendere, ma se tutti facessimo quel poco forse un minimo risultato lo otterremmo. Che poi, siamo oneste, non è che dovremmo fare chissà cosa…ma partire da una base di rispetto, di conservazione.
Siamo come elefanti in una cristalleria…e ci lagniamo persino per una raccolta differenziata. Mah?!
Sono un po arrabbiata, penso sia evidente, ma a me queste immagini di devastazione fanno male…
Claudia B.