Da tempo volevo vedere il borgo di Bomarzo e gli immediati dintorni. Così, quando ho dovuto scegliere una tappa intermedia per il mio viaggio tra Costiera Amalfitana, Parco Archeologico di Pompei e Reggia di Caserta, non ci ho pensato due volte a fissare la bandierina sulla magica Tuscia Viterbese. Dove ho anche deciso di prenotare un comodo agriturismo.
L’idea è quella di visitare Palazzo Orsini e il borgo di Bomarzo, il Sacro Bosco e il “Sasso del Predicatore”, conosciuto con l’inesatto nome di Piramide Etrusca di Bomarzo. Basta una giornata per seguire questo itinerario che, seppure compatto e impegnativo, permette di scoprire luoghi curiosi, simbologie e bellezze inattese nei dintorni di Bomarzo.
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Parco dei Mostri di Bomarzo.
Una foresta che mi colpisce intensamente, dove roccia e pietra sono state lavorate fino ad ottenere imponenti figure allegoriche. Pare quasi che la natura le abbia messe a disposizione di Vicino Orsini e della sua singolare personalità. Nulla qui è come sembra, ma lo scopro solo durante il fortunato incontro pomeridiano con Salvatore Fosci, colui che ha riportato alla luce il “Sasso del Predicatore”. Se dovessi basarmi sulle informazioni inesistenti all’interno del sito, che si raggruppano in un solo cartello generico all’entrata, non capirei il senso di questa attrazione surreale nei dintorni di Bomarzo.
Mentre seguo il percorso ad anello nel Parco dei Mostri, è la vista ad essere appagata dalle opere che sembrano nate dal capriccio di un ricco principe. Che nell’insieme vengono presentate come una sorta di “parco giochi dell’antichità”. Quando incontro Salvatore, però, tutto diventa molto più chiaro. Perché entrano in gioco arte, simbologie, rapporti umani e politici del XVI secolo e, ogni installazione, assume un senso che va ben oltre il diletto. Così il Parco dei Mostri smette di classificarsi come “giardino delle delizie” e si mostra per ciò che è davvero: un manifesto contro il potere del Papa con cui trasmettere una scomoda conoscenza attraverso l’arte. Non a caso il sito è stato consegnato all’oblio e, solo grazie al volere di Salvador Dalì, è tornato in auge.
Il Sacro Bosco di Bomarzo è una condanna al potere ecclesiastico. In particolare al papato che, in modo non diretto, ha messo fine alla vita del figlio di Orsini morto in battaglia. La conoscenza sepolta, la verità taciuta, le si ritrovano nella figura del serpente, occultata dove meno ci si aspetta. Ad esempio tra le pieghe della veste del Nettuno. Un rimando al serpente abilmente celato dallo stesso Caravaggio nel suo “Il monda frutta”. E poi quella bocca mostruosa diventata una delle immagini più diffuse del Parco dei Mostri, che molti hanno voluto forzatamente identificare con un antro sacrificale. Si tratta, in realtà, della bottega di un artista, che ricorda visivamente “La fucina di Vulcano” di Velázquez.
Ogni figura è un diretto collegamento con le più svariate opere d’arte, le quali a propria volta hanno un significato legato alla storia di Vicino Orsini. Non avrei mai compreso tutto questo senza l’incontro con Salvatore Fosci. Se ve lo state chiedendo sì, la mia è una critica all’organizzazione delle visite all’interno del parco, dove mancano completamente spiegazioni e, le poche presenti, sono un racconto privo di sostanza.
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Sacro Bosco di Bomarzo prezzi e orari.
- Il Sacro Bosco di Bomarzo è aperto da lunedì a domenica dalle 9 alle 19.
- Non è necessaria la prenotazione.
- Il biglietto intero costa 11€.
- Il sito ha un ampio parcheggio gratuito, bagni interni ed esterni, un bar con servizio da asporto, area pic-nic.
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Cosa vedere nei dintorni del Sacro Bosco di Bomarzo: il borgo e Palazzo Orsini.
Il borgo di Bomarzo si trova a due minuti d’auto dal Sacro Bosco. Il centro storico è un gioiello e, come ho avuto modo di notare durante il precedente viaggio in Tuscia, ha una caratteristica che accomuna diversi borghi del Lazio. A vederne la panoramica esternamente, si ha sempre l’impressione di doversi arrampicare lungo salite al cardiopalma. In verità, il centro vero e proprio è caratterizzato da vicolini labirintici rigorosamente in piano!
Le rinfrescanti ombre che si creano tra le stradine sono una carezza delicata, nel caldo del pomeriggio. Inizio il cammino dalle mura esterne, accompagnata da quegli affacci pittorici sul territorio che solleticano la mia fantasia. Infine, entro nel cuore del borgo di Bomarzo per visitare il sontuoso palazzo di Vicino Orsini. Un cammino tra saloni affrescati con immagini mitologiche… e richiami alle sculture che ho ammirato questa mattina al Sacro Bosco. Ne approfitto per vedere un video sul territorio di Bomarzo e dintorni, decidendo di visitare anche la mitica piramide prima di rimettermi in viaggio.
Scendo nelle cantine storiche, dove vi sono tratti della pavimentazione secolare, purtroppo coperta dai lavori di restauro. I locali sono usati dal Comune, ma è possibile ritrovare tracce della loro storia. L’antico forno, il passaggio segreto che collegava Palazzo Orsini al Parco dei Mostri, la dispensa per le provviste, la via di fuga in caso di attacco, la scala di collegamento tra l’esterno e il piano nobile.
Una volta fuori, passeggio per il borgo fermandomi a visitare il Duomo e la Chiesetta di Sant’Anselmo. Naso all’aria e curiosità alle stelle, lascio che siano i singoli particolari a disegnare cartoline che diventeranno parte dei miei ricordi. La tenda in pizzo che svolazza nel vento, sfuggendo dalla finestra aperta. La bottegaia seduta sul gradino esterno, in un momento di pausa. I vasi colmi di fiori colorati, che in un attimo mi teletrasportano con la memoria a Spello! Le signore a spasso per le vie, alla ricerca di un po’ di refrigerio. La pietra delle abitazioni che assorbe i raggi del sole, facendosi a tratti lucente. Gli affacci improvvisi sulla vallata, da quei terrazzini sparsi per il borgo aperti a chiunque voglia perdersi con lo sguardo nel fascino della Tuscia.
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Palazzo Orsini Bomarzo, prezzi e giorni.
- Il palazzo è aperto il sabato e la domenica.
- Per i giorni infrasettimanali telefonare allo 0761924021.
- Biglietto 2€.
- A Bomarzo c’è un ampio parcheggio gratuito in Via Madonna della Valle. L’accesso al borgo è proprio di fronte.
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Cosa non perdere nei dintorni di Bomarzo: il “Sasso del Predicatore” (o piramide etrusca).
La giornata di esplorazione continua. Quando ho detto che desideravo vedere la piramide etrusca di Bomarzo, a Palazzo Orsini mi hanno suggerito di telefonare a Salvatore Fosci. Per fortuna stava aspettando altri visitatori, così sono riuscita a raggiungerlo per partecipare all’escursione al “Sasso del Predicatore” nei dintorni di Bomarzo. Un cammino esperienziale tra i boschi della Tuscia, che conservano reperti antichissimi come uno scrigno spazio temporale.
Le piante e gli alberi hanno inglobato i resti di una millenaria via di comunicazione, su cui compare un’iscrizione romana, poi abbandonata in epoca medievale. Salvatore ci mostra anche una Croce Templare incisa su roccia e una tomba etrusca che, per la sua struttura, mi ricorda i villaggi rupestri visti nella Terra delle Gravine in Puglia.
Ad un certo punto, tra alberi sfiorati, tappeti di foglie pre-autunnali, rocce aggettanti e piccoli capitomboli (perché alla fine stiamo pur sempre parlando di me!), raggiungiamo una radura. Resto indietro rispetto al resto del gruppo, sia per scattare delle foto decenti, sia per godermi l’istante in cui poserò gli occhi sul “Sasso del Predicatore”, l’imponente masso di peperino a base rettangolare conosciuto come Piramide Etrusca di Bomarzo. Incredulità, è la prima sensazione che provo. Seguita dalla felicità. Perché oggi non mi aspettavo di vedere questo capolavoro nei dintorni di Bomarzo. Sono qui per una serie di casualità…
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Come arrivare alla Piramide nei dintorni di Bomarzo.
- Il “Sasso del Predicatore” si trova a 1,7km da Bomarzo.
- Da Via dell’Elce si gira su Via Cupa, una stradina bianca stretta. Si può anche parcheggiare al bivio tra le due vie, nello piazzola libera lungo la strada.
- Mi è stato sconsigliato di fare da sola questa escursione, dato che il sentiero non è segnalato bene e di recente alcune persone si sono smarrite.
- Potete contattare Salvatore per la visita al numero 340.0556480.
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Curiosità sul “Sasso del Predicatore”.
Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.
Albert Einstein
Da sempre penso che sia la curiosità a muovere il mondo. E tutto l’universo. Sempre la curiosità, permette di scoprire tesori nascosti, gioielli dimenticati e luoghi meravigliosi. Poi c’è lo studio che consente di approfondire la conoscenza. E la determinazione, con cui rendere noto al mondo quanto sappiamo.
Il “Sasso del Predicatore” è un po’ figlio di Salvatore, che l’ha ridato alla luce ripulendolo a mano da sterpaglie ed erbacce. Ha usato pazienza e mani nude, un’ascia e una zappa, per non alterare l’equilibrio di questa zona così energica, né rovinare un reperto storico dalla forte sacralità. La natura che ingloba e si riprende il territorio, è stata ammaestrata con rispetto e risolutezza.
Salgo i gradoni per raggiungere la vetta del Sasso. Non è un caso che sia stato definito piramide, dato che per certi aspetti ricorda la struttura delle piramidi azteche. Un percorso ascensionale intimo e personale, che penso ognuno di noi stia affrontando faccia a faccia con la propria vita. Ci sono posti che più di altri inducono alla riflessione, dove la potenza del rapporto tra cielo e terra ti travolge in un vortice di sensazioni.
Una volta arrivata in cima mi siedo in un angolo e ascolto. Ascolto Salvatore, ma è come se ascoltassi lo stesso Sasso parlare di sé. Del suo ruolo nel corso dei secoli: altare per sacrifici; luogo di culto e devozione agli dei, agli astri, a Dio; punto di confine tra territori. Non a caso è allineato perfettamente con i paesi di Giove e Bomarzo… la “Città di Marte” (Polimartium). Un sito da sempre venerato, sia per superstizione che per necessità. Un gigante che ha deciso di lasciarsi trovare, per aprire un passaggio eterno, un collegamento dell’anima, con il passato della Tuscia.
Claudia B.