
I riflessi mi colpiscono ancora prima che abbia parcheggiato. In realtà, mi attraggono come una calamita da quando ho iniziato a guidare tra il verde e i canali del Parco del Delta del Po. Ed ora, nelle vicinanze di Comacchio che è la mia meta di giornata, desidero intensamente dedicarmi a quel micromondo che pare respirare tra specchi colorati. Il piccolo borgo di pescatori mi incuriosisce da anni, ma non ho mai avuto l’occasione di visitarlo. Nonostante sia una torrida domenica di luglio, ho deciso comunque di vedere Comacchio, alternando una passeggiata nel centro storico, alla visita del Museo del Delta Antico e alla Manifattura dei Marinati. Ovviamente voglio anche assaggiare l’anguilla, per questo ho prenotato il pranzo in un ristorantino del centro. Non mi resta che tuffarmi tra gli scorci di Comacchio!
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Cosa vedere a Comacchio: il Museo Delta Antico.
Entro a Comacchio dal suo più illustre ponte, ossia Trepponti. Dopodiché passeggio lungo i canali fino all’ex Ospedale degli Infermi, l’elegante edificio neoclassico che ospita il Museo Delta Antico. Uno dei siti da vedere assolutamente a Comacchio. Sia per l’allestimento coinvolgente e mai monotono, sia per l’esposizione che conquista anche la persona più scettica. In particolare la sezione dedicata al “Carico della Nave Romana”. Sarò una piccola nerd senza possibilità di miglioramento, ma resto in questo museo più di due ore totalmente rapita da ogni oggetto.

Per fortuna ci sono pochi visitatori, così posso godermi senza corse l’esposizione. Compio un viaggio nella storia di Comacchio, partendo dalle antiche tracce che risalgono al VI secolo. Mi immergo nella vita e nella quotidianità di Spina, fondata nel 530 a.C. Un centro economico fiorente sul Delta del Po, principale partner commerciale di Atene. C’erano manifatture specializzate e botteghe di pregio, banchine d’attracco in un porto per l’epoca moderno. Per me è come rivedere quegli istanti di vita attraverso un film in 3D, grazie alla mostra interattiva, ai reperti… e ad una buona dose di fantasia!

Scopro come venivano edificate le case, che si adattavano al paesaggio lagunare, con legno, argilla ed erbe palustri. Solo in seguito furono aggiunte file di pali infissi nel terreno per sostenere le pareti. Anche la Necropoli di Spina è un racconto del benessere di questa città: una delle più ricche del periodo etrusco e la più vasta dell’etruria padana, con oltre 4000 tombe! Spina scomparve nel III secolo A.C. per cause non chiare, forse un attacco dei celti: nacque così il mito di una città perduta.
Quando qui arrivarono i romani, costruirono ville, fari, strade e stazioni di posta per potersi riparare lungo il fiume Po. Quello che anticamente era conosciuto e venerato con il nome di Eridano, continuava ad essere uno snodo di fondamentale importanza tra l’Adriatico, la Pianura Padana e l’Europa Continentale. Non a caso Augusto decise di scavare la Fossa Augusta, che collegava Ravenna con il Po e le principali città del Veneto. Proprio nei pressi, esattamente a Villa di Salto del Lupo, è stato trovato un tesoretto di 1172 monete che ho la possibilità di ammirare nel museo.

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Curiosità a Comacchio: “Carico della Nave Romana”.
Era il 1981 quando, negli immediati dintorni di Comacchio, venne ritrovata una nave mercantile romana, naufragata tra il 19 e il 12 a.C. La vera singolarità, è che a bordo c’era ancora gran parte del carico, intatto dopo oltre 2000 anni! Un’intera sezione del museo è dedicata a questa scoperta, che permette letteralmente di aprire “una finestra sul mondo romano ai tempi di Agusto” (cit.). Un’esposizione insolita da vedere a Comacchio. Si tratta di una nave oneraria di 21 metri, una delle cosiddette navi cucite, in grado di navigare sia sui canali che in mare, con una capacità di carico di 90 tonnellate.

La nave si arenò tra due fosse sabbiose. Probabilmente fu una tempesta in mare a spingerla verso la costa o, magari, era ormeggiata lungo un canale e un’ondata di piena la colse di sorpresa. Fatto sta che il suo ritrovamento portò alla luce un vero tesoro dell’antichità. Tra le anfore e gli oggetti di uso comune, mi colpiscono in particolare i sandali chiodati usati dai militari, che fanno pensare alla presenza di soldati a bordo. Così come l’antenato degli scarponi della cavalleria! Insomma, con ogni probabilità si trattava di un carico destinato ai militari.

Stupenda e ricca la sala dedicata alla cambusa, che sulla nave era collocata a poppa. Passeggio tra pentolame e piatti, stupita di scoprire che furono ritrovati anche resti di cibo -ossa, molluschi, pesci-. Per noi è una sorta di libro aperto sulle abitudini alimentari del tempo.

E poi i Tempietti miniaturistici. Ex voto per pratiche di devozione personali, decorati con una serie infinita di dettagli che rimandano ad Augusto e alla sua stirpe. Sul frontone di uno di questi piccoli capolavori in miniatura, è stata persino incisa la cometa avvistata nel giorno della morte di Cesare!

MUSEO DELTA ANTICO: ORARI DI APERTURA E COSTI.
- Da novembre a febbraio, da martedì a sabato: 9.30 alle 13; 14.30 alle 18. Domenica e festivi orario continuato 10-17.
- Da marzo a giugno, settembre e ottobre, da martedì a domenica: 9.30 alle 13; 15 alle 18.30.
- Luglio e agosto, aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.30.
- Ingresso 6€.
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Vedere Comacchio in un giorno: itinerario tra ponti e canali.
Decido di lasciare per il pomeriggio la visita alla Manifattura dei Marinati e di vedere i ponti e canali di Comacchio. Tutti la definiscono “piccola Venezia” ma, secondo me, ricorda molto di più Murano e Burano. Ne ho la certezza mentre osservo le basse e variopinte casette che si specchiano nei canali, le piazze minuscole che sembrano quasi dei cortili, i panni stesi al sole. Ponte dei Trepponti o Ponte Pallotta, è un’opera urbanistica del 1638. Oggi, purtroppo, lo stanno allestendo per uno spettacolo serale, quindi non riesco ad ammirarlo al meglio. Ciò non toglie che sia di grande impatto visivo e, onestamente, mi sento un po’ diva mentre scendo dalla monumentale scalinata! Proprio sotto la sua arcata termina il canale navigabile Pallotta, che nel centro di Comacchio si suddivide in altri tre canali.

Di fronte si trova il Mercato del Pesce di Comacchio, che trovo aperto nonostante sia domenica. Dopodiché, mi lascio completamente sedurre dalla successione di ponti e ponticelli, canali e tinte pastello. Al punto che inizio a camminare a caso, senza un vero percorso prestabilito. Passo dal Ponte degli Sbirri, dal Ponte San Pietro e dal Ponte dei Sisti. Arrivo fino alla chiusa, dove una barca storica galleggia allegramente come fosse in un bellissimo museo a cielo aperto.

Deliziosi bar e ristoranti che hanno allestito i tavoli esterni direttamente su barche o chiatte, rallegrano ogni scorcio con profumi divini e un allegro vociare. Raggiungo la Loggia dei Mercanti e la Torre dell’Orologio, forse una delle zone in cui trovo più persone. Ma lascio il caos indietro, per seguire l’istinto ed arrivare fino alla suggestiva serie di canali su cui sorge la Chiesa del Carmine, con l’omonimo ponte e quello dei Pizzetti. Non perdo nessun dettaglio: colori ridenti dell’arcobaleno, giardinetti privati perfetti come acqurelli, panoramiche da più punti di vista dello stesso canale. Perché, ogni prospettiva, rimanda emozioni diverse.

Infine, prima di andare al ristorante, vado a vedere il Duomo di Comacchio. La Basilica di San Cassiano è un edificio imponente, che mette quasi soggezione con la sua mole. Mattoni rossi e pietra d’Istria, però, si integrano perfettamente nel bel borgo di pescatori.

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Il colonnato di Santa Maria in Aula Regia e la Manifattura dei Marinati.
Subito dopo pranzo mi avvio a piedi verso la seconda esposizione che ho deciso di vedere a Comacchio: la Manifattura dei Marinati. In meno di dieci minuti, raggiungo il colossale loggiato di Santa Maria in Aula Regia, del 1647. Mi rifugio dal sole cocente camminando sotto le 143 arcate, ed altrettante colonne, scoprendo cortiletti e fermandomi proprio in Manifattura.

Questa visita non è solo un cammino nelle curiosità che riguardano la produzione di anguilla marinata, Presidio Slow Food. Qui si compie un percorso di consapevolezza nella vita e nel lavoro di uomini e donne di Comacchio. Il museo, infatti, è stato e continua ad essere un laboratorio in cui si lavorano i pesci destinati alla marinatura: oltre all’anguilla, anche acciughe e pesci dell’Adriatico come sarde e alici, pescate nel Delta del Po. La presa di consapevolezza su questa attività storica è totalizzante: basta guardare le foto e i video che accompagnano la visita. Non a caso il payoff dell’esposizione è: “dalla loro vita alla nostra”.
Una tradizione manifatturiera forte, radicata, raccontata anche nel film “La donna del fiume” con Sofia Loren, le cui scene iniziali sono state girate proprio alla Manifattura dei Marinati! Inizio la mia visita da piano terra, esattamente dalla Calata, la banchina dove attraccavano le barche colme di pescato destinato alla marinatura. L’anguilla veniva pulita e tagliata proprio qui e, ancora oggi, è possibile vedere gli attrezzi fatti a mano utilizzati per la pesca e il taglio.

Gli uomini uscivano a notte fonda per pescare e si fermavano nei casoni delle Valli di Comacchio, per ripararsi dalle intemperie o aspettare la battuta successiva. Una volta consegnato il carico in Calata, le anguille venivano preparate e passate nella Sala dei Fuochi su lunghi spiedi, per essere cotte nei camini a legna e poi messe in salamoia. Entro nel grande ambiente caratterizzato da ben 12 camini. Il profumo di affumicatura è ancora nell’aria, a dare un senso in più di vita reale. L’attuale laboratorio si trova proprio nel cuore storico della Manifattura dei Marinati: uomini e donne, oggi come ieri, operano secondo una tradizione codificata e radicata sin dal Seicento.

MANIFATTURA DEI MARINATI: ORARI DI APERTURA E COSTI.
- Marzo, aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. Chiuso il lunedì. A luglio e agosto è aperto tutti i giorni, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Novembre, dicembre, gennaio, febbraio, dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 18. Domenica e festivi orario continuato. Chiuso il lunedì.
- Ingresso: 3€.
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Dove vedere le viuzze nascoste di Comacchio.
Mentre torno verso il centro, mi colpisce un particolare di Comacchio. La presenza di vicoli e cortiletti privati nascosti, che tanto mi ricordano i close e i cortili di Edimburgo, ma in versione colorata! Lo so, è un paragone strano, ma il risultato finale non cambia. Li noto a malapena mentre passeggio, solo perché sono curiosa e ficcanaso di natura (ovviamente solo nei viaggi)! Sembrano l’ingresso di una casa invece, guardando bene, si tratta proprio di stretti vicolini variopinti, con tanti fiori!

Immagino serate estive sotto le stelle, trascorse tra chiacchiere e bibite fresche in questi angoli privati, dove visitatori e movida restano tagliati fuori. Si trovano sia su Corso Mazzini, andando dal Duomo di Comacchio alla Manifattura dei Marinati, sia percorrendo Corso Garibaldi fino alle vestigia del Monastero di Sant’Agostino.
Vale la pena soffermarsi sui silenzi di questi close dall’aspetto tutto mediterraneo, anche per avvicinarsi ad un volto di Comacchio che non risponde necessariamente al suo aspetto più conosciuto, ossia canali e ponti. Perché alla fine, quando si entra in contatto con un nuovo posto dalla forte personalità e con tratti ben distinti, è bello trovare qualche peculiarità che renda quel luogo ancora più nostro.

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Dove mangiare a Comacchio.
Ho scelto il “Ristorante al Cantinon”, a due passi da Ponte Trepponti. Locale molto bello, con una piacevole verandina sul canale dove mangiare all’ombra. Ho preso dei tagliolini fatti in casa con l’anguilla, un quarto di vino bianco, due ciambellini comacchiesi -ciambelle di pane ferrarese- acqua e crema di caffè, spendendo 23€. Oltretutto mi hanno sistemato proprio in veranda, in uno dei posti più belli a mio avviso!

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Dove parcheggiare gratis a Comacchio.
Ci sono diversi parcheggi gratuiti, io ho scelto quello vicino alla Coop, a due passi dal centro storico. Impostando Via Fattibello sul navigatore, ho trovato un’area di sosta ampia e comoda.
Claudia B.