Racconti e diari di viaggio. Informazioni e itinerari per viaggi fai-da-te in Italia e all'estero. Mototurismo e trekking.
 
Cosa vedere a Pennabilli, in Alta Valmarecchia

Cosa vedere a Pennabilli, in Alta Valmarecchia

Parlare di primavera in questo maggio così uggioso, sembra assolutamente fuori luogo: è difficile non solo intravedere il sole, ma anche tentare di inserire un’uscita tra un acquazzone e l’altro. Qualcuno ha definito “maggembre” il mese che stiamo vivendo e, guardando le foto e i ricordi di viaggio degli scorsi anni, mi rendo conto che il “maggembre” ormai è un triste dato di fatto
Peccato, stiamo parlando di una stagione tra le più belle e godibili…almeno fino a quando non ha deciso di trasformarsi completamente, indossando un abito prettamente autunnale, come è successo negli ultimi anni.
Nonostante ciò, riusciamo a trovare il modo di salire in moto appena il tempo ce lo concede, per andare alla scoperta della nostra sempre bellissima Valmarecchia dove, ogni fine settimana, ci sono tanti eventi e sagre, legati alla primavera e ai suoi prodotti. Un pò come questa domenica pomeriggio, in cui a Pennabilli si tiene la “Fiera del Mercato Verde”, alla quale decidiamo di partecipare.
∞♦∞
Cosa vedere a Pennabilli: mototurismo in Valmarecchia.
È così che, dopo un rapido ma convincente temporale, prendiamo posto sulla nostra amata Honda, per dirigerci speranzosi (la speranza è di non provare un nuovo temporale sulla nostra pelle) verso l’Alta Valmarecchia, insinuandoci in una serie di paesaggi meravigliosi che, seppur vediamo regolarmente, non smettono mai di stupirci e colpirci.
Il verde a perdita d’occhio delle colline che lambiscono il corso del fiume Marecchia, si intensifica mano a mano che saliamo verso i paesi della Comunità Montana e, anche i colli, lasciano il posto alle cime pre-appenniniche.

In questi che sono i paesaggi che hanno ispirato Piero della Francesca e Leonardo da Vinci, noi di Voce del Verbo Partire siamo di casa: non solo perché è la nostra terra, lo scrigno ricchissimo in cui viviamo, ma anche perché è il luogo in cui ci rifugiamo per evadere e scoprire, o riscoprire, angolini nascosti.

∞♦∞
Cosa fare a Pennabilli: eventi per tutti.

In realtà Pennabilli la conosciamo piuttosto bene. Si tratta di un borgo famoso ed imperdibile, una sorta di palcoscenico storico, nel quale è possibile assistere a spettacoli ed eventi sempre straordinari: dalla Rievocazione della Passione di Cristo, di cui vi ho già parlato in un precedente racconto di viaggio, al famosissimo “Artisti in Piazza”, un immenso festival delle arti che, ogni anno a Giugno, riempie i vicoli e le piazzette di Pennabilli di artisti provenienti da tutto il mondo.

A queste manifestazioni di grande impatto e richiamo, si affiancano sagre paesane piacevolissime, proposte a più riprese durante la varie stagioni, che permettono di vivere il borgo di Pennabilli in maniera semplice, apprezzandone la sua anima di piccolo paese montano, come la “Fiera del Mercato Verde”, il “Festival Internazionale del Benessere” e la “Sagra dei Frutti Dimenticati”.

∞♦∞
Cosa vedere a Pennabilli: una storia lunga secoli.

Piazza Vittorio Emanuele II è il centro focale del borgo, il biglietto da visita del piccolo centro del Montefeltro, su cui si affaccia la cattedrale. Splendido il punto alto della piazza, quello che porta verso il paese vecchio, da cui si può ammirare uno scorcio mozzafiato sul centro e sulle soprastanti vestigia della Rupe e del Roccione, antichi rifugi delle popolazioni che vivevano lungo il corso del Marecchia, durante le invasioni barbariche.

Si tratta anche della parte più antica dell’abitato, quella da cui ebbero origine le comunità di Penna e di Billi: la prima, prese il nome dalla forma cuneiforme della collina su cui sorse; la seconda dalla posizione in mezzo al folto degli alberi.

La Rocca sul Roccione risale agli inizi dell’XI secolo, edificata da un discendente della nobile famiglia di Carpegna, soprannominato Malatesta per il suo carattere impulsivo. Ebbene, impulsivo o meno, non si può negargli il merito di aver contribuito alla nascita del più importante casato che ha dominato per secoli le nostre terre, spingendosi fino a Verucchio, prima, e fino a Rimini, poi. Per espandersi, infine, in tutto il circondario.

Solo a metà del XVI secolo, i castelli di Penna e Billi vennero uniti in un unico centro, subendo continui passaggi di potere, fino a quando Papa Gregorio XIII lo innalzò a libera città e trasferì a San Leo la sede Vescovile.

∞♦∞
Cosa vedere a Pennabilli: itinerario tra i luoghi di Tonino Guerra.

Pennabilli è un paese accogliente, piacevole, che ha sempre qualcosa da proporre. Vi sono in particolare due itinerari che si possono seguire, percorrendo i vicoli deliziosi e pittoreschi del borgo: quello delle meridiane e quello che tocca i luoghi di Tonino Guerra.

Poeta e sceneggiatore di grande talento, egli visse in questo panoramico angolo dell’Alta Valmarecchia, componendo versi e prose, opere e pensieri, che ancora oggi si possono leggere camminando tra le palazzine in pietra e le viuzze. 

Un profondo amore per la sua terra e per l’ambiente, che lo ha portato a scrivere parole dedicate all’anima stessa dell’uomo, del suo rapporto con il divino e con la natura. Non mancano angoli in cui è possibile vivere questa fusione e ritrovarla nei suoi versi: ne sono un esempio la Via dei Pensieri Sospesi e l’Orto dei frutti dimenticati.

Pace e silenzio, sospensione tra sogno e realtà, queste impressioni si impossessano di noi mentre passeggiamo per i vicoli del borgo. Mentre in piazza si riversa la maggior parte delle persone, per girare tra le bancarelle, acquistare prodotti tipici o fiori, nei vicoli che si inerpicano tra le case in pietra e che si insinuano sotto ameni passaggi a volta, non c’è anima viva.

Solo la tranquillità di un borgo appena bagnato dalla pioggia, con ciottoli scivolosi che riflettono le immagini come piccoli specchi, mentre le foglie e i fiori si presentano profumati e tersi, inondati da piccole gocce scintillanti.

∞♦∞
Cosa vedere a Pennabilli: tracce del Tibet.

Portandosi nella zona panoramica, poi, la vastità della vallata, rigogliosa e verdissima, lascia senza fiato. Non importa se non c’è sole, se il cielo è coperto di basse nuvole, perché nulla può rendere meno affascinante un paesaggio talmente suggestivo, da aver ispirato anche i grandi pittori rinascimentali.
Pennabilli, inoltre, ha anche uno stretto legame con il Tibet sin dagli inizi del XVIII secolo, quando Padre Francesco Orazio Olivieri si recò in missione a Lhasa, creando uno stretto connubio con la popolazione locale, grazie al proprio incommensurabile lavoro e alla creazione di un dizionario italo-tibetano.

Nel 1994, Sua Eccellenza il Dalai Lama, venne in visita a Pennabilli, per il 250° anniversario della morte del frate cappuccino.

Ritornò anche nel 2005 e, in quell’occasione, venne inaugurata una campana con a fianco tre mulini di preghiera tibetana, in ricordo dell’opera del padre missionario. La campana è un calco dell’originale presente nella missione di Padre Olivieri.

Per essere un piccolo centro timidamente adagiato tra Alta Valmarecchia e Montefeltro, si può affermare che Pennabilli possiede un patrimonio particolarmente ricco da mostrare al visitatore.
E’ fondamentale vivere il borgo con serenità, perdendosi con lo sguardo nei panorami mozzafiato, apprezzando l’amenità degli stretti vicoli, ammirando le meridiane, sostando a leggere i pensieri di Tonino Guerraentrando nell’anima delle sagre paesane e assaporando i freschi sapori dei prodotti tipici, che rimandano con la mente al passato. Quello delle grandi famiglie contadine, che si raccoglievano davanti ad un grosso camino, dopo una dura giornata di lavoro, per condividere racconti e cibo. 
∞♦∞
Cosa vedere a Pennabilli: l’Orto dei Frutti Dimenticati.

E, a proposito di Tonino Guerra e meridiane: entrando nel suo Orto dei Frutti Dimenticatiun verde angolo paradisiaco, collocato poco distante da Piazza Vittorio Emanuele II, lo sguardo viene irrimediabilmente attirato dalla piccola “Meridiana dell’Incontro”.

Di cosa si tratta? Ebbene, Pennabilli non dista molti chilometri dalla mia Rimini e, ovviamente, quando si parla di Rimini, non si può non parlare del maestro Federico Fellini, con cui lo stesso Tonino Guerra collaborò. Regista, sceneggiatore, fotografo, vignettista, costumista…insomma, un artista a tutto tondo, Fellini rappresenta ancora oggi un’eccellenza per la mia città.

Qui, nell’Orto dei frutti Dimenticati, un museo a cielo aperto, un’ode al gusto, voluto da Tonino Guerra per recuperare piante da frutto spontanee, appenniniche, a rischio d’estinzione, si trova una particolare meridiana. Nel pomeriggio, le ombre dei due colombi sull’asta si incontrano, formando il profilo di Federico Fellini e Giulietta Masina, avvolti in un sospiro eterno, all’ombra di questa spensierata natura.

Il verde scenario concesso dal divino, che l’uomo deve imparare a salvare e rispettare, inalare e amare, va a mischiarsi ad opere di artisti contemporanei e dello stesso Tonino Guerra.

Pennabilli è anima del passato che si proietta nel presente, è la storia di Romagna che si fonde con quella delle Marche, di cui per anni ha fatto parte. È una culla di profumi e sapori; è riscoperta e rispetto di una natura florida, che ci permette di entrare in sintonia con un quadro rinascimentale di dimensioni eterne.

Claudia B. Daniele L. Honda Africa Twin 

Clicca qui per calcolare il tuo percorso su Google Maps

2 commenti

    1. Sono felice di aver lasciato un’idea! In borgo ci sono sempre tanti eventi, come ad esempio la “Notte dei Musei”, questo fine settimana; ma, anche senza manifestazioni, Pennabilli è molto pittoresca.
      Se capitate in zona, ti segnalo anche il piccolo borgo medievale di Petrella Guidi: una bella accoppiata!
      Claudia B.

I commenti sono chiusi.