Racconti e diari di viaggio. Informazioni e itinerari per viaggi fai-da-te in Italia e all'estero. Mototurismo e trekking.
 
Cosa vedere in Stiria in due giorni: itinerario on-the-road

Cosa vedere in Stiria in due giorni: itinerario on-the-road

Dopo aver condiviso con voi la prima parte del nostro recente viaggio in Stiria, in cui vi ho parlato della grandiosa città di Graz (se lo avete perso potete cliccare qui), concluderò con questo diario, il racconto dei cinque giorni trascorsi in Austria.
Dopo Graz, infatti, ci siamo dedicati al resto della regione, nei limiti del poco tempo a disposizione e delle lunghe tratte da percorrere. Gli spostamenti, per quanto comodamente fattibili in autostrada, dove i limiti oscillano troppo spesso tra i 130 ed i 100 km orari, si svolgono anche su panoramiche strade di montagna: ben tenute, certo, ma che richiedono maggiore attenzione.
Il primo gennaio 2016, che noi nemmeno abbiamo visto arrivare (quando si dice la forza della gioventù!), inizia con tanto sole e tanto freddo. E con il progetto di tre interessanti visite, nella verde terra di Stiria.
Partiamo di buonora, per raggiungere il vicino paese di Frohnleiten, pittoresco e colorato borgo che, ancora, si sta lentamente svegliando dal torpore dei festeggiamenti. Non ci sono grandi opere d’arte da visitare ma, a mio avviso, è un piccolo paradiso per gli amanti della fotografia, grazie agli ameni scorci che vi si possono ammirare. Come i favolosi riflessi delle casette colorate, sul fiume Mur.

Per chi, come noi, ama i piccoli centri, Frohnleiten incarna la perfezione, grazie anche all’atmosfera rilassata e gradevole, che si respira, passeggiando nel centro storico. E’ un luogo fiabesco in cui, la piazza principale, si prolunga fino a divenire corso, con tanti cottagges colorati, che vi si affacciano allegri ed ordinati. 

Su tutto domina l’imponente facciata del Duomo barocco, a sua volta colorata, che si integra perfettamente nell’intero quadro. Sembra quasi il paesello uscito da un libro di fiabe, pensato e pitturato dalla mano di un bambino.

Seguiamo un passaggio coperto, che scende verticalmente sul lungo fiume, scintillante e silenzioso sotto il sole. La bella passeggiata, ci porta sino al ponte da cui è possibile ammirare i riflessi di Frohnleiten, come se il paese potesse sdoppiarsi in un abitato per gli uomini ed un villaggio sommerso, per le creature del fiume.

Ci fermiamo in una specie di hotel-bar-casa di riposo, dove nessuno fuma, per ordinare un cappuccino che riporti la nostra temperatura corporea ad un livello umano, meno vampiresco. Con qualche sorriso e tanta gentilezza, superiamo la barriera linguistica, visto che la barista non parla inglese; fortunatamente, poi, ci pensa la cameriera a risolvere il problema ma, alla fine, mi rendo conto di come gestualità, cortesia e sorrisi, siano d’aiuto nella comunicazione.
Ripartiamo alla volta della cittadina di Leoben, nel cui centro storico troviamo tutto chiuso. Nondimeno, devo dire, il luogo ci piace: con la sua rigorosa eleganza ed i palazzi ordinatamente disposti lungo i viali, tutto parla della grandezza economica che, la città, ha conosciuto dal XX secolo in poi.
L’industria mineraria, infatti, ha portato ad una certa stabilità e crescita, anche se la principale fonte di reddito è ora l’industria. In realtà, sin dal 1314, Leoben fu un’importante area per il commercio del ferro, tanto da venir elevata al rango di città.

Il centro è piacevole, silenzioso, solo poche persone si avventurano qui per una passeggiata, visto che è l’ora di pranzo di un giorno festivo.
I viali sono accoglienti e noi gironzoliamo pigramente, fino ad incontrare la mole del bellissimo duomo, il cui interno è una vera sorpresa, luminosissimo nonostante le sontuose decorazioni oro e nero: vi garantisco che è di una bellezza sorprendente.
Torniamo lentamente in Hauptplatz sulla quale, oltre al vecchio edificio del Rathaus, vi sono alcune fontane e le casette del mercatino natalizio, ormai chiuse.

Usciamo dalla Matturm, la torre nonché porta d’accesso alla città, per portarci sul sentiero lungo fiume: qui troviamo alcune persone che passeggiano, o si fermano nell’elegante bar, aperto nonostante il giorno festivo. Vorremmo entrare per mangiare qualcosa ma, purtroppo, vediamo alcune persone fumare e rinunciamo.

Saliamo, perciò, in auto e riprendendo l’autostrada, per raggiungere la meta più lontana di questa giornata, il paese di Mariazell. Fortunatamente, lungo la tratta, troviamo un pulitissimo autogrill, dove possiamo fare una sosta panino; troviamo personale gentilissimo e panini freschi e gustosi. Noi siamo piuttosto semplici, ormai lo avrete capito, non cerchiamo grandi ristoranti, né pretendiamo chissà quali pranzi o cene. Onestamente, ci colpisce più la cortesia delle persone, anche solo nel servire un toast!
La strada per Mariazell è lunga: una volta usciti dall’autostrada, già di per sé inserita in un contesto paesaggistico degno di nota, attorno a noi si apre un panorama di quelli che, come mi piace dire, fanno male agli occhi. Vallate ancora verdissime, incastonate tra catene montuose e vette innevate, che celano lentamente il sole, lasciando filtrare raggi dispettosi, i quali creano scie pittoresche tutto attorno.

E poi il borgo di Mariazell… Vi dico solo che, il paese, è inserito tra le tappe della Romantikstrasse, una strada a tema che si dipana tra Salisburgo e Vienna, attraverso alcuni tra i più bei borghi dell’Austria ed i paesaggi più suggestivi. E, in effetti, Mariazell tiene alta l’appartenenza a questo percorso.
Altro motivo di fama, il paese lo deve alla presenza del più importante Santuario Mariano d’Austria, meta di pellegrinaggio anche da parte dei nostri Pontefici. La Basilica, domina il paese con la propria immensa mole barocca anche se, secondo la leggenda, venne eretta prima del 1157.

In questa data, infatti, il monaco benedettino Magnus, venne invitato a portare la parola di Dio, nella zona in cui sorge il Santuario, ed egli recò con sè una statua della Madonna. Mentre saliva in montagna, un masso cadde e gli sbarrò la strada: Magnus, chiese allora aiuto alla sacra figura e, la roccia, si spaccò a metà, miracolosamente. Quando arrivò a destinazione, il monaco posò la statua su di un ceppo e le costruì attorno una cella, per tenerla al riparo.

Successivamente, in questo punto, venne edificata la basilica, anche se la statua fu sostituita da una figura lignea, romanica, chiamata Magna Mater Austriae che, oggi, è circondata da una incredibile e sontuosa struttura, la Cappella della Grazia.

L’interno incute quasi un certo timore, con il suo spazio sontuosamente decorato, tanto ampio da poter accogliere migliaia di pellegrini; vi sono foto scattate durante le visite apostoliche di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con un numero infinito di fedeli, raccolti anche negli spazi esterni… davvero impressionante.

Usciamo per passeggiare lungo le vie del paese, incredibilmente gradevole ed accogliente, dove ci sono molte persone che si godono il pomeriggio, col sole che va via via tramontando, dietro le alte cime.

Le belle decorazioni natalizie, ci accompagnano alla scoperta del luogo; botteghe, negozietti e pasticcerie, propongono le leccornie per cui la località è famosa, ossia miele e panpepato, presente in ogni forma e confezione: bellissime le casette artistiche, create appositamente per il periodo festivo.

Nella piazza principale, tra le eleganti facciate di ristoranti ed hotel, è posizionata una gigantesca corona dell’Avvento, punto centrale dei mercatini d’artigianato, svoltisi fino al 24 dicembre. Visto il fascino del luogo, deve essere stata una manifestazione molto suggestiva.

Col freddo sempre più pungente ed il sole ormai scomparso, nonostante siano passate solo da poco le sedici, ci avviamo tranquillamente al parcheggio, per recuperare l’auto e ritornare a Graz.

Ripercorriamo la stessa bellissima strada seguita all’andata, seppure sembra di attraversare luoghi completamente diversi, visto l’effetto del buio pre-serale sul paesaggio ed i piccoli paesi, che si illuminano delle scintillanti decorazioni natalizie.
Arriviamo a Graz, dove ci aspetta il nostro piccolo appartamento, una doccia calda ed una semplice cenetta, prima di sistemare l’itinerario per domani.

∞♦∞

Un’altra giornata soleggiata ci accoglie questo sabato mattina seppure, mano a mano che saliamo verso il nord della Stiria, le nuvole si fanno più scure e minacciose. Il paesaggio non ne risente minimamente, anzi, risulta ancor più struggente e affascinante. 

Dobbiamo raggiungere l’Abbazia di Admont, importante sito religioso austriaco, anche se per ragioni artistiche e museali, piuttosto che per una questione di pellegrinaggi. 
Una meravigliosa tratta immersa nei boschi, ci attende all’uscita dall’autostrada, dove abbiamo trovato traffico all’altezza del tunnel a pagamento, che collega Graz al nord: questa bellissima strada ci rimette al mondo, dopo lo stress della fila.

Siamo all’interno del Parco Nazionale Gesause e, il panorama, attorno a noi, è incredibile. Persino i banchi di nebbia risultano artistici e pittoreschi, in questo contesto, nel loro creare disegni astratti tra montagne e valli.

Admont è un paese piuttosto grande, ammetto che mi aspettavo un borgo, non una cittadina. L’immenso complesso abbaziale, si trova all’interno del tessuto urbano e, visto che ci restano solo due ore, prima della chiusura, andiamo immediatamente in biglietteria, per accedere al museo.

Con i due ingressi, acquistiamo anche un permesso fotografico di cinque euro, per poter scattare liberamente all’interno, anche se mi viene detto che non posso condividere le foto. Dopo aver contatto la segreteria per email, però, mi è stato concesso di pubblicare le immagini sul blog, cosa di cui sono loro molto grata! Apprezzo meno i furbetti, che si sono fermati a fare fotografie senza permesso, invalidando anche la nostra onestà…

L’esposizione si dipana su diversi piani e percorsi: dato che non ci sono mostre temporanee e, la stanza degli incunaboli, è chiusa nel periodo invernale, il prezzo d’ingresso è ridotto. Ad ogni modo non mancano le cose da vedere, a stento rientriamo nelle due ore di visita, che restano a nostra disposizione!

D’altronde, sin dalla fondazione, nel lontanissimo 1074, l’Abbazia Benedettina raccoglie numerosi pezzi d’arte, tra quadri, statuaria, oggetti liturgici. Incredibile il Museo di Storia Naturale, con una collezione di animali, rettili, pesci pietre e, soprattutto, farfalle ed insetti, talmente ampia, da far perdere la cognizione del tempo. Ma, sopra ogni cosa, ciò che toglie le parole al visitatore, è l’infinita collezione di libri, in quella che è la biblioteca claustrale più grande al mondo.

Un luogo spettacolare, con la sua sontuosa decorazione barocca, a fare da sfondo ai 180.000 libri in essa conservati…si, ho detto centottantamila! Per farvi capire la magnificenza di questo luogo, basta dire che, sin dal XVIII secolo, si parlava della biblioteca di Admont, come dell’ottava meraviglia del mondo!

Nonostante il freddo, necessario per preservare i volumi, ci fermiamo all’interno di questo paradiso per diverso tempo, in modo da respirare secoli di letteratura e arte, in un clima di grande pace, visto che i visitatori non sono tantissimi (se escludiamo i furbetti che fotografano senza permesso…). Vorrei potervi trasmettere mentalmente, l’immagine dell’immensa biblioteca, della ricercata decorazione, dell’emozione e stupore che, attraversandola, pervadono le persone.

Ai percorsi museali classici, per così dire, si affiancano anche aree multimediali, che danno informazioni sulla fondazione dell’Abbazia, dove noi troviamo filmati solo in lingua tedesca, oltre al Museo d’Arte Moderna, che fa da contrappunto alle opere dell’antichità.

Tutto attorno alla struttura, i vasti giardini ed il laghetto, ora ghiacciato, i quali devono essere rigogliosi durante la bella stagione. Prima di ripartire, andiamo a visitare l’interno della chiesa neogotica, ispirata alla Cattedrale di Ratisbona.

Salutiamo il meraviglioso sito abbaziale e, sempre attraverso il paesaggio idilliaco del Parco Nazionale Gesause, ricoperto da un grazioso velo di ghiaccio e neve, ci spingiamo verso il paese di Eisenerz, un borgo di montagna che si rivela una gradevole sorpresa.

Il piccolo, delizioso centro è piacevole ed accogliente. I negozi sono tutti chiusi, nonostante sia sabato pomeriggio, troviamo aperti solo dei supermercati fuori dall’area pedonale ed un locale che propone pizza, insalate e kebab, in cui ci fermiamo per un veloce pranzo.
Eisenerz è una famosa località mineraria, a ridosso del Monte Erzberg, una delle più ricche montagne ferrose d’Europa, tanto da venir sfruttata persino dai romani, che ne avevano già capito il potenziale… dove non arrivavano i romani!

I bei palazzi del centro storico, ci accompagnano nella passeggiata, fino al cuore del paese, ossia la piazza su cui si affaccia lo splendido edificio del Municipio, le cui finestre mostrano ancora i numeri del Calendario dell’Avvento; troviamo anche una casetta di legno, che vende vino caldo e punch, in cui acquistiamo dell’ottimo gluhweine.  

Mentre visitiamo i presepi allestiti nelle vetrine, notiamo come, nonostante ci siano pochissime persone in giro, ogni tanto qualcuno si rechi al chioschetto per bere qualcosa e scambiare due chiacchiere. Una o mille casette del mercatino natalizio: nei piccoli borghi tutto ha successo!

Saliamo verso l’imponente mole della Chiesa di Sant’Osvaldo, che permette di spaziare con lo sguardo sul paese e sulle montagne: quassù è bellissimo!!! Peccato che sia tutto chiuso, ci sarebbe piaciuto poterne visitare gli interni.

Lasciamo questo paesetto calmo e idilliaco, per fermarci dopo qualche km, nella zona panoramica, da cui è possibile ammirare il Monte Erzberg, con la sua sequenza di terrazzamenti rossi, da cui viene estratto il ferro.

La prossima meta è quella che, ad essere onesti, ci delude maggiormente. Arriviamo tardi a Judenburg, quando ormai è buio, dopo un’ora d’auto. Ci accoglie una bella piazza, su cui svettano la torre, che ospita il planetario, e la cattedrale; al centro dello slargo, di fronte all’edificio del Rathaus, ci sono ancora le casette del Mercatino di Natale, ovviamente chiuse.

E’ tutto molto elegante, suggestivo nelle luci della sera ma, a parte questo punto centrale, non c’è altro che attira particolarmente la nostra attenzione, giusto un paio di scorci tra i vicoli interni, ma nulla più.
Si tratta, comunque, di una cittadina antica, fondata addirittura nel 1074, il cui nome, letteralmente “Castello degli Ebrei”, fa capire come Judenburg, fosse soprattutto un avamposto per i commerci ebraici, con le zone alpine.

Arriviamo tardi a Graz, il tempo di fare la doccia e cenare, che crolliamo, stanchissimi. Domattina metteremo via le ultime cose, prima di lasciare l’Austria.

∞♦∞

Il proposito di visitare i giardini del Castello di Eggenberg, vicinissimo al nostro appartamento, viene spazzato via dall’abbondante nevicata notturna, che ha imbiancato l’intera città. Veramente sta ancora nevicando copiosamente e, il viaggio di rientro, si prospetta davvero lungo. 
Non riesco a convincere Daniele a fare la sosta che tanto desideravo: vorrà dire che Eggenberg lo terremo per la “prossima volta”. Ma non pensiate che, questa prospettiva, cheti la mia voglia di scoprire…anzi, non riesco proprio ad arrendermi alla mancata possibilità di fotografare i giardini del castello, ammantati dalla neve, in una suggestiva atmosfera invernale.

Proprio ieri sera, mentre controllavo gli orari di apertura, mi sono lasciata rapire dalle immagini scattate durante l’inverno e, ingenuamente, ho pensato: “Guarda che bello… come mi piacerebbe poter fotografare i giardini, con questa veste unica!”.

E’ evidente che qualcuno abbia ascoltato e realizzato il mio desiderio, forse in maniera un pò troppo precisa e convinta. La “prossima volta”, sarò più chiara e meno entusiasta nelle mie richieste…

∞♦∞

Consigli utili
-Quando dovete visitare un luogo e, accidentalmente, non sapete dove andare, esiste una sola regola valida a livello universale: pedinate i gruppi che scendono dai pullman turistici. Vi porteranno a destinazione entro breve. Ovviamente, bloccate il pedinamento se li vedete risalire in bus…
-Il gluhwein è ottimo per combattere il freddo, per tenervi vivaci e attivi, ma anche per darvi la carica giusta a proseguire le visite. Resta comunque una bevanda alcolica e, come tale, potrebbe forse provocare un’allegria sopra la media!
-Mentre viaggiate per le autostrade austriache, vi consiglio di ingannare il tempo facendo un semplice giochino che, generalmente, può rivelarsi anche moooolto istruttivo: una gara a chi conosce più parole in tedesco! Sappiate che wurstel, wolkswagen e gluhwein non valgono ai fini della vittoria…

Claudia B.
Per la prima parte del viaggio cliccate su⇒ Cosa vedere a Graz in due giorni

6 commenti

    1. Grazie Anna Maria! In quei giorni ho scattato tantissimo, per cui ho poi cercato di scegliere le più rappresentative…seppure, fosse stato per me, le avrei messe tutte ?
      Quindi sono felice ti siano piaciute. Spero riuscirai anche a leggere il racconto, appena potrai e, se vuoi, farmi sapere cosa ne pensi!
      Claudia B.

  1. In World's Shoes TravelBlog

    Un bellissimo viaggio itinerante ! Adoro questa modalità di viaggio che ti permette di scoprire luoghi meno turistici e conosciuti… Di fermarti quando vuoi ad ammirare un paesaggio e scattare una foto! E poi l'Austria si presta benissimo a tutto questo da quanto vedo! 😉
    Complimenti Claudia!
    Un bacione <3

  2. Ale Gig

    Ciao Claudia, sono Alessia (Ale978 Tripadvisor)vorrei farti davvero i complimenti per il tuo blog; le descrizioni sono veramente dettagliate accompagnate da foto bellissime.
    Nell'organizzare il mio prossimo viaggio in Stiria terrò in considerazione la vostra esperienza.
    Posso chiederti da che sito hai prenotato l'appartamento?

    1. Alessia! Mi fa piacere che tu sia riuscita, alla fine, a leggere i racconti! Mi sembrava fosse la cosa migliore, per far capire meglio il discorso visite, fermate, luoghi, distanze. Se ti avessi detto: siamo andati in quel posto: bello; nell’altro: meno bello… sarebbe stato un pò sommario. Così penso sia più semplice farsi un’idea.
      Noi, dallo scorso anno, abbiamo iniziato a prenotare appartamenti con Airbnb: ammetto che non lo conoscevo, fino a quando mi ci sono imbattuta, leggendo una discussione in un forum. L’abbiamo utilizzato per le Canarie e, da allora, è nato l’amore! Se vuoi, a meno che tu non sia già iscritta, posso anche lasciarti lo sconto prima prenotazione, valido lo garantisco, noi lo abbiamo utilizzato tranquillamente. Se vai sulla mia pagina Facebook, anzi, lo sconto lo trovi già in pagina: trovi il link proprio all’inizio del blog! Fammi sapere e, se hai bisogno, sono qui per qualsiasi domanda!
      Claudia B.

I commenti sono chiusi.