
Piobbico, ad esempio, è un paese storico davvero carino e pittoresco, adagiato in una vallata dell’Appennino Umbro-Marchigiano, in provincia di Pesaro-Urbino. E’ vicinissimo ad Acqualagna, capitale del tartufo e alla meraviglia naturalistica rappresentata dalla Gola del Furlo, oltre che a Cagli (di cui ho parlato qui) e alle strade che portano ai passi di Bocca Serriola e Bocca Trabaria: praticamente, c’è solo l’imbarazzo delle scelta per creare itinerari sempre nuovi e sorprendenti.
Ma, la storia di Piobbico, è legata sostanzialmente alle vicende della famiglia Brancaleoni, il cui imponente castello, edificato nel XIII secolo e rimaneggiato nel XVI, con le caratteristiche di una vera dimora rinascimentale, domina ancora oggi il bel borgo.
I Brancaleoni ottennero la città nell’anno Mille e ne furono signori per cinque secoli, permettendone l’ampliamento: i pittoreschi vicoli, le chiese, le dimore in sassi e persino i villaggi circostanti, furono edificati durante il loro dominio.
Da quassù, la vista sull’agglomerato sottostante di casette in pietra ed il Monte Nerone, la cui cima è anch’essa innevata, è davvero molto bella.
Dopo la passeggiata, risaliamo in sella a Tuono, per raggiungere Urbania, splendida cittadina, che si trova a soli pochi chilometri da Piobbico. Città d’arte, conosciuta nell’antichità come Casteldurante, nel 1636 Papa Urbano VIII le cambiò il nome, quando divenne Diocesi.

Oltre a ciò, vi sono colorate parate con tante befane, la sfilata della calza e della sciarpa più lunghe del mondo, il tutto accompagnato dalla musica della “Banda dei brutti”, di Piobbico.
Non manca poi il volo della Befana, dall’alto della Torre Civica e del Duomo, che lancia tanti dolcetti alle persone sottostanti e, per finire in bellezza, uno spettacolo pirotecnico. Insomma, se capitate ad Urbania nelle giornate a ridosso del 6 gennaio, non potete certo mancare a questo evento… anzi, approfittatene anche per visitare l’incantevole cittadina!
Apprezziamo molto il sofisticato centro storico, con gli eleganti viali lastricati, le accoglienti piazze e, soprattutto, gli scorci sui portici, voluti dal prelato Guglielmo Durand (da cui il primo nome, Casteldurante), governatore della Romagna e di Urbino, cui fu affidata la fondazione della nuova città, nel 1284.
Egli commissionò il progetto a tecnici bolognesi che, probabilmente, proposero la soluzione di edificare strade porticate. Nei secoli successivi, la bella città passò ai Brancaleoni e, dal 1427, al Ducato d’Urbino.
Non manchiamo di percorrere i vicoli più interni, quelli che sembrano davvero dipinti da un illustratore in un libro di fiabe. Molto curati, pittoreschi, perlopiù all’ombra, sono spesso baciati da raggi di sole, che giocano dispettosi con le sfumature colorate degli edifici.
Saliamo nuovamente in moto per raggiungere la prossima ed ultima meta, di questa rigida Pasquetta: Macerata Feltria. Attraversiamo splendide vallate in cui il verde smeraldo brilla, quasi accecante, mentre la strada e l’asfalto sono tutti per noi, visto che scegliamo vie secondarie molto più “gustose”, da percorrere sulle due ruote.
Macerata Feltria è un angolo idilliaco, un borghetto sonnolento iscritto al circuito “I orghi più belli d’Italia” a metà strada fra Marche e Romagna, di cui vi ho già parlato, a proposito dell’allegra manifestazione natalizia, che qui organizzano, durante l’Avvento (vedi questo post).
Troviamo il paese, avvolto dal sole ormai alto e brillante del tardo pomeriggio, piccolo e pittoresco, circondato da una verde vallata, in piena fioritura.
E’ come fare un salto indietro nel tempo, non tanto al periodo in cui fu Municipio Romano, dato che, successivamente, la città venne distrutta dai Goti; piuttosto al periodo medievale, quando Macerata Feltria passò sotto al controllo dei Malatesta.
Vicoli acciottolati che si susseguono in salite ripide o discese panoramiche; eleganti edifici in pietra; passaggi a volta davvero suggestivi.
Ecco, Macerata appare come un incanto al visitatore che decide di fermarsi e scoprirla lentamente, passo dopo passo, con la voglia di fuggire dal rumore, dai luoghi pieni di persone che corrono da una parte all’altra: qui si ascolta il cinguettare degli uccellini e si osservano i particolari, lasciandosi guidare unicamente dai propri piedi…
Prima che le temperature calino ulteriormente, saliamo in sella al nostro amato Tuono, per raggiungere casa assaporando ogni curva, mentre il paesaggio bellissimo intorno a noi, scorre veloce, ma indimenticabile, davanti ai nostri occhi.
Claudia B. Daniele L. Aprilia Tuono
Tu sei una ispiratrice. Anna Maria B
Mi piace molto questo ruolo!
Tra parentesi la zona è davvero vicina alla Romagna, la si raggiunge in un soffio passando da Carpegna.
E, nei dintorni, le possibilitá di visita sono molteplici.
Consiglio la visita della Rocca a Piobbico…noi eravamo talmente surgelati, quel giorno, che ci siamo limitati a una passeggiata!
Claudia B.