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Itinerario tra le attività artigianali nell’entroterra del Salento

Itinerario tra le attività artigianali nell’entroterra del Salento

“Centomila volte benvenuto”, recita uno dei capisaldi della lingua gaelica. Una frase, questa, che si trova ovunque, in Irlanda come in Scozia. Parole che, nelle due esperienze fatte in Puglia nell’ultimo mese, mi sono costantemente rimbombate in testa. In particolare, con l’itinerario insolito tra le attività artigiane nell’entroterra del Salento, che mi ha portata a visitare aziende familiari, associazioni e laboratori artigianali, spesso all’interno delle stesse abitazioni dei cittadini di Spongano.

Un blogtour di grande contatto umano, durante il quale più di una volta, ho sentito gli occhi pieni di lacrime. Si, lo sappiamo tutti che sono una “frignona”. E’ noto al mondo che piango per qualunque cosa, persino guardando la serie “Sex and the City”. Ma sfido ognuno di voi, ad essere nato negli anni Ottanta, aver vissuto la campagna attraverso il lavoro dei nonni e, trent’anni dopo, ritrovare quelle attività artigianali svolte davanti ai propri occhi, esattamente come allora, senza provare un vuoto allo stomaco.

Non si tratta solo di venir catapultati in un ricordo legato alla propria infanzia, ma anche di risentire sapori, annusare profumi, vedere movimenti di mani abili, che operano esattamente come allora. Soprattutto, è un contatto diretto con altre anime, con persone che sanno accoglierti, spinte dalla voglia genuina di averti nelle loro case. In Salento non ti aprono una porta, ti spalancano un cuore.

Ho deciso per questo motivo, di non condividere con voi un unico, lungo diario del mio viaggio in Salento, ma di raccontarvi le quattro giornate di scoperta, partendo dalle persone. Da un itinerario fuori dalle solite rotte turistiche.

Oggi vi farò scoprire un Salento insolito, quello dei piccoli borghetti, che diventano grandi grazie alle opere dei cittadini e alla collaborazione della comunità. Un itinerario nell’entroterra del Salento, che si snoda attraverso le attività artigianali, è un percorso alternativo fatto di volti e di storie, di abbracci e di profumi.

Chi arriva in questa parte di Puglia, lo fa principalmente per il mare, bello da togliere il fiato. Per riposarsi davanti a panorami d’autore. Per gustare cibo divino e pace. Ed è giusto.

Per quanto mi riguarda, però, per come io concepisco il viaggio, credo che fermarsi ai tratti più noti di una terra, senza guardare oltre, sia davvero un limite. Perché l’entroterra del Salento, offre occasioni di visita di cui spesso si ignora persino l’esistenza. Ve ne ho parlato quando ho scritto il diario di viaggio a Uggiano la Chiesa, torno ad affrontare questo argomento oggi, reduce da altri quattro giorni alla scoperta di un Salento insolito.

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L’artigianato di Spongano, nell’entroterra del Salento.

Filo conduttore dell’itinerario nell’entroterra del Salento, è l’artigianato locale di cui, gli abitanti di Spongano, vanno molto orgogliosi. Spongano è un bel paese della Provincia di Lecce, ad appena 13 km dalla località balneare di Castro. Una delle peculiarità di questo pittoresco angolo di Puglia, è l’immensa benevolenza con cui i cittadini ti aprono le porte delle loro abitazioni.

Nei due giorni trascorsi a Spongano, guidati da Maria Ada, vice sindaco della città, da Alfredo Marti presidente della Pro-Loco e dai ragazzi fantastici che collaborano con lui, mi si è spalancato un mondo. Un mondo fatto di gesti che arrivano con consapevolezza dal passato. Atti di vero amore, di passione e conoscenza, che si riversano nella manualità e nella storia delle persone.

Per la prima volta, ad esempio, assisto al processo produttivo di mattonelle artigianali alla Marti Pavimenti”. Scusate l’ignoranza, ma in 36 anni di vita, non mi era mai capitato di ammirare una tale opera. Un’azienda sul territorio sin dagli anni Quaranta, che realizza mattonelle in graniglia di marmo, di una bellezza unica. Non a caso, decorano da sempre i palazzi storici più importanti di Spongano.

La storia di una famiglia, iniziata con il Cav. Giovanni Marti e portata avanti da Gabriele, Anna Flavia e Valerio. Dalla fondazione ad oggi, hanno sempre operato con rispetto, crescendo costantemente, cercando nel contempo di adeguarsi ai sistemi di risparmio energetico e controllo dell’ambiente.

Per informazioni: sito internet.

Altra azienda presente sul territorio sponganese sin dal 1989, è la “Rizzello Vini&Olio”. Un’attività tramandata da padre in figlio, sin dal XIX secolo. Allora si producevano piccoli quantitativi per uso personale e, cento anni dopo, si decise di permettere anche ad altri di assaporare questi eccellenti prodotti, che raccontano la storia del territorio salentino. Non a caso, le eccellenze Rizzello, vengono premiate a livello mondiale.

Durante il grandioso aperitivo servito in veranda, gustiamo un Amalè Bianco, un Amalè Rosato ed un Negroamaro, il Taotor. In questo modo possiamo avvicinarci lentamente alle tre produzioni, lasciandoci guidare dalla maestria della famiglia Rizzello.

Per informazioni: sito internet.

Uccio Marti, ci apre le porte della sua casa a Spongano, in una bella domenica mattina. Il sole è alto nel cielo ma, a voler essere onesti, il sole è proprio lui, Uccio, che con orgoglio ed un sorriso meraviglioso, ci mostra l’attività svolta da una vita.

Uccio lavora il legno d’ulivo, lo plasma, lo trasforma in vere opere d’arte. Tavoli, sedie, credenze, mobiletti. Splendide figure animali, carretti, attrezzi agricoli in miniatura, che ricordano le attività svolte da sempre nell’entroterra del Salento.

L’ulivo rappresenta questa terra, ne è sangue e radici. Grazie ad Uccio, diventa una creazione concreta, che ricorda il legame profondo dei salentini, con il territorio.

Non so in quale anno siate nati voi, ma io appartengo all’antichissima classe 1981. In effetti, quando mi sveglio al mattino e somiglio ad Ivana Spagna (per “trucco e parrucco”), mi rendo conto di essere davvero figlia della mia generazione. Ivana Spagna non centra nulla con questo post, qui si sta ancora parlando di itinerari insoliti nell’entroterra del Salento.

In realtà, volevo dire che sono nata e cresciuta in campagna. I miei nonni avevano bestie e campi, orti e prati verdi e, che ci crediate o meno, conoscevo perfettamente la provenienza delle uova. E sono sopravvissuta senza un tablet.

Quando entriamo a casa di Lucia, la prima cosa che mi colpisce è il profumo di sugo. Subito dopo, quello intenso di latte. Poi lei, un’allegra signora sponganese, che ci accoglie come fossimo tutti parenti in visita domenicale. In realtà le stiamo “invadendo” casa, per vedere con i nostri occhi come vengono prodotti ricotta e formaggio. E lì, lo ammetto, mi blocco.

Perché, mentre osservo e fotografo il suo lavoro attento, ritrovo nella gestualità, nei passaggi, nei profumi, le stesse azioni compiute trent’anni fa da nonna. Non so cosa stiano provando gli altri compagni di viaggio, ma io mi giro sconvolta (positivamente) verso Maria Ada e le dico con le lacrime: “Sono tornata bambina”. E lei so che mi capisce.

A casa di Lucia, oltre alla produzione di formaggi fatta come una volta, troviamo tante lavorazioni artigianali. Dai capperi sotto sale, alla sagna ‘ncannulata, tipica pasta fresca salentina. Per non parlare degli attrezzi in fibre naturali, usati sia per preparare la giuncata pugliese, che prende il nome da un particolare utensile in giughi, fino alle stenditoie su cui vengono fatti seccare al sole i pomodori.

Antonella è un’artista che crea splendide opere d’arte, utilizzando i giunghi. Li raccoglie a giugno, con la luna piena, li fa seccare, quindi realizza oggetti e piccoli complementi d’arredo. Una passione, questa, che porta dentro di sé da sempre, ma solo in un determinato periodo della propria vita, ha deciso di sviluppare.

Avevo già visto Antonella all’opera, durante la festa patronale di Diso, paese nell’entroterra del Salento, vicino a Spongano. E’ come se i giunchi, fossero un’estensione delle sue mani e delle sue braccia. Lei li piega e lavora a proprio piacimento, lasciandosi guidare da consapevolezza e tanta fantasia.

Nei suoi movimenti, c’è la volontà di raccontare una storia, la sua, con delicatezza ma, allo stesso tempo, con tanto orgoglio e grande forza. E noi la osserviamo creare, in una sorta di legame con la pianta che, ci spiega Antonella, va rispettata e cercata, lasciando che sia la pianta stessa a farsi raccogliere.

Per informazioni: pagina Facebook.

L’Associazione Scuola di Ricamo “Filo non più Filo”, è una vera sorpresa. Si trova nella struttura che ospita l’Asilo Bacile, nel convento delle Figlie della Carità di San Vincenzo.

Le consorelle di questa struttura “sono davvero rock”: ci accolgono in un misto di tradizione e tecnologia ma, soprattutto, con uno spirito che mai ci saremmo aspettati! Simpatiche e irriverenti, ovviamente in senso buono, ci mostrano orgogliose l’asilo che gestiscono e la struttura storica di Spongano, che le ospita. Trascorriamo attimi di interesse e divertimento con le consorelle, che stentiamo a credere siano reali! Probabilmente questi apprezzamenti mi costeranno la scomunica papale, ma devono letteralmente trascinarci via dalla loro coinvolgente compagnia!

Anna, presidentessa dell’Associazione “Filo non più Filo”, insieme alle altre artiste del ricamo, ci mostrano i loro incredibili lavori. Qui manualità e fantasia, si incrociano ad una tecnica finissima. Lavorano su tessuti pregiati, riproducendo anche vecchi disegni.

Non sono semplicemente delle ricamatrici, sono donne volitive che tramandano un’arte. Le Figlie della Carità di San Vincenzo, da sempre ospitano una scuola di ricamo. Era il modo con cui, in passato, aiutavano le donne a rendersi indipendenti dalla famiglia, dando loro una professionalità con cui fossero in grado di auto sostenersi.

Oggi, oltre ai corsi per adulti e bambini, le artiste di “Filo non più Filo” portano avanti la tradizione, rielaborando anche la propria tecnica con fantasie moderne. Anche se, lo ammetto, i decori e le produzioni tradizionali, sono divine.

Per informazioni: 0836.940189; 320.4554218.

La giovanissima Linda, crea saponi naturali. Anche in passato, a Spongano era diffusa l’attività dei saponai. Una tradizione antica, che pone Spongano tra i principali produttori di sapone solido.

I saponi di Linda, sono sia solidi che liquidi, ma tutti hanno in comune le proprietà benefiche, delle erbe spontanee del Salento. Oltre a ciò, impatto zero sull’ambiente, sia per quanto concerne lo scarso utilizzo di imballaggi, che di vendita del prodotto.

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Cosa vedere a Spongano, nell’entroterra del Salento.

Spongano è un piccolo centro salentino, che si trova a meno di 20 km dalla costa. E’ semplice da raggiungere, anche se l’intenzione è quella di trascorrere una vacanza di solo mare. Una corsa tra ulivi, vigneti e filari di muretti a secco, è un piacere sia per gli occhi che per la mente.

Spongano è un piccolo borgo sonnolento, che si anima principalmente il sabato mattina, in occasione del mercato rionale. Ma anche con le feste e le processioni, organizzate dalle associazioni cittadine nel corso dell’anno.

Si può seguire un semplice percorso di visita all’interno del piacevole centro storico affidandosi, volendo, alla supervisione dei ragazzi della Pro Loco. O, perché no, alla sempre amorevole popolazione.

Si inizia la passeggiata dal cuore di Spongano, Piazza Vittoria, da cui partono piccole stradine che conducono verso i principali monumenti e palazzi gentilizi.

Secondo gli storici, Spongano venne fondata dai superstiti di Vaste, o da quelli di Castro, ambedue distrutte nel corso del XII secolo. Il nome deriverebbe quindi dal latino “spolium”.

La tradizione, però, vuole che il nome provenga da “spongia”, ossia spugna, visto il grande potere assorbente del terreno. Non a caso, due spugne sono presenti anche sullo stemma comunale.

La Torre dell’Orologio che si affaccia su Piazza Vittoria, risale al XVIII secolo e fu in passato Palazzo Podestarile. Si discutevano affari pubblici, mentre oggi è sede della Pro-Loco. E’ affiancata dal bel Palazzo Monsignor Bacile.

Per visite, informazioni o per seguire un itinerario tra le eccellenze artigianali di Spongano, vi lascio la pagina Facebook della Pro-Loco.

Proseguendo lungo la pittoresca Via Carmine, stretta tra edifici gentilizi, si raggiunge la sontuosa Chiesa Parrocchiale di San Giorgio.

Da qui, consiglio di scendere lungo Via Chiesa, per sostare alle Sterne Nove, antiche cisterne che raccoglievano acqua piovana, poi messa a disposizione della popolazione. E’ un angolino delizioso, che ho il piacere di visitare durante uno spettacolo di pizzica.

Una delle soste più suggestive, è di certo a Palazzo Baronale Bacile, del XVI secolo, al quale si accede dal ricercato portale barocco.

Noi visitiamo il grandioso frantoio ipogeo. Dopo quello di Uggiano la Chiesa (di cui ho parlato qui), non pensavo si sarebbe presentata l’occasione, di vedere un’altra di queste costruzioni, tipiche dell’entroterra del Salento.

Di fronte, si trova la piccola Cappella di Sant’Antonio, che conserva un’intensa deposizione dalla Croce, ed una bella statua del Santo.

Meritano una visita anche la Cappella ed il Tempio del Calvario, in particolare durante il Venerdì Santo, quando viene allestito un Sepolcro di grande impatto visivo.

Ci sono due ulteriori e curiose tappe, che vi suggerisco di non perdere a Spongano. Ma vi avviso, una di queste prevede l’accesso ad una proprietà privata. Niente effrazioni, state tranquilli!

Si tratta di un menhir e di una pietra musicale, conservate nei giardini dell’Hotel Casina Copini, in Via Sant’Angelo. I proprietari sono di una cortesia infinita, per cui se chiedete loro il permesso, sono certa che vi mostreranno con piacere queste due curiosità.

L’altra sosta è fuori dal centro storico, in un’area circondata da ulivi. Qui, si trova una pajara, una struttura circolare, perfettamente coibentata e resistente ai movimenti geologici. E’ un edificio particolare, soprattutto per la posizione così suggestiva, tra muretti a secco ed alberi secolari.

Il centro storico di Spongano, è un susseguirsi continuo di eleganti palazzine ed edifici religiosi. Antichi forni e corti riqualificate in strutture ricettive, oppure in case abitative di pregio.

Sembra incredibile, che una borgata tanto piccola della Provincia di Lecce, possa racchiudere un tale patrimonio. Eppure è qualcosa di reale e tangibile, come la pace che si respira passeggiando pigramente per i vicoli, avvolti dalla cortesia delle persone che ti aprono il loro cuore.

Feste e sagre nell’entroterra del Salento: le tradizioni di Spongano.
  • Partecipiamo alla processione della “Madonna di Lourdes”, alla quale gli sponganesi sono molto devoti. Luminarie, la banda che accompagna la statua, la popolazione fortemente coinvolta e l’inno alla Madonna, che risuona per le vie del paese. Ma anche momenti di risate e battute perché, il popolo salentino, non perde mai l’occasione per coinvolgere i visitatori, tra ironia ed ospitalità.
  • Nel mese di Luglio, si svolge a Spongano il “Torneo dei Rioni”. Il referente del Comitato dei Rioni, ci mostra video delle passate edizioni. Una vera festa goliardica tra sfilate a tema, esibizioni in cui vengono coinvolti i cittadini e gare, che ricordano tanto il programma “Giochi senza Frontiere”. Durante l’anno, il Comitato dei Rioni organizza diversi eventi per la cittadinanza, sia nel corso delle festività, che per trascorrere una simpatica domenica, giocando in piazza. Ma per chi si trova sulla costa salentina durante l’estate, è impossibile non prendere parte a questo evento!

Per informazioni: pagina Facebook.

Dove mangiare a Spongano.

In Salento si mangia decisamente bene, anche se alcuni sapori forti, possono non essere adatti a tutti. Ma, difficilmente, si potrà sbagliare luogo in cui pranzare o cenare. A Spongano abbiamo provato due locali:

  • Trattoria Picalò, in Piazza Vittoria. Per informazioni: pagina Facebook.
  • “Pizzeria-Trattoria il Folletto”, in Viale Stazione. Per informazioni: pagina Facebook.

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Spingersi nell’entroterra del Salento, per scoprire curiosità e accoglienza.

Concedersi una vacanza balneare o termale in Puglia, non significa necessariamente precludersi il piacere di scoprire l’entroterra del Salento, con le sue piccole borgate, l’artigianato, l’arte, i siti storici.

Ambedue le opzioni possono convivere, accrescendo di emozioni ed esperienze, il ricordo del turista. Il calore delle persone, si riversa con grande naturalezza sui visitatori. E’ facile stringere rapporti umani, sentirsi a casa ed accolti. E’ immediato trovarsi a proprio agio.

Voglio condividere con voi un ultimo ricordo, un momento per me profondamente toccante, di cui ho già scritto sulla mia pagina Facebook. Ma se voi non siete iscritti (MALISSIMO!) potreste aver perso questo pensiero.

Sapete come mi ha salutato il Salento? E’ tardo pomeriggio di una domenica calda e tersa. Siamo alle Sterne Nove di Spongano, per assistere ad uno spettacolo di pizzica. A ballare, le bimbe sponganesi. Ad esibirsi, il gruppo di musica tradizionale salentina, “Menamenamò”, diretto da Luigi Mengoli.

Subito dopo il primo brano, decidono di salutare la mia anticipata partenza, dedicandomi una bellissima pizzica. Una carezza dolcissima, per dirmi “ciao”.

Ed io lascio la Puglia, su un bus che attraversa un tramonto infuocato in mezzo agli ulivi, chiedendomi come sia possibile che, le ultime esperienze nell’entroterra del Salento, siano riuscite ad entrarmi sotto pelle in un modo tanto profondo, da farmi sentire già da ora, la mancanza di queste persone dal cuore immenso.

Grazie a tutti voi, per aver reso indelebili i miei viaggi in Salento…

Claudia B.

18 commenti

  1. Stamping the World

    Lo ammetto, sono una delle poche persone che non è mai stata in Salento. E non solo non ci sono mai stata, ma fino a poco tempo lo snobbavo completamente! Sai quando sei all’università e tutti i tuoi compagni di corso sono indecisi se andare a passare le vacanze in Salento o ad Ibiza? Ecco, sono sempre partita con questo preconcetto di turismo di massa che alle spalle ha ben poco di interessante per chi, come me, vuole vivere esperienze autentiche e culturali. Poi, con gli anni, iniziando ad informarmi, ho iniziato a cambiare idea, e il tuo articolo non ha fatto altro che confermarmi che c’è molto di più da visitare, non solo le mete più gettonate! 🙂 Gran bell’articolo, complimenti! 🙂

    1. Hai appena dato un senso profondo al mio lavoro e alla mia esperienza in Salento! Quindi grazie?!
      Volevo sul serio passasse questo messaggio, desideravo mostrare il Salento insolito che, io stessa, ho avuto la fortuna di incontrare.
      Ciò che scrivi non è nuovo per me. Certe mete si “catalogano” in automatico, in base a come le sentiamo nominare continuamente. Diventano una sorta di stereotipo del turismo di massa, o del turismo chic, o d turismo classico…invece hanno molto altro da offrire!
      Negli ultimi anni, ho letteralmente preso in mano certe destinazioni, ribaltandole e riadattandole al mio stile.
      Il Salento l’ho trovato sul mio cammino, grazie a due blogtour e, come dici giustamente tu, ho avuto modo di rivalutarlo totalmente!
      Grazie per aver condiviso il tuo pensiero,
      Claudia B.

  2. Ti ho seguita nei giorni scorsi su Instagram ed ero rimasta colpita in particolare dall’attività di produzione delle saponette. Quella, come le altre che hai descritto, sono realtà che rischiano di sparire come la conoscenza e l’abilità di persone che troppo spesso hanno l’età delle nostre nonne. È un bene che tu ne parli, e che si organizzino delle iniziative per farle conoscere e per fare in modo che non scompaiano.

    1. Grazie per le tue parole Silvia. Anche io penso sia importante organizzare eventi, che puntino a far scoprire le attività artigianali. In particolare per i bimbi, che dovrebbero vedere ed imparare l’origine dei prodotti, ma anche per le nuove generazioni, per aiutarle ad avvicinarsi all’artigianato. Qualcuno potrebbe ad esempio scoprire una passione e, magari, farne un lavoro.
      Questo è un anche un modo diverso dal solito di scoprire una terra e, alla fine, come viaggiatori, è un bene per noi vedere qualcosa di diverso, riscoprire dei gesti, entrare a stretto contatto con un territorio 🙂
      Grazie per avermi seguita, un abbraccio,
      Claudia B.

  3. Ho seguito il vostro viaggio su Instagram e su Facebook, bellissimo! Come sai, sono molto legata al Salento per motivi affettivi, questo articolo mi ha veramente scaldato il cuore. Spongano è un luogo fantastico 🙂

    1. Grazie Giulia, tenevo al tuo parere, sapendo che un pezzo importante del tuo cuore è proprio in Salento. Pensa, ogni volta che uscivo per le viuzze di Poggiardo ed incrociavo delle signore, mi chiedevo se una di quelle potesse essere la tua nonna 🙂
      Spongano mi ha davvero stupita. Penso davvero che sia un borgo pieno di sorprese, da inserire tra le visite, durante un viaggio in Salento. Un itinerario tra le attività artigianali salentine, poi, ha quella marcia in più, che ti permette di imprimerti i momenti e le persone nel cuore.
      A presto,
      Claudia B.

  4. Se dovessi commentare ogni splendida riga che hai scritto farei un tema! 🙂
    Ti dico solo che capisco benissimo quello che hai provato, generazione anni Ottanta, infanzia in campagna, i nonni che mi hanno trasmesso tantissimo.. mi sono rivista passo passo nelle tue emozioni!!
    Penso ti porterai nel cuore quest’esperienza per sempre.
    Ps. Io avrei fatto incetta di saponi naturali 🙂

    1. Siamo state fortunate Silvia, a crescere in un periodo in cui ancora esisteva una vita genuina, fatta di gesti e volti.
      Capisco, quindi, il tuo ritrovarti nelle mie emozioni. Apparteniamo ancora alla generazione, che ha visto fare un formaggio o mungere una mucca. E siamo molto fortunate per questo!
      Spero che l’itinerario proposto, stuzzichi la fantasia dei viaggiatori, portandoli verso una borgata come Spongano, che ha tantissimo da dare a livello artigianale, artistico, umano?.
      Un bacione!
      Claudia B.

  5. Sai Claudia che anche i miei genitori fanno il formaggio in casa come la signora Lucia? Non credo proprio che io sarò mai in grado di fare la stessa cosa e me ne dispiace. Queste attività che tu hai raccontato secondo me, andranno scomparendo. Un tuffo al cuore.
    E gli ulivi… sono sacri per noi pugliesi.
    Claudia, vieni a vivere in Puglia!

    1. Ecco, il problema è proprio questo Tizzi! Ne parlavo con la superiora, durante la visita all’associazione “Filo non più filo”. Lei si crucciava, chiedendosi come tramandare tutte queste arti del passato, i lavori artigianali, la produzione naturale.
      Siamo così presi dalla tecnologia, dall’avere tutto e subito, che non c’è nemmeno la volontà di fermarsi a vedere, di capire da dove tutto proviene.
      Per me è stato un viaggio singolare, questo, che penso sul serio andrebbe ripercorso, soprattutto con i bimbi. Per mostrare loro che al mondo c’è tanto altro. Persone come Lucia, o i tuoi genitori, ad esempio, che creano ancora prodotti puri e sani.
      Nemmeno io sono in grado di far nulla Tizzi, manualità zero. Ma penso sia importante essere almeno consapevoli che, questa realtà, esiste!
      Un bacio grandissimo,
      Claudia B.

  6. L'OrsaNelCarro

    Beh l’intro già mi piace un sacco come sempre ci metti l’anima! Il resto è un meraviglioso excursus negli antichi mestieri! Io pensavo che non esistessero più i produttori di marmetti e invece c’è ancora chi lo fa a mano! E il legno di ulivo io l’adoro, pensa che abbiamo un inserto di ulivo nelle nostre fedi nuziali! L’ho voluto proprio per quello che rappresenta (a’capa tosta che hai capito?) E che bello quel tavolino in primo piano! Ne ho viste di realizzazioni di canna ma a forma di tavolino mai! Sembra una di quelle creazioni etniche *_* Davvero quello è un menhir? Paradossalmente fa eco all’intro gaelico di questo post 😉 Claudia io credo che tu debba diventare un’ambasciatrice ufficiale della Puglia, ci avresti mai scommesso quando hai sposato una metà del Blog di origine pugliese? Quando si dice il destino!
    E adesso perdonami sono una brutta persona…non posso fare a meno di pensare a te che ti alzi al mattino e canti: Coz I’m a lady lady hard and easy lady! 😀 😀
    Con le suore che fanno il coro ovviamente! 😀
    Un bacione!

    1. Una versione punk di “Sister Act”!!! La cosa incredibile Dani, è che le suorine si presterebbero allo spettacolo, sono fortissime! In effetti dovevo capire che, l’immagine di me in versione Ivana Spagna, potesse portare a questi “ologrammi alieni” ricchi di gioia 😉 Domattina provo…
      Allora questo è l’orario delle confidenze. Secondo te (concentrati Guru del Web 😉 ), questa tua vecchia compagna di blogging, cosa ha fatto davanti al menhir prima, e alla pietra musicale, poi? Dai, nemmeno voglio dirtelo, perché mi rifiuto di lasciare prove scritte. Ma ci ho girato intorno e me le sono stra-toccate per bene. Niente, sono ancora qui. Non funziona 🙁
      Quindi tu e Orso, avete un inserto di ulivo nelle fedi? Ma siete due geni, che simbologia bellissima! Io non ho mai pensato ad una cosa simile. Uccio è un artista stupendo, che fa del legno d’ulivo ciò che vuole, credo sia veramente sorprendente e metaforico, tutto quello che produce. E con quanto orgoglio lo mostra!
      Pensa Dani, che da quando mi sono fidanzata con la seconda metà del blog (guida ufficiale di Castellaneta…), non ho mai visto tanta Puglia. E nel 2017 facciamo i nostri primi 18 anni! Da Aprile ad oggi, sono stata più in Puglia che in Romagna. Ho recuperato anche gli anni passati, ahahahah! Regione Puglia: Orsa dice che merito il titolo di “Ambasciatrice”. Io le credo.
      Grazie per i complimenti. Tenevo molto a questo post ma, come sempre, non ero sicura fosse passato ciò che volevo. Le conferme per me sono ossigeno 🙂
      Buona serata Dani!
      Claudia B.

  7. Erica - Rivoglio la Barbie

    Ma non è che non vuoi più lasciare la Puglia?
    Itinerario a dir poco stupendo! E a quanto posso vedere anche ricco di tante cose buona da mangiare eh? ? D’altronde come si fa a mangiare male in Puglia (e in Italia?)?
    E i ricami! Quando ero piccola avevo iniziato con mia mamma a ricamare qualche cosetta, ma fu subito evidente che si trattava di un lavoro che richiedeva troppa pazienza per me ?
    Un bacione
    Erica

    1. Erica, io ho problemi simili ai tuoi, per quanto concerne i lavori manuali (ma anche per la cucina, eh!). Probabilmente, noi due siamo fatte per una vita di viaggi e di moto, ahahahahah! Ad ognuno la sua arte 😉
      Però non ti nego, che mi sarei fermata per farmi insegnare qualche trucchetto. Chissà, magari ho un talento nascosto.
      Sono molto felice che tu abbia apprezzato questo itinerario, così fuori dalle solite rotte. So che spesso è un rischio proporre luoghi poco conosciuti, ma io sono onorata di poter presentare un territorio bellissimo, che aspetta solo di essere scoperto, insieme alle località di mare. Soprattutto quando i siti storici ed i paesaggi indimenticabili, si mischiano al calore e alle storie delle persone 🙂
      Un bacione Erica!
      Claudia B.

  8. Belli che siete, manchiamo solo noi nella foto! 🙁
    Una bellissima scoperta questo Salento.
    Le tradizioni, i sorrisi, i colori ed i sapori che sanno entrarti nel cuore!
    Ci tornerò sicuramente dopo questa esperienza che abbiamo fatto…ci torneremo per visitare tutto quel che non abbiamo visto e per vivere al 100% una terra da amare!

    1. Credimi Lu, non siete nella foto ma, per quanto ci riguarda, siete lì con tutti noi! Lo dico col cuore. Sono certa che riuscirete a tornare per godervi il Salento con più serenità, apprezzandone ogni lato, da quello più caratteristico, fino al calore delle persone. Senza dimenticare arte, borghi e paesaggi.
      Purtroppo questa volta le cose sono andate come sappiamo. E per quanto mi riguarda, nulla è più importante degli affetti familiari e della salute, nemmeno un viaggio. Quindi nessun rimpianto, perché il Salento vi accoglierà con grande affetto anche la prossima volta 🙂
      Vi abbraccio entrambi, in attesa di condividere il prossimo blogtour 🙂
      Claudia B.

  9. Va a finire che con tutti questi viaggi in Puglia prima o poi non torni più 😉
    Andata meglio la seconda esperienza senza la dolce metà?
    Ho letto il tuo post come sempre rapita, e le foto poi… ma come sono belli quei ricami??? E’ una cosa che non ho mai imparato a fare, nonostante mia mamma ogni tanto ci abbia provato. Peccato!
    Anche se il massimo è stato il signor Uccio, la felicità e l’orgoglio nei suoi occhi mentre vi mostrava le sue creazioni è chiarissima anche dalle foto.
    Mi dispiace per gli intoppi ai quali mi accennavi stamattina, mi sembra comunque che sia stata una bellissima esperienza! Aspetto con ansia il resto <3

    1. La seconda volta, sapevo in parte cosa aspettarmi dal distacco, ma non è stato più semplice, purtroppo. Però, come per un mese fa, dovevo darmi questa occasione. Al di là di tutte le problematiche che possono sorgere, un viaggio è sempre un grosso momento di crescita. E’ gioia ed esperienza.
      Per me, trovarmi a scoprire un pezzo nascosto di Puglia, le sue persone, le attività, i sorrisi, le manifestazioni, è stato un onore. Di certo, se la Regione Puglia decide di conferirmi la cittadinanza onoraria, per l’ormai presenza fissa sul territorio, non dico di no!
      Osservare la bellezza di quelle opere artigianali Cele, è stata un’emozione. L’orgoglio con cui le persone ce le hanno mostrate e raccontate, narrandoci nel contempo la loro terra, per me ha un valore inestimabile!
      PS: non parlarmene, sono totalmente impedita in qualsiasi attività. E dire che le basi buone le avrei, ma se provo a creare qualcosa, esplode l’universo un pò come quando tento di mettermi a cucinare!
      Bacioni,
      Claudia B.

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