La Rocca di Maioletto è un suggestivo baluardo che domina la Valmarecchia e che nelle fattezze ricorda tantissimo il Castello di Montségur, nel sud della Francia. Non esagero se dico che sono cresciuta con l’immagine di questa fortezza negli occhi, convinta che fosse irraggiungibile e misteriosa. Eppure a Maioletto si può arrivare eccome! Anzi, è possibile organizzare in autonomia l’escursione, dato che ci sono due avventurosi sentieri che conducono fino alla sommità della rupe.
In questo articolo vi lascio tutte le informazioni per fare un trekking a Maioletto. Troverete le indicazioni sui percorsi, consigli pratici sul periodo migliore in cui andare, tempistiche e difficoltà. Si tratta di una guida completa con tutte le informazioni che io per prima avrei voluto trovare in rete, oltre ad alcune curiosità che ho scovato durante la mia giornata di esplorazione.
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Da dove partono i sentieri per arrivare alla Rocca di Maioletto?
Ci sono due sentieri collaudati e sicuri con cui arrivare a Maioletto. Presa dall’entusiasmo per la bellezza di questa escursione nei dintorni di Rimini, ho deciso di provare entrambi e dare così risposta alla mia proverbiale curiosità. Vi lascio la geolocalizzazione e una descrizione dettagliata di ambedue le strade, con punti di forza e difficoltà, partendo proprio dalla mia recente esperienza.
Il sentiero dalla Chiesa di Maioletto.
- Caratteristiche. Il sentiero passa in mezzo al bosco e se escludiamo i primi 500 mt., è completamente in salita. Alcuni punti sono ostacolati dai tronchi degli alberi, ma si possono superare abbastanza agevolmente. A circa tre quarti del percorso c’è una scaletta di legno e, dopo cinque minuti di cammino, si trova una corda con cui aiutarsi ad affrontare la salita più ripida fino alla Rocca di Maioletto. Niente di difficile, è un supporto per non sforzare troppo le gambe… ed è anche molto divertente.
- Segnaletica. Presente solo nel punto in cui inizia la salita. Il sentiero per arrivare a Maioletto è ben visibile, ma ricordate di andare dritto una volta raggiunta la scaletta di legno, altrimenti vi ritroverete fuori dal percorso.
- Durata. Circa 45 minuti per la salita, mezz’ora per la discesa.
- Punti di interesse. Prima dell’inizio della salita c’è un punto panoramico sull’antica frana del 1700. Nei pressi si trova anche un tavolino da pic-nic.
- Stagione ideale. Dato che il sentiero è immerso nel bosco, si tratta di un’ottima soluzione per fare l’escursione a Maioletto anche in estate o nelle calde giornate primaverili. In autunno si cammina su un magico tappeto di foglie. Sconsigliato in caso di neve, nebbia, pioggia.
- Geolocalizzazione. Il sentiero che porta dall’antica chiesa alla Rocca di Maioletto parte da qui.
Arrivare a Maioletto dal sentiero dei calanchi (località Poggio).
- Caratteristiche. Il sentiero attraversa i calanchi che collegano la località Poggio (tenete come riferimento la Chiesa di Sant’Apollinare) alla rupe di Maioletto. È un ampio punto panoramico davvero bello e semplice da percorrere, almeno fino al pittoresco rifugio. Da qui inizia la salita attraverso il bosco, che prevede anche di utilizzare una scala a pioli ben ancorata tra due rocce. Ora, questo dettaglio mi ha decisamente preoccupata mentre organizzavo il trekking a Maioletto. La verità è che la scala non è un problema nemmeno per chi soffre di vertigini come me, proprio perché si trova nell’incavo delle pareti, è fissata con attenzione e non è particolarmente alta. Dopo circa dieci minuti di cammino dalla scala, ci si imbatte nella fune che fa parte anche del primo sentiero. In questo caso, il tratto su cui utilizzarla è più lungo e prevede un primo tratto roccioso. Tranquilli, però: la corda è un supporto, non lasciatevi intimorire!
- Segnaletica. Sono presenti solo un paio di cartelli in legno, ma sbagliare è praticamente impossibile.
- Durata. Circa un’ora e mezza a tratta.
- Punti di interesse. Tutta la parte panoramica che si ammira dai calanchi, un mix tra il paesaggio lunare di queste suggestive formazioni e la grandiosa bellezza della Valmarecchia. Splendida la visuale sulla Rocca e il borgo di San Leo.
- Stagione ideale. Sicuramente l’autunno e i giorni invernali non troppo rigidi. Vanno bene anche le giornate primaverili miti. Sconsigliata l’estate, in quanto si cammina sotto al sole pieno e le giornate di nebbia, neve, pioggia.
- Geolocalizzazione. Il sentiero dei calanchi di Maiolo, è in località Poggio e parte da qui.
Trekking a Maioletto: equipaggiamento.
- Ricordate di portare una buona scorta d’acqua, perché non ci sono fontane o chioschi dove fare rifornimento. Stessa cosa vale per il cibo.
- Nel caso in cui dobbiate acquistare qualcosa all’ultimo momento, le località più comode sono Novafeltria, Secchiano e Maiolo.
- Abiti facilmente intercambiabili, con un cambio per il ritorno, scarpe da trekking e dei guantini se ne avete. Sono utilissimi per afferrare la fune, le scalette e per sorreggersi ai tronchi sul sentiero.
- In autunno e in inverno, potrebbe essere utile una torcia nel caso in cui affrontiate l’escursione a Maioletto nel pomeriggio.
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Cosa fare alla Rocca di Maioletto.
Dopo quella che ho amichevolmente definito salita con la corda, si può finalmente vedere la Rocca di Majolo. In questo punto la somiglianza con il castello cataro di Montségur è ancora più evidente. In ogni caso, bastano altri cinque minuti di cammino per accedere alle vestigia del forte. Non c’è nessun ingresso da pagare, l’accesso agli spalti è libero, bisogna solo prestare attenzione dato che non c’è un servizio di primo soccorso.
Nello specifico si entra da una finestrella posta alla base della torre, dopodiché si sale sulle mura utilizzando una bassa scaletta a pioli. Una volta in cima consiglio di fare un pic-nic nel vasto spazio aperto. Ci si può sistemare sul prato, oppure proprio sulle mura. Da non perdere i diversi punti panoramici, perché da questa postazione sembra di dominare l’universo con lo sguardo!
Uno spaccato pittorico sulla già citata Rocca di San Leo, sulle sciovie del Monte di Carpegna, addirittura sulla Rocca di Montebello -il famoso castello di Azzurrina- sul borgo di Verucchio e su parte della Repubblica di San Marino. Ma non solo, perché da quassù si spazia fino ai borghi dell’Alta Valmarecchia, come ad esempio Pennabilli e Petrella Guidi, e sulle colline della Valle del Fiume Uso. Insomma, un vero spettacolo!
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Storia e leggende della Rocca di Maioletto.
Arrivare alla Rocca di Maioletto, di cui si parla addirittura in alcuni documenti del 962, è un cammino esperienziale nel passato. In ciò che resta di antiche vite, bloccate dalla disastrosa frana del 1700. Questa zona è da sempre soggetta a crolli, alcuni avvenuti anche recentemente. Basti pensare a quello subito dalla rupe di San Leo nel 2014.
Nel XVIII secolo, però, si pensò ad un castigo divino arrivato dopo aver ignorato numerosi segni premonitori, che avrebbero dovuto mettere in guardia le persone e spingerle a comportarsi con saggezza. Secondo una leggenda, il disastro fu una punizione per i balli orgiastici che si tennero nel castello proprio durante la Quaresima.
Nella notte tra il 29 e il 30 maggio del 1700, tutto si rovesciò sottosopra, come testimonia Monsignor Giammaria Lancisi in una lettera. Tetti, case, torri crollate, resero irriconoscibili i tratti di quello che fu il fiorente borgo di Majuolo. La distruzione fu totale. Come nel caso di Pompei, si trattò di uno schiaffo inarrestabile della natura, che unì le forze in un mix letale. Due giorni di pioggia ininterrotta e una frana di grosse dimensioni, soffocarono quello che era stato un importante centro economico e politico sin dal Medioevo. Maioletto sparì dalla memoria e le poche persone che sopravvissero dovettero trasferirsi altrove.
Per fortuna numerosi interventi di restauro e l’interesse di tanti curiosi, storici… e persino escursionisti, hanno riportato alla luce la Rocca di Maioletto. I battiti hanno ricominciato a farsi sentire, ridando un alito di vita a quanto la natura si stava riprendendo.
Claudia B.