
Il nome tanto singolare, Bosco di Tecchie, mi ha colpito sin dalla prima volta in cui l’ho sentito. Così, complice un’escursione organizzata, ho deciso di esplorare e scoprire in cammino questa riserva originaria vicino al Monte Catria.
Un trekking facile e molto piacevole da fare in ogni stagione, anche nel colmo dell’estate, dato che è perlopiù immerso nella foresta. Ciò non toglie che la faggeta del Bosco di Tecchie raggiunge la sua bellezza più vivida in autunno, durante il foliage. Esattamente come Canfaito!
In questo articolo vi spiego come arrivare alla Riserva del Bosco di Tecchie, quale percorso seguire per fare meno fatica e godervi la passeggiata, condividendo qualche curiosità su uno dei più intatti siti naturalistici delle Marche.
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Dov’è il Bosco di Tecchie, come arrivare, dove parcheggiare.
Basta seguire il vociare degli alberi e il fremito delle radici, perché è proprio quel soave bisbiglio che conduce a destinazione!
Il Bosco di Tecchie si trova a poco più di 6 km dal grazioso paese di Cantiano e a 26 km dal Monte Catria. Siamo nelle Marche, al confine con l’Umbria.

Il sito naturalistico è ben segnalato, ma vi lascio il link di Google Maps, con cui raggiungere un buon punto di partenza per i sentieri. Seguendo la geolocalizzazione, arriverete proprio su uno spiazzo bianco nei pressi di una casetta in pietra, dove parcheggiare l’auto. Non ci sono tanti posti, per cui vi consiglio di raggrupparvi almeno in 3 o 4 persone per auto, se siete in compagnia. In questo caso lasciate il resto dei mezzi a Cantiano, in Piazzale Bartolucci. Ecco il link.

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Sentiero facile verso Ca’ Tecchie e la faggeta.
Una volta parcheggiato all’accesso del sentiero, prendete il sentiero brecciato con il segnale CAI “Ca’ Tecchie – La Faggeta”. A parte la prima salita piuttosto impegnativa, il percorso è piacevole se seguito nel giusto ordine.

Nello specifico, vi suggerisco di camminare lungo il “Sentiero del Cerro”, verso il Rifugio di Ca’ Tecchie e la faggeta, attraversando un folto e profumato bosco di cerri.

Una volta arrivati a Ca’ Tecchie -la vecchia abitazione oggi ristrutturata che dà il nome all’intera riserva- potete fermarvi a mangiare nel bel prato pieno di farfalle. Qui ci sono anche un paio di tavoli in legno.

Costeggiando il lato del rifugio. dove c’è l’abbeveratoio, troverete il sentiero “Pian Dingola – La Faggeta”. Basta un quarto d’ora di cammino per trovarsi immersi nell’antica faggeta del Bosco di Tecchie, dove gli alberi comunicano tra loro attraverso le radici. Persino i funghi vengono utilizzati a questo scopo!

Passeggiare dentro la faggeta è rigenerante. Anzi, vi suggerisco di abbracciare uno dei giganti frondosi per trarre un beneficio diretto. Godetevi anche la bellezza selvaggia del legno morto fonte di vita e biodiversità, apprezzate il nitore della foresta non ripulita, per approcciarvi ad un habitat perfetto proprio perché privo dell’intervento umano.

L’intero percorso verso Ca’ Tecchie e la faggeta e ritorno -perché risalendo tra i faggi ci si ricongiunge al sentiero dell’andata- è di circa 13 km. Se seguito nell’ordine descritto, non presenta eccessive difficoltà. In caso contrario, c’è da affrontare la salita che conduce in faggeta.
In generale, se siete abituati a camminare, questo è un sentiero fattibile, anche dalle famiglie con i bimbi (no passeggini). Anzi, nel Bosco di Tecchie c’è un sentiero didattico pensato proprio per i più piccoli.
Fondamentali le scarpe da trekking, un’ottima scorta d’acqua, in quanto non ci sono punti di rifornimento, cibo e snack energetici.
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Curiosità sul Bosco di Tecchie.
Il motivo per cui il Bosco di Tecchie è arrivato intatto fino a noi, è la sua inaccessibilità. Da sempre vi sono aree difficilmente raggiungibili, al punto che ancora oggi si va a prelevare il carico di legna per l’inverno con i muli!
Nella foresta, dichiarata riserva nel 2019, l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo. Per questo si vedono alberi caduti e rami spezzati, che invadono sentieri e radure. Una bellezza selvaggia con cui assaporare appieno un contatto primordiale con la natura. In particolare con i cerri del versante nord -caratterizzati da radici superficiali- e dei faggi del versante sud, amanti del sole, le cui radici profonde si sfiorano in un intreccio narrativo.
L’ambientazione originaria del Bosco di Tecchie insegna, senza timore di supponenza, che non è la foresta ad avere bisogno dell’uomo per proliferare e cavalcare i secoli. Ma è l’uomo ad avere un disperato bisogno della natura, per vivere e stare bene.

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Cosa fare nei dintorni di Tecchie.
Da non perdere una passeggiata nel delizioso borgo di Cantiano e una birra artigianale di altissima qualità al Birrificio del Catria (8 km). Se poi amate il trekking, salite alla mitica Croce del Catria.
Vi suggerisco anche di visitare l’Eremo di Fonte Avellana (30 km) e fare quattro passi nel borgo di Frontone (23 km), dominato dalla Rocca progettata da Francesco di Giorgio Martini. Anche la bella cittadina di Cagli, a soli 13 km, vale una tappa.
Claudia B.