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#èSuccessoDavvero? Cadi con me!

#èSuccessoDavvero? Cadi con me!

La scorsa settimana Daniela del blog “L’Orsa nel Carro”, mia guru del web, ha pubblicato un divertentissimo post ispirato al tag #èsuccessodavvero, ideato da M.&P. del blog A Tourist Abroad. Come tutti i tag che si rispettino (leggi: “per bene”), anche questo ha diverse regole, tra le quali quella di nominare altri cinque blog.

La mia guru del web (che non metto tra virgolette, in quanto non è solo un modo di dire), ha lasciato aperta la nomination, con una sorta di: “Andate e taggatevi tutti”. E io potevo non rispondere a questa simpaticissima idea? Sta a voi, miei baldi lettori, scoprire il “falso d’autore”.

Iniziamo dalle regole date da “A Tourist Abroad”:
  • Usare nel post l’immagine del tag originale.
  • Nominare l’ideatore del tagA Tourist Abroad
  • Inserire tra i tag dell’articolo #èsuccessodavvero
  • Raccontare le 3 cose più strane che ti sono successe in viaggio: due vere, una inventata.
  • Inserire alla fine di ogni racconto la frase “…è successo davvero?
  • Taggare almeno 5 blog.

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#èsuccessodavvero di Voce del Verbo Partire.

Vi anticipo che i miei tre #èsuccessodavvero riguardano un argomento che mi è molto caro, o almeno lo è alle mie giunture: il modo in cui cado a terra durante i viaggi. Per le cadute della vita quotidiana bisognerebbe aprire un file a parte.

In queste tre scene vi riporto gli eventi del viaggio a Tenerife e La Gomera, dato che da solo ha fatto il jackpot: sappiate che mi sono dovuta spremere le meningi per selezionare solamente due cadute reali!

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Caduta numero uno.

Scalo tecnico a Madrid. Io su di giri come sempre, ossia saltellante e zampettante; l’altra metà del blog, noiosa come sempre, ossia con lo sguardo da “falco superiore”, puntato sulla sottoscritta. Quella del “falco superiore”, è l’espressione di un marito che cerca di capire quando combinerai la prossima cazzata.

Io: “Dani!!! Andiamo a fare un giro sui tappeti mobili!!! Attraversiamo tutto l’aeroporto!!!”

Lui: “Ah dì. Andiamo. Se ti porto sui tappeti poi sei contenta? Stai zitta e smetti di rompere?”

Io: “Siiiiiii!!!”. E intanto fra me e me: «Rompo? Vedrai quante ore di volo ti faccio fare il prossimo anno…muahahahah!»

Saliamo sui tappeti belli baldanzosi, i bagagli a mano dietro di noi. Io sono così felice che inizio a saltare per dare dei bacetti a mio marito (che anima candida): salto perché non ci arrivo, se mai vi venisse in mente di chiedere che cavolo mi è venuto in mente.

Arriviamo alla fine del tappeto, io sono di spalle che ancora salto per i bacetti, con i trolley ben posizionati accanto alle mie gambe, come due fedeli cuccioli.

Ad un certo punto sento come un blocco, perdo l’equilibrio e patapum, cado in terra in mezzo al terminal davanti ad un numero non meglio precisato di viaggiatori. Il tappeto era finito…

Non ho più chiesto a Daniele di portami a giocare sopra quei marchingegni infernali, ma ora è lui che me lo propone sempre.

Che dite…è successo davvero?

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Caduta numero due.

Escursione al Barranco di Masca. Dopo quattro ore di trekking tostissimo, scendendo e strisciando dalla borgata di Masca fino alla bellissima spiaggetta dei pirati, arriviamo finalmente in fondo e, l’unico pensiero, è stravaccarci al suolo. Troviamo uno scoglio piuttosto grande dove ci stendiamo entrambi, per sostenerci anche nel dolore, come ha intimato il vicesindaco il giorno del matrimonio. E qui il dolore c’è, credetemi: alle gambe, alla schiena, alle spalle, ai piedi.

Ma c’è anche la gioia di aver compiuto un percorso meravigliosamente intenso da un punto di vista naturalistico ed umano: nella mia mente l’ho definita “una prova di vita”. Per quanto ancora dolorante, però, mi rendo conto che il tempo stringe, a breve arriverà il battello con cui faremo ritorno a Los Gigantes e inizio ad agitarmi.

Io: “Dani!!! Andiamo a fare il bagno, guarda che acqua scintillante!!!”

Lui: “Non so nuotare”.

Io: “Lo so!!! Ma vieni con me-controlli che non affogo-mi fai compagnia-mi fai una foto ricordo-non lasciarmi sola dai, dai, dai!!!”.

Lui: “Se anche stai per affogare, io non so nuotare…faccio molto!”.

Io: “Eddai!!! Non voglio stare da sola, lo sai che sono un cucciolo da compagnia!!!”.

Lui: “RompiBIIP…dai andiamo! Sei contenta così?”.

Io: “Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!”

Entro in acqua, nuoto, gigiono tra i pesci, guardo le scogliere che mi sovrastano, fino a quando Daniele non mi avvisa che il battello sta arrivando. Mi isso dalla scaletta per infilare un pareo e delle infradito, ma sono ancora completamente fradicia nonostante il caldo.

Nel frattempo il folto gruppo che deve rientrare insieme a noi, si è radunato sulla piattaforma di imbarco. Il traghetto attracca; vengono controllati i biglietti; uno alla volta si sale, aiutati dagli addetti.

Peccato che le mie infradito siano bagnatissime, io non so cosa succede esattamente, ma nonostante la supervisione dello staff, appena salgo sul battello, i piedi mi scivolano dalle ciabattine e finisco per terra. Ho solo un pareo, perciò le ginocchia sono belle pronte a parare il colpo. Mi faccio male. Mi vergogno un vallo. Daniele ancora mi chiede se voglio nuotare tra i pesci.

Secondo voi …è successo davvero?

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Caduta numero tre.

Ultimo giorno alle Canarie. Ore cinque del mattino. Intercambiador di Santa Cruz. Siamo pronti a salire sull’autobus che ci porterà in aeroporto. Non siamo soli (perché le sciagure necessitano sempre di testimoni). Mettiamo le valigie nel bagagliaio e ci mettiamo in fila per salire sul bus.

Ma è buio, molto buio. Ed io sono col naso per aria. Molto per aria. E niente, non mi accorgo della piccola fessura che c’è tra il marciapiede e l’autobus, così ci infilo per errore un piede, perdo l’equilibrio e finisco a terra. Mi faccio male. Mi vergogno.

Daniele non fa in tempo ad agguantarmi, però si china subito per vedere se la reflex sta bene: cazzarola, la Canon è nella borsa imbottita, qui ci sono io che paro i colpi! In compenso le persone attorno a me si prodigano per controllare che io non mi sia rotta nulla. Vedendomi zoppicare mi consigliano di andare nell’infermeria dell’aeroporto.

Per tutto il tragitto fino a Los Rodeos, rimango abbracciata a Daniele, cercando di soffocare le risate sulla sua spalla: ho le lacrime agli occhi, ma va a spiegare ai miei soccorritori che le lacrime non sono per il male, bensì per l’assurdità della situazione!

Arrivati in aeroporto, sembra che le cose vadano meglio. Magari appoggio il piede con difficoltà, però sembra non esserci nulla di rotto. Ma, mentre aspetto che Dani recuperi i trolley, uno dei signori che prima è venuto in mio aiuto, apre lo sportellone del portabagagli e me lo sbatte addosso: no ma scusa, prima fai il cavalier servente, poi mi abbatti?

Entro in aeroporto zoppicando, con una spalla fuori uso, ed una ridarella isterica che non vuole sapere di andarsene.

Cari lettori, secondo voi …è successo davvero?

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E io nomino…

Mentre voi siete qui che cercate di capire quale caduta sia quella falsa, non si vince niente ma vi consiglio di provarci, io chiamo a raccolta:

Elisa e Dintorni Blog

WarmCheapTrips

LaDoppiaG Travelblog

La Valigia in Viaggio

In Wolrd’s Shoes

Claudia B.

14 commenti

  1. L'OrsaNelCarro

    Hahahah cacchio ma a te serve proprio un giroscopio nuovo! 😀 😀 Io invece sono quella che nei negozi si muove come Dumbo. Le cristallerie hanno la mia foto segnaletica all’ingresso 😛
    E poi volevo dirti: ma come, mi sono allontanata appena di un paio di migliaio di km e quando torno trovo tutti i mobili spostati? Scherzo, mi piace la tua nuova veste grafica 😉
    Vediamo….secondo me l’intruso è il racconto 1 ma solo perchè proprio non me lo immagino il tappeto elastico nell’aeroporto! 😉
    A quanto pare adesso mi tocca vedere se su Amazon vendano la divisa da Guru!
    Ciao Claudia e grazie per aver partecipato alla mia versione “open source”! 😉

    1. Ahahahahahah!!! Hai visto, basta spostarsi un attimo e non si trova più una sedia su cui sedersi!!! Mai fidarsi di una che cade anche nei crepacci lasciati dalla lava (no, questo episodio non l’ho scritto, ma un giorno nelle mie memorie lo riporterò!).
      Tra l’altro se il vestito non lo trovi come ti piace, ho la soluzione: te lo faccio fare su misura da mia mamma, è in gamba. Aspetta un attimo però:
      MAMMA SI TI HO NOMINATO, MA NO, NON PUOI COMMENTARE. RICORDI IL PROFILO DI WHATSAPP? SI CANCELLA!
      Scusa Daniela, ma qui basta distrarsi un attimo e scoppia l’anarchia.
      Ora, io non so come dirtelo, ma la prima è vera. Mi è capitato sul serio. Hai idea di quanto io mi sia vergognata in quella bolgia aeroportuale? Anche perché per tappeto intendo proprio i quelli orizzontali, che permettono di aumentare il passo! Hai presente? Sempre se non cadi prima.
      Piuttosto come è andato il viaggio? Freddo polare a parte?
      A presto,
      Claudia B.

  2. Allora , vorrei dire che la terza è falsa ma mi sono bruciata i commenti leggendo che invece la terza è proprio vera! ahahah Claudia scusa se rido ma è davvero divertente immaginare le scene anche se immagino il dolore.

    Qualche giorno fa mentre io ero in ufficio per il tirocinio , stefano era in biblioteca a studiare, aveva piovuto e le scale erano tutte bagnate. Quando è uscito se l’è fatte tutte di sedere, rigido come uno stoccafisso poi si è alzato e se n’è andato senza fare mezza smorfia. Quando me l’ha raccontato non riuscivo a smettere di ridere, ho riso con le lacrime. Non ci posso fare niente, le cadute – quando finiscono bene – mi fanno scompisciare.

    Detto questo provo a dire che la seconda è falsa! Così, tanto per! Anche perché sembrano veritiere tutte e tre ahahhah

    Un bacione e stai attenta! 😀

    1. Ahahahah!!! Lo “Sta attenta” finale mi uccide: è quasi sicuro che presto replicherò, giusto???!!
      Allora i capitomboli fanno sperticate anche me, se non finiscono al pronto soccorso; mio marito invece li valuta con quello sguardo da “falco superiore” che a me fa pure incavolare.
      Voglio dire: alla fine mi faccio male io! Ridi no?! Un pò come hai fatto tu con Stefano, nella sua imitazione di “Holly e Benji”…ossia una scivolata infinita.
      Poi c’è il fattore vergogna: tu stai su con nonchalance per fingere che non sia successo nulla, ma qualche testimone c’è sempre. A quel punto meglio ridere!!!
      Ragazzi aspetto le vostre tre storie con curiosità!
      Un bacio,
      Claudia B.

  3. Oddì, che ridere (si, vabbè, col senno di poi però). Ma sai che io e te possiamo darci la mano? Anche io non sono contenta se non lascio una caduta in ogni paese in cui vado. Non è perchè saltello, è che mi guardo troppo intorno con la faccia da pesce lesso, manco un bambino che vede la neve per la prima volta in vita sua. Grazie per la nomina… peccato solo che abbia già scritto in passato le mie classiche papere/disavventure. Scavo meglio nei ricordi e vedo che cosa ci trovo. Ah, direi anch’io che la notizia falsa è la terza! Baci!

    1. Tiziana io lo sentivo che eravamo due anime affini, lo sapevo!!! Anzi, appena ho un attimo voglio leggere le disavventure di cui hai già scritto.
      Non per dire, ma almeno evito di sentirmi sola. Questa cosa di stare col naso per aria ed essere distratta, mi sta uccidendo…
      Cara, io vorrei dirti che hai indovinato, ma la terza mi è successa davvero 🙁
      Pensa, è talmente assurda che tutti votano quella!!!
      Appena sarai pronta, leggerò con piacere i tuoi tre episodi!
      Un bacione,
      Claudia B.

  4. Giulia -ladoppiag.it

    Claudietta!! Spero proprio che la falsa sia la terza… perché già chissà che male la prima caduta ma anche lo sportello addosso è accanimento!!! ??
    Grazie per il tag… le nostre menti stanno già elaborando la storia inventata!!
    Un bacione cara!

    1. Ciao Giu, è un piacere avervi taggato e spero vi divertiate come mi sono divertita io: non vedo l’ora di provare ad indovinare il vostro falso d’autore!
      Sai, vorrei dirti che la terza è falsa…ma invece è proprio andata in quel modo: non hai idea di che male-vergogna-ridarella, mi abbiano perseguitato per almeno un’ora!
      Grazie per essere passata,
      Claudia B.

  5. raffaella

    Io vorrei conoscere quel santo uomo di tuo marito.non è necessario che me.lo presenti se vedo uno con l’ aureola : è lui!se ci fosse stato il mio essendo romano de Roma. .avrebbe detto: ah raffae’ ma che cazzo de figure me fai fa’
    .., non te reggi in piedi Statte a casa!!!!
    Cosa ci posso fare è un’ anima sensibile!!! Ormai ce lho me lo tengo

    Comunque per me quella non vera è l’ultima vuoi che sei così sfigata?

    1. Madò Raffaella!!! E’ cinque minuti che rido pensando a quell’anima sensibile di tuo marito! Per carità, li prendiamo e li teniamo, ma certe perle di saggezza (vere eh!) ci fanno anche capire tante cose sulla natura dell’essere umano maschile. Tipo che non ha pazienza: ahahahahah!
      Credimi, di cadute strampalate ne faccio, sai quante ne avrei da raccontare? E sai Daniele quanto è arreso ormai? Non viene nemmeno più a raccogliermi!
      Comunque, che tu ci creda o no, la terza è vera…
      Grazie per essere passata!
      Claudia B.

  6. Ah che ridere! Scusa, non dovrei divertirmi per il tuo dolore, ma è impossibile non immaginare le scene che descrivi in maniera così dettagliata 😉
    Allora, io ci provo: secondo me quella inventata è la prima, così senza un motivo particolare. La seconda fa venire le lacrime agli occhi – dal ridere e dal dolore!
    Buona giornata 🙂

    1. Silvia se ti dico che durante la stesura mi sono sperticata anche io dal ridere, mi credi?
      Ma ti rendi conto di quanto sono assurda: questa è proprio la mia vita quotidiana, non solo l’esperienza di viaggiatrice…pensa che roba!
      Fra un paio di giorni svelo l’arcano!!!
      Grazie per essere passata!
      Claudia B.

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