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Itinerario in Daunia: Candela, Rocchetta Sant’Antonio e Bovino

Itinerario in Daunia: Candela, Rocchetta Sant’Antonio e Bovino

ITINERARIO IN DAUNIA D'ESTATE
ITINERARIO ESTIVO IN DAUNIA

Sono su un treno diretta in Puglia. E fino a qui nulla di strano, direte voi. Gli ultimi due anni mi hanno costantemente portata a viaggiare in Puglia, dal Gargano al Salento, dalla Terra delle Gravine, alla Valle d’Itria. Ho persino preso parte ad un percorso indimenticabile tra Cerignola e dintorni, sulle “Strade di Peppino di Vittorio! Anche se, non me ne voglia nessuno, la zona che maggiormente ha saputo rubarmi il cuore è quella dei Monti Dauni. E, il fatto che il mio programma dei prossimi cinque giorni sarà proprio quello di seguire un itinerario in Daunia, non può che rendermi euforica.

Perché se c’è una cosa che ho imparato dopo il terzo tour in Daunia, è che bastano il primo sorriso, il primo borgo, il primo inatteso panorama, per farti mettere radici qui. E che le radici non sono solo quelle che ci spettano per diritto di nascita. Ma anche quelle che affondiamo nei territori in cui viaggiamo.

Per me è sempre uno spettacolo affascinante vedere tutte le fasi stagionali di una terra. Il modo in cui cambiano i colori, i profumi e le atmosfere. Ho visitato i Monti Dauni in primavera. Ne ho apprezzato le sensazioni suggestive con un itinerario in Daunia nel colmo dell’autunno. Ed essere qui oggi, osservando cosa l’estate le cuce addosso, mi lascia senza fiato. Un po’ in tutti i sensi, anche per il caldo che non mi aspettavo così forte, dopo i gelidi venti delle precedenti visite!

I COLORI ESTIVI IN DAUNIA: UNA TAVOLOZZA

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Itinerario in Daunia di cinque giorni: tappe e informazioni.

Dato che sto attraversando una forte fase Alberto Angela, voglio iniziare dai consigli pratici per organizzare un itinerario in Daunia di cinque giorni. Un viaggio lento e tranquillo, con tappe a Candela, Rocchetta Sant’Antonio e Bovino. Incentrato quindi sui piccoli borghi, sull’enogastronomia, su un evento da non perdere nei dintorni di Foggia: “L’Infiorata di Candela”. E sui paesaggi indimenticabili del Subappennino Dauno. Qualcosa di unico, che mai ci si aspetterebbe di trovare durante una vacanza in Puglia.

  • Come arrivare in Daunia.

Una delle domande che spesso mi sento rivolgere, recita: “Ma dov’è la Daunia?”. Calmi, ora Claudia Maps ve lo spiega. Siamo nell’entroterra di Foggia, a due passi dall’Irpinia. Da queste splendide alture si domina l’intera Capitanata, con una panoramica praticamente perfetta. Per arrivare in Daunia l’ideale sarebbe prendere il treno per Foggia. Oppure l’aereo fino a Bari e il transfer ferroviario che porta a Foggia.

  • Come muoversi in Daunia.

Il vero problema, in questo caso, sono però i collegamenti con l’interno, che rendono necessario l’utilizzo di un’auto a noleggio. A meno che non vogliate raggiungere la Puglia con la vostra! Da brava motociclista, il mio sogno resta viaggiare in Daunia in moto. E prima o poi ci riuscirò. Comunque vietato fare l’errore di “installarsi” in un hotel con piscina, perdendo l’occasione di seguire un itinerario insolito in Daunia. Magari approfittandone per concedersi tappe tra degustazioni e tradizioni del Subappennino Dauno.

ITINERARIO IN DAUNIA TRA I BORGHI
SCOPRIRE I BORGHI DELLA DAUNIA
  • Dove mangiare in Daunia.

Sui ristoranti dove mangiare in Daunia, ho scritto un intero articolo. Garantisco che conviene leggerlo, per avvicinarsi all’eccellente cucina del territorio. Aggiungo tra le menzioni “La Rosa dei Venti”, di Candela, a pochi minuti dal centro storico. Anche se il mio cuore continua a battere per “La Cantina” di Nicola a Bovino. Sono tornata dopo un anno e mezzo dalla prima volta, commuovendomi nuovamente per la sua innata capacità di raccontare questa terra, attraverso il gusto.

  • Cosa mettere in valigia per un viaggio in Daunia.

Ascoltatemi bene: non lasciatevi ingannare dal fatto di essere in Puglia. L’inverno in Daunia è rigido. Ma anche primavera ed autunno non scherzano. Mettete in valigia abiti molto pesanti e giacche a vento. Stivali e scarpe da trekking, se dovete fare escursioni. Anche con il sole, il vento è una costante: per quale motivo credete vi siano tante pale eoliche? Durante l’autunno, siate furbi e portate con voi una giacca leggera, da usare di giorno. Ma per la sera: piumino!

In estate il caldo secco si fa sentire. Non possono quindi mancare nella vostra valigia una bella serie di vestiti estivi, pantaloncini e, solo per sicurezza, un maglioncino o un foulard. Occhio alle calzature. Il caldo persistente, sommato alle ore di camminata, possono provocare gonfiore a gambe e piedi. Portate qualcosa di davvero molto comodo. Anche se sembra assurdo, io mi sono trovata benissimo con un paio di sandali con la zeppa! Pur tenendo nel bagaglio delle sneakers di scorta.

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L’infiorata di Candela.

Qualsiasi itinerario in Daunia che si rispetti, deve iniziare dalla scoperta dei suoi borghi. Perché questi sono la vera essenza del territorio. Il mio approccio con Candela, è al colmo della sua freschezza visiva di inizio estate, in occasione dell’infiorata. Evento che vede riuniti maestri infioratori provenienti da diverse zone d’Italia. C’è un gemellaggio importante con Pescasseroli, cittadina abruzzese famosa proprio per i tappeti di fiori, creati in occasione del Corpus Domini.

ITINERARIO IN DAUNIA DURANTE CANDELA IN FIORE
CANDELA IN FIORE

Di una cosa mi rendo conto: che “Candela in Fiore” è un evento al quale lavorano tutti con grande impegno. Non importa l’età anagrafica, né la provenienza: chiunque passi di qui, può “casualmente” essere scelto per questa attività. I fiori dei garofani sono perfetti per ricavare i petali adatti ai tappeti artistici, poi fissati con acqua e zucchero. Intere sale sono state ricavate negli edifici di Candela, per conservare i mazzi di fiori freschi, preparati da gruppi di donne che staccano, sminuzzano, polverizzano. Nessuno resta con le mani in mano. Nemmeno io, che vengo abilmente prelevata dalla pimpante presidentessa della Pro Loco, e abilitata alla giusta causa di “Candela in Fiore”!

IL MIO “APRENDISTATO”

Certo, non posso (ancora) ambire a dar vita alle opere ispirate ai grandi quadri rinascimentali, composti da polveri naturali e cornici di petali. Ma facendo una tenace gavetta, magari riesco nelle prossime edizioni! Anche perché “Candela in Fiore” si svolge ogni anno, con temi sempre diversi. Come, ad esempio, “Matera Capitale della Cultura”, a cui è dedicato il primo grande quadro floreale, davanti alla Chiesa Matrice.

CANDELA IN FIORE 2019

Informazioni.

  • Le date di “Candela in Fiore” sono variabili.
  • Consiglio di non perdere la preparazione dei quadri artistici e, perché no, aiutare i cittadini.
  • Il momento migliore per visitare l’Infiorata di Candela, soprattutto se siete appassionati di fotografia, è il sabato sera, appena le opere vengono terminate. E la domenica mattina, quando i petali sono ancora rigogliosi.

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Seguire un itinerario in Daunia: la Chiesa Matrice di Candela.

Mi piace Candela. È una cittadina amata e questo traspare a chi la visita. Trascorro qui l’intero fine settimana di “Candela in Fiore” tra gastronomia, visite sul territorio e nel centro storico. Iniziando dall’imponente Chiesa Matrice, la prima di ben otto edifici religiosi! Passando attraverso il portale Seicentesco, voluto dal Vescovo di Ascoli Satriano, Ferdinando d’Avola, mi fermo nel fresco accogliente dell’interno.

ITINERARIO IN DAUNIA VISITA CHIESA MATRICE DI CANDELA
LA CHIESA MATRICE DI CANDELA

Lascio scorrere lo sguardo tra i particolari di questo luogo di culto, riedificato su una prima struttura del 1150. Il fonte battesimale ligneo del XVII secolo, la splendida Madonna della Consolazione del 1300, il coro in legno di noce. Qui, dove si riunivano sia gli alti prelati, che il consiglio comunale, vi sono gli stemmi della città. Oltre a grottesche molto espressive ed un volto umano, che raffigura il committente.

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Cosa visitare e Candela.

Ma è all’esterno che, pur in questo torrido pomeriggio di Giugno, Candela va visitata durante un itinerario in Daunia. Perché ogni passo compiuto lungo i vicoli, è lettura del suo passato. Ed è anche un attimo di immersione nell’abbraccio dei cittadini, che accolgono tutti con saluti affettuosi. Dall’Arco della Madonna, anticamente Arco del Rivellino, entro nell’intricata venatura di stradine. L’origine Longbarda di Candela, la scorgo ad ogni passo. Come una serie di immagini computerizzate, vedo le casette del borgo per ciò che erano: parte stessa delle mura del castello, supervisionate da fossati naturali, nella difesa dell’abitato.

ITINERARIO IN DAUNIA VISITA AL CENTRO STORICO DI CANDELA

Come ho imparato a Monteleone, un anno e mezzo fa, questa Puglia fuori dal comune chiamata Daunia, da sempre è un porto sicuro per popolazioni straniere. Lo è persino oggi, quando parlare di immigrazione e accoglienza, si è trasformato in un argomento spinoso. Anche in passato a Candela vivevano gruppi eterogenei di popoli. Passeggiando tra Vico I Corleto e Vico II Corleto, mi ritrovo nell’antico ghetto che ospitò i Corletani. E ammiro il netto contrasto con il nobiliare Palazzo Basilico, appartenente ad una famiglia genovese.

Mi soffermo anche sulla palazzina in pietra di Via Corletta, del 1884. È memoria storica di Candela, in ricordo di quel (roseo) periodo (nel senso di “fiorito”), in cui vi fu il primo bando per la raccolta del letame da parte dei netturbini, per evitare tafferugli tra la popolazione! E la banchina su cui venivano posti i vasi da notte, la racconta lunga su come doveva avvenire il tutto fino al 1850: una lotta a chi raggiungeva prima “il bottino”! Ah, cosa non si fa, per avere l’orto più verde del vicino…

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Il vecchio quartiere ebraico di Candela.

Tra tracce di vecchi edifici, riciclati in costruzioni postume e parti dell’antico castelliere, arrivo a Portanova. L’accesso al borgo è particolarmente suggestivo. Perché, a ridosso dell’arco, parte quella che era la via delle botteghe, dove gli ebrei si insediarono dal Mille in poi. Ora vi è una carrellata di casette tra cui passeggiare beandosi dell’ombra. Ma allora, in questo luogo, vi era pieno fermento commerciale. E gli ebrei pagavano altissimi tributi, in cambio della protezione del Principe.

ITINERARIO IN DAUNIA NEL QUARTIERE EBRAICO DI CANDELA
PORTANOVA E L’ANTICA VIA DELLE BOTTEGHE

È la zona più vecchia di Candela, quella fondata dai Longobardi. Dove è possibile ammirare la sola torre rimasta della fortificazione, oggi integrata nelle abitazioni. Continuo a salire, tra scalinate ripide e arcate sotto cui ripararsi dal sole. Piazzette sempre più belle si aprono come fossero pagine di un libro, alternate a balconcini fioriti.

Raggiungo la Chiesa di San Tommaso Apostolo, dalla cui balconata ammiro un colorato panorama sul territorio nei dintorni di Candela. Questo era l’edificio religioso delle persone ricche. Una cappella piccola, purtroppo chiusa a causa di alcuni recenti crolli. A ricordare un passato in cui Candela, aveva 72 fuochi e circa 500 abitanti.

LA CHIESA DI SAN TOMMASO APOSTOLO

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Visitare il Museo del giocattolo, durante un itinerario in Daunia.

Una nuova giornata di sole, illumina questo fine settimana nei dintorni di Foggia. Oltre a vedere i tappeti di Candela in Fiore” alla luce diurna, ho in programma la visita al “Museo del Giocattolo” di Candela, all’esposizione dei presepi… e un corso di orecchiette! Si, si, lo so. Sono nuovamente preda della “sindrome di Cannavacciuolo”. Ma non diamo per scontato che debba essere una disfatta. Va da sé, però, che a certe attività sia meglio avvicinarsi con calma. Inizio quindi da quella più innocua.

Il “Museo del Giocattolo” a Candela, è allestito all’interno del suggestivo Palazzo Ripandelli. Edificio nobiliare ottocentesco, appartenuto all’omonima famiglia e oggi usato dal comune. Nel monumentale cortile, è allestito il mercato verde con le piante dell’Azienda “Eurosa”, che ho visitato ieri. Piante in vaso, stagionali, cactus, dipladena prodotte a livello europeo! Insomma, oltre 13 milioni di piante partono da questo angolo di Puglia, attraverso una produzione a bassissimo impatto ambientale.

ITINERARIO N DAUNIA PALAZZO RIPANDELLI
PALAZZO RIPANDELLI

Ma Palazzo Ripandelli ospita anche un’esposizione di giocattoli dell’Otto-Novecento, mostre temporanee… e la più bella “Casa di Babbo Natale” sui cui abbia mai posato gli occhi! Questo che fu l’antico ospedale civile con la vicina cappella, dopo gli interventi di Ascanio ed Ettore Ripandelli, si è trasformato in un affascinante cigno.

ITINERARIO IN DAUNIA CASA DI BABBO NATALE A CANDELA

La mia sala preferita, ovviamente, è quella dedicata alla casa delle bambole. Anche se, le padrone di casa, mi mettono sempre una certa apprensione. Già durante la visita del “Museo del Giocattolo” alla Rocca di Angera, qualche anno fa, l’esposizione di bambole mi ha fatto correre un brivido freddo lungo la schiena! Oltre alle espressioni torve, la loro quiete non mi ha mai convinto…

ITINERARIO IN DAUNIA MUSEO DEL GIOCATTOLO
IL MUSEO DEL GIOCATTOLO

Informazioni.

  • Il “Museo del Giocattolo” di Candela, a Palazzo Ripandelli, è in Corso Vittorio Emanuele III, 4.
  • Il museo è aperto durante gli eventi, oppure su prenotazione.
  • Nello stesso palazzo ha sede la bellissima “Casa di Babbo Natale”, che merita davvero di essere vista, durante gli eventi natalizi.
  • Sempre su Corso Vittorio Emanuele III, sala ex OMNI, è possibile vistare una mostra dedicata ai presepi artigianali.

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Dal Forno a Paglia alla trasonna: due luoghi imperdbili di Candela.

Nell’antico Forno a Paglia del 1500, conservato in maniera perfetta, si tiene il laboratorio di orecchiette. Gli ambienti sono vasti e molto freschi. Se fino a qualche tempo fa sfornavano pane fragrante, oggi ospitano tutta la mia maestria nel preparare orecchiette vere. Sottolineo vere, perché non vorrei si spargesse la voce (bastardella), che ho aperto il pacco del supermercato…

Osservo le signore del paese lavorare il corposo impasto. Farina, uova, acqua fanno la magia. Ma la velocità con cui ogni singola orecchietta viene prodotta, è destabilizzante. Mi spiegano che le madri, per far si che imparassero a farle, le lasciarono a casa un’intera giornata a produrre orecchiette! Temo che toccherà anche a me la stessa fine, mentre taglio, tiro e giro in modo impacciato, questa deliziosa pasta fresca.

Ovviamente rimpinzarsi di orecchiette e poi cercare di passare attraverso la “trasonna”, è una pessima idea. Si tratta della strada più piccola d’Italia e, se anche in tanti si contendono il titolo, devo dire che quella di Candela mi fa temere per un attimo di non vedere più la luce del sole! A dimostrazione che, nemmeno quest’anno, la prova costume è stata superata…

ITINERARIO IN DAUNIA LA TRASONNA DI CANDELA

Informazioni.

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Itinerario in Daunia: Rocchetta Sant’Antonio.

È un paesaggio colmo di sfumature dorate e ocra, quello che mi accompagna fino a Rocchetta Sant’Antonio. Nuvole morbide accarezzano il cielo terso. Covoni di grano giacciono languidi sul terreno collinare. L’itinerario in Daunia tra borghi e panorami, non potrebbe essere più rappresentativo oggi.

ITINERARIO IN DAUNIA VISITA A ROCCHETTA SANT'ANTONIO
ROCCHETTA SANT’ANTONIO

Rocchetta Sant’Antonio, deve da sempre la sua importanza al fatto di trovarsi al centro di importanti vie di comunicazione e pellegrinaggio. Solo poche case sono ancora abitate, la maggior parte costituisce una sorta di paese fantasma. Insieme ad Alessandro Forlè, storico del paese, faccio una passeggiata nel centro di Rocchetta Sant’Antonio.

Un paese che si espande in salita, partendo dalla monumentale Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, e dalla dirimpettaia Loggia dei Lanzi a Palazzo del Sedile. Il potere dei nobili e quello religioso, sempre forti della propria convinzione, opposti nelle idee e nell’architettura.

Ma è la Chiesa della Madonna delle Grazie, che collega il presente con il passato. La cappella regia del XIX secolo, venne arricchita grazie ai rapporti con la Massoneria. Dopo il Tempio di Minerva Medica a Montefoscoli, il mio 2019 sembra seguire il tema esoterico nei luoghi più inaspettati!

IL PICCOLO MUSEO DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

Il continuo passaggio di pellegrini, portò alla nascita di vari edifici di culto, nonostante Rocchetta Sant’Antonio sia da sempre un piccolo borgo. Nei pressi della Chiesa di San Giovanni, c’è ancora una casamatta del periodo spagnolo, come baluardo di difesa al di sotto del Castello d’Aquino di Rocchetta .

CASTELLO D’AQUINO

Una fortificazione che ha per me qualcosa di familiare. Imponente baluardo difensivo, con possenti mura frontali e pareti meno spesse sulla vallata. Una forma singolare, che domina l’intera piazza sopraelevata. Non so perché, ma non mi stupisco quando scopro che è stato progettato dall’architetto militare Francesco di Giorgio Martini. Ogni aspetto difensivo di questa rocca, mi ricorda una delle sue opere più emblematiche: la Rocca di San Leo.

Passeggio tra vicoletti senza tempo e balconi panoramici sulla Daunia. Ammirando anche il punto in cui si congiunge con la vicinissima Irpinia. Completo la mia visita con una tappa al Santuario di Santa Maria di Giuncarico, del 1022. Un luogo di culto avvolto nella natura, normalmente aperto solo a Pasquetta, per l’Annunciazione e per Sant’Anna. Avere a mia totale disposizione questo edificio nei dintorni di Rocchetta, mi fa sentire molto fortunata. Qui ci si limita ad ascoltare il silenzio e la voce della natura.

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Bovino, uno dei borghi più belli di Daunia.

Di Bovino mi sono perdutamente innamorata lo scorso anno. Non perché sia iscritto al circuito “I borghi più belli d’Italia”. Ma perché Bovino è speciale. Oggi la rivedo con piacere, subito dopo una tappa in uno dei migliori ristoranti nei dintorni di Foggia, “La Cantina” di Nicola. Ma, se nel gelido Marzo 2018, cenai avvolta dal calore del caminetto, oggi mi attende un pranzetto lungo il fresco vicolo.

ITINERARIO IN DAUNIA VISITA A BOVINO
VISITA AL CENTRO STORICO DI BOVINO

Bovino è un borgo da non perdere durante un itinerario in Daunia. Va visitato con una guida esperta, in modo da non essere scambiato per il solito paesino bello, fotografabile e nulla più. Qui, oltre ad angolini deliziosi, ci sono un “Museo Civico” pieno di pezzi unici e misteriose stele Daune. La stupenda Rocca di Bovino, sede di un “Museo Diocesano” che potrebbe competere con quelli delle maggiori città italiane.

E poi c’è lei, la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Per molti solo una chiesa in eccellente stile romanico pugliese. Ma per me, che l’ho visitata di sera, tra le luci soffuse di una primavera tardiva, resta uno degli edifici religiosi più misteriosi d’Italia. Simbologie, arcane figure (tra cui una testa Maya che vi sfido a trovare), dettagli architettonici. Persino un organo dentro cui entrare e un campanile su cui salire… anche se ambedue le cose sarebbero precluse al pubblico! Ma io l’ho fatto e ne ho parlato in maniera particolareggiata in questo articolo.

Informazioni.

  • Per visite a Bovino e materiale informativo: Pro Loco Bovino.
  • Corso Vittorio Emanuele, 1.
  • Telefono: 0881.966475.

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Visitare la Daunia in cinque giorni.

Se escludiamo il tempo passato in treno, questa volta mi sono fermata in Daunia tre giorni. Un viaggio lento e contemplativo. Una dimensione di naturale serenità, inframmezzata da macchie di colori, corposi bicchieri di Nero di Troia, parole narrate nel vento. Me la sono presa comoda, perché era il mio terzo viaggio qui. Ma sarebbe stato possibile inserire tappe a Sant’Agata di Puglia e Accadia. Oppure ad Orsara di Puglia e Troia. Oltre che nella vicina Ascoli Satriano.

Perché creare un itinerario in Daunia, è come comporre e aggiustare quelle collane vintage, che spesso si vedono sui banchi dei mercatini. Pezzi preziosi, elegantemente imperfetti, che a volte vanno sistemati e lucidati, fino ad ottenere una composizione ideale.

Claudia B. (Sponsored)

Press Tour organizzato dal Comune di Candela e dalla Cooperativa Frequenze (Supplied by)