Dopo essere stati alla Jim Thompson’s House, aver trascorso una giornata alla scoperta di Ayutthaya, ed una domenica indimenticabile al mercato galleggiante di Amphawa, è arrivato il momento della visita ai principali monumenti di Bangkok. Non prima, però, di un’abbondante colazione. Qualcosa mi dice che questa sarà un giornata molto piena. Eppure non vedo l’ora di lasciarmi ammaliare dalla zona monumentale di Bangkok, con i suoi siti più importanti: il Wat Phra Kaew, il Gran Palazzo Reale, il Wat Pho e il Wat Arun.
Decidiamo di organizzare la visita in autonomia, senza affidarci ad agenzie o guide, muovendoci con i mezzi pubblici ed acquistando i biglietti sul posto. Per quanto concerne l’abbigliamento, ci prepariamo con cura, in modo da non perdere tempo con il noleggio degli abiti, una volta sul posto. E’ importante non dimenticare, infatti, che esiste una precisa etichetta da seguire, per accedere ai siti appartenenti alla famiglia reale, così come ai templi (ne ho parlato nel post dedicato alla pianificazione di un viaggio fai da te in Thailandia).
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Visita ai principali monumenti di Bangkok: Wat Phra Kaew, Grand Palace, Wat Pho, Wat Arun, come raggiungerli con i mezzi pubblici.
Il giorno in cui la tua mente inizia a pensare local, in cui ti senti la regina dei mezzi pubblici, certa che ormai non hai nemmeno più bisogno di guardare la mappa perché tanto “sei di casa”, è anche la volta in cui commetti errori. E vai, ovviamente, dalla parte sbagliata. Ricordate che mentre voi vi godete un viaggio, le gioie sono in attesa di prendervi per mano…
Ecco, la nostra giornata dedicata alla visita ai principali monumenti di Bangkok, inizia si dalla fermata National Stadium dello Sky Train, la più vicina al nostro hotel…ma inizia dal lato sbagliato. Nel senso che, accidentalmente, decido di salire sul treno diretto dalla parte opposta, rispetto alla nostra destinazione. Il bello di muoversi con lo Sky Train, però, così come del muoversi con la metro, è che sbagliato un treno se ne prende un altro! Senza rancore.
Chiusa la parentesi su questo scorcio di “vita vissuta nell’errore”, passo a descrivervi il modo migliore in cui raggiungere la zona monumentale di Bangkok, con i mezzi pubblici.
Risaliamo sulla Silom Line dello Sky Train, andando diretti e senza cambi fino alla stazione Surasak dalla quale, dopo pochi passi, raggiungiamo il Sathon Pier (o Central Pier).
Oggi c’è una fila da paura, al contrario di due giorni fa, per cui tiriamo un profondo respiro e cerchiamo di fare del nostro meglio per non cedere alla tentazione di urlare: “Tutti via di corsaaaa, cacca di piccione in arrrivoooo!!!”.
Il Chao Phraya Express ha diverse linee (sito ufficiale) ma, per la visita ai principali monumenti di Bangkok, vi consiglio di scegliere fra la Orange Flag o la Chao Phraya Express Tourist Boat-Blue Flag.
La Orange Flag è la più economica delle due, con soli 14 bath si naviga fino al molo prescelto, indistintamente dalla distanza e, anche se a volte è difficile capire quando chiamano le fermate, se ci si posiziona lungo il lato destro del battello, non solo si gode di uno splendido panorama, ma si riescono anche a leggere i nomi dei piers. Sulla Blue Flag, invece, le stazioni vengono segnalate chiaramente al microfono, anche in inglese, per cui è impossibile sbagliare. Il costo, però, indipendentemente dal numero di fermate, è di 45 bath.
Scegliamo di utilizzare nuovamente la Orange Flag. Al Sathon Pier la Blue Flag ha una biglietteria classica, ben visibile, che ci si trova di fronte appena si entra al molo; la Orange Flag, invece, ha solo un semplice tavolino con due addette, immediatamente sulla destra. I 30 bath di differenza del ticket, sono tutti nel modello più o meno spartano di biglietteria… Se per qualche motivo i botteghini fossero chiusi, ad esempio nel tardo pomeriggio, nessun problema: si acquista il biglietto direttamente a bordo!
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Arrivare al Wat Phra Kaew e al Grand Palace di Bangkok.
Dopo la fila di oltre mezz’ora, immersi nel caldo torrido di Bangkok, durante il quale abbiamo pensato di veder svenire qualche malcapitato (tra cui noi), saliamo finalmente a bordo del battello. Ci rilassiamo ammirando il panorama sui grattacieli di Bangkok, che si affacciano sulle torbide acque del Chao Phraya.
E’ soprattutto il contrasto tra questi giganti architettonici all’avanguardia, con le piccole casupole in lamiera che vi si affiancano, a catturare la mia attenzione. Non dimenticherò mai la scena, dell’anziano thailandese che si lava nel fiume, vicino alla sua piccola, traballante abitazione, posta proprio accanto al giardino di uno dei più noti hotel di Bangkok.
Qualcuno, forse, a tal riguardo avrebbe iniziato a condannare Bangkok, per i suoi forti contrasti. Io mi sono dapprima rattristata, poi intenerita, infine mi sono messa una mano sulla coscienza. E mi sono detta che questo signore, vivrà pure in una casetta fatta di lamiera, ma una casetta dignitosa che non gli impone di dormire in mezzo ad una strada, su una panchina o alla stazione, come tanti senzatetto nelle nostre stesse città.
Dato che il Tha Tien Pier è ancora chiuso per lavori, ed il solo mezzo in partenza da qui è la chiatta con cui si attraversa il Chao Phraya, per raggiungere il Wat Arun, navighiamo fino al Chang Pier, che resta il molo migliore per accedere al complesso del Gran Palazzo Reale e del Wat Phra Kaew. Al vicinissimo Wat Pho, si arriva in circa dieci minuti di cammino.
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Visita ai principali monumenti di Bagnkok: il Grand Palace e il Wat Phra Kaew.
La nostra visita ai principali monumenti di Bangkok, inizia con il Gran Palazzo Reale e il Wat Phra Kaew, ossia il Tempio del Buddha di Smeraldo. Non solo. Questo sito, è considerato il più sacro di tutta la Thailandia. Peccato che la fila chilometrica (letteralmente), ci faccia capire come, in mezzo a questo fantastiliardo di persone, sarà difficile percepire appieno la sacralità del luogo.
Devo dire che l’aver provveduto a vestirci in maniera consona alla visita, ci permette quantomeno di evitare un’ulteriore sosta per noleggiare degli abiti adatti (su questo post trovate tutte le informazioni al riguardo). Di certo, ci sono talmente tanti negozietti che propongono questo servizio, da permettere alle persone di fare tutto piuttosto rapidamente. Ma, data la grande mole di turisti, ogni minuto è davvero prezioso. Se proprio non si può fare a meno di indossare shorts e canotta, consiglio almeno di tenere dei bath di piccolo taglio, per pagare la quota precisa di noleggio.
Pensavamo che la fila per accedere al complesso del Gran Palazzo Reale, fosse molto più lenta, invece arriviamo in biglietteria in tempi non biblici e, pagata la quota di 500 bath a testa, possiamo iniziare la visita. Questo è uno dei prezzi più alti sborsati per un ingresso qui in Thailandia, ma sono soldi spesi bene. Con questo stesso biglietto, si può anche accedere al Palazzo di Dusit, appartenente sempre alla famiglia reale, che era in elenco ma, per mancanza di tempo, non riusciamo a raggiungere.
Ora dovrei iniziare a raccontare la storia del Wat Phra Kaew e del Grand Palace, ma non posso farlo. Non posso perché personalmente, non ho affrontato la visita con il naso infilato in una guida. Ho letto, certo, date e momenti salienti, aneddoti ed informazioni. Ma la mia visita ai principali monumenti di Bangkok, è stata totalmente sensoriale. Nonostante la folla, ho vissuto un momento di profondo contatto con questi luoghi, come fossi lì da sola.
Non è un caso che i nostri passi ci portino subito, istintivamente, al cospetto del Buddha di Smeraldo, che diede il primo nome al Regno di Thailandia. Nel XVIII secolo, la capitale del regno venne trasferita qui da Thonburi, col nome di Regno di Rattanakosin o del Siam. Ossia la “città del gioiello”…il Buddha di Smeraldo.
Piccolo, ma di un’intensità unica: quando, dopo essermi tolta le scarpe, mi siedo davanti a lui, stando attenta a non rivolgergli mai contro i piedi, tutta la mia attenzione si focalizza su quella delicata e stupenda statua. E’ come se scorresse un’energia particolare, tra il Buddha e chiunque si fermi ad osservarlo.
Il Wat Phra Kaew, non era solo lo scrigno ricco e ricercato, che doveva contenere il Buddha di Smeraldo, ma anche la Cappella Reale. Costruire un Tempio all’interno delle mura di un Palazzo Reale, era un’antica tradizione e, l’inaugurazione dell’intero complesso, coincise con l’incoronazione di Re Rama I, nel 1785.
L’area è immensa e colma di particolari: vi sono padiglioni, statue, pagode, il grandioso stupa dorato, le tegole di ceramiche smaltate, i mosaici. Una profusione di colori e forme, che il sole fa brillare in un numero infinito di tonalità. Lo giuro, qui dentro si potrebbe perdere la testa, nel tentativo di scattare milioni di fotografie!
Per ripararci dal caldo soffocante, ogni tanto facciamo una sosta all’ombra di un albero, oppure ci muoviamo lungo i corridoi porticati, per ammirare i particolareggiati affreschi.
Ultima tappa della visita, è il Gran Palazzo Reale. Possiamo solo sfilare davanti allo splendido edificio, gli interni sono chiusi al pubblico. Ma la magnificenza e l’eleganza che ammiriamo sostando qui davanti, sono un bellissimo dono per i nostri occhi.
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Visita ai principali monumenti di Bagnkok: il Wat Pho.
La nostra visita ai principali monumenti di Bangkok, prosegue verso il Wat Pho. Dal complesso del Grand Palace, impieghiamo circa un quarto d’ora per raggiungerlo a piedi. Compresa una sosta per comperare del succo di frutta fresco. Il caldo, ormai, è quasi insopportabile…e se vogliamo essere onesti, l’abbigliamento richiesto per questi siti non aiuta.
Stiamo entrando in uno dei Templi più antichi e grandi di tutta Bangkok. La costruzione iniziò nel 1700, ma restauri ed ampliamenti proseguirono nei secoli successivi. Un luogo che lascia a bocca aperta, nel momento stesso in cui vi si posa dentro il primo piede.
Il Wat Pho è il Tempio del grandioso Buddha sdraiato, stupendo e maestoso. Sembra quasi sacrificato nello spazio fin troppo ristretto dell’edificio, che lo abbraccia e preserva, come fosse un ventre materno.
Eppure, l’espressione del Buddha appare serena, beata, assolutamente in pace col mondo. Non è turbato dallo spazio che scarseggia, né dal numero infinito di turisti, che passeggiano attorno a lui, scattandogli foto oppure prendendosi del tempo per meditare.
Quando usciamo, decidiamo di spingerci immediatamente alla scoperta del resto del complesso. Fa talmente caldo che, il fatto di non aver mangiato nulla, non incide minimamente sul nostro stomaco. La sola cosa che vorremmo continuamente, è dell’acqua gelata!
Mi colpisce il modo assurdo in cui, la maggior parte delle persone, visita il il Wat Pho. Entra, si precipita a fotografare il Buddha sdraiato, senza nemmeno compiere il giro completo, quello da cui lo si può ammirare di spalle, fa un ultimo scatto davanti alla fontana, ed esce.
In pratica, troviamo il resto del complesso quasi vuoto e, se penso al numero di turisti che oggi ha preso d’assalto la zona monumentale di Bangkok, è assolutamente sorprendete. Loro non sapranno mai la grandiosa bellezza che hanno perso. Io, invece, posso finalmente gustarmi con profondo sentimento, la visita ad uno dei monumenti più famosi di Bangkok.
Il Wat Pho è nato come scuola di insegnamento della medicina Thai e, ancora, oggi, è sede della prima scuola di massaggio thailandese. Vi sono templi, edifici che ospitano i monaci e l’istituto, i guardiani armati giganti. Ma, soprattutto, c’è quello che io ho definito “il parco architettonico delle meraviglie”, ossia una composizione grandiosa di pagode dalle forme più varie e dai mille colori, in cui perdersi come in un labirinto di decorazioni! E’ un luogo straordinario, che toglie il fiato per la bellezza e, incredibilmente, non smette mai di stupire, soprattutto perché si passa attraverso successioni di cortili e porticati, che celano sequenze di immagini del Buddha e bassorilievi.
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Visita ai principali monumenti di Bagnkok: il Wat Arun.
Uscendo dal Wat Pho, ci dirigiamo verso il Tha Tien Pier. Il molo è chiuso per lavori ma, il servizio costante di chiatte, che fa la spola dal Wat Pho al Wat Arun per 3,5 bath, è sempre attivo! Ed è un momento di stupore ed incanto, quello in cui, per la prima volta, vedo il Wat Arun dal Chao Phraya.
Il Tempio dell’Alba, anche durante il pomeriggio, regala delle emozioni che difficilmente si possono dimenticare. In questa giornata dedicata alla visita ai principali monumenti di Bangkok, la tappa al Wat Arun è di sicuro la più sensoriale. Passiamo la sala delle ordinazioni, poi entro da sola nel Tempio, perché Daniele decide di fermarsi fuori all’ombra.
Qui, assisto per puro caso alla benedizione di un monaco. Non capisco ciò che dice alle donne sedute davanti a lui, ma sono come incantata ad ascoltare le sue litanie. Non so se vi sia mai capitato di non comprendere qualcosa nello specifico, ad esempio una lingua od un cerimoniale…ma percepirlo comunque in ogni parte del vostro corpo, con una consapevolezza che va oltre la realtà. Ecco, in questo momento io mi sento così: consapevole senza sapere perché. E inizio a piangere come una bambina. Non so per quale motivo, non capisco il significato di questa emozione che mi sgorga da dentro, fatto sta che non sono in grado di trattenere le lacrime.
E l’emozione continua anche durante il resto della visita. Salire sullo stupendo Prang principale, mentre quelli secondari creano come un cerchio protettivo, mi fa percepire una stupenda sensazione di benessere. Non riesco a capire se si tratta solo della bellezza fuori dal comune, con le ceramiche istoriate decorate da pezzi di porcellana dai mille colori, su cui si riflettono i raggi del sole, oppure dalla sacralità del luogo, ma a me pare davvero di sentire il respiro mozzarsi.
Visito il Wat Arun come in apnea, ferma in una dimensione di pace. Sarà perché simbolicamente, il Prang centrale, rappresenta il centro dell’universo stretto tra i quattro continenti, che sarebbero i Prang minori, ma io mi ci sento sul serio al centro del tutto.
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Visita ai principali monumenti di Bagnkok: verso il Buddha Dorato.
Per errore, prendiamo il Chao Phraya Express Tourist Boat- Blue Flag, per raggiungere il Rajchawongse Pier. Saremmo dovuti salire sul più economico Orange Flag, ma il caldo e la stanchezza ci hanno fatto scegliere il primo incontrato. Una volta scesi al molo, il nostro programma prevede di raggiungere, in un quarto d’ora circa di cammino, il Wat Traimit, per ammirare il Buddha Dorato. Purtroppo ci sorprende un temporale fortissimo e, quando finalmente smette di piovere, arriviamo al Tempio ma lo troviamo chiuso.
Per fortuna, non distante da qui, c’è la stazione dei treni Hua Lampong, con la vicina fermata della metropolitana. Una corsa fino a Si Lom, poi Sky Train dalla fermata Sala Daeng alla Nation Stadium, con scambio a Siam, e siamo in hotel.
Subito dopo esserci fatti la doccia, vorremmo raggiungere uno sky bar per ammirare Bangkok dall’alto. Ma la nostra splendida idea salta a causa un inconveniente con i bancomat, che non ci permettono di prelevare contante (a questo proposito, leggete il mio vademecum di viaggio approfondito), .
Decidiamo così di restare al Chao Hostel, sfiniti dalla giornata dedicata alla visita ai principali monumenti i Bangkok. Ci godiamo una semplice cena, della birra e tanta tranquillità. Dopo gli attimi di terrore vissuti davanti all’ATM, che continuava a dirci “credito non disponibile”, penso che serviranno mesi per riprenderci.
Ne approfittiamo anche per fare il bucato, dato che domani sarà la nostra ultima giornata a Bangkok. Trascorreremo del tempo a Baan Silapin e, in serata, partiremo alla volta di Chiang Mai, con un comodo vip bus notturno. Quindi è davvero arrivato il momento di dire: buonanotte Thailandia mia.
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Visita ai principali monumenti di Bagnkok: informazioni utili.
Per organizzare la visita ai principali monumenti di Bangkok, è importante tener conto degli orari d’apertura, in modo tale da incastrare alla perfezione le soste:
- Wat Phra Kaew e Grand Palace: il complesso è aperto tutti i giorni dalle 8,30 alle 15,30. L’ingresso costa 500 bath ed il biglietto è valido anche per la visita del Palazzo di Dusit. Scendere a Chang Pier.
- Wat Pho: il complesso è aperto tutti i giorni dalle 8e30 alle 17. L’ingresso costa 100 bath, ed include una bottiglietta d’acqua. Tha Tien Pier è chiuso per lavori, pertanto scendere a Chang Pier. Tha Tien resta attivo per il collegamento con il Wat Arun.
- Wat Arun: il sito è aperto tutti i giorni dalle 8e30 alle 17e30. L’ingresso costa 100 bath.
- Wat Traimit: il sito è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 17. L’ingresso al museo costa 10 bath. La visita a Buddha dorato è gratuita.
Claudia B.
Faceva caldo eh? Io andavo di gelati e alla fine copiavo i thai facendomi ombra con l’ombrello. Quel sole picchia! Utilissimo questo post anche perché lo so bene, spostarsi in una città che non è interamente coperta dalla metropolitana a me ha messo non poca ansia. Soprattutto ho una certa repulsione per i taxi. Bah. Io son stata fortunata che al Palazzo reale non stava la coda. Forse sono arrivata presto.
Quella stessa ansia, poi, te l’ho ritrasmessa io quando stavo pianificando il mio viaggio in Thailandia! In effetti l’unica pecca di Bangkok, è non avere Sky Train e metro che coprono ogni area. Però non si resta mai a piedi, un mezzo lo si trova sempre: e noi li abbiamo provati proprio tutti :-).
Al palazzo reale siamo capitati in un momento pienissimo. Ma sono comunque riuscita a godermi la visita. Amatissima Thailandia!
Un abbraccio,
Claudia B.
Come ti ho detto più di una volta, non mi sono mai particolarmente soffermata sugli articoli riguardanti la Thailandia, semplicemente perchè non la vedo come una meta adatta a me. Poi sei arrivata tu, e ciao. I tuoi articoli sono pura poesia e fai trasparire le tue emozioni per iscritto davvero come pochi. Ignoravo l’esistenza di questi edifici magnifici, questi colori, questa sacralità che viene fuori anche da semplici immagini.
Brava, bravissima!
Ma passando alle cose serie… sicuramente la colpa delle direzioni sbagliate non era la tua vero? È stato Daniele che ti ha distratto?? 😀 Immagino la sua faccia!
Un bacione
Se solo avesse potuto incenerirmi con uno sguardo, lo avrebbe fatto! Ora che tu mi ci fai pensare, credo che la colpa sia davvero sua, perché se io sbaglio è per questo carico di responsabilità ?.
Sai Celeste, che io ho iniziato così: la Thailandia non la vedevo, non la consideravo davvero. Poi ho iniziato a guardarla attraverso gli occhi dei blogger che ci erano stati. Ad osservarla davvero. Ed è stato l’inizio di tutto questo!
A volte ancora stento a crederci. Stravolgere ogni mio piano per fiondarmi in Thailandia: capisci perché Daniele poi si destabilizza.
Un bacione,
Claudia B.
Io amo il tuo modo di viaggiare… Lo sai, vero? Precisa come una contabile ma con l’animo di una sacerdotessa. Scusa ma mi è partita così. Adoro la tua capacità di apprezzare a fondo i luoghi, di scrivere itinerari dettagliati per i poracci che non li hanno ancora visitati e di utilizzare l’ironia. L’ironia è una qualità poco femminile, purtroppo. Per cui, quando la scopro in una donna, salto di gioia! Continua così, blogger recognition awarded 😀
Te riesci sempre a farmi ridere di gusto: “precisa come una contabile, ma con l’animo di una sacerdotessa”, giuro che non me lo aveva mai detto nessuno. A questo proposito, penso che la tatuerò a calce (leggi: con chiodi e martello) sulla fronte di mio marito, così ogni mattina, appena sveglio, saprà quanto è fortunato ;-)!
Poesia per le mie orecchie sempre bisognose di complimenti, queste parole così belle. Ed è un piacere, anzi la missione con cui è nato questo blog, riuscirvi a far viaggiare con me, mostrarvi ciò che io stessa vedo, come se fosse una sorta di film virtuale che scorre per voi. Ma non dico altro, se no il post del “Blogger Recognition Award” lo scrivo qui 😉
Ti abbraccio forte,
Claudia B.
Innanzitutto ti faccio i complimenti per le bellissime foto! È stato bello leggere questo articolo. Un itinerario molto dettagliato, dove sei riuscita a cogliere anche sfumature che solitamente vengono trascurate. I posti meno battuti dai turisti sono solitamente i più belli ed emozionanti – e meno male che tu hai quella curiosità in più che ti spinge a vedere oltre “le 4 cose turistiche”. Non vedo l’ora di leggere il seguito 🙂
Grazie per i tuoi complimenti Andrea, sei davvero gentilissimo! Io cerco di guardare “oltre la prima pagina”, anche quando si tratta di scoprire luoghi conosciuti. C’è sempre quella curiosità che mi spinge ad esplorare oltre, se possibile.
A Bangkok, poi, mi sono proprio divertita a cercare altro, pur senza trascurare questa che è la zona più famosa con i suoi straordinari monumenti. Il prossimo post, però, sarà davvero una piccola sorpresa. O, almeno, spero sia sorprendente per voi, quanto lo è stato per me vivere quel luogo 🙂
Bacioni,
Claudia B.
Ci sono giusto stata questa estate, per la terza volta. E per la terza volta ho rivisto tutto, sempre con lo stesso stupore. Mi stancherò mai?
Io penso che sia impossibile stancarsi Paola, anzi tu me lo stai confermando! Probabilmente, ogni nuova visita aiuta ad apprezzare nuovi particolari…
A presto,
Claudia B.
Loscrivononloscrivo loscrivononloscrivo si dai loscrivo…forse allakbar (volutamente scritto maccheronico) era più efficace di “caccadipiccione” 😛 sono sempre pessima! 😛 La foto con l’espressione dell’altra metà quando hai sbagliato direzione l’hai omessa o manca perchè non se ne accorto proprio? hahahah Madò ma che c’ho stasera!? Dai adesso sono seria: ma quanto sono belli quei monumenti che hai fotografato! *_* Sai essendo una meta tanto lontana dalla mia portata non mi sono mai interessata in modo approfondito al Sud Est Asiatico e alle sue bellezze ma il tuo modo di raccontarcela è “invasivo” nel senso che non posso ignorarlo l’effetto che ti ha fatto sta Thailandia!
Smettila che così insinui il germe del viaggio hahahah! E devi ancora parlarci di mare e spiaggia! Ma tutto quel caldo? Dimmi, quando sei tornata a casa ti sei pesata per riscontrare quanti kg hai perso? Io soffro tantissimo l’umidità, lì ci avrei lasciato l’anima…letteralmente! 😉
Insomma una visita proprio sensoriale come la definisci tu. Ma sul serio hai pianto? Caspita quanto dev’essere stato bello questo viaggio! *_*
Scrivilo!!! Ahahahah, sono morta dal ridere (Urinelle!!!!) perché mentre scrivevo il post mi son detta: “Claudia, ma lo vuoi dire quello che davvero minacciate di urlare tu e Daniele, ogni volta che vedete la fila, ossia: booombaaa…un movimento sensual!!!”. Poi mi son detta, no dai, buttiamoci sul cagotto di piccione che è più fine. Ma tu secondo me, senti i miei pensieri, poi li inserisci nei commenti 😉
E, a proposito di leggere pensieri, sappi che l’espressione feroce del mio prigioniero di viaggio, quel giorno è stata epica: penso che abbia avuto la tentazione di darmi una spintarella e buttarmi sotto al treno. Perché ovviamente lui non collabora all’organizzazione, ma tutto deve essere perfetto. Spiegaglielo che i prigionieri sono definiti tali, per un motivo ben preciso. Insomma, non ho potuto fargli la foto, ho finto che fosse tutto calcolato e, dato che la miglior difesa è l’attacco, gli ho pure ruggito contro, ahahahahah!
L’effetto della Thailandia…eh, come spiegarlo. Tutto è iniziato quando ho chiuso il portale per richiedere l’ESTA, perché dopo aver letto i post di Tiziana e Roberta non riuscivo a pensare ad altro che alla Thai. Nemmeno io mi ero mai veramente interessata a questa destinazione, salvo poi svegliarmi un giorno e sentire un richiamo fortissimo che ancora non mi spiego. Un richiamo che poi, sicuramente, ha influito molto sul modo in cui ho percepito il viaggio. Compreso quel momento al Tempio, quando sul serio mi sono ritrovata a piangere, senza nemmeno capire perché. Ad un certo punto io ed il monaco ci siamo guardati negli occhi e, forse, avrà pensato che fossi folle. Oppure, voglio sperare, che abbia capito la mia emozione fortissima.
Vorrei dirti che mi sono pesata, al rientro dal viaggio…ma dato che in 18 giorni ho mangiato ogni cosa visibile ed invisibile, ho evitato. Credo di aver retto a quel caldo per pura testardaggine, considerando che soffro di pressione bassissima. Ma sono riuscita a non svenire: potere del viaggio 🙂
Buona serata Dani!
Claudia B.
Ma quante cose belle ci sono da vedere a Bangkok? Ora capisco perché l’altra metà di Stamping è stata lì per tantissimo tempo! Prima o poi la visiterò anche io, e credo proprio dovrò calcolare almeno una settimana, cooscendo i miei ritmi lenti! 🙂
Intanto grazie dell’articolo dettagliatissimo! Come sempre, prendo appunti! 🙂
Una settimana sarebbe perfetta Stefania, perchè così avresti abbastanza tempo per vedere la Bangkok più conosciuta, quella nascosta ma bellissima e i dintorni che sono pieni di sorprese!
Capisco appieno la seconda metà di Stamping: per me cinque giorni sono sono stati sufficienti ?.
È un piacere aver condiviso con la mia esperienza, spero possa essere utile!
Baci,
Claudia B.
Questo post è un concentrato di cose belle: immagini, palazzi, statue, scorci, emozioni. Mi è piaciuto tantissimo perché non è la guida alle cose da non perdere a Bangkok (per quello ci sono le famose guide di cui abbiamo già parlato ?), ma è come vedere una città che non conosco vedendola attraverso i tuoi occhi e attraverso le tue percezioni. Ogni cosa che descrivi mi sembra più bella della precedente, ogni angolo più magico del precedente. Grazie per questo bel viaggio virtuale!
Al prossimo post, sono molto curiosa di scoprire altri angoli di questo paese.
Un bacione ?
Il prossimo è un post a cui tengo tanto, perché vi racconterò la Bangkok antica, quella che resta ancorata al passato…e spero di sapervi trasmettere tutto il fascino del luogo!
Grazie per i complimenti Silvia, mi fa piacere che l’intento di farvi vedere il mondo attraverso i miei occhi, abbia funzionato bene. Per le date e gli eventi, lasciamo parlare le guide ?! Rido perché ultimamente le abbiamo smontate senza rimpianti!
Grazie per aver apprezzato queste visite, così classiche in un itinerario in Thailandia, ma non per questo meno affascinanti.
A presto Silvia!
Claudia B.
Assieme ai mercati, la visita ai templi è la cosa più bella da fare a Bangkok.
Io ho adorato anche la Jim Thompson’s House è Baan Silapin, dove abbiamo potuto rivivere le atmosfere della vecchia Bangkok ?! Una città dalle mille sfaccettature!
A presto,
Claudia B.
La tua Thailandia è diversa da quella di chiunque altro.
E’ questa la sensazione che provo leggendo i tuoi post, dopo avere ascoltato i racconti di altre persone. Ed è bellissimo, perché significa che ognuno di noi vive i paesi a modo suo, che ogni luogo o monumento tocca corde particolari del nostro cuore e ciascuno conserva un ricordo diverso, una sensazione unica.
Sei stata fortunata ad assistere alla benedizione del monaco: sono certa che sia un’esperienza che ti resterà dentro. Ecco, magari tutti noi eviteremmo volentieri gli attimi di terrore davanti al bancomat, ma l’importante è risolvere anche questi incidenti di percorso!
Esatto! Una volta risolto il problema, abbiamo ripreso a respirare di nuovo in modo normale! Gli inconvenienti fanno parte del viaggio come della vita. L’importante è sistemarli ?!
La bellezza di vivere e raccontare un viaggio, è sul serio racchiusa nella consapevolezza che ognuno di noi lo affronta in maniera diversa, lo sente in maniera diversa. Mi rendo conto che, il modo in cui mi è arrivata la Thailandia, a volte può sembrare quasi onirico! Ma è esattamente il modo in cui l’ho vissuta.
Certo, anche io ho visto cose che non vanno bene, cose non giuste, ma più che accusare, ho preferito mettermi una mano sulla coscienza e aprire gli occhi anche su quanto avviene da noi in occidente. Senza limitarmi ad accusare. Penso che un viaggio sia sempre un importante momento di riflessione ?.
Così come è introspezione e sensorialità, assistere a certi momenti, come la benedizione del monaco: hai ragione, non lo dimenticherò mai…
Un abbraccio,
Claudia B.
Che bellezza e che senso di perfezione!! Una ricchezza di decorazioni che mi fa venir voglia di partire subito!! ❤
Questa volta non so dirti cosa mi sia piaciuto di più, ogni statua e Palazzo mi sembrano irrinunciabili, come tessere di un colorato mosaico..
Sai Claudia, credo a volte le lacrime arrivino al momento giusto, quando il cuore rischia di scoppiare per l’emozione e deve trovare uno sfogo.. significa che stai davvero vivendo ciò che hai davanti, tieniti stretta questa capacità ?
Oh Silvia che belle le tue parole! Che meraviglia! Io penso sul serio che tu abbia ragione. Già di per sè era stata una giornata piuttosto emozionante. Credo che, arrivare al Wat Arun, trovare un numero di persone sostenibile (per cui godersi molto di più la visita), ed assistere a quel momento così intenso…per me sia stato come la botta finale. In senso buono, ovviamente. Non ho potuto trattenermi, perché le parole sconosciute del monaco camminavano sotto la mia pelle. Assurdo, lo so. Ma so anche che, da viaggiatrice sensibile quale sei, tu puoi capirmi.
Terrò cari questi momenti e la capacità di piangere come una bambina, dando sfogo alle mie emozioni. Anche se a volte è anche un po’ imbarazzante!!!
Un bacione,
Claudia B.