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Feste medievali alla Rocca delle Caminate: “Falchi et Archi”

Feste medievali alla Rocca delle Caminate: “Falchi et Archi”

Oggi vi narro una storia del passato. In più di un senso, in quanto vi racconterò di una domenica di qualche anno fa, trascorsa nel Medioevo.
Si, cari lettori, avete capito proprio bene! Conoscete la Rocca delle Caminate? Ne avete mai sentito parlare? Direi che gli appassionati di storia o i più curiosi, devono necessariamente avvertire un campanellino suonare alla porta dei propri ricordi…
La Rocca delle Caminate, è la grandiosa residenza estiva di Benito Mussolini, un castello immerso nelle colline verdissime tra Predappio e Meldola. Siamo nell’entroterra forlivese, un territorio ricco di itinerari, borghi, rocche, ottima gastronomia e produzione vitivinicola di qualità.
Dopo una piacevole corsa in mezzo alla campagna rigogliosa e splendente, con la tiepida aria di maggio ad investirci dai finestrini abbassati, arriviamo in tarda mattinata alle porte della grandiosa location. Non ci sono ancora troppi visitatori in giro così, subito dopo aver pagato l’ingresso, possiamo andare alla scoperta di questa immensa proprietà che ospita l’evento “Otto castelli per un palio”
Si tratta di una rievocazione storica imperdibile, che si ispira a quelle che furono le lotte tra le famiglie Malatesta, Ordelaffi e Belmonti, oltre ad altre famiglie provenienti dalle zone collinari della Romagna, le quali si contesero la Rocca tra il XIII ed il XV secolo, distruggendola e riedificandola a più riprese.
In realtà, anche nei secoli successivi, la proprietà della Rocca passò dapprima ai Francesi, poi alla Repubblica di Venezia, allo Stato Pontificio, al Conte di Carpi. E, ancora, ai Principi Aldobrandini, ai Principi Panphili e Doria-Panphili, quindi alla famiglia Baccarini di Forlì.
A concludere un ciclo vitale segnato da una carrellata di atroci vicissitudini, vi fu il terremoto del 1870, che provocò grossi danni alla struttura, portando al crollo di parte della torre.
Negli anni Venti, i cittadini romagnoli, chiesero un prestito littorio per ristrutturare la Rocca e omaggiare, successivamente, Benito Mussolini con questa sontuosa dimora.
Il Duce apprezzò molto il dono, fece della Rocca delle Caminate la propria residenza estiva e, ogni qualvolta si trovava in sede, un faro potentissimo installato sulla torre ricostruita, proiettava una luce che segnalava la presenza di Mussolini, fino a 60 km di distanza.
Qui si tenne il primo consiglio dei ministri della Repubblica Sociale Italiana, nel 1943. In realtà fu anche il luogo in cui i partigiani subirono terribili torture.

La struttura della Rocca delle Caminate, si presenta oggi con l’aspetto stravolto dalla ristrutturazione degli anni Venti, totalmente diversa dalla prima fortezza. Non si conosce la data esatta di edificazione: indicativamente si parla del periodo precedente l’anno Mille, mentre per alcuni studiosi è più probabile che si aggiri attorno al XII secolo. 
Qualunque sia la data di nascita della Rocca delle Caminate, in questa scintillante domenica di maggio ci troviamo totalmente soggiogati dalla bellezza del luogo, catapultati in un soleggiato passato in cui erano i signori di Romagna, a farla da padrone.

Ciò che colpisce e accoglie il visitatore, è la vasta quinta naturale di una bellezza pura: la Rocca è ovviamente chiusa al pubblico, ma si presenta come una signorile ed elegante residenza, circondata da ettari di parco, che rivive come se il passato fosse il presente.

Passeggiamo all’ombra dei frondosi alberi, spostandoci tra accampamenti di armigeri e mercatini medievali, mentre figuranti in costume svolgono quelli che erano gli antichi mestieri, accompagnati dal canto delle cicale.

Ci ritroviamo ad ammirare dame e cavalieri che ballano con grazia su musiche d’altri tempi; camminiamo fianco a fianco con personaggi in costume storico, perfettamente inseriti in questo contesto. E poi i giochi e le attività, che ci coinvolgono completamente, allietando ancor di più il tempo trascorso qui: gioco dell’Oca, rompicapo medievali, battaglie tra trottole!

Ogni sorta di sfida medievale impegna il nostro tempo, prima di raggiungere un folto gruppo di alberi, sotto cui ci soffermiamo a seguire un’avvincente gara di tiro con la balestra, proprio nei pressi della Rocca. La sensazione è veramente quella di essere ai tempi dei Malatesta e degli Ordelaffi.

Al termine della gara, veniamo attirati dalle lezioni di tiro con l’arco storico, che si tengono nell’ampio prato soleggiato. Restiamo un pò qui, a guardare i visitatori che si alternano nel ruolo di tiratori e, a dire il vero, anche Daniele vorrebbe partecipare ma, controllando sul programma, ci accorgiamo che si sta avvicinando l’ora in cui si disputerà la Giostra dell’Almoravide.

Pertanto, ci incamminiamo verso il campo che ospiterà la contesa del Palio, passando vicino ai meravigliosi cavalli, valorosi  e fedeli animali accuditi con amore dai loro cavalieri, che li preparano alla gara.

Ci sediamo sul prato per poter seguire questa avvincente contesa all’ultimo tiro, che attira tantissimi visitatori: infatti lo spazio si riempie velocemente di spettatori.

Assistiamo con piacere all’arrivo della Corte, con figuranti elegantissimi, i quali sfilano accompagnati da tamburini e sbandieratori; di seguito ecco i valorosi guerrieri che, con i loro destrieri, si contenderanno il palio. Non prima, però, di aver ammirato gli eleganti giochi di bandiera.

La nascita della Giostra dell’Almoravide ha antiche origini. Nel Medioevo, il popolo musulmano degli Almoravidi, era padrone del Mediterraneo: invase la Penisola Iberica, ma si spinse anche in Italia, fino a Roma. La Chiesa chiamò a raccolta i Cavalieri, affinché combattessero contro questo pericoloso nemico e, gli invasori, furono fermati solo dopo sanguinose battaglie.

In questa domenica di maggio, di certo e per fortuna, non scorre sangue, ma devo dire che la contesa ci fa trattenere il fiato e saltare in piedi nei momenti di maggior tensione, con i cavalieri che combattono con cariche impetuose, contro il pesante buratto. Passaggio dopo passaggio, la gara prosegue senza soste, mentre i contendenti implacabili guidano i loro possenti cavalli verso la conquista della vittoria.

Un’esperienza nuova per noi, questa alla Rocca delle Caminate, pur essendo grandi appassionati di rievocazioni storiche, è la prima volta che ci troviamo a prendere parte a “Otto Castelli per un Palio”: un’evento che ha disegnato, per i nostri ricordi, la memoria di una giornata strepitosa. D’altronde, quando lo spettacolo è perfetto, inserito in una quinta straordinaria, l’esito può solo raggiungere il sublime.

Claudia B.