Oggi ho voglia di tornare in Scozia e, dato che non posso farlo fisicamente, ho tutta l’intenzione di concedermi un viaggio virtuale. Voglio perdermi nel ricordo dell’itinerario di cinque giorni tra Highlands e Lowlands.
Vi presento, quindi, un vademecum di viaggio con qualche idea pratica su cosa vedere e dove fermarsi durante un tour on-the-road in Scozia. Possibilmente, aiutandovi anche a non commettere i miei stessi errori.
Ho personalmente seguito questo itinerario tra Highlands e Lowlands. Naturalmente la Scozia ha un mondo da offrire, per cui massima libertà di scelta. Ma se siete alla ricerca di un’idea, di uno spunto, oppure volete capire cosa effettivamente si può vedere in un tour on-the-road in Scozia di cinque giorni, direi che questo post può esservi d’aiuto.
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Itinerario tra Highlands e Lowlands: qualche suggerimento.
Il mio itinerario tra Highlands e Lowlands è iniziato da Edimburgo ed è arrivato sino a Glasgow. Da Glasgow, poi, sono tornata ad Edimburgo per il volo di rientro in Italia. Non c’è una regola che vieti, però, di ripartire direttamente da Glasgow, recuperando del tempo prezioso. Oppure di convergere su Edimburgo, evitando la sosta a Glasgow!
PRIMO CONSIGLIO: leggete cosa ho fatto, ma evitate il mio errore. Nel diario di viaggio in Scozia, vi ho raccontato che per questo itinerario scelsi un tour organizzato. ERRORE COLOSSALE. Mai più. Non ho nulla contro i tour di gruppo, ne ho fatti tantissimi, di cui alcuni molto belli. Ma in Scozia è stata una scelta assolutamente sbagliata.
L’ideale è noleggiare l’auto a Edimburgo, per lasciarla poi a Glasgow. Oppure nuovamente ad Edimburgo. Con un bel chilometraggio illimitato, il ritiro e riconsegna con serbatoio pieno (per evitare costi aggiuntivi), un’assicurazione extra per la copertura della franchigia, l’opzione annullamento inclusa… siete a cavallo. O in auto. Tenete conto che, ritirare e riconsegnare il mezzo in luoghi diversi, comporta un costo maggiore. Però, a volte, può essere davvero utile in termini di organizzazione. Su NoleggioAuto.it, le opzioni sono numerose e, per porre tutte le domande che vi assillano, potete anche ricorrere alla chat. Io ad esempio sono maestra di interrogatori su chat!
La questione hotel va ovviamente valutata in base alle finanze. E al periodo del viaggio. Se volete guadagnare tempo, conviene cambiare struttura almeno tre volte. Tenete conto che nelle Highlands non pullula di hotel, perciò magari muovetevi con largo anticipo. Per non svenarvi, ed affidarvi comunque a portali seri e di qualità, comparate prezzi e proposte su Booking.com.
Per quanto concerne le località in cui soggiornare, vi consiglio le stesse del mio itinerario tra Highlands e Lowlands: Aberdeen, Aviemore e Fort William. Ho ripescato dagli archivi (leggete: tomi spaccaossa con foto e memorabilia), i nomi degli hotel in cui ho alloggiato. Ve li riporto, magari potranno esservi utili:
- Aberdeen: Mercure Aberdeen Ardoe House Hotel & Spa;
- Aviemore: MacDonald Aviemore Hotel;
- Fort William: Hotel Ben Nevis.
SECONDO CONSIGLIO: senza mezzi termini vi dico che, oggi, sceglierei appartamenti su Airbnb, oppure Bed and Breakfast su Booking.com.
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Itinerario tra Highlands e Lowlands: Perth, Glamis Castle, Aberdeen.
Dopo aver lasciato Edimburgo sotto ad una pioggia battente, mi dirigo verso la cittadina di Perth. Che visito, ovviamente, sotto ad una pioggia battente. Per fortuna sono provvista di ampio poncho impermeabile. Peccato non aver preso anche maschera e pinne!
Eppure, questa Scozia grigia e tenebrosa, così struggente nelle sue sfumature cupe, ha qualcosa di magico. Non nego che tanta pioggia stia diventando fastidiosa. Ma è come una cascata di lacrime che tocca la terra, facendola risplendere. Paesini sonnolenti e pittoreschi, dai cui comignoli esce fumo nonostante sia estate. Verdi prati brillanti e fiumi colmi d’acqua.
Anche Perth, deliziosa cittadina e capitale della Scozia fino al XV secolo, mi accoglie con questa aria nostalgica. Visito la cattedrale, poi passeggio nel centro storico, così vivo nonostante il maltempo. Eppure, anche sedere in una piccola caffetteria col camino acceso, mentre la pioggia scivola lungo i vetri, ha in sé qualcosa di ammaliante.
Il momento più bello della giornata, però, da amante quale sono delle residenze storiche, è la visita a Glamis Castle. Molti lo considerano uno dei più infestati di tutta la Scozia. Storicamente, invece, è il palazzo in cui nacque la Regina Madre. Difficile spiegare la suggestione di una visita guidata tra le antiche stanze, mentre fuori imperversa il temporale. L’accento scozzese della curatrice che mi guida tra i misteri di Glamis, è così rilassante e simpatico da cullarmi e coinvolgermi nella storia.
Quando raggiungo Aberdeen a fine giornata, il tempo peggiora ulteriormente. Cerco di ripararmi come meglio posso, tentando di fotografare qualche scorcio della “città di granito”. Il centro di Aberdeen è stato in effetti costruito col granito, proveniente dalle cave locali. Davvero affascinante il modo in cui la pioggia bagna gli edifici con la luce morente del tardo pomeriggio che li fa scintillare.
IL CONSIGLIO: se continua a piovere con disperazione, prendete in considerazione l’idea di visitare un castello. Tra i castelli più vicini ad Aberdeen ci sono quelli di: Drum, Crathes, Balmoral, Fraser.
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Dunnottar Castle, Crathes Castle, Ballater, Cairngorms National Park, Glenlivet .
A proposito di castelli scozzesi nei dintorni di Aberdeen, il mio secondo giorno di visite inizia con una sosta panoramica a Dunnottar Castle. Le rovine di questa fortezza, appartenuta ai Conti Marischal, sorgono su di uno sperone di roccia battuto dalla forza del Mare del Nord. Il gioco obliquo della luce sulle scogliere e sul castello, mi catapulta in un passato arcano ed irreale.
Tappa successiva è a Crathes Castle, dato che Balmoral non è visitabile ad agosto. Quando Ely The Second and her family, fuggono in Scozia per le vacanze estive, lasciano via libera ai visitatori in quel di Londra, ma limitano tutti i poveretti che si trovano nelle terre dei dissidenti!
Crathes Castle resta comunque una visita deliziosa. L’edificio del XVI secolo, è circondato da un giardino-gioiello. È una sorta di torre, i cui interni sono ancora splendidamente arredati con mobilio originale. Robert de Bruce lo donò alla famiglia Burnett.
Si entra a piccoli gruppi di persone, per cui la visita guidata è molto piacevole. Dalle finestre aperte entra costantemente profumo di fiori e di natura, oltre al canto degli uccellini come sottofondo. La stessa quiete la si vive nei giardini, tra aiuole dai mille colori, siepi che sono vere architetture, fontane e serre.
Per la pausa pranzo mi fermo nel piccolo villaggio di Ballater. Non un paese qualunque, ma il luogo in cui fa rifornimento la Royal Family durante il soggiorno in Scozia! Sembra un piccolo borgo uscito da un dipinto, con i cottage eleganti, le botteghe ben fornite di prodotti locali, la ricercatezza delle decorazioni floreali. La verde piazza centrale e la chiesetta. Tutto è minuscolo e a misura d’uomo. Apprezzo ogni passo mosso per i vicoli e la gentilezza degli abitanti, sempre pronti a scambiare quattro chiacchiere con i turisti.
Il programma del pomeriggio, prevede una visita alla distilleria Glenlivet di Ballindalloch, prima di raggiungere Aviemore. Attraverso il Cairngorms National Park, ma è difficile spiegare la bellezza selvaggia dei paesaggi sfiorati.
Distese d’erica a perdita d’occhio, inframmezzate dal verde lussureggiante, punteggiato qua e là da pecore al pascolo. Ruscelli che interrompono il rincorrersi delle montagne. Le nuvole in cielo che fanno mutare costantemente colore e aspetto al panorama.
IL CONSIGLIO: se non siete più che interessati a visitare una distilleria di whisky, prendetevi tutto il tempo per fare soste fotografiche e passeggiate nell’incredibile Cairngorms National Park.
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Itinerario tra Highlands e Lowlands: Loch Ness, Urquhart Castle, Inverness, Culloden, Elgin.
Una giornata che inizia nelle tonalità del grigio e passa poi, lentamente, al sole scintillante, esaltando perfettamente i luoghi visitati.
Parto per una crociera sul Loch Ness, circondato da colline avvolte nella foschia. Il verde appare quasi nero, mentre l’erica si fonde nel quadro come una macchia indistinta, appena accennata. Il loch, scuro e piatto, è increspato solo dal passaggio delle barchette… o forse, chissà, potrebbe essere Nessie che nuota a pochi metri da me.
Alla fine dell’escursione, scendo a Urquhart Castle, dove è la struggente melodia di una cornamusa ad accompagnarmi nella visita. Le rovine di questa fortezza, esistente già nel XIII secolo, sono un insieme di fascino e mistero. Silenzi e ampi scorci sul loch, mentre le pietre sussurrano storie del passato.
Il tempo inizia ad accennare un miglioramento quando raggiungo Inverness, definita “capitale delle Highlands”. Al limitare della città, si trova una collina magica, dove si dice vi sia l’accesso al regno delle fate. L’abitato, è elegantemente disposto lungo il fiume Ness. Una passeggiata in questa bella cittadina, è come un raggio di sole nel mio viaggio.
Diverso il momento in cui, del tutto fuori programma, devio verso il Culloden Battlefield. Il tempo muta di nuovo, portando vento forte ed una triste pioggerellina. Sembra che l’intera piana pianga ancora la fine dei clan, distrutti nella drammatica battaglia del 1746. Di questa storia ho scritto nel diario di viaggio in Scozia. Ma resta comunque complesso spiegare le emozioni contrastanti, che mi invadono durante la visita.
È il sole pieno che mi accompagna a fine giornata, durante la sosta alle vestigia della Cattedrale di Elgin. Una zona, questa, molto apprezzata dai sovrani scozzesi come luogo di caccia.
Elgin è a propria volta legata all’ultima rivoluzione giacobita. Qui gli Highlander e Carlo Edoardo Stuart, passarono l’ultima notte prima della Battaglia di Culloden. Passeggiare tra le sue rovine, su di un manto d’erba come pavimentazione, ed il cielo come tetto, mentre il sole entra dalle finestre rimaste, incanta ad ogni passo.
IL CONSIGLIO: se soggiornate ad Aviemore, non perdete una passeggiata serale nella minuscola cittadina. Una sosta nella stazione, utilizzata come set in Harry Potter, quattro passi tra le vie deserte, ed una pinta di birra in un pub, vi faranno dimenticare la stanchezza.
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Eilean Donan Castle, Isola di Skye, Glenfinnan, Fort William.
Un’intera giornata alla scoperta delle Highlands occidentali, tra leggende, sonorità, paesaggi. Un’intera giornata a contatto con la storia di una terra logorata dall’oppressione inglese, che ancora oggi mostra i segni tangibili delle proprie scelte.
Attraversare le lande desolate delle Highlands, è il sogno di tutti quelli che raggiungono la Scozia. Difficile, però, è accettare come, questa paesaggistica perfezione, provenga direttamente dalla repressione del Duca di Cumberland e delle sue truppe, dopo la Battaglia di Culloden.
Eppure, quelle valli infinite solcate da ruscelli, strette tra montagne e distese d’erica, con solo poche fattorie e tante pecore ad interrompere questa immagine plastica, hanno un fascino puro ed innegabile. Sono una calamita per gli occhi e per il cuore. Massima libertà nelle soste e nei momenti di riflessione. Perché la Scozia cattura la tua mente, la svuota, la lascia solo piena di sé.
Sono indimenticabili le visite all’Eilean Donan Castle, set del film “Higlander-l’ultimo immortale”, al Castello di Dunvegan e al piccolo villaggio di Portree, sull’Isola di Skye… ma sono soprattutto i paesaggi che rapiscono il cuore.
Silenzi e sguardi infiniti. Colori che si posano sulla retina per non andarsene mai più. È la storia, sono i misteri, le leggende, o forse la cortesia delle persone, ma il cuore pulsa più forte davanti ad un fascino così selvaggio. Così vero.
Termino la giornata sulle rive del Loch Shiel, a Glenfinnan, dove sbarcò Carlo Edoardo Stuart con il suo sogno di riconquistare il trono, che devastò però i clan scozzesi. Un monumento in memoria degli Highlander sorge proprio a pochi passi dal lago. Mentre nella vallata retrostante, passa il panoramico viadotto ferroviario, che compare anche in alcune scene di Harry Potter.
Saluto questa emozionante giornata con uno sguardo al massiccio del Ben Nevis, proprio di fronte al mio hotel di Fort William. La più alta cima delle Isole Britanniche, ha deciso di mostrarsi dopo mesi di foschia, solo per darmi un abbraccio visivo che durerà tutta la vita.
IL CONSIGLIO: se avete la possibilità di estendere il soggiorno, trascorrete sull’Isola di Skye un’intera giornata. Potete raggiungerla con tour guidati, attraverso lo Skye Bridge, oppure con i traghetti su cui è possibile imbarcare le auto.
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Itinerario tra Highlands e Lowlands: Glencoe, Inveraray Castle.
Ultima giornata del mio itinerario tra Highlands e Lowlands scozzesi. A metà pomeriggio raggiungerò Glasgow ma, per ora, mi attendono ancora tanti paesaggi da sogno.
È la pioggia, con una foschia alta, ad accompagnare il mio viaggio da Fort William, attraverso la valle di Glencoe. Strette vallate e foreste, hanno fatto da scenario naturale a numerosi film.
Ad un certo punto le cime lasciano il posto ad una brughiera bellissima, costellata di acquitrini, piante basse e loch. Sembra che da un momento all’altro possa sbucare il temibile “mastino dei Baskerville”, braccato da Sherlock Holmes e Watson… o forse il contrario.
Quando raggiungo l’Argyll e la storica città di Inveraray, la pioggia non ha smesso di battere forsennatamente. Eppure, durante la visita ad Inveraray Castle, questo torrente d’acqua che scende dal cielo mi chiude come in un bozzolo suggestivo. Gli ampi saloni che appartengono al Duca di Argyll del clan Campbell, trasudano di storia ed eleganza.
Anche il piccolo paese di Inveraray, è accogliente e caratteristico. La pioggia la si combatte entrando nei minuscoli negozi del centro, oppure fermandosi a gustare un fish and chips, cucinato con pesce freschissimo.
Non ci sono regole in Scozia per affrontare il maltempo, se non quella di pensare ed agire come le persone del luogo. Per il resto, una visita fuori programma, un pasto caldo, una tazza di tè, oppure un whisky, insieme ad un fuoco scoppiettante, riscaldano subito le ossa e ti fanno sentire parte della magica terra di Scozia.
Claudia B. in collaborazione con NoleggioAuto.it
Penso che in Puglia ne hai aggiunte altre 50 di sfumature di grigio! Mannagg. Comunque la Gran Bretagna deve essere proprio bella. Ma vedi tu quella cornamusa dal suono “struggente”! Mi ricorda il principe della collina di Candy Candy. E dimmi un pò… che souvenir stavano sul mostro del lago?
Secondo me Tiziana, mi sto tirando dietro la sfiga, con tutte le 50 sfumature. Perché dalla Scozia in poi le ho trovate ovunque, anche nei posti più impensati: Minorca, Canarie, Azzorre, Puglia, Maldive…oggi persino a casa!!!
Bello eh! nel senso che ad esempio in Scozia fanno parte del paesaggio. In altri luoghi, invece, anche no 😉 !
Allora, sto ripensando ai souvenir su Nessie. Facendo mente locale ricordo le cose più assurde, di tutto, ma il top resta il cappellino-berretta a forma di Nessie…Dovrei avere una foto di Daniele che lo indossa con sospetto, ahahahahahah! Assurdo, sul serio. Molto bello invece il giro in battello 🙂
Un abbraccio Tizzi,
Claudia B.
E che te lo dico a fare che ho divorato il tuo itinerario come una pagina di un bel romanzo avvincente.! Sogno la Scozia da tanto TROPPO ormai che avevo perso le speranze. Però da quando Ryanair è approdata a Napoli non escludo che in futuro possano aggiungere questa rotta a prezzi “umani” per poveracci come me 😛 Comunque ho segnato tutto, anche il consiglio del tour organizzato (ci sono passata anch’io) 😉
E niente che vuoi da me…la Scozia mi affascina anche con le 50mila sfumature di grigio! Grigio che accostato ai capelli di Sam/Jamie sta proprio daddio 😉
Ti abbraccio Cla!
Qui la lista di Sam/Jamie dipendenti vedo che si allunga! E sono d’accordo: col suo splendido colore di capelli, si abbinano tutte le 50 sfumature di grigio di questo mondo ?!
Torno seria? Torno seria. Vedrai che l’offerta aerea giusta con Ryanair presto arriverà. Purtroppo il grande nord non è una delle mete più economiche del mondo, ma vale di certo l’attesa.
Sulla questione tour in bus, non voglio condannare l’intera categoria (perché ne abbiamo fatti alcuni di una bellezza straordinaria), ma sulla Scozia non funzionano. In questa terra ci vuole libertà di movimento, di fermata. Serve tempo per apprezzarla in ogni sua parte ?
Buona serata Dani, un bacio!
Claudia B.
Nonostante a me venga l’orticaria quando si parla di tour organizzati e anche tu lo sconsigli per esplorare la Scozia, siete comunque riusciti a fare un bel giro.
Ho pochissimi ricordi della Scozia. Principalmente, mi son rimasti impressi Edimburgo e Loch Ness. Vedendo le tue foto mi è venuta voglia di tornare a immergermi in quei paesaggi sconfinati e bagnati dalla pioggerellina: magia pura!
Noi ne abbiamo fatti tanti Roberta, alcuni persino molto belli e ben organizzati. Di certo non posso lamentarmi sul numero di cose viste, sulla qualità delle visite. Ma ci sono situazioni, in cui stare in un bus è limitante in modo frustrante. Tu vorresti fermarti per assaporare un paesaggio, fare una foto, inserire una visita fuori programma…ma non puoi! Certe libertà puoi prendertele solo con un’auto a tua disposizione. Soprattutto in zone come queste, dove anche muoversi con i mezzi pubblici può essere difficoltoso.
Ecco perché dico sempre che ho un conto in sospeso con la Scozia. E lo penso davvero! Desidero tornare e vedere le cose a modo mio, voglio fermarmi ogni volta che mi va, vedere castelli fino allo sfinimento e rotolarmi nell’erica! E, niente, in questi giorni ho la mente bloccata nelle Highlands 🙂
Un abbraccio,
Claudia B.
Aiuto, hai toccato il tasto dolente… la “mia” Scozia!!!
Mi sto scervellando per capire quando potremmo riandarci. Ammetto tranquillamente che ho, anzi abbiamo un problema. A me aveva sempre attirato, ma con Outlander APRITICIELOESPALANCATITERRA (la tua foto a Culloden con la lapide del clan Fraser è casuale??); Pavel è da qualche anno ormai che si è appassionato al whisky… quindi è la nostra meta ideale. Tanto che siamo tornati due volte in 3 mesi (non so se sei mai incappata sui mille post sul mio blog). L’ultima volta full immersion ad Edimburgo, quella precedente un giro in auto non spingendoci molto a nord, dettato dalla visita ad alcuni luoghi della serie e distillerie.
Ti dico, il whisky può piacere o meno, ma ritengo la visita ad una distilleria una tappa fondamentale per capire ancora di più la cultura scozzese.
Torno a studiarmi la mappa va….
No Celeste, non è casuale!!! L’hai notata subito eh?, da brava appassionata! Mi chiedevo se qualche fan sfegatata della saga, se ne sarebbe accorta 😉
Pensa che io leggo la Gabaldon dal 2010, per cui prima che iniziassero a girare la serie. A suo tempo, quando siamo stati in Scozia, non c’era ancora un itinerario tematico. Anzi, nemmeno si parlava della serie televisiva, se non sbaglio!
Ma quando chiedemmo di andare a Culloden, dato che è davvero vicino ad Inverness, ho battuto a tappeto la piana per trovare quella piccola lapide! Ma guarda te, cosa mi tocca ammettere. Vabbé, visto che siamo in fase di confidenze, credo di aver fotografato ogni insegna “Fraser” ovunque me ne capitasse una a tiro 😉 Ma con questo mi fermo, perché sto lasciando in giro prove della mia fissazione…ihihihihih!
La visita alla distilleria è interessante, ma sarò onesta: la bellezza del Cairngorms National Park, per me, ha la precedenza. Forse perché avevamo poco tempo a disposizione, forse perché quel poco tempo è stato gestito male (vedi il consiglio di evitare i bus), ma io avrei passato l’intero pomeriggio a far foto al Cairngorms e a passeggiare sull’erica!
PS: faccio un salto sul tuo blog, che adesso son curiosa 🙂
Baci,
Claudia B.
Notata subitissimo, anche perchè non esiste che io torni in Scozia non visitando Culloden nemmeno questa volta. E non sei la sola ad aver fotografato ogni insegna con su scritto Fraser 😀
Io ho visto la serie e poi letto i libri, ma visto che non vado per mezze misure sono proprio ossessionata… come fai a non esserlo???
Sai cosa, forse quella che avete visto voi era la distilleria “sbagliata”. Mi piacciono i whisky della Glenlivet, ma è una delle più grandi di Scozia, quindi presumo molto commerciale anche a livello di visite. Un po’ come la prima dove siamo stati, non piccola ma ad esempio con la saletta cinema dove veniva proiettata la storia, o la ricostruzione dello studio del fondatore. Nella seconda invece non c’era quasi nient’altro che la piccola distilleria, con la sua manciata di impiegati in tutta la sua autenticità. Un’esperienza simile per certi versi alla tua in Casentino, VERA. Io ormai mi sono per forza di cose appassionata anche se non tanto quanto lui, ed ero completamente rapita. Così come la nostra amica che nemmeno lo beve il whisky!
Che poi le campagne scozzesi travolgano per la sconvolgente bellezza, questo è poco ma sicuro!
Ti aspetto a “casa mia” allora, baci!!
Sono stata or ora a stalkerarti, ma ho lasciato le prove quindi sono parzialmente innocente! Se ho perso qualche post taggami, che lo recupero 😉
Sai, hai appena risposto al dubbio che mi ha perseguitata per cinque anni. Tu hai centrato il punto sulla visita alla Glenlivet: forse non mi ha colpito, proprio per la sua grandezza, per l’essere così commerciale. Il termine che mi viene in mente è: impostata. Bellissimi ambienti e storia interessante, per carità. Ma troppo ricercato. Si perde il bello della tradizione, della piccola azienda a misura d’uomo. Si perde il senso del vero, del caratteristico che, come in Casentino appunto, riesce a conquistarmi.
I due esempi che hai riportato, sono già un mondo a parte: persino io mi fermerei in angolini del genere! Appassionata o no, sono certa che l’intera situazione, mi farebbe sentire il lato umano, vero, della produzione. E lo apprezzerei 🙂
Baci,
Claudia B.
Per la Scozia provo un mix di attrazione e diffidenza. Attrazione, perché i malinconici paesaggi delle Highlands mi conquistano e mi fanno sognare… e poi Edimburgo, dove la Rowling ha scritto Harry Potter: non posso pensare di non essere ancora andata in quella città. Diffidenza, perché la pioggia mi spaventa. Ha il potere di deprimermi – non gli acquazzoni estivi, ma quella pioggia battente con il cielo uniformemente grigio… non so se sarei in grado di pensare e agire come le persone del luogo, come giustamente dici tu. Però resta un Paese dal fascino indiscutibile!
Dunque, questo è un problema! Lo dico col sorriso, perché se penso a tutta l’acqua che abbiamo preso in quei giorni, ancora mi trovo a metà tra lo stupefatto e “oddio la maschera e il boccaglio”! Continuo a citare il famoso poncho ampio di Decathlon, perché non fosse stato per quello, non so come ne saremmo usciti.
Ed in Scozia quando piove, il cielo assume esattamente quell’aspetto che tende a deprimerti. Da una parte, è un punto caratteristico, che si fonde col paesaggio e lo rende unico. Dall’altra dopo un pò di giorni, può diventare pesante anche per chi non ha generalmente problemi.
Però devi credermi, la bellezza struggente di quei luoghi, ripaga di ogni disagio 🙂
Un abbraccio,
Claudia B.
Sai che proprio in questi giorni ho pensato tanto alla Scozia? Quanto mi piacerebbe tornare! Certo non con un tour in pullman, perché ti limita molto negli spostamenti, o comunque ti impedisce di fermarti se vedi un posto che ti piace.
Ottimo anche il consiglio di cambiare hotel ogni due o tre notti: anche io ho fatto la stessa cosa l’ultima volta.
Ma l’ultima foto, quella di Inverary, l’hai fatta all’altezza del ristorante/hotel in cima alla via che va verso il porto? Mi sembra di riconoscere quell’angolino!
Te sei una grande!!! Hai esattamente colto il punto preciso dello scatto! No vabbé: ma hai un occhio di lince! Fantastico!
Guarda, io penso continuamente alla Scozia, proprio perché sento di avere un conto in sospeso con questa terra. E, quando ho iniziato il post, ho voluto appositamente inserire consigli personali che, seppure possono sembrare sciocchi, personalmente avrei veramente voluto leggere cinque anni fa. Avrei voluto qualcuno di onesto che mi dicesse: non fare queste cavolate.
Poi sarà che ormai abbiamo modificato il nostro modo di viaggiare, ma per me resta il chiodo fisso per il grande errore della scelta del viaggio in bus. Non a caso quello è stato l’ultimo a cui abbiamo preso parte, dopo anni di viaggi organizzati. Da quel momento in poi: fly and drive, appartamentini oppure hotel piccoli e graziosi, b&b…insomma, ho messo una pietra sopra ai vecchi metodi. La libertà dell’auto a noleggio è qualcosa che non ha prezzo, perché sei tu e solo tu a giostrarti luoghi e tempi.
Un bacio, a presto,
Claudia B.