In viaggio con i cofanetti…
Abbiamo iniziato ad utilizzarli quando, svariati anni fa, vennero inseriti nelle raccolte dei punti benzina: al posto dei classici, noiosi premi, senza arte ne parte, questi cofanetti si rivelarono una vera boccata d’aria fresca che, nei periodi più complicati, ci permisero di fare piacevolissimi fine settimana in tutta Italia.
Pro e contro…
Sicuramente uno degli aspetti che gioca a favore dei cofanetti, è la scelta immediata del budget di spesa. Nel momento dell’acquisto, si può già selezionare il cofanetto che rispetta le proprie esigenze, con il prezzo massimo che si vuole investire per il soggiorno.
Fino a qui sembrerebbe tutto perfetto e, generalmente, in questo modo si è svolta la nostra “vita di viaggiatori con cofanetti”. Peccato che, ognuna di queste voci considerate positive, possa venire smentita altrettanto facilmente. Vediamo insieme il perché.
Quando l’incluso è non incluso…
Partiamo da tutto quanto viene indicato come incluso-non incluso. Capisco che, ogni struttura, collabori con più marchi e, per lo stesso marchio, proponga svariate soluzioni, le quali possono includere pernottamento e cena, pernottamento e prodotti tipici in omaggio, pernottamento e aperitivo di benvenuto, solo pernottamento, in un susseguirsi di proposte talmente ampio, che potrebbe far perdere la bussola persino al buon Teseo munito di filo d’Arianna!
Quello che voglio dire, è che troppo spesso ci siamo imbattuti in situazioni nelle quali, il gestore, non aveva la benché minima idea di cosa contenesse il cofanetto, nonostante le segnalazioni da parte mia al momento della prenotazione.
Tra aperitivi di benvenuto che non sono mai scesi lungo le nostre gole, e bottiglie di vino od olio che, solo dopo nostra ennesima richiesta, ci sono state consegnate (in un caso, ormai stanchi, siamo partiti senza pretendere ciò che ci spettava), mi sono sempre chiesta per quale assurdo motivo certe strutture inseriscano “la qualunque” nei cofanetti, per poi fare queste magre figure. Il poco ma buono, a volte, sarebbe l’ideale.
Che senso ha mettere il cliente nella condizione di dover elemosinare ciò che voi avete aggiunto alla proposta di pernottamento? Pensate sia un modo carino di farlo desistere dal richiedere ciò che gli spetta, permettendovi, comunque, di fare i “fighi”, inserendo nel prezzo tante voci che non arriveranno mai nelle sue mani?
Quando prenotare diventa complicato…
La semplicità di prenotazione è un’altra delle voci che, a mio avviso, vanno considerate come positive. In genere, infatti, attraverso uno scambio di mail o telefonate, la questione dovrebbe risolversi con grande scioltezza.
In quattro anni di utilizzo, devo dire che, in genere, non ho riscontrato grossi problemi, se non nel momento in cui la mia fantasia mi ha spinta a tentare di riservare stanze nei periodi di maggiore afflusso turistico.
Perché se è vero che, qualsiasi albergatore, desidera riempire le propria struttura quando tutto sembra calmo come una tazza di camomilla, per cui anche il noioso ospite che si accinge ad utilizzare un cofanetto è ben accetto, le cose cambiano completamente a ridosso dei ponti primaverili, delle festività natalizie e dei mesi estivi.
Chi è corretto, specifica nero su bianco come il voucher non sia utilizzabile in determinati periodi e, in genere, questi sono gli stessi gestori che chiariscono le condizioni anche sui propri siti web, evidenziando eventuali sovrapprezzi o l’impossibilità di soggiornare solo per una notte, durante l’alta stagione. Oppure, semplicemente, accetta la prenotazione senza tanti sotterfugi.
Chi invece non sa cosa sia la correttezza e, con ogni probabilità, ha accettato di inserire la propria attività sui cofanetti in seguito ad una minaccia aliena, generalmente agisce in due modi:
-appena riceve una mail da un “cofanettaro”, evita attentamente di rispondergli, dandosi alla macchia tipo ricercato, negandosi, oppure fingendo di partecipare ad un viaggio a Timbuktu, senza biglietto di ritorno;
-appena riceve una mail da un “cofanettaro”, prende mille scuse pur di non accettare la prenotazione. Dalla ristrutturazione degli ambienti, che consisterà nell’abbattimento e ricostruzione…più alcuni scavi archeologici, al tutto esaurito causa invasione di turisti dalla Groenlandia, ogni pretesto sarà perfetto per scrollarsi di dosso il noioso “cofanettaro”.
Quando il cofanetto diventa inutilizzabile…
…a nulla sarà valso l’aver stabilito in anticipo il budget, acquistando il voucher in base al proprio limite di spesa. Siamo onesti, se non lo si può utilizzare per la prenotazione che sta a cuore, un cofanetto non è che abbia molti altri usi…a meno che non lo si voglia collocare in soggiorno come soprammobile!
Il consiglio, quindi, è di segnarsi attentamente la data di scadenza e muoversi con largo anticipo per riservare la struttura che fa al caso nostro, in modo tale da non rischiare che il buono scada, lasciandoci con l’ennesimo pezzo di carta da riciclare, in giro per casa.
Magari contattate preventivamente il servizio clienti, informandovi sulla possibilità o meno di prolungarne la validità.
Noi di Voce del Verbo Partire siamo sempre riusciti a prenotare, magari cambiando struttura laddove le risposte ci arrivavano vaghe o non ci arrivavano affatto; solo l’ultima volta, nel 2015, le cose sono precipitate, quando il brand RegalOne ha dichiarato fallimento. Vi garantisco che, in quell’occasione, mi sono ritrovata davvero in difficoltà.
Ricordo che era febbraio e, avendo ricevuto il cofanetto il Natale precedente, iniziai a ricercare un hotel per il mese di aprile. La mia ingenua intenzione, era quella di trovare una struttura carina in cui trascorrere un fine settimana. Illusa…
Contattai dapprima un agriturismo in Umbria: nessuna risposta; contattai un hotel sul Lago d’Iseo: risposta negativa; contattai un resort sul Lago di Bolsena: stavano ristrutturando (si, ve lo giuro).
Poi la svolta. Contatti un relais in Abruzzo, dal quale mi arrivò una risposta che mi mise in allerta: mi segnalavano come, visiti gli insoluti del brand, non avrebbero più accettato prenotazioni sino a che la situazione amministrativa non fosse stata sistemata.
Panico! Da una rapida ricerca online, scoprii che RegalOne aveva dichiarato fallimento ed era stata assorbita dalla Movebox, la quale aveva provveduto a cambiare i cofanetti a chi ne era in possesso.
Tutto sembrava risolto, quindi…fino a quando, con un clic successivo, non mi ritrovai a leggere i commenti di clienti incavolati come mandrilli, perché la Movebox chiedeva un adeguamento del prezzo precedentemente pagato, in base ai propri listini e, anche una volta espletata questa formalità, tantissime persone continuavano ad avere risposte negative alla richiesta di prenotazione.
Nemmeno a farlo apposta, qualche settimana prima, io e Daniele ci eravamo iscritti all’Unione Nazionale Consumatori che, per nostra fortuna, si stava occupando di gestire la controversia tra i clienti RegalOne e l’azienda stessa.
Dopo aver segnalato il caso e fatto aprire la pratica, nel giro di un paio di mesi ci siamo visiti rimborsare l’intera quota pagata per il prodotto. Insomma, posso dire che tutto e bene ciò che finisce bene…ma da allora non ho più acquistato cofanetti!!! Meglio non sfidare nuovamente la sorte.
Conclusioni…
Ho alcune riflessioni da fare. Premettendo che, fino a quel febbraio 2015, la nostra esperienza con i cofanetti è stata davvero positiva, salvo per i soliti furbetti o per qualche persona sgarbata, alla fine mi chiedo: perché tornare a questo metodo di prenotazione, quando con Booking o Airbnb, per citarne due, posso scegliere liberamente ciò che è più adatto a me, alle mie tasche e, alla fine, non devo nemmeno imbattermi in persone che mi trattano da noiosa “cofanettara”?
Il costo minimo di un cofanetto che comprende pernottamento e prima colazione, è di 49,90€…un prezzo simile, per quanto ottimo, lo si trova senza difficoltà anche sui sopra citati siti! E senza bisogno di rincorrere i gestori e supplicarli per farsi riservare la stanza!
Oltre a questo mi chiedo: perché, perché, perché se, inserire la vostra struttura nel cofanetto deve comportare un simile sacrificio, al punto da negarvi, tergiversare, trattare in maniera supponente i clienti, continuate a partecipare al programma come partner? Aggiungendo oltretutto servizi, come i sopra citati prodotti tipici o aperitivi di benvenuto, che non concederete mai? Perché?
Fate un favore a voi stessi, alla vostra struttura e alla vostra serietà lavorativa e fate un favore a noi viaggiatori che, vi garantisco, paghiamo i nostri soggiorni con soldini sudati e buoni: lasciate perdere. Continuate ad accettare prenotazioni come avete sempre fatto, evitandovi pratiche che vi infastidiscono e, di conseguenza, amareggiano anche chi vi contatta.
Nota…
Come sempre quando si tratta delle esperienze che descrivo sul mio blog, anche questa è frutto esclusivamente di ciò che, noi di Voce del Verbo Partire, abbiamo vissuto sulla nostra pelle.
Non possiamo e non vogliamo in alcun modo parlare conto terzi, seppure ci piacerebbe molto confrontarci con altri viaggiatori sull’argomento cofanetti.
Le foto che ho incluso nell’articolo, fanno parte delle prenotazioni effettivamente andate a buon termine, dal 2010 al 2014: impossibile per me ricordare i nomi di tutti i gestori contattati, dai quali non ho ricevuto risposta, oppure mi sono vista dare un due di picche.
Come si può notare dalle immagini, i voti che ho dato alle strutture, (tranne un caso nel Lazio, che meritava “Non Classificato”, ma al quale mi sono limitata ad un più umano 4), sono tutti positivi e, laddove non ho concesso un dieci, è solo per una questione di servizi che non ci hanno completamente soddisfatti, come ad esempio una colazione scarsa-mancante, oppure i famosi extra non consegnati od ottenuti solo su nostra ennesima richiesta.
Claudia B.