Ho perso il conto delle volte in cui sono passata davanti alla Faggeta secolare di Pianacquadio, nei dintorni del paese di Carpegna, senza fermarmi. Se vi state chiedendo il motivo di questa mia sconsiderata condotta, be’ è presto detto: fino a pochi mesi fa, pensavo si trattasse solo di una bella area di sosta sul limitare di una foresta di faggi.
Fino a quando mi sono iscritta ad un trekking, che è poi stato annullato, a causa dei motivi che ormai tutti conosciamo… Complice un fine settimana festivo, ho pensato di recuperare in autonomia quell’escursione e andare alla scoperta del bosco di Pianacquadio. Una faggeta più bella persino della stra-blasonata Canfaito. E con un’atmosfera decisamente più serena, considerando che non c’è il rischio di imbattersi in folle di persone urlanti.
Se state cercando un’idea per vedere il foliage nelle Marche, salvate questo articolo. E godetevi con anima leggera, tanta moderazione e massimo rispetto, la fantastica Faggeta di Pianacquadio con i suoi 4 faggi ultra centenari!
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Come arrivare alla Faggeta di Pianacquadio?
Siamo al confine tra Romagna e Marche, nel territorio a cavallo tra Montecopiolo e il paese di Carpegna, dal quale dista appena 20 minuti d’auto. Nello specifico, la Faggeta di Pianacquadio si trova sulla strada che sale verso l’Eremo della Madonna del Faggio e le sciovie dell’Eremo di Monte Carpegna.
Una tratta panoramica che consiglio di seguire in ogni stagione ma che, nel cuore dell’autunno, regala colori al colmo dell’incredibile: rosso intenso, arancio brillante, giallo scintillante, con un’alternanza di verdi che sembrano macchie erroneamente dipinte. Arrivate fino al tranquillo paese di Calvillano e procedete ancora per circa 5 minuti, sino all’Area Pic-Nic di Monte Carpegna.
Non potete sbagliare, perché il tappeto fitto di foglie gialle e i tavoli immersi tra gli alberi, sono immediatamente riconoscibili. C’è anche un cartello che indica l’accesso alla Faggeta di Pianacquadio. Per comodità vi lascio l’immagine e il link con la geolocalizzazione di Google Maps, che indica anche il punto in cui potete parcheggiare. I posti auto si trovano nel piccolo piazzale all’imbocco del sentiero, oppure lungo la strada.
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La Riserva Integrale di Pianacquadio.
La Faggeta di Pianacquadio è un gioiello storico, naturalistico e monumentale, che fa parte del Parco Interregionale del Sasso Simone e Simoncello. È ciò che resta di un bosco di faggi ad altro fusto, vera singolarità per questa zona, nella quale i tronchi vengono da sempre tagliati per produrre legna da ardere.
In passato vaste aree vennero disboscate per creare ampi pascoli, ancora oggi utilizzati dagli allevatori di bovini. Queste praterie sono tratte di bellezza a perdita d’occhio, in particolare in cima al Monte Carpegna da cui si può spaziare visivamente su almeno tre regioni: Marche, Emilia Romagna e Toscana, fino alla Costa Adriatica.
Si può seguire il sentiero CAI 102A che, dal limitare della faggeta, porta all’interno della stessa, regalando uno spettacolo eccezionale di colore, fasci di luce e pioggia di foglie. Oltre al faggio monumentale, un rugoso nonnino di oltre 250 anni, vi sono aceri, tassi, agrifogli. Il percorso permette di toccare punti di interesse come il Monumento ai Caduti, il Rifugio Carpegna e il Lago di Pietracandella.
Il CAI 102A interseca il 105, che conduce alle soffici praterie dov’è possibile incontrare le mucche al pascolo, ammirando panorami a dir poco commoventi. Vi suggerisco di salire alla Croce -una sorta di traliccio riadattato- oppure, a scelta, proseguire a piedi sino all’Eremo della Madonna del Faggio, fino al Passo dei Ladri o a quello del Trabocchetto.
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Cosa vedere vicino alla Faggeta di Pianacquadio.
- Appassionati di trekking, prendete nota: se siete da queste parti non dovete assolutamente perdere l’escursione a Sasso Simone, dove Cosimo de’ Medici edificò Città del Sole.
- Anche il paese di Carpegna racchiude diverse chicche, tra cui il palazzo dei Principi, aperto per visite guidate in alcuni periodi dell’anno.
- Gli amanti delle piccole realtà rurali, poi, saranno felici di seguire un itinerario tra Frontino -parte del circuito “I borghi più belli d’Italia”- e i due sconosciuti paesini di Monastero e Cavoleto, nella limitrofa valle del fiume Mutino.
Buon autunno e buon cammino, miei cari viandanti!
Claudia B.