Un itinerario in Daunia è una storia d’amore diversa in ogni stagione. Un rapporto esclusivo con i colori, che mutano in modo imprevedibile ed emozionale. In autunno, ad esempio, sono i marroni intensi della terra arata, il giallo paglierino sbiadito e le macchie di verde scuro ancora vigorose, a spiccare sull’azzurro terso del cielo. Durante il mio breve viaggio a Pietramontecorvino, ho avuto l’occasione di alternare le visite culturali a due facili trekking sui Monti Dauni, che mi hanno fatto sentire protagonista di un dipinto chiamato Puglia. Quella autentica e appassionata nei dintorni di Foggia.

∞♦∞
Trekking sui Monti Dauni: sentieri vicino a Pietramontecorvino.
Escursione alla Torre di Montecorvino.
Tra i trekking più belli da fare sui Monti Dauni, c’è quello alla Torre di Montecorvino, che svetta su una collina con la sua iconica forma a scranno. Non a caso in tanti la conoscono come sedia del Diavolo, seppure il legame con questa definizione si perde nella notte dei tempi e le persone del luogo non amano che venga chiamata così.
Cammino verso la sommità della collina, nel tramonto che matura sotto ai miei occhi. Questa facile escursione nei dintorni di Pietramontecorvino è caratterizzata da un falso piano nel primo tratto, dopodiché prosegue con una ripida salita che conduce sino alla cittadella. Sì, perché la Torre è solo la copertina del libro, ciò che tutti possono vedere. Venne edificata su una motta, ossia un apprestamento militare dalla cui sommità si poteva controllare l’intero territorio e l’importante via di comunicazione apulo-sannitica, verso Benevento.
Quella che mi accoglie immersa nell’oro liquido del sole al tramonto, è una torre in pietra che, in passato, doveva essere in legno. Insieme ad altre torri, alcune delle quali ancora visibili ad occhio nudo, costituiva una linea difensiva eccezionale. Cammino sui resti sepolti della cittadella, solo in parte tolta dalle fauci dell’oblio. Per certi versi mi ricorda la misteriosa Città del Sole di Sasso Simone, l’avamposto militare ormai perduto di Cosimo da’ Medici. Qui in Puglia, però, ci sono tracce visibili della presenza umana.

Giro attorno alla Torre di Montecorvino, sferzata dai venti della Daunia. L’entrata originale si trova sotto al livello del terreno: è possibile notare ancora oggi i fori pontai con cui le milizie entravano nel fortilizio.
Prima di andarmene, visito le vestigia della Cattedrale Bizantina, costruita in sei fasi, l’ultima delle quali nel tardo XIV secolo. L’edificio di culto di questa fiorente cittadella, completamente autosufficiente grazie anche alle vasche per la raccolta delle acque piovane, era a tre navate e aveva una cappella dedicata a Sant’Alberto. Gli scavi ci raccontano anche della sola tomba presente nella chiesa, appartenente ad un cavaliere di circa 25/ 30 anni.
Perché l’archeologia è così: apri la copertina, inizi a sfogliare… e le pagine si rincorrono vivaci, per raccontare una storia dettagliata di vita e respiri.
Trekking sul Monte Sambuco.
Arrivo alla Pila del Ladro in una limpida domenica mattina, fresca e leggera come solo i giorni di festa in viaggio sanno essere! Questo sentiero del Monte Sambuco, nei dintorni di Pietramontecorvino, è molto piacevole e di facile percorrenza.
Un anello boschivo rilassante e rigenerante, con cui percorro un tratto alternativo della Via Francigena, sulla cresta dei Monti Dauni settentrionali. L’escursione prende il via dal grande piazzale accanto alla fontana, dov’è possibile parcheggiare. Ecco la geolocalizzazione di Maps.
Il percorso è semplice, caratterizzato da querce, cerri, roverelle, aceri, che spiccano su tratti di terreno inframmezzati dalla tipica, antichissima, roccia della Daunia. Nonostante i 900 metri scarsi di altezza, qui hanno trovato un habitat ideale anche i faggi, diffusi in genere ad altitudini dai 1200 metri in su. C’è persino un’affascinante faggeta relitta, cuore della foresta di Monte Sambuco, che proviene direttamente dal periodo delle glaciazioni. La testimonianza di un mondo ormai scomparso, ma ancora incredibilmente vivido.

∞♦∞
Non solo trekking: piccoli borghi dei Monti Dauni!
Oltre ai trekking alla Torre di Montecorvino e alla Pila del Ladro, faccio una tappa nei borghetti di Motta Montecorvino e Volturino. In entrambi mi aspetta una passeggiata eterea, dai ritmi lenti. Si tratta di minuscole borgate, dove la vita ha il gusto semplice della serenità. Un lusso, nella frenesia di ogni giorno.
L’incontro in piazza per una Peroni (rigorosamente!); le accese chiacchierate tra diverse fazioni sportive; i bimbi che giocano in sicurezza perché qui si conoscono tutti. Ecco un quadro della Puglia che più amo, quella di affiatata comunità che ancora sa cosa significa condividere.
A Motta Montecorvino è imperdibile una visita nel borgo antico, con la bella Torre Campanaria, la Chiesa Madre del XV secolo e la Piazzetta del Sole, un punto panoramico d’eccezione sulla Daunia. E poi c’è Lei, la vera Signora di Motta, la frondosa quercia di San Luca, che con i suoi 700 anni trasmette rugoso amore e storie ormai dimenticate.

Tra li luoghi da vedere a Volturino, invece, ci sono la Chiesa Madre, la trecentesca Chiesa di San Domenico -primo edificio religioso del paese- e la Chiesetta di San Francesco, in un delizioso angolo di borgo di cui mi innamoro all’istante. Saranno le basse villette ordinate, la piazza su due piani o le stradine fiorite che si aprono ai lati, ma per un attimo mi ritrovo tra le pagine di un romanzo. Spettacolari anche le ripide ruette che ricordano angoli di Grecia, l’antico acquedotto e le terrazze da cui la vista spazia fino alle Isole Tremiti. Infine, ma non per ultimo, il Santuario di Serritella a pochi km dal centro storico.

∞♦∞
Tra monelle sferzate di vento e golosi profumi di pizza povera, tra aneddoti storici e suggestive leggende, termina anche questo viaggio in Daunia. La visita di Pietramontecorvino, borgo più bello d’Italia, ha scritto una nuova pagina di emozioni nel mio diario di curiosa esploratrice. Così come i suoi dintorni, ricchi di attività outdoor e realtà rurali, le cui radici affondano nella stessa solida roccia di Pietramontecorvino. Perché se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che, quando meno te lo aspetti, la Puglia ha un carico vincente da giocare per sorprenderti e ammaliarti.
Claudia B. in collaborazione con Daunia Press Tour e
Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale (Supplied by)