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Una giornata al Carnevale di Venezia

Una giornata al Carnevale di Venezia

Quando si parla di Carnevale, si pensa subito a Venezia, è innegabile: Venezia sta al Carnevale come l’uovo sta alla Pasqua… ne è il simbolo!
Ricordo come fosse oggi, il meraviglioso sabato di febbraio del 2007, quando siamo saliti sul treno che ci ha portati fino alla città lagunare. Generalmente odio muovermi in treno, ma è indubbiamente il mezzo più comodo per raggiungere la bella località, inserita tra i siti Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.
Partiamo dalla stazione di Rimini che è ancora buio e, quando arriviamo a Venezia, troviamo ad accoglierci un tempo terso, soleggiato ed una gradevole aria tiepida. Ci sono già tante persone che si assembrano attorno alla mole barocca della Chiesa degli Scalzi, subito all’uscita dalla stazione, anche perché alcune maschere variopinte, stanno passeggiando lungo le vie.
Inizialmente, avevamo pensato di muoverci con i vaporetti ma, considerata la bella giornata e le tante cose da vedere, decidiamo di incamminarci verso Piazza San Marco seguendo una sorta di labirintico percorso lungo le calli di Venezia: sono stata tante volte in questa città ma, davvero, mai come oggi, insieme a Daniele, che è un ottimo compagno di viaggio, mi sto godendo l’escursione lungo i pittoreschi vicoli.

E’ un tripudio di colori, tra palazzine e panni stesi; un continuo scintillio delle acque dei canali, su cui si riflettono gli scafi; è un susseguirsi di risate allegre e profumi che escono dalle panetterie e dalle pasticcerie, dove vengono proposti golosi dolci di Carnevale. Oggi, per Venezia, è davvero festa.

Non possiamo fare a meno di sentirci attratti dagli scorci pittoreschi e dalle facciate dei bellissimi edifici religiosi, mentre seguiamo il percorso che ci porterà fino alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, vero agglomerato di opere d’arte e luogo di sepoltura di grandi artisti italiani, edificata a metà del XIII secolo, pochi anni dopo l’arrivo dei seguaci di San Francesco, a Venezia.

Ne visitiamo con calma l’ampio interno, soffermandoci sulla serie quasi infinita di grandiose opere dal valore inestimabile, che vanno dagli altari ricercati, alle pitture, alla grazia sontuosa del coro, ai monumenti funebri di Canova e Tiziano.

Quando usciamo, riprendiamo la passeggiata piacevolissima lungo le calli dove, pur essendoci tante persone, riusciamo comunque a muoverci agevolmente, soffermandoci anche a guardare le vetrine delle botteghe e dei negozietti.

Arriviamo sino alla vicina Scuola Grande di San Rocco: nata come sede di una confraternita di cittadini benestanti, divenne poi una scuola per battuti, ossia laici che usavano autoflagellarsi per penitenza. Subito a fianco sorge la bellissima Chiesa di San Rocco ed entrambe, con le loro sontuose facciate, riempiono il campo con un’eleganza incredibile.

Una delle cose che adoro di Venezia, una delle tante, in realtà, sono le storiche indicazioni affisse ai muri, con cui ci si destreggia nel fitto dedalo di pittoresche calli, per raggiungere i monumenti più importanti. Sono sicure ed evitano di farti tenere in mano una cartina la quale, comunque, nella vastità intrecciata della città lagunare, sarebbe d’aiuto più o meno come un piumino ai Caraibi. In questo modo, invece, passeggiare per Venezia è davvero suggestivo e, il rischio maggiore che si corre, è di perdersi in un luogo ancor più bello di quello che si stava cercando!

Dalla piccola calle lungo cui stiamo camminando, dopo esser passati su ponti e per campielli, piazzette piccole e raccolte, sentiamo un vociare umano, che ci introduce alla prossima bellezza: il Ponte di Rialto, il più antico dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande e, mi permetto di aggiungere, simbolo di Venezia quasi quanto Piazza San Marco, il Carnevale e il fegato alla veneziana.
Tantissime persone hanno preso posto nei tavoli all’aperto di bar e ristoranti, dove possono godersi qualche buona pietanza, inondati dal sole; alcuni si soffermano a guardare le vetrine; altri stanno semplicemente seduti a ridosso del canale, sfruttando il fatto che, il fenomeno dell’acqua alta, non li possa trasformare in improvvisati sub!

Attraversiamo con difficoltà l’affollato ponte e, finalmente, ci addentriamo di nuovo tra i vicoli e i ponticcioli che, seppur non hanno un nome altisonante come quello di Rialto, sono piacevolmente vivibili ed ameni.

Incontriamo anche alcune maschere, che si mettono in posa per turisti e fotografi, in questa cornice altrettanto pittoresca e colorata, così come i loro costumi, un vero tripudio di sete, piume, lustrini.

Sono bellissime, molto misteriose e ci piace il fatto di incontrarle fuori dalla folla di Piazza San Marco, molto più inserite nel caratteristico ambiente della Venezia nascosta.

Arriviamo nel meraviglioso Campo Santi Giovanni e Paolo, quando è ormai primo primo pomeriggio: troviamo una piazza ampia e soleggiata, accogliente senza essere troppo affollata, dominata elegantemente dalla mole della Basilica sei Santi Giovanni e Paolo e dall’edificio della Scuola Grande di San Marco.

Siamo in piedi dall’alba, stiamo camminando da diverse ore, anche se la continua bellezza di ciò che si presenta ai nostri occhi è talmente grande, da spingerci avanti senza nemmeno esserne consapevoli ma, ora, è proprio venuto il momento di fare una breve pausa pranzo. Troviamo un angolino dove sederci per gustare i nostri panini di cui, il caro zainetto blu, nei secoli fedele, è stato riempito. Cioè, riempito… in realtà ci sono tre panini e qualcosa da bere. Parlare di riempimento è esagerato!

Mentre attorno a noi le persone continuano a passeggiare lungo le calli, ad attraversare ponti a ridere e fotografare, noi assaporiamo questo magico momento di pausa, di pace e piacevole tepore, approfittandone per chiacchierare e scherzare, sull’assurda scarpinata che ci siamo imposti oggi. Che poi, tanto assurda, non lo è: scoprire Venezia così lentamente ed in maniera approfondita, ci sta dando una grande gioia.
Prima di ripartire con le visite, ci fermiamo in un caratteristico baretto sulla piazza a prendere un caffè, in modo da infonderci la carica giusta per proseguire e, con l’occasione, scambiamo qualche battuta, col simpatico gestore.

Percorriamo le calli in maniera molto più frizzante, sembriamo nuovamente due giovani esploratori, invece di due “mummiette striscianti”!

Tanto che, districandoci allegramente tra botteghe artigiane e scorci pittoreschi, arriviamo piuttosto velocemente fino a Piazza San Marco, cuore stesso di Venezia e del suo storico Carnevale, passando davanti al famoso Ponte dei Sospiri.

Opera barocca dell’architetto Antonio Contin, venne edificato agli inizi del XVI secolo. Secondo la leggenda, questo nome è dovuto al fatto che i prigionieri nell’attraversarlo, sospirassero guardando fuori, affranti all’idea di non veder mai più il mondo esterno. Nella realtà i sospiri erano dovuti al fatto che, una volta condannati dalla Repubblica di Venezia, non si veniva più rilasciati…

Piazza San Marco è un magnifico salotto, riconosciuto con questo appellativo in tutta Europa, ed è quanto di più bello, a livello di conservazione architettonica, abbiamo in Italia: e dire che, la splendida Venezia, non è una città facile, per quanto concerne la preservazione degli edifici.

E’ uno slargo ampio e complesso, suddiviso sostanzialmente in tre parti. Piazza San Marco, racchiusa dalle Procuratie Vecchie e Nuove e l’Ala Napoleonica, edifici in cui alloggiavano i procuratori, che avvolgono la piazza su tre lati, mentre la Basilica del XII secolo, occupa il quarto lato. Di fronte sorge il Campanile di San Marco, edificato tra il 1156 ed il 1173. C’è poi la Piazzetta di San Marco, posta davanti al Palazzo Ducale e alla Libreria, che accoglie chi arriva dal mare, prima di accedere alla zona monumentale. Infine Piazzetta Leoncini, accanto a Palazzo Patriarcale.

L’intera area è gremita di persone, che si affollano attorno alle variopinte e stravaganti maschere. Le incredibili figure d’altri tempi, si muovo silenziose per la piazza, perfettamente a loro agio in questa veste di ospiti d’onore. Si fermano nei costosi ed eleganti bar, al di sotto delle Procuratie, passeggiano con grazia rispettando movenze quasi teatrali, si pongono in pose artistiche e ricercate.

Se i visitatori non indossassero abiti moderni, si potrebbe quasi pensare di essere ancora fermi ai tempi del Doge Vitale Falier, ossia nel remoto 1094, anno in cui si parla per la prima volta di Carnevale.

Ma, ufficialmente, il Carnevale di Venezia come istituzione, nacque nel 1296, quando il Senato della Repubblica, lo dichiarò festa pubblica, attraverso un apposito editto.

Avete presente il detto: “Dopo Natale è sempre Carnevale”? Non è poi tanto lontano dalla verità: in effetti, a quel tempo, il Carnevale durava dal 26 dicembre al mercoledì delle CeneriLa necessità di concedere al popolo un periodo di svago e divertimenti sfrenati, portò alla nascita di questa manifestazione, durante la quale cittadini e forestieri, potevano divertirsi senza freni né limitazioni, nascosti dietro ad una maschera che ne celava completamente l’identità.

Così, chiunque, poteva sfogare il proprio malumore contro le autorità e l’aristocrazia, arrivando anche a deriderne od insultarne pubblicamente i ruoli; il popolo, trovava in questa “attività” una valvola di sfogo davvero funzionale, ai malumori covati per le rigorose limitazione imposte dalla Serenissima.

Purtroppo, qualcuno approfittò in maniera deprecabile dell’occasione, per compiere gravi malefatte, grazie alla totale copertura del travestimento, perciò fu necessario introdurre sanzioni, che sfociarono nell’ordine di non circolare in maschera durante le ore notturne, a partire dal febbraio del 1339. 

Dopo secoli di grandiosi festeggiamenti, comunque, il Carnevale subì una battuta d’arresto dal periodo napoleonicosino addirittura al 1979, quando venne reintrodotto come vera e propria attrazione ed evento culturale. Per due secoli, venne festeggiato in toni molto più contenuti, solo nelle isole maggiori della laguna.
La manifestazione ha una durata di circa undici giorni, con un tema conduttore ed eventi correlati. Nonostante ciò, i momenti salienti del Carnevale si svolgono ancora all’interno dei nobili palazzi veneziani, tra sontuosi balli in maschera e feste private, frequentati da persone provenienti da tutto il mondo, durante i quali si rivivono i fasti del passato.

Per le strade resta l’allegria e la goliardia della festa popolare, con tante persone e maschere, che affollano campi, campielli e calli, mentre tradizioni storiche come il “Volo dell’Angelo”, che sancisce l’inizio dei festeggiamenti, e la “Festa delle Marie”, con la sfilata di dodici belle giovani, accompagnate da un corteo storico, che le porterà dalla Chiesa di San Pietro in Castello a Piazza San Marco, sono state reintrodotte come legame con l’antichità, seppure in chiave più moderna.
Girelliamo tra le maschere, osservandole ammirati; riesco a scattare alcune foto ma, è ben difficile immortalarle singolarmente, dato che c’è una continua fila di persone, in attesa di uno scatto accanto ai vari personaggi.

Ci spostiamo a ridosso del Canal Grande, dove stanno arrivando diversi figuranti, tra cui alcuni ispirati alla Commedia dell’Arte, la quale nacque proprio a Venezia nel 1750, quando Carlo Goldoni inserì questo termine in una sua opera teatrale. In effetti, con l’aumento degli spettacoli privati, nei teatri cittadini, che andarono a sostituirsi alle feste di piazza, si ebbe una grande crescita di compagnie teatrali e del livello qualitativo delle rappresentazioni.

Altra arte che si diffuse nella Serenissima, a partire dal 1271, fu quella legata alla creazione di maschere e costumi, con la nascita di vere e proprie scuole. I mascareri, coloro che realizzavano questi capolavori, vennero ufficialmente riconosciuti come artisti artigiani, con uno statuto del 1436.

Insomma, il Carnevale di Venezia, con i suoi usi, costumi, abitudini, eventi, è davvero un pezzo di storia fondamentale per la città, non solo uno status, ma una realtà concreta che affonda le proprie radici nella notte dei tempi. Non mi stupisce se, persone facoltose provenienti da tutto il mondo, pagano grosse cifre per partecipare a feste ed eventi privati... deve essere davvero un’esperienza unica nel suo genere!

Ci soffermiamo a fare numerose fotografie, nella luce sempre più calda del pomeriggio poi, però, decidiamo di lasciarci la folla di Piazza San Marco alle spalle, per andare verso la Chiesa di San Vidal ed il Ponte dell’Accademia. Attraversiamo una serie di viali bellissimi, ancora pieni di turisti, ma decisamente più vivibili, tanto che possiamo anche fermarci a guardare qualche bottega, che si alterna ai negozi delle grandi firme.

Ci ritroviamo in alcuni deliziosi campielli, che sembrano dipinti, incontriamo lungo il percorso sontuose architetture religiose, come la Chiesa di San Moisè e la Chiesa di Santa Maria del Giglio, le cui facciate paiono “ricamate con la pietra”, vero e proprio tripudio del barocco, o come la Chiesa di Santo Stefano, in stile gotico. Dopo una visita ci inoltriamo verso l’allegro Campo Santo Stefano, con tanti bar, ristoranti e bancarelle, fino a raggiungere il Ponte dell’Accademia, da cui si gode di una bellissima panoramica sul Canal Grande.

Da questo momento in poi, entriamo in una Venezia completamente diversa, un luogo che non sembra nemmeno più la città sontuosa in ogni suo aspetto, costantemente presa d’assalto dai turisti.

Ci rilassiamo completamente, mentre attraversiamo i vicoli circondati da palazzetti colorati, con canali placidamente addormentati, tra i quali troviamo anche la Fondazione Peggy Guggenheim, fino a raggiungere la Punta della Dogana, su cui sorge la Basilica di Santa Maria della Salute.

Questo angolo, divide praticamente il Canal Grande, dal Canale della Giudecca.

La basilica è un grande esempio di architettura barocca, edificata dai veneziani come ringraziamento alla Madonna per averli liberati dalla terribile epidemia di peste, nel XVII secolo. Venne iniziata nel 1631 e terminata dopo solo pochi anni.

Nella pace di questa zona di Venezia, decidiamo di dirigerci piano piano alla Stazione di Santa Croce, attraversando il tranquillo, colorato ed accogliente sestiere di Dorsoduro: il nome pare derivi dal fatto che presentasse un terreno meno paludoso, rispetto ad altre aree della laguna.

Una cosa è certa, la pace, l’eleganza pacata di questo angolino, ci sta facendo davvero rilassare, dopo le continue emozioni della giornata: attenzione, non voglio dire che in questo sestiere manchino attrazioni. Tutt’altro. Ci sono scorci splendidi e ricercati, con punti di vista ampi sui campi e sui canali, oltre ad un continuo susseguirsi di chiese bellissime.

Ma solo pochi curiosi turisti, si spingono fino a qui, perciò è più facile godersi la passeggiata, fondendosi con gli abitanti di Venezia i quali, evitando la folla del sestiere San Marco, si crogiolano al sole tiepido del pomeriggio di febbraio, passeggiando serenamente.

Ci portiamo sulla parte esterna, quella che dà verso l’Isola della Giudecca, dove ci sono anche i punti d’imbarco per la Grecia e la Croazia.  E’ una vera meraviglia: lo sciabordare delle acque ed il vociare lento delle persone, cullano i nostri passi e i nostri sguardi.

Rientriamo nelle calli dove veniamo attirati dai profumi che escono da una piccolissima pasticceria e, dato che è tardo pomeriggio e camminiamo da un numero imprecisato di ore, decidiamo di acquistare dei dolcetti di carnevale, proseguendo così la nostra passeggiata, in maniera più dolce.

Sta calando velocemente la sera, attorno a noi: la bella giornata ha rallentato le tenebre, certo, ma ormai è impossibile non notare come le ombre si stiano allungando sui canali e sui palazzi, sui ponti e sui campi, presentando ai nostri occhi una Venezia suggestiva, misteriosa, ma ancora frizzante.

Siamo stanchissimi, eppure le gambe pesanti e il mal di schiena, non ci impediscono di continuare a camminare, attirati dallo scintillio delle luci di un mercatino ancora aperto. Non possiamo che soffermarci ad osservare le merci esposte, soprattutto le maschere coloratissime, affrontando nuovamente la folla, dopo la pace del sestiere di Dorsoduro.

E’ davvero arrivato il momento di raggiungere la stazione, il nostro treno parte tra trenta minuti, ma vogliamo assicurarci di trovare un posto a sedere, altrimenti potremmo non riuscire a sopravvivere al viaggio di ritorno!

E’ stata una lunga, emozionante giornata, che non dimenticheremo mai… non per il numero imprecisato di km percorsi, come potrebbe pensare qualcuno! No. Il vero motivo è che, mai come oggi, Venezia mi è scivolata sotto pelle.

E’ la terza volta che ho l’onore di visitarla, mentre per Daniele è la prima esperienza in laguna, ma non ho mai avuto modo di vivere la città in maniera così profondaSono state ore in cui le emozioni e le sorprese si sono sfidate a chi colpiva prima il nostro cuore, nell’ammirare tante diverse prospettive di Venezia, nel rendersi conto, attraversandola, di quanto abbia da offrire. 
Non me ne voglia il resto del mondo ma, nel corso dei nostri viaggi, abbiamo spesso sentito definire città o borgate “La Venezia del… ” oppure “La piccola Venezia”, in maniera allusiva ma, a mio avviso, impropria. E’ vero che la similitudine dipende da un fattore di urbanistica eppure, temo davvero che nessuna città o borgata al mondo, possa essere considerata una copia della nostra Venezia

Venezia è unica ed inimitabile. Come unici ed inimitabili sono quei luoghi che si definiscono a lei simili. Dovremmo semplicemente limitarci ad amare ogni luogo per ciò che è, senza paragoni, senza analogie.

∞♦∞

Consigli utili
-E qui vi voglio, cari lettori, perchè i consigli su Venezia si sprecano, ma io ho, come sempre, tre sole indicazioni da darvi. Direi di partire dalle basi: gli spostamenti. Voi potete anche decidere di seguire un metodo diverso dal nostro, salendo sui tipici vaporetti, oppure su una gondola, se avete deciso di mettere al bando l’avarizia o, ancora, chiedendo un passaggio ad un tritone… Ma, siamo onesti, volete mettere la bellezza di attraversare km  e km di calli, vivendo sui vostri piedi la bellezza della città? Ecco, allora, partite senza indugi alla scoperta di Venezia! Ma, attenzione, quelle continue strisce di acqua sono reali, non dipinte e, mentre siete naso all’aria, finirci dentro (senza battello) è un attimo!
-Proseguiamo con l’argomento Maschere, visto che si parla di Carnevale: ora, miei cari ed aitanti pellegrini, è vero che queste magnifiche figure, si muovono per Venezia con l’intento di farsi vedere, fotografare, mettersi in mostra… ma, quando ne vedete una che incede con una certa convinzione verso un palazzo, in cui si accinge ad entrare, non è che dovete seguirla per capire come vive una Maschera. Concedetele un attimo per riposare, pranzare… ma si, anche per fare pipì! Sotto la maschera, in fondo, si nasconde una vescica umana.
-Infine, veniamo all’argomento più importante: perdersi a Venezia. Si potrebbe scrivere un libro, su questo argomento ma, di base, mi sento di dire che, nella Serenissima, non ci si perde, al massimo si scopre qualcosa di incredibile, mentre non si sa esattamente dove ci si trova. E questo è un valore aggiunto. Attenzione, però, ciò non significa che non possiate perdere la o le persone con cui state viaggiando. La folla feroce inghiotte anche l’umano più sveglio. E’ un attimo: prima c’è, e state discutendo di piatti tipici; il momento dopo non c’è più (abracadabra) e state parlando da soli del mal di piedi che vi affligge… Cosa fare per evitare brutte sorprese? Indossare qualcosa di variopinto, magari fluò, aiuta, se andate a Venezia al di fuori del Carnevale; se scegliete questo periodo, invece, potreste optare per la tecnica inversa: scegliete il nero cupo notte! In alternativa potreste provare con un cartello con su scritto: “Io sono qui”.

Claudia B.

15 commenti

  1. In viaggio con Dorothy

    Venezia e’ la mia seconda casa..pur avendola visitata piu volte ogni volta cheche torno scopro qlc di nuovo! Al carnevale sono stata una volta sola ahime’..ed e davvero una atmosfera suggestiva,sembra di essere dentro ad una fiabacosa! Adoro la chiesa dei Frari e il ponte dei sospirimomento ma piu di tutto ,come dici tu, adoro perdermi per le callette sconosciute 🙂 ! Sei mai stata sulla scala del Bovolo? O a punta della dogana? Cmq hai ragione,non esiste un posto come venezia,puo piacere o no, ma e unica al mondo!bacini 🙂

    1. Se non erro Punta della Dogana si trova vicino a S. Maria della Salute?! Perché se la zona è quella, siamo stati proprio durante questa visita, ed io mi sono innamorata del quartiere. Non sembrava nemmeno più di essere a Venezia per Carnevale, ma in un mondo parallelo! Un’atmosfera bellissima?!
      Non siamo entrati al museo, abbiamo solo visitato la chiesa e passeggiato per il quartiere. Ma l’ho AMATO!
      La Scala del Bovolo, invece, a memoria non mi viene in mente: ora sono curiosa e vado a vedere!
      Ma tu dimmi: come si fa a non adorare Venezia? È impossibile!
      Un bacio cara, grazie per essere passata!
      Claudia B.

  2. Camilla

    Venezia è sempre bellissima ma durante il Carnevale l’atmosfera è magica, piena di colori e l’eleganza delle maschere caratterizza la manifestazione. 🙂
    Mi piacerebbe andare di nuovo in questa splendida città.

    1. Avrei anche io tanta voglia di tornare per il Carnevale! Mi è piaciuto davvero visitarla così, al massimo dello splendore, immersa in una suggestione del passato. Forse per via dei costumi sontuosi, o degli scorci al massimo dello splendore, ma l’ho trovata perfetta 🙂
      Grazie per essere passata, a presto,
      Claudia B.

  3. Carmen

    Ahahahaha sto ancora ridendo per il piumino ai Caraibi e per il cartello “io sono qui” …che potrebbe rivelarsi utile per i prossimi viaggi perché mi ritrovo spesso a parlare da sola. Ma forse sono chiari tentativi di abbandono da parte di mio marito ahahahah. Torno seria…che bella raccolta di foto ed emozioni!!! Sono stata a Venezia in gita con la scuola, quindi parliamo della preistoria…ci beccammo l’acqua alta ma mi affascinò lo stesso. E poi qualche anno fa a Pasquetta con mio marito, eravamo andati a trovare dei parenti a Treviso e non potevamo non dedicare una giornata a Venezia…questa volta col sole!!! E’ una città magica…e chissà che vibrazioni bellissime può emanare durante il Carnevale. Almeno una volta nella vita bisogna vivere questa magnifica esperienza. Come sempre è un piacere leggerti!!! Un abbraccio!!!

    1. Carmen? Come? Mi stai dicendo che hai trovato il sole a Pasquetta? A Venezia?? Mi dici dove hai fatto l’ordine, così telefono per averne anche io??
      Penso che non esistano condizioni meteorologiche che non sappiano valorizzare Venezia! Magari con la pioggia e l’acqua alta potrà essere uggiosa…ma io ti dirò che sogno di fotografarla da un vita, in queste romantiche condizioni?!
      Per me riviverla a Carnevale è stato un sogno: atmosfera magica, che nemmeno la folla è riuscita a smorzare.
      A proposito Carmen: anche mio marito fa gli stessi tentativi del tuo?!!!
      Bacioni,
      Claudia B.

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