
Cortona è una città di origine etrusca che, grazie alla sua favorevole posizione tra Toscana e Umbria, fu un centro di grande importanza nel passato. Etrusche sono anche i tre imponenti km di mura.
Su questo imponente luogo d’incontro, si affaccia il bellissimo Palazzo Comunale, vero e proprio simbolo della grandezza di Cortona in epoca medievale, in particolare dal XIII secolo in poi, quando divenne libero Comune, governato da un Podestà.
Nonostante ciò, tutto il Duecento, per Cortona, fu sostanzialmente caratterizzato dalle lotte tra guelfi e ghibellini, che misero in seria difficoltà la città, la quale rifiorì durante il Rinascimento, quando passò sotto al controllo di Firenze.
Ne sono un esempio le pregevoli architetture e le opere d’arte, realizzate in quel periodo, in particolare da Luca Signorelli: non è un caso che, una delle più importanti piazze della città e lo stesso teatro, siano dedicati al pittore, cui Cortona diede i natali.
Ogni angolo di Cortona è un inno al Medioevo, con scorci caratteristici, vicoletti che si inerpicano sinuosamente lungo il borgo, passando sotto pittoresche volte e aprendosi in slarghi davvero belli e curati, con spazi verdi e piccole casette in pietra, che vi si affacciano.
Scalinate che incorniciano le viuzze, tante meravigliose architetture civili e religiose come, ad esempio, la Concattedrale di Santa Maria Assunta, la Basilica di Santa Margherita, la Chiesa di San Cristoforo, la Chiesa di San Francesco.
Il susseguirsi di salite e discese impone di muoversi con calma, senza affannarsi, in questo modo si assaporano i suggestivi scorci che si incontrano di volta in volta, seguendo un ritmo d’altri tempi, quando dame e cavalieri, signori e donzelle, camminavano per queste eleganti stradine.
Laddove i punti principali d’aggregazione, ossia Piazza della Repubblica e Piazza Signorelli, con i viali principali che da qui si dipartono, sono presi d’assalto dai turisti, nei vicoli secondari, quelli più ameni, si trovano poche persone e, l’atmosfera che si respira, è di vera magia.
Davanti ad uno scenario tanto bello, non mi stupisco nell’apprendere che, Cortona, è stata set naturale di numerosi film, tra i quali, per citarne uno, il pluripremiato “La vita è bella”, di Roberto Benigni.
Risaliamo in auto, per raggiungere l’Eremo le Celle, splendido complesso monastico, piuttosto vicino al centro di Cortona; prima di arrivare, troviamo un angolino immerso nella campagna toscana, in cui consumare la nostra “merenda pasquale”, fatta di semplicissime pietanze come pane, affettati, formaggi, frutta, qualche fettina di colomba e, soprattutto, tante chiacchiere e risate, come solo nelle compagnie più piacevoli e collaudate, vi possono essere.
All’Eremo le Celle, arriviamo nel primo pomeriggio, quando ci sono appena una decina di visitatori. Ci accoglie uno dei santuari più belli su cui ci sia capitato di posare gli occhi, incastonato in una campagna rigogliosa, da cartolina, con filari di ulivi e lecci che indossano i colori della rinascita, quelli sgargianti di inizio primavera.
Un luogo di pace ed immerso nella pace, fondato da San Francesco nel 1211 che, insieme ad alcuni suoi seguaci, edificò nove piccole celle. Il Santo tornò qui a più riprese e fu proprio in questo magico luogo, che scrisse il suo testamento spirituale.
Quando San Francesco morì, fu Frate Elia che realizzò in muratura le celle, tra cui proprio quella di San Francesco, nella quale ancora oggi è possibile entrare e sostare in preghiera.
E’ un complesso assolutamente spettacolare, una visita che ci godiamo con grande pace, circondati da questa vegetazione folta, in un silenzio quasi assordante, interrotto solo dal rumore dello scenografico ruscello, che si sussegue in piccole cascatelle e su cui sono edificati pittoreschi ponticcioli. Un momento di splendido raccoglimento.
A metà pomeriggio, partiamo alla volta di Castiglion Fiorentino, amena località, che sorge idilliaca su di un colle, a pochi km da Arezzo. Si tratta di una ridente cittadina, davvero molto bella, famosa soprattutto per la lavorazione della ceramica artigianale, abitata sin dalla Preistoria, ma che si ingrandì e sviluppò nel periodo etrusco.
In epoca romana iniziò lo sfruttamento agricolo di queste terre e, con l’impero di Augusto, i romani decisero di ostruire la foce del fiume Clanis, in Valdichiana, che alimentava il fiume Paglia, affluente del Tevere, il quale provocava gravi inondazioni a Roma.
Questa ostruzione, provocò la stagnazione delle acque, si formarono paludi nell’area e, di conseguenza, si diffuse la malaria. Castiglion Fiorentino, trovandosi in altura, fu probabilmente “immune” dalla diffusione del male e tante persone vi si rifugiarono.
Nel corso del XII secolo, Castiglion Fiorentino divenne libero Comune, ma fiorentini e aretini, continuarono a contendersene il controllo: dopo aver fatto fronte a varie traversie, tra cui le morti legate alla peste nera, la cittadina passò definitivamente a Firenze nel 1384 divenendo, appunto, Castiglion Fiorentino.
Bellissimo centro storico, ci accoglie pittoresco e con non troppi turisti: iniziamo la visita dalla Chiesa di San Francesco, del 1259, composta da una sola navata; accanto alla struttura sorge un bel chiostro cinquecentesco.
Proseguiamo seguendo l’elegante corso centrale, fino alla Piazza del Municipio, sui cui si aprono le Logge del Vasari, che fanno da quadro al panorama sulla Valle di Chio e sulla Collegiata di San Giuliano del XIX secolo. Un vero capolavoro. La serie di logge fu edificata nel 1513 e, Vasari, le ritoccò solo in un secondo momento.
Saliamo verso la zona panoramica, dominata dalla Torre del Cassero, eretta nel XIV secolo, che fa parte del periodo della dominazione perugina, anche se la precedente struttura, così come le mura ad essa adiacenti, sono di origine etrusca.
Da qui la vista si apre a perdita d’occhio ed è incantevole; molte persone salgono anche soltanto per stendersi nel prato pieno di margherite, godendosi la calma del pomeriggio e i raggi di sole, che escono sporadici dalle nuvole.
Trascorriamo il resto del tempo passeggiando senza meta per il borgo, seguendo i bei vicoli in un susseguirsi di salite e discese molto pittoresche; quando torniamo verso Piazza del Municpio, ci imbattiamo nella Processione del Lunedì di Pasqua, con tanto di banda che accompagna una splendida statua di Cristo in Gloria.
Negli anni che cadono con numero pari, nel centro si tiene una vera e propria rappresentazione della Passione di Nostro Signore, dove vi sono attori che interpretano i vari ruoli: un film storico-religioso, presentato e recitato dal vivo.
Volge al termine questa giornata di Pasquetta, trascorsa alla scoperta di alcuni caratteristici borghi toscani; veri splendori architettonici, immersi al centro di un paesaggio in piena fioritura, nel colmo della primavera. Il tutto condiviso con una piacevole compagnia. Direi che non avremmo potuto chiedere di meglio.