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Cosa vedere nei dintorni di Firenze: Calenzano e la Val di Marina

Cosa vedere nei dintorni di Firenze: Calenzano e la Val di Marina

Firenze è, senza dubbio, una delle più belle città italiane, una delle più conosciute, una delle più fotografate… Infatti in questo racconto di viaggio non vi parlo di Firenze.
Vi state chiedendo come mai ho iniziato questo post parlando di Firenze se non fa parte dell’itinerario? Mah, così, per fuorviarvi un pò
Scherzo, ovviamente! Certo, ormai avrete capito che, ogni tanto, mi piace ironizzare ma, il bel capoluogo toscano, in questo racconto un ruolo ce l’ha. E il ruolo, per una volta, non sarà quello di protagonista, ma di “vicino di casa”.
Perché, a pochi chilometri da Firenze, in Val di Marina, è possibile trovare un angolo pittoresco e gradevole, incuneato tra le cime calcaree del Monte Morello e i Monti della Calvana: l’antico villaggio di Calenzano.
La zona che circonda la città di Firenze, è quella che rappresenta la campagna tipica Toscana, quella da cartolina, con dolci colline in cui si susseguono filari di ulivi e cipressi, in cui ameni casolari, ville, torri medievali e borghi caratteristici, interrompono a tratti l’impronta della natura, per inserire nel contesto l’opera dell’uomo. 
La maggior parte di queste bellissime strutture, sono ormai votate alla ricezione di turisti e alla produzione di specialità regionali, in maniera naturale ed eco-sostenibile.
Come accade nella stessa Calenzano, il cui antico borgo che domina una campagna da quadro rinascimentale, è conosciuto per la produzione di olio di prima qualità fin dal passato, grazie ad un territorio che si presta in maniera eccellente a questo tipo di coltura.
La bella Calenzano è anche stata riconosciuta come “Città dell’Olio”, entrando a far parte dell’ “Associazione Nazionale per la tutela, la conoscenza e la produzione di olio extravergine d’oliva”
A Calenzano veniamo per trascorrere una giornata in compagnia di amici conosciuti durante un viaggio di qualche anno fa, con i quali abbiamo condiviso altri itinerari alla scoperta dell’Europa. Sono loro, quindi, ad accoglierci con affetto e a farci visitare questa zona ricca ed affascinante. 

La campagna oggi, pur essendo pieno inverno, brilla di colori accesi, quasi abbaglianti, che palpitano sotto le violente folate del vento. E’ una serie di immagini davvero forti, perché pare che la natura stia esplodendo e gridando, respirando in maniera feroce.

Saliamo in auto verso il vecchio borgo di Calenzano, un centro antichissimo, abitato sin dal tempo dei Liguri e dei Villanoviani, attirati qui dalle numerose riserve d’acqua.

Un vero e proprio insediamento abitativo, con una struttura consistente, risale però al periodo etrusco, quando il popolo coltivava cereali e, soprattutto, praticava commerci usufruendo delle vie fluviali e della posizione centrale nelle vie di comunicazioni terrestri.

Questa collocazione, venne sfruttata particolarmente durante il periodo romano. Le favorevoli condizioni economiche garantirono la crescita del centro e, i ritrovamenti archeologici nella campagna circostante, fanno comprendere quanto gli stessi edifici, fossero assolutamente all’altezza di un popolo fiorente.

Il castello di Calenzano alto, ci accoglie splendido, illuminato da un sole fortissimo che ne sottolinea le pietre degli edifici e gli scorci, tanto da creare una sorta di immagine irreale, vivida e suggestiva.

Le strutture di castelli e torri, andarono ad affiancare le pievi attorno all’XI secolo: vennero edificate in posizioni dominanti, a chiaro scopo difensivo ed erano fortificate, grandiose, collocate in punti strategici, come la stessa Calenzano.

Le famiglie che controllavano questi fortilizi erano forti, determinate ed indipendenti, ne è un esempio la potente famiglia Guidi, la quale fece erigere il castello di Calenzano, dopo che l’imperatore Enrico IV donò loro queste terre.

Siamo nel XII secolo e, dopo mezzo secolo, Calenzano diventerà un punto nevralgico per la difesa della città di Firenze, alla quale venne assoggettata.

Accediamo al borgo, davvero bellissimo ed intatto, grazie anche all’attento restauro che non ne ha snaturato l’aspetto: è un villaggio fortificato racchiuso da possenti mura, all’interno delle quali un dedalo di eleganti vicoli si snoda su una pianta ovale.

Gli ingressi al paese di Calenzano sono due, si tratta di porte fortificate, vere e proprie torri, che racchiudevano in passato il castello.

Oggi è tutto molto suggestivo, nel passeggiare per il borgo si respira un’atmosfera senza tempo, interrotta solo dallo stupore dato dal panorama mozzafiato sulle vallate circostanti, i cui campi e i filari di alberi, sono sferzati da un vento impetuoso.

Ci siamo solo noi a passeggio per il borgo e, a parte le nostre risate e le chiacchiere, tutto è pace. Una tranquillità coinvolgente ed atemporale, che va a sommarsi alla percezione della grandezza di quello che fu il castello alla fine del Trecento, quando raggiunse il massimo dello splendore, con le famiglie fiorentine Della Tosa, Lamberti, Della Scala, che edificarono eleganti case-torri, oggi percepibili negli archi a sesto acuto che compongo gli edifici. Ogni angolo racconta qualcosa di queste antiche storie e, il visitatore, muovendosi per il borgo, può ancora ascoltarne i sussurri…

Anche la cerchia muraria fatta costruire da Firenze, come ulteriore precauzione difensiva, è ancora parzialmente visibile seppure, il mutamento delle condizioni politiche della città, influì sui centri da essa controllati.

Le fortificazioni, infatti, furono smantellate, e si puntò tutto sulle campagne, sfruttate dai ricchi imprenditori per la produzione agricola. Nonostante ciò, il passato medievale, impregna ogni angolo ed ogni vicolo, le piazzette e le abitazioni, con grande intensità e impatto visivo.

Risaliamo in auto per raggiungere una delle vicine cascine trasformate in ristorante, non tanto per cenare, quanto per vedere il modo in cui le antiche aziende, accolgono oggi gli ospiti, pur mantenendo caratteri forti e tratti riconoscibili. E’ come piombare in una tenuta del passato, circondata da quelle che erano le dipendenze, le quali creavano un vero e proprio nucleo abitativo. Il tutto immerso in una campagna rigogliosa, con filari d’ulivi a perdita d’occhio, immersi in una colata di colori infiammati, che vanno dagli ocra ai rossi, del tramonto ormai maturo…

Dopo l’ultimo saluto del sole che, come una sottile linea di fuoco, si inabissa dietro una collina, ci inoltriamo nei piccoli suggestivi vicoli dell’azienda, fino alla pittoresca cascatella nei pressi dell’antica torre. Uno spettacolo davvero unico ed emozionante.

Trascorriamo ancora un pò di tempo con i nostri amici, prima di rimetterci in strada per il lungo rientro, tra risate e ricordi dei nostri viaggi passati: una delle tante cose belle del viaggio, come spesso ho avuto modo di dire, è anche la possibilità di riviverlo attraverso le parole delle persone che lo hanno condiviso con te. Magari durante un incontro che ti permetta di visitare qualcosa di nuovo, in una sorta di connubio tra rimpatriata e scoperta.
Noi, generalmente, viaggiamo in coppia, senza coinvolgere altre persone. Siamo un duo collaudato da anni di pratica, cresciuti insieme come persone e come viaggiatori. In molti ci chiedono: “Andate da soli?”. E la nostra risposta è sempre si. 

E’ capitato, soprattutto durante i tour organizzati, di condividere la nostra esperienza con persone meravigliose, le quali hanno dato un tocco fondamentale a quei momenti. Ma, sostanzialmente, la nostra scelta è quella di seguire la massima che dice: “squadra vincente non si cambia”.

Potrà apparire come un pensiero egoista e limitante, eppure il viaggio è una questione molto personale e sensoriale. Ognuno ha il diritto di viverlo a modo proprio.
Quando scelgo le nostre mete, ed inizio a lavorare sugli itinerari, non riesco e non posso scendere a compromessi, nella previsione di coinvolgere altre persone; io e mio marito abbiamo un modo di viaggiare, che non mi sento di mutare in funzione d’altri.

Passiamo mesi a risparmiare per un viaggio e, quando viene il momento di scegliere, pianificare, partire, onestamente non voglio nessun tipo di restrizione. Pretendo di essere artefice e protagonista del mio viaggio, allo stesso modo in cui pretendo che, gli altri, non si addossino il mio modo di viaggiare e concepire il viaggio stesso.
Sono certa che tra di voi in molti capiranno questo pensiero. Essere viaggiatori è un modello di vita totalizzante, che ti apre agli altri e al mondo eppure, contemporaneamente, ti rende bisognoso solo di te stesso e del pianeta. Nessun viaggiatore vuole sentirsi condizionato, così come non vuole condizionare, in quanto sa come, il viaggio, sia un momento di vita da concepire ed assorbire in piena libertà.

Claudia B.

2 commenti

    1. Ciao Tiziana!!! A volte mi viene da pensare che noi viaggiatori siamo un pò “totalizzanti ed egoisti”, ma in senso buono eh! Perché alla fine cerchiamo solo di prendere il massimo dal nostro viaggio, perciò difficilmente possiamo limitarci a causa d’altri o, se è per questo, limitare noi altre persone.
      Un viaggio è una questione molto seria e personale.
      Poi, però, come community di viaggiatori siamo splendidamente in sintonia, sempre pronti a darci un consiglio ed una mano. Il che lo trovo davvero splendido, considerato che il tutto passa attraverso ad un mondo digitale 🙂
      Visto la piccola Calenzano? E’ una bella uscita, un’idea per vedere un borgo nei dintorni di Firenze: una bomboniera! La consiglio caldamente. Ma ora voglio organizzarmi per tornare io stessa a Firenze: ho bisogno di rivederla, ci penso già dalla scorsa primavera.
      Un bacione!
      Claudia B.

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