
Ma non siamo ancora arrivati a destinazione, perciò saltiamo nuovamente in sella a Tuono, per scendere verso la cittadina di Santa Sofia: ci sono tantissimi motociclisti che proseguono verso il Passo della Calla, mentre noi giriamo prima, in direzione del paese di Ridracoli. L’ultimo tratto di strada è da cartolina, siamo già immersi nel verde dalle mille tonalità, del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna.
Parcheggiamo Tuono nella zona riservata alle moto e iniziamo la nostra passeggiata lungo il meraviglioso Lago di Ridracoli, dove troviamo alcuni espositori di manufatti artigianali, stand che propongono prodotti a km zero e, per la gioia di tutti, anche una cisterna da cui attingere acqua durante la giornata. Ovviamente è importante farlo con coscienza, l’acqua è un bene che non va sprecato, mai! Nemmeno a casa.
Ridracoli, con la propria riserva, disseta la Romagna ormai da anni: la diga venne costruita a partire dal 1975, anche se l’ideazione dell’acquedotto, che avrebbe portato alla creazione della diga stessa e del lago artificiale, risale ai primi anni Sessanta. C’era necessità di garantire acqua ai comuni della Romagna, soprattutto durante l’intensa richiesta dei mesi estivi, con l’alto flusso di turisti, presenti in Riviera.
Il paese di Ridracoli era la postazione ideale, sia per la sua centralità, sia per la tipologia delle acque, che risultavano potabili e chimicamente buone.
Poi considerate solo la posizione geografica: lontano da industrie o da qualsivoglia fonte di inquinamento, immersa in una natura rigogliosa, con boschi di alberi ad alto fusto; la struttura del terreno, che già permetteva una buona impermeabilità.
Insomma, il piccolo paese sull’Appennino era perfetto, per la realizzazione del progetto che, nel 1982, dopo anni di intensi lavori, venne completato. Il numero di operai che si dedicò al progetto fu talmente elevato, da richiedere la costruzione di un vero e proprio “paese”, in cui i lavoratori potevano vivere, riposare, rifocillarsi. Diciamo, come una sorta di villaggio olimpionico… ma dedicato al lavoro!
E’ bellissimo, oggi, in diga, la zona è ampia, le attività proposte molteplici, perciò non ci si monta sui piedi gli uni con gli altri, come si suol dire.
Dato che vorremmo partecipare alla gita sul battello elettrico nel pomeriggio, partiamo ora per l’escursione panoramica verso il Rifugio Cà di Sopra: a livello sentieristico, l’intera area di Ridracoli e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, è davvero ricca di possibilità. Questo percorso, in particolare, è piuttosto semplice, adatto a tutti, e permette di ammirare l’intero paesaggio, godendo di scorci indimenticabili.
Ci immergiamo completamente nella natura rigogliosa, concentrandoci sui nostri respiri, che si fondono con il venticello gradevole, ascoltando le “parole degli alberi” e fermandoci ad ammirare i meravigliosi affacci sul Lago di Ridracoli. Panorami mozzafiato che si aprono all’improvviso su quel verde-azzurro scintillante, circondato da alberi frondosi. E’ un contatto continuo, sereno, diretto, con il bosco che infonde una tale serenità, da farci dimenticare qualsiasi problema legato alla vita quotidiana.
Troviamo un tronco divelto e decidiamo di fermarci per pranzare: l’avevo detto io, che la comodità della merenda al sacco, si sarebbe dimostrata! Tra una chiacchiera e l’altra, il tempo della sosta vola e decidiamo di rimetterci prontamente in cammino.
Mentre le nuvole si rincorrono, creando giochi di luce sulle acque del lago, proseguono le uscite in canoa, alcune persone fanno pic-nic lungo le rive e, altri, come noi, si spingono alla scoperta dei sentieri delle Foreste Casentinesi. Certamente non mancano le attività, per trascorrere una domenica diversa, a contatto con la natura più bella, che l’Appennino possa regalarci.
Quando raggiungiamo il Rifugio di Cà di Sopra, c’è un complesso che sta suonando nell’aia davanti alla rustica ed accogliente struttura con, alle spalle, una favolosa scenografia data dalle acque del lago e dai boschi.
Ci fermiamo ad ascoltarli, seduti nell’aia, senza un solo pensiero al mondo che possa intaccare la serenità di queste ore bellissime. Prima di tornare indietro, ne approfittiamo per bere un caffè, in modo tale da partire carichi, alla volta della passeggiata di rientro!
Una volta a destinazione, ci mettiamo subito in fila per prenotare l‘escursione sul battello elettrico, anche questa gratuita: in realtà, il costo è sempre irrisorio ma, è molto bello da parte degli organizzatori, lasciare ogni attività libera, nel giorno della “Festa dell’Acqua”.
Troviamo posto per il secondo turno perciò, dopo aver riempito le bottigliette con freschissima acqua di Ridracoli, torniamo nei pressi del parcheggio delle moto, in cui c’è una ampio e comodissimo gazebo in legno affacciato sulla diga, allestito con panche e tavoli, dove ci sediamo a giocare a carte.
Persi nel meraviglioso panorama, non rischiamo nemmeno di litigare per la sfida in corso, come facciamo solitamente, ci limitiamo a goderci la partita in silenzio, interrompendoci solo per bere e perderci con lo sguardo nel verde-blu.
Una decina di minuti prima dell’inizio del giro in battello, ci dirigiamo all’imbarcadero e, brevemente, veniamo fatti accomodare a bordo. Devo dire che, da questo punto di vista, è possibile capire fino in fondo quale grandiosa opera sia stata creata a livello tecnico, grazie al duro lavoro e allo studio approfondito. Una fusione tra natura e opera umana.
Con la simpatica e completa spiegazione di una guida autorizzata, ci spingiamo in ogni angolo più nascosto dell’invaso, ammirandone flora, fauna, avifauna e spiaggette bianche. Le limitazioni di percorrenza, sono generalmente dovute solo ed esclusivamente alla mancanza di acqua nel lago: nei periodi di maggior siccità o di maggior richiesta, ovviamente il livello cala e, certe zone, non sono per questo raggiungibili.
Il battello fa due soste: la prima, non prevista, per una chiamata di “recupero” alla Foresta della Lama, dove alcuni escursionisti salgono a bordo, al ritorno dalla loro passeggiata; l’altra, nella parte bassa del Rifugio di Cà di Sopra. Siamo stati fortunati, non c’è che dire, in questo modo abbiamo potuto ammirare due punti meravigliosi del lago che, diversamente, non avremmo raggiunto.
Quando scendiamo dal battello, siamo davvero rilassati e riposati, forse troppo, perché non abbiamo alcuna intenzione di terminare così la nostra giornata. Risaliti in moto, raggiungiamo Idro, l’Ecomuseo delle acque di Ridracoli, per visitare l’installazione multimediale, sulla nascita della Diga, sul funzionamento e sull’acqua come bene comune.
E’ un museo adatto anche ai bambini, vista la possibilità di viverlo in prima persona grazie all’interattività… quindi perfetto per me e Daniele, due bambinoni mai cresciuti! Infatti terminiamo la visita con un fresco e goloso gelato, che ci gustiamo seduti in giardino.
Dato che fa buio tardi e il clima continua ad essere caldo e piacevole, ci rimettiamo in sella a Tuono per raggiungere il Passo della Calla: non abbiamo dimenticato la rombante felicità dei motociclisti incrociati stamattina, mentre si preparavano a godersi le curve che portano al valico.
Qualcuno penserà che siamo pazzi…in realtà questa tratta è straordinaria e, dopo lo slow day che ci siamo regalati, a base di un sensoriale contatto con la natura, concederci l’aria e l’asfalto, in un susseguirsi di curve immerse nel verde, è il degno coronamento di questa giornata. Come si può rientrare a casa, quando possiamo usufruire, fino alla fine, del bel tempo e della domenica perfetta?
Al valico ci sono molti motociclisti e anche tanti escursionisti ma, per prendere un caffè, ci spostiamo nella vicina località di Campigna, accoccolata in un bel sottobosco dove il sole, ormai, non filtra più.
Troviamo, però, delle panchine ancora illuminate dalla luce e, beatamente, ci sediamo per assorbire gli ultimissimi raggi del tramonto, accarezzando con lo sguardo gli alberi e le montagne che, lentamente, assumono i toni cupi della sera.
Claudia B. Daniele L. Aprilia Tuono