Se a questo aggiungiamo un gruppo divertentissimo e molto affiatato, ne uscirà fuori uno di quei viaggi brevi, ma da ricordare per il resto della vita, come perfetti.
Visitiamo la spettacolare cattedrale gotica, la cui costruzione è iniziata alla fine del XII secolo. L’interno, fiocamente illuminato, risulta molto suggestivo, anche se le vetrate le avremmo potute apprezzare molto di più in pieno giorno…Ci “accontentiamo” comunque di ammirare l’altare minore, opera di Hans Holbein il Giovane. Che è un gran bell’accontentarsi, tra l’altro!
Usciamo sulla Piazza del Mercato, dove fa bella mostra di sè l’edificio della dogana, del 1532 che, anche se ancora non posso saperlo, fotograferò con più cura fra qualche anno.
Ed è ottimo anche il ristorante, sia per la cena tipica, sia per l’ambiente accogliente e caratteristico. Se l’inizio di giornata, non fosse stato nel nome “delle indagini dell’ Ispettore Derrik”, oggi sarebbe stato tutto perfetto.
Il nuovo giorno è dedicato completamente alla scoperta di Strasburgo, fiore all’occhiello dell’Alsazia, un vero e proprio crocevia tra Francia e Germania, che se la sono contesa per secoli.
Inutile dire, ironia a parte, che questa sottile linea di confine tra Francia e Germania, ha influito notevolmente anche sulla popolazione, le cui famiglie si sono spesso trovate a dover combattere tra loro su fronti opposti, durante i conflitti.
Ci dirigiamo verso il Parlamento Europeo e la sede della Commissione europea per i diritti Umani, di cui la città è sede dal 1949: la scelta di Strasburgo è dovuta al fatto che si tratta di una città molto aperta e cosmopolita, oltre ad occupare una posizione geografica centrale nel Vecchio Continente.
Ma Strasburgo è anche la città delle cicogne che, da brave furbacchione, si sono stabilite in un luogo bellissimo e sono persino diventate il simbolo di tutta l’Alsazia. E’ naturale vedere nidi di cicogne su comignoli, campanili, torri, ben posizionati in cima agli alberi. Riusciamo persino ad avvistarne una coppia, in un elegante quartiere residenziale! Speriamo ci porti fortuna per il nuovo anno.
Continuiamo con una carrellata di eleganti edifici di rappresentanza, tra cui il Palais du Rhin o Kaiserpalast su Place de la Republique, il Teatro Nazionale e Palazzo dei Rohan, importante sede museale.
Ma, se devo essere sincera, il bello della città di Strasburgo è nel caratteristico centro storico, che sembra davvero una quinta cinematografica, non a caso la Grande Ile, su cui esso sorge, è stato dichiarato dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità”.
Insomma era la zona dedicata ai lavoratori, quella più trascurata, dove si sentivano rumori e odori fastidiosi. Oggi, invece, sembra di essere in un libro di fiabe dei fratelli Grimm, nonostante si tratti di una fedele ricostruzione dovuta al fatto che, durante la guerra, qui andò tutto distrutto dai bombardamenti.
Ci si sposta a ripetizione fra un vicolo più bello dell’altro, ci si perde in un tripudio di continuo stupore, anche perché le decorazioni natalizie, in città, non sono solo di accompagnamento, invadono e riempiono i vicoletti così come le grandi piazze.
Raggiungiamo l’immensa Cattedrale di Nostra Signora di Strasburgo, che sorge sull’omonima piazza, per la visita guidata.
Il progetto della cattedrale non fu mai portato a termine e lo si può immediatamente notare: se io fossi Jerry Scotti, che presenta “Chi vuol esser milionario?”, chiederei subito “E DA COSA SI NOTA?”.
Ma, dato che sono solo la Claudia, che scrive la propria esperienza di viaggio, vi dirò che la mancanza di una delle torri della facciata, può essere già un buon indizio…Alla fine, comunque, questa asimmetria, ha reso inconfondibile l’immagine della cattedrale.
L’interno è superiore alle aspettative con ben tre organi, il rosone che riflette completamente la luce esterna, un tripudio di vetrate istoriate e splendidi archi a sesto acuto, un vero e proprio inno al gotico.
Terminata la visita, usciamo sulla Piazza della Cattedrale, dove ancora ci sono i bellissimi mercatini natalizi e, mentre con alcuni compagni di viaggio cerchiamo un posto in cui mangiare un panino, possibilmente al caldo, ne approfittiamo per ammirare i bellissimi edifici che si affacciano su questo elegante salotto, come la storica Maison Kammerzell, uno spettacolare edificio del XVI secolo, che apparteneva a facoltosi commercianti cittadini, i quali abitavano ai piani superiori, e svolgevano le proprie attività a piano terra, dove arcate e portici riparavano le merci.
Continuiamo la passeggiata fra vicoli che sembrano la rappresentazione di un suggestivo inverno di cristallo, fino a che troviamo una panetteria dove pranzare seduti, al caldo, prima di dirigerci sul lungo fiume, per regalarci un giro in battello attraverso i canali della città.
E’ un’esperienza imperdibile, qui a Strasburgo, grazie al tetto panoramico si può godere di ogni singola veduta e riflesso, con spiegazioni date attraverso delle cuffiette, il tutto in maniera lenta e tranquilla. Un sogno.
Quando termina la nostra esplorazione fluviale, ritorniamo in una città che, con l’arrivo della sera, si sta lentamente illuminando. E’ una visione d’ insieme paradisiaca: immagini, colori, suoni, profumi, creano un momento molto suggestivo.
Nonostante io non mi senta bene, visto che la senape nel panino ha minato drammaticamente il mio stomaco, decido di stringere i denti, perché non voglio rinunciare ad un secondo di questa esperienza. Per fortuna un tè caldo sistema lentamente il mio malessere, permettendomi di godere appieno di Strasburgo all’imbrunire.
Torniamo in hotel solo per fare una doccia veloce, prima di incontrarci col resto dei compagni di viaggio per una cena in centro. Anche questa volta ci viene proposto un bel locale tipico dove atmosfera e compagnia sono talmente piacevoli che, per terminare la serata, andiamo in un localino intimo e caratteristico a bere un metro di birra: un ceppo di legno da un metro, con infilati dieci bicchieroni di birra! Peccato che io non possa partecipare all’evento, visto il malore del pomeriggio, ma lascio a Daniele l’arduo compito di tenere alto il nome del nostro duo!!!
Se Strasburgo è un incanto, Colmar non ha nulla da invidiarle. Non esagero dicendo che, quello che sta colpendo le nostre retine in questi giorni, ci sta dando una gioia incontenibile.
I punti focali di Colmar sono: le architetture a colombages, le case colorate che noi comunemente conosciamo con la dicitura a “graticcio”; i vicoli e i canali; le decorazioni natalizie e le bancarelle del mercatino; la cosiddetta “Piccola Venezia”, con le belle casette che si affacciano sui canali specchiandosi sulle acque; il quartiere dei conciatori, completamente rivalutato e ristrutturato; le Koifhus, antico edificio del 1480, che ospitava la Dogana; la Maison Pfister un vero e proprio simbolo della città; la gotica Collegiata di San Martino.
E’ tutto talmente bello che, quando viene il momento di ripartire, ci dispiace davvero lasciare questo paese delle fiabe.
Non fosse altro che, quando arriviamo a Eguisheim, dopo aver attraversato la lussureggiante campagna alsaziana, le mandibole ci cadono per lo stupore. Un villaggio che, se non sapessimo di essere in Francia, daremmo per scontato essere un parco tematico con ricostruzione di edifici tipici. Invece è tutto vero!
Il tutto esaltato dalle decorazioni natalizie. Anche la persona più insensibile rimarrebbe basita davanti a tanto splendore!
Non avendo in programma la visita guidata, passeggiamo da soli per il paese anzi, essendo tutto così calmo e idilliaco, il gruppo si disgrega momentaneamente: in un villaggio così fuori dal tempo è giusto che ognuno prenda il proprio ritmo e segua il labirinto di stradine come meglio crede. Noi dopo un lungo giro esplorativo, entriamo in un’enoteca per assaggiare ed acquistare dei vini.
Rientriamo a Strasburgo giusto in tempo per fare una doccia e prepararci, prima di andare in un ristorante del centro a festeggiare l’arrivo del 2007.
-Attenzione ai compagni di viaggio, se siete in gruppo. Qualcuno potrebbe scambiarvi per sordidi spacciatori se dimostrate troppa allegria… A tal proposito voglio suggerire, per riabilitare la propria immagine, di adottare il metodo di protesta scelto dai nostri ragazzi, ossia occupazione! Tradotto in fatti, ci si siede davanti al pullman impedendogli di partire. Bando agli scherzi: scegliere un viaggio organizzato, comporta convivenza; scegliere solo se portati per questo tipo di esperienza.
-Vin Brulè, punch, sidro di mele corretto, assaggi di vini bianchi-rossi-rosati, spumanti, ammazzacaffè, devo continuare? Tutto ottimo, ma fate pace con Bacco prima di ingurgitare il tutto, altrimenti sarete talmente alcolici da rischiare di diventare personalmente il fuoco d’artificio di inizio anno.
-Una cosa che ho imparato in questo viaggio, è una verità che voglio riportare per i posteri: tartassare l’accompagnatrice con ogni sorta di scherzo, potrà anche farvi spanciare dalle risate ma, la poveretta, fra “manifestazioni di protesta”, “controlli doganali” e “birbate varie”, potrebbe aver bisogno di un lungo periodo di cura per riprendersi, una volta tornata a casa. E non è un bel modo per farle iniziare l’anno.
Ecco perché sognavo di andarci, perché anche a me dà quell’impressione di posti da favola. Ma dovessi scegliere una delle tre, quale località definiresti come la più bella?
Esatto Tizzi, l’Alsazia è il prototipo stesso dei libri di fiaba che diventano realtà. Paesini che ricordano veramente quelli delle fiabe. Al punto da sentirsi costantemente disorientati (in senso positivo), perché è come se il divario tra immaginario e vita di tutti i giorni non esistesse più!
Premettendo che davvero tutti e tre sono di una bellezza incredibile, il mio voto va senza dubbio a Eguisheim. Un villaggio da cartolina, che ho avuto la fortuna di trovare praticamente deserto, nonostante fosse il 31 dicembre.
Ti abbraccio,
Claudia B.