Ultimamente, la Puglia riesce ripetutamente a sorprendermi, mostrandomi angoli e territori ricchi, fuori dai classici itinerari turistici. Credo sia diventato per me una sorta di principio, vivere e raccontare una Puglia insolita, solleticando la fantasia e la voglia di scoprire, di chi poi legge i miei racconti di viaggio. Mentre sono in treno diretta a Noicàttaro, per assistere ai Riti della Settimana Santa, la mia fervida immaginazione corre veloce, curiosa. È febbrilmente in attesa! Si interroga su cosa vedere a Noicàttaro e cosa aspettarsi da questo territorio nei dintorni di Bari, ancora parzialmente sconosciuto.
Non cerco linearità visiva, ma qualcosa che sappia stupirmi ancora una volta. Cerco scorci in grado di emozionare, panorami che facciano stare bene. Cerco sensazioni positive, che non necessariamente vengono trasmesse dalla perfezione di un luogo. Né dalla quantità di cose da fare, se per questo.
I miei viaggi di lavoro, sempre più spesso incentrati sulla scoperta di territori poco conosciuti, mi stanno insegnando importanti lezioni. In particolare, che il ricordo indelebile, quello dolce e che ti scalda il cuore, non arriva sempre dal grosso centro, famoso in tutto il mondo. Ma dalla piccola comunità colma di tesori, umani ed artistici, di quelli che mai ti saresti aspettato di trovare.
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Cosa vedere a Noicàttaro: Lama Giotta.
Mi sveglio nella splendida Masseria Lama San Giorgio, circondata da filari di uva da tavola e dal silenzio più assoluto. Apro gli occhi su un cielo terso, che subito mi riempie di una spinta quasi incontenibile verso l’esterno, verso Noicàttaro ed il suo territorio. Dopo colazione, parto alla volta di Lama Giotta, per una semplice escursione naturalistica, che seguirò con i miei compagni di Press Tour.
Ovunque intorno a me, distese di uva da tavola, per cui Noicàttaro è famosa, dato che viene esportata in tutta Europa e nel mondo. Principale acquirente? La Germania! Che apprezza il sapore di questo frutto. Peccato non sia tempo di vendemmia: avrei con piacere assaggiato io stessa il prelibato acino.
Mi incammino tra i sentieri di Lama Giotta, il corso d’acqua effimero più meridionale dell’altopiano delle Murge. Noicàttaro è considerata una ‘terra di mezzo’, nel senso che è stretta tra due lame. Il mio percorso è accompagnato dalle guide dell’Associazione Parco Paradiso, ragazzi giovanissimi eppure fortemente consapevoli e preparati, per quanto riguarda la zona in cui vivono.
Il profumo di erbe spontanee e vegetazione mediterranea, solletica le mie narici, mentre osservo il verde esplodere dopo il sonno invernale. Cammino nella natura, attenta a non pestare le orchidee che crescono spontaneamente, delicate eppure coriacee, nella loro decisione di vivere su questo territorio. Piano piano, scendo verso il cuore della lama. Quello che i ragazzi dell’associazione chiamano ‘cattedrale’.
E posso forse dargli torto? La perfezione di questi rami che si chiudono su di me, come archi a tutto sesto di una cattedrale gotica; la luce che filtra quasi passasse attraverso vetrate istoriate… tutto questo mi lascia a bocca aperta. Provo un senso di pace e di protezione, chiusa nell’abbraccio di Madre Natura. Ed intuisco davvero l’importanza delle lame: da sempre, infatti, permettono il defluire delle acque verso il mare, in caso di piena. E, nei secoli passati, durante le invasioni, costituivano un vero e proprio corridoio di scappamento, per le popolazioni che vivevano nella campagna circostante.
Un luogo di importanza strategica per gli uomini, così come per gli uccelli migratori, che utilizzano la lama quasi fosse una sorta di ‘Autogrill’, durante i loro spostamenti! Ed io, in questa bella giornata primaverile, mi ritrovo a percepire ogni respiro del lontano passato, ed ogni palpito del presente.
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Cosa vedere a Noicàttaro: visita ad una masseria.
Il vento si alza, giocando con le nuvole come fossero una specie di yo-yo. Le tira, le spinge, le allontana e poi le usa per nascondervi il sole. E, in questo susseguirsi di ombre che si rincorrono, proseguo la passeggiata ammirando la Puglia che tanto amo. Gli ulivi e la terra rossa, di cui sento terribilmente la mancanza, appena torno a casa; i fiori che crescono tra le pietre; il bianco di una masseria o di una chiesetta, che spunta all’improvviso tra le piante.
Cammino chiudendo gli occhi (sperando di non inciampare), ed inalo a pieni polmoni questa fragranza che sa di natura ed appartenenza. Poi mi porto lungo uno stradello, che somiglia tanto a quello percorso da piccola, per andare a casa dei nonni. E sento un tuffo al cuore: in un attimo sono approdata nel mio passato. Mi prendo del tempo per scattare foto tra gli ulivi e cogliere il canto degli uccellini, prima di proseguire verso la Masseria Macario. Non voglio dimenticare nemmeno un istante, di questo momento. Ne voglio conservare una fotografia sensoriale.
Affondo i piedi in un soffice manto d’erba, soffermandomi tra gli ulivi e gli alberi di carrube, prima di raggiungere il punto panoramico su Lama Giotta, chiusa in una fitta vegetazione mediterranea. Un dipinto perfetto, nel quale mi ritrovo protagonista, respirando libertà e pace interiore. Sensazioni dal valore inestimabile, considerato come spesso senta la mia vita accelerare, senza nemmeno rendermene conto.
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Cosa vedere a Noicàttaro: il centro storico del borgo.
Dopo un ricco e spettacolare buffet di prodotti tipici al Palazzo della Cultura di Noicàttaro, ed una breve sosta in agriturismo, raggiungo finalmente il centro storico di Noicàttaro. Mi guardo attorno, apprezzando la pietra che spicca su una giornata ormai completamente tersa, mentre l’intero paese si prepara ai ‘Riti della Settimana Santa’, che prenderanno il via tra poche ore.
Mi chiedo immediatamente: perché Noicàttaro non viene citata tra i borghi da vedere nei dintorni di Bari? Capisco che debba confrontarsi con centri famosi ed amati come, ad esempio, la vicina Polignano a Mare, ma che fine ha fatto la curiosità dei viaggiatori?
Camminando lungo i viali lastricati di questo antico centro, conosciuto nel Medioevo come Noja, mi rendo conto non solo degli scorci suggestivi, che meriterebbero mille scatti, ma anche del vasto patrimonio architettonico. Uno scrigno dalla forma di cuore, al cui centro sorge la Chiesa di Santa Maria della Pace, un abbagliante esempio di romanico pugliese. Non è solo una cadenza poetica, la mia: Noicàttaro ha davvero la forma di un cuore! Basterebbe poterla osservare in volo, per rendersi conto di questa singolare caratteristica.
Passo dopo passo, edifici moderni ed antichi si mescolano davanti ai miei occhi e, tra tutti, spiccano torri d’avvistamento, frantoi ipogei trasformati in nuovi spazi ricreativi, oltre a palazzi di grande valore storico, che aspettano solo di essere riportati all’antico splendore.
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Cosa vedere a Noicàttaro: Palazzo della Cultura e Teatro.
Il Palazzo della Cultura, espone opere pittoriche contemporanee, reperti lapidei, terrecotte artistiche stupende, vere e proprie miniature delle processioni che si svolgono a Noicàttaro, durante la Settimana Santa.
Inoltre, proprio al Palazzo della Cultura è stato riprodotto lo studio di Nicola Pende, fondatore dell’endocrinologia e cittadino amatissimo di Nojcattaro. Piccoli tesori che meritano una visita, perché rappresentano appieno la storia e le tradizioni nojane.
Ciò che maggiormente mi colpisce, però, è il modo in cui Noicàttaro ha saputo riqualificare e riutilizzare gli antichi frantoi ipogei. Dopo la visita a quelli di Uggiano La Chiesa e Spongano, la storia umana dietro ai frantoi ipogei mi ha lasciato un senso di curiosità mista a pena. Ne sono talmente affascinata, da visitare queste strutture appena possibile.
Non solo per coglierne le vicende umane, ma anche per vedere il modo in cui i posteri, hanno deciso di tramandare spazi e vite. A Noicàttaro, ad esempio, il Frantoio Evoli è stato trasformato in spazio espositivo. In occasione della Settimana Santa, l’ambiente racconta la misteriosa e ricercata figura del crocifero.
Però, perla assoluta del borgo di Noicàttaro, è il Teatro Cittadino. Non un’architettura qualunque, ma il più piccolo teatro all’italiana del mondo, ricavato proprio da un antico frantoio ipogeo, nel lontano 1869. Un gioiello che ammiro estasiata, nonostante vi siano lavori di riqualificazione, che non mi permettono di vederlo completamente terminato. Ma qui, su questo palco, sogno per un attimo di essere io stessa attrice, impegnata ad emozionare un pubblico di cinquanta persone.
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Cosa vedere a Noicàttaro: edifici religiosi.
Approfitto del fatto che sia Giovedì Santo, per visitare alcuni edifici religiosi del centro storico di Noicàttaro, in coincidenza con l’inizio dei riti pasquali. Ed è una grande fortuna perché, se da un lato ritrovo gli stessi pieni di persone, dall’altro li vedo animati da un profondo senso di devozione e coinvolgimento. Luoghi vivi e ricercati, si mostrano al meglio con decorazioni che vanno a valorizzare la loro già splendida architettura. Lo stile si fonde con la creatività, con la tradizione.
Seppure gli edifici religiosi di Noicàttaro sono tanti, il mio itinerario ne include solo quattro. Parto dalla Chiesa della Madonna della Lama, sul cui sagrato, in questa notte d’attesa, viene acceso il falò che darà inizio ai Riti della Settimana Santa.
Vado poi ad attendere l’arrivo dei Crociferi, nella scenografica Chiesa Madre di Santa Maria della Pace, una quinta elegante e mozzafiato, dalla quale sin dal pomeriggio ho sentito provenire canti. Nella penombra notturna, vi percepisco un senso di mistico stupore.
Grazie alla disponibilità della famiglia Decaro, ho la possibilità di respirare un momento molto emozionante, con un concerto d’arpa nella Chiesa dell’Incoronata. Qui, dove il martedì dopo Pasqua gli abitanti di Noicàttaro vengono a festeggiare la ‘Pasquetta Nojana’, mi godo un tramonto che toglie il respiro e mi introduce gentilmente ai misteri del Venerdì Santo.
Infine, è dalla terrazza della Chiesa dell’Immacolata, ricco edificio Barocco, che assisto ammirata alla Processione della Naca. In un silenzio fisso nel tempo e nello spazio. Impossibile spiegare le sensazioni di coinvolgente dolore, di partecipazione e forza di volontà, che ho percepito in ogni attimo trascorso qui.
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Cosa vedere a Noicàttaro: conclusioni.
Ogni volta che la vita mi permette di scoprire angoli insoliti d’Italia, provo un personale senso di soddisfazione. Perché è semplice innamorarsi di luoghi ampiamente raccontati. La scintilla è lì, pronta ad accendersi ancor prima di aver incrociato la propria esistenza con quella località. Meno semplice è entrare in empatia con destinazioni poco pubblicizzate, in quanto vanno personalmente cercate in un oceano di informazioni sparse.
Confido sempre nella natura curiosa dell’essere umano che, se in passato lo ha portato ad esplorare l’intero pianeta e lo spazio, mi auguro funzioni ancora, per spingerlo a trovare nel proprio territorio, zone non famose, eppure reali. Zone in attesa di voci, immagini e testimonianze, che facciano conoscere al mondo la loro garbata presenza.
Claudia B. in collaborazione con “Gal Sud Est Barese” e Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale
Che meraviglia Claudia! Ormai tra te e la Puglia c’è una sorta di filo invisibile, un amore che traspare ad ogni riga. Prima di seguirti nel blogtour non conoscevo Noicattaro e chissà quanti altri luoghi così ricchi di fascino e di storia aspettano solo di essere scoperti. La pianta a forma di cuore, la riqualificazione dei frantoi, gli ulivi, la natura, un tour a trecentosessanta gradi con cui mi hai fatto davvero amare questa cittadina.
Finora sono stata una sola volta in Puglia e ho fatto il classico itinerario tra i luoghi simbolo (dai trulli al barocco leccese alle spiagge), ma sto prendendo appunti per scoprire questi borghi deliziosi.
Un abbraccio e.. se ti servono voti per Linea Verde conta su di me!! 🙂
Ci conto eh ;-)! Ormai sono lanciata: Linea Verde sarà mia, ahahahahah!
Silvia cara, grazie per le tue parole, sei sempre carinissima con me, ed io lo apprezzo tanto. Prima di tutto perché ci tengo davvero a far conoscere una Puglia un po’ meno battuta dal turismo. Seconda cosa, perché vorrei riuscire a far arrivare la grandezza di questa terra, le emozioni che mi regala. E spero di esserne almeno un po’ in grado.
Ogni volta che vado in Puglia, trovo un tale orgoglio nelle persone, un senso di appartenenza, una volontà incredibile a migliorare, che danno spinta anche a me, per far si che tutto questo possa attirare chi vuole scoprire una regione dalle mille sfumature.
Ti abbraccio forte Silvia,
Claudia B.
Mi piace scoprire posti meno cosciuti. Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese bellissimo anche per questo motivo. Ogni posto ha una sua stopria da raccontare e tante cose da scoprire.
Ed ha una marea di sfaccettature, per cui anche il luogo più conosciuto, sa davvero sorprenderti ed emozionarti in mille modi inaspettati! Che fortuna infinita abbiamo. Significa avere migliaia di itinerari a disposizione, nella nostra stessa terra 🙂
Un abbraccio,
Claudia B.
Anche io ti voglio a Linea Verde! Comunque bravissima. Ormai vai a braccetto con la poesia e leggerti riempie d’incanto anche posti che fino a Pasqua non mi sarei sognata di visitare. Ah, ma sai che ora sono curiosa della pianta a cuore del paesello?
Tizzi la prossima volta che decolli da Bari, prova ad allungare l’occhio! Magari riesci a vederla!
Ma dai, addirittura poesia? Grazie! Io riporto le impressioni e le sensazioni, esattamente come le vivo ?. È bello sentire definire come poesia la proprie parole…
Ps: Linea Verde, hai capito? Mi acclamano (?)!
Un abbraccio grande,
Claudia B.
Vero eh! Un’immensa soddisfazione scoprire (e perché no FAR scoprire) posticini insoliti che non fanno parte delle solite rotte turistiche. Se quello del talent scout turistico esistesse come lavoro, io sarei capace anche di andare dal presidente del consiglio per farmi raccomandare. Appena lo nominano 😛
Se al luogo insolito e sconosciuto poi aggiungiamo anche il fatto di trovarci in Italia e aggiungiamo la riscoperta di tradizioni antiche tutte da raccontare, beh l’unica cosa che si potrebbe aggiungere a chiusura è un bicchierino da gustare davanti al camino (sembro troppo Mauro Corona così). Comunque te lo ribadisco, io farei un Linea Verde Puglia solo per vederti come conduttrice! 😉
Buona serata!
Io ci sto eh! Mi candido! Presidente del Consiglio (quando ti eleggeranno) Orsa chiede a gran voce un Linea Verde Puglia, con me come conduttrice: vogliamo accontentarla?! Non paga forse anche lei il canone? Quindi che aspettiamo?
Sappi che per il bicchierino davanti al camino, io sono sempre disponibile. Ho stalkerizzato più camini (stupendi!) durante i blogtour, che in tutto il resto della mia vita! Sono un po’ il punto di ritrovo, quello che fa subito famiglia 🙂
Sai Dani, mi sento molto onorata, di poter raccontare le meraviglie nascosta del territorio pugliese. Non vedo l’ora di partire, a fine Aprile, per un nuovo fantastico itinerario insolito. Sto scoprendo luoghi (e persone), in grado di darmi davvero lezioni di vita importanti…
Un bacione,
Claudia B.
Sono assolutamente d’accordo con te: molto spesso sono i piccoli borghi e le città meno note a trasmetterci delle sensazioni che in qualche modo ci cambiano.
La bellezza degli ulivi mi lascia senza parole, e pensa che alla mia veneranda età li ho visti dal vivo una volta sola in Spagna, anni fa!
Buona serata ?
Sembrerò pazza, ma io adoro abbracciarli… prima o poi qualcuno mi caccerà via dalla sua proprietà, ma restare a contatto con gli ulivi fa stare bene!
Sto scoprendo dei luoghi, Silvia, che spesso purtroppo si perdono tra i grandi nomi dei centri più noti. Eppure hanno un’anima ricca, affascinante, tutta da scoprire 🙂
Ti abbraccio,
Claudia B.