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Cosa visitare nei dintorni di Arezzo: Caprese Michelangelo

Cosa visitare nei dintorni di Arezzo: Caprese Michelangelo

Domanda retorica perché, in realtà, è esattamente ciò che ho in mente di fare oggi: raccontarvi qualcosa del luogo che ha dato in natali a Michelangelo Buonarroti, l’eclettico artista protagonista del Rinascimento italiano.
Caprese Michelangelo è un piccolissimo borgo in provincia di Arezzo, che ospita il Museo Michelangiolesco.
Lo raggiungiamo in un sabato di primavera, dopo aver attraversato la bellissima campagna toscana, tra alberi in rinascita e cime appenniniche che si fanno sempre più alte, sostituendosi alle colline. 
Il luogo è tranquillo e quasi irreale nella sua immobilità, forse perché arriviamo all’inizio del pomeriggio, nel momento in cui le persone sono appena rientrate dal lavoro, i bimbi da scuola e, in genere, ci si rilassa e si allentano le tensioni, in previsione del successivo giorno di riposo.
Il cielo inizia a farsi nuvoloso, pur lasciandosi trapassare da qualche raggio di sole qua e là, creando una sorta di cappa suggestiva e avvolgente: si percepisce in tutto, la serenità del giorno prefestivo, quando un senso di pace avvolgente pervade i piccoli centri abitati. Non prendetemi per pazza, ma questa sensazione mi colpisce ogni volta che ci troviamo a visitare borghi o cittadine, durante il sabato, quando la pacatezza e l’attesa della domenica sono palpabili.
E’ in questo contesto di grande quiete, quindi, che ci accingiamo a salire verso la rocca di Caprese Michelangelo, sede del Museo Michelangiolesco: il fatto di essere gli unici visitatori, insieme ad un’altra coppia, ci permette di godere appieno dell’esposizione e della magnifica location.
Gli edifici che compongono l’antica rocca, sono tre: Palazzo Clusini, la Corte Alta e il Palazzo del Podestà, struttura del XV secolo, residenza dei Podestà fiorentini, vero e proprio nucleo centrale del museo, in quanto luogo di nascita di Michelangelo. Non a caso, suo padre Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, podestà a Caprese dal 1474 al 1475, firmò l’atto di nascita del piccolo Michelangelo in data marzo 1475. Egli fu poi battezzato nella pittoresca Chiesa di San Giovanni Battista, collocata proprio ai piedi del paese.

Il museo venne fondato nel 1875, quando il certificato che attestava la nascita di Michelangelo Buonarroti, venne ritrovato nell’archivio della casa di Firenze e, col tempo, il percorso espositivo è notevolmente aumentato.
Si inizia con lo scoprire la storia millenaria della Rocca di Caprese la quale, in un documento dell’VIII secolo, risulta già proprietà della nobile famiglia dei Conti Guidi. Nel XIV secolo la Corte Alta venne terminata, tanto che riuscì a resistere ad un assedio di un anno, da parte dell’esercito di Arezzo: nel 1324 la rocca di Caprese fu espugnata e, il Vescovo di Arezzo, ne ordinò lo smantellamento.

Il Palazzo del Podestà in cui nacque Michelangelo, venne edificato tra il Trecento ed il Quattrocento, quando l’abitato passò sotto il controllo dei Priori di Firenze. Palazzo Clusini è l’ultimo baluardo architettonico e risale alla fine del XV secolo, eretto come ampliamento agli ambienti in cui vivevano i Podestà.
Oggi, queste sale ospitano l’esposizione del Museo Michelangiolesco, la biblioteca, la biglietteria, il bookshop: insomma, dalla scoperta dell’atto di nascita di Michelangelo in poi, ogni locale è stato destinato alla narrazione della vita del grande artista.

Ci si muove tra gli appartamenti residenziali, arredati con mobili di epoca rinascimentale, riproduzioni fotografiche di affreschi sulla vita di Michelangelo e documenti che riguardano l’artista. Vi sono le copie delle sue opere, stampe che rappresentano le scene della Cappella Sisitina e volumi dell’archivio comunale.

Oltre a Michelangelo, trovano posto nel percorso espositivo anche scultori italiani del XIX secolo, tra cui segnalo Canova, Boccioni e Medardo Rosso (per citarne solo alcuni) e uno spazio dedicato all’astronomo Giovanni Santini, che a sua volta nacque a Caprese.
Usciamo nel bellissimo e panoramico Giardino delle Sculture, in cui la mostra continua con la statuaria del XX secolo, dono di alcuni artisti in occasione del quinto centenario della nascita di Michelangelo. Le immagini sono intense e perfettamente inserite nel contesto paesaggistico, un cortile curato affacciato sulle montagne appenniniche: non potrebbe essere più bello!

Io non so quanto, il luogo in cui si nasce, possa influenzare quella che sarà la vita di una persona, le sue scelte, le sue capacità. Di certo, in qualche modo, la terra d’origine deve condizionare la personalità, plasmare il tuo essere e le tue passioni.

Ammirando l’ambiente in cui il sommo artista è venuto alla luce, pur restando qui per un periodo infinitesimale della propria vita, non posso non pensare che la magia e il fascino di questa terra, siano penetrate nella pelle del piccolo Michelangelo, per raggiungere poi le sue mani creative, la sua mente geniale, il suo cuore d’artista, portandolo ad esprimere quella personalità grandiosa e ricercata, da noi tutti conosciuta.

Desidero terminare il mio scritto con una riflessione personale, in modo da spiegare anche le immagini che trovate allegate a questo racconto. Io sono una persona che vive libera di pensare e di agire. Sempre nel rispetto degli altri e delle regole, certo, ma libera. E pretendo la libertà di pensiero che mi spetta, così come desidero che gli altri abbiano libertà nei loro pensieri.

Di base posso non condividere ciò che le persone ritengono giusto, ma se loro rispettano me, da me avranno rispetto. Il viaggiare ha ulteriormente acuito questo mio modo di vedere le cose e ne vado fiera, perché se ognuno rispettasse le libertà e i diritti degli altri, forse il mondo sarebbe migliore. 
Non voglio fare di questo un discorso politico ma, di recente, in Italia, come molti sapranno, la nostra millenaria arte è stata oggetto di censuraIo rabbrividisco e mi indigno profondamente di fronte a certe pratiche, perché posso essere critica e tagliente nei confronti dell’Italia ma, se c’è una cosa per cui sono immensamente fiera di essere italiana (forse la sola) è l’incommensurabile patrimonio artistico che ospita il mio paese. 
Per anni ho studiato arte, con passione, dedizione e amore. Per anni mi sono commossa nell’apprendere come l’arte italiana sia nata, abbia vissuto, sia esplosa di grandezza a livello universale. Sono così fiera, così grata che uomini come lo stesso Michelangelo (cito lui, dato che sto parlando di Caprese Michelangelo) siano nati nel mio paese e lo abbiano reso l’eccellenza a livello artistico, conosciuta da tutti. Anche nello spazio!
Io non mi vergogno della mia arte, dell’arte del mio paese e ritengo che l’arte italiana non sia offensiva per nessuno. Fermo restando che, se qualcuno si sente turbato da certe immagini di nudo, ha tutto il diritto di fare ciò che faccio io quando, guardando in tv scene di guerra e morte, non reggo e mi sento costretta a distogliere lo sguardo, il mio pensiero è fermo sulla certezza che nessuno possa arrogarsi il diritto di occultare la mia arte. La nostra arte.
Vi sono viaggiatori che fanno migliaia di chilometri, attraversano il mondo intero, per venire qui da noi, ad ammirare con i propri occhi la grandezza della nostra storia dell’arte! E noi la celiamo? No! Io come Claudia, persona libera di pensare, ideatrice di questo piccolo blog libero, che risponde al nome di Voce del Verbo Partire, dico NO!
Io rispetto ogni popolo, ogni idea, ogni modo di vivere; sono per la massima libertà. Ma questa metodologia la pretendo anche sulla mia persona e sul grandioso patrimonio artistico del mio paese. Ciò detto, non intendo occultare od oscurare le immagini dei nudi presenti in questo racconto di viaggio; mi auguro non turbino nessuno e mi auguro che vogliate continuare a seguirmi. Ma, credetemi, io non sono nessuno per mettere un telo sulle opere di Michelangelo Buonarroti. Né, se per questo, sulle opere di nessun artista.

Claudia B.