Dovete sapere, infatti, che la prima volta in cui mi sono trovata a diretto contatto con questa triste ed arcana storia, è stato da piccolissima, il giorno della mia Prima Comunione. Ero già una bimba curiosa e sempre portata a scoprire nuovi luoghi. Diciamo pure che anche allora, mi piaceva ottimizzare le domeniche e, perché no?, anche la domenica della mia festa.
Io non so se è stato un tentativo di uccidermi di paura, ma il tutto è iniziato in seguito ad un evento che, fino all’estate del 2011, ha coinvolto alcune rocche di Valmarecchia, Montefeltro e Valle del Conca, dal titolo “Fantastici Castelli”. Una serie di manifestazioni medievali, incontri, corsi a tema, che legavano questi siti storici.
Tra i castelli partecipanti al progetto, la scelta a suo tempo, è caduta sul borgo di Montebello e sul suo famoso fortilizio, per la curiosità suscitata nei nostri amici, da un servizio televisivo del programma “Mistero”, dedicato alle apparizioni di fantasmi, incentrato particolarmente sulla figura di Azzurrina, ormai più famosa di Maria de Filippi (ciao Maria!).
A mia discolpa posso dire che, conoscendo già la storia della piccola fantasmina, ed essendone terrorizzata nonostante la raggiunta maturità, mi sono opposta con tutte le mie forze alla visita in notturna della rocca, dando la mia disponibilità alla sola partecipazione alla festa medievale, per i vicoli del paese. Ma, una volta lì, mi hanno incastrata e, che ci crediate o no, mi sono ritrovata con una prenotazione per la visita guidata delle 23 e 30!
Quasi in lacrime per il terrore, cerco quantomeno di godermi le ore che mi separano dall’evento funesto (vedi a volte quanto è utile tutto questo eroico coraggio…), assaporando ogni attimo della raccolta ma deliziosa festa medievale.
Da quassù, infatti si domina interamente la vallata del fiume Marecchia che, in questo momento, si sta incendiando di un tramonto vivido e bollente, sfumato in ogni tonalità di rosso e arancio. In particolare dai bastione del castello, dove ci fermiamo a mangiare una piadina, possiamo ammirare estasiati questo spettacolo della natura, fondersi sui tetti del borgo e sulla vallata.
Intanto per le vie del paese, figuranti in costume storico improvvisano danze medievali, presentano attività ed antichi manufatti, si esibiscono in spettacoli esilaranti ed esibizioni all’ultimo respiro. E, ancora, le accattivanti rappresentazioni di falconeria, le divertenti scene di giullari e saltimbanchi, le dimostrazioni di lotta e tornei di spada. Se non sapessi cosa mi attende alla fine della serata, potrei dire di essere nel mio elemento naturale!
Passeggiamo per il borgo ammirandone l’intima familiarità, con le belle abitazioni in sassi, che creano la scena adatta a questa manifestazione, mentre la luce si riduce ulteriormente e, ogni angolo si illumina di lanterne e torce, che creano un’atmosfera suggestiva e pregna di mistero. Il sito di Montebello è antichissimo: le prime popolazioni che vissero qui, pare fossero di origine celtica.
In epoca romana fu edificata una torre a pianta quadrata e, l’insediamento del periodo medievale, prese il nome di Mons Belli, ossia monte della guerra. Della rocca si parla per la prima volta in un atto di vendita del 1186, con cui l’edificio venne acquistato da Giovanni Malatesta. E sono proprio le vicende dei Malatesta che si susseguono nella storia del misterioso fortilizio, con faide familiari, eventi storici, misteri irrisolti…fantasmi vaganti!
Le lotte tra Malatesta e Montefeltro, caratterizzarono questo possedimento, anche per la posizione confinante tra i due territori, in un continuo passaggio nel controllo del feudo: alla fine del XIV secolo i Montefeltro espugnarono la fortezza.
A guidarci nel contesto storico del sito e nelle vicende familiari, è un giovane ragazzo preparatissimo, che riesce ad interpretare un ruolo davvero accattivante, non solo di guida turistica, ma di vero attore in grado di conquistare un vasto parterre, grazie ad una personalità spiccata e ad un’impostazione accademica.
Un vero attore, grandioso nel suo modo di esporre e catturare l’attenzione del pubblico. La bravura di una guida autorevole, si misura anche da questa capacità innata di saper fondere conoscenze storiche, intrighi familiari e misteri, inglobandoli con spiccato senso della personalità e salde proprietà linguistiche: questo è quello che io definisco “saper narrare a colori”.
Siamo tutti affascinati e tesi all’ascolto, seguiamo come oro colato il crescendo della suspense e dei misteri che sfociano nella storia della piccola Guendalina, figlia di Uguccione Malatesta, misteriosamente scomparsa il 21 giugno del 1375.
La madre le tingeva i capelli con coloranti naturali, i quali scolorendo davano riflessi azzurrognoli, da cui il soprannome Azzurrina; il padre la faceva sorvegliare costantemente da due armigeri addetti alla sua sicurezza e, perlopiù, la piccina era costretta a giocare entro i confini della rocca, al riparo dagli sguardi e dalla luce del sole che, visto il suo albinismo, le creava problemi.
Durante il solstizio d’estate di quel 1375, mentre fuori infuriava un terribile temporale, Guendalina giocava allegra con la sua palla di stracci, mentre le due guardie controllavano che nulla accadesse; la palla rotolò nella ghiacciaia e la piccola corse a recuperarla.
E, secondo la leggenda, ogni cinque anni il fantasma della piccina, torna nel castello durante il solstizio d’estate, palesandosi con rumori che rimandano a quella drammatica giornata del XIV secolo. Infatti, durante gli anniversari della scomparsa, arrivano a Montebello studiosi e sensitivi, che registrano questi misteriosi suoni, effettuando controlli chiusi all’interno della rocca. Tutto ciò ha iniziato a verificarsi dal 1990 in poi, con una cadenza regolare di cinque anni e, ai visitatori, vengono fatte ascoltare queste registrazioni che, devo dire, sono piuttosto inquietanti.
Non ci sono vere e proprie fonti storiche sulla leggenda di Azzurrina, è una storia tramandata oralmente dalla notte dei tempi. Fatto sta che l’intero castello è un luogo che si presta a questo tipo di misteriosi avvenimenti, un vero palcoscenico per eventi soprannaturali ed arcane presenze. Da un punto di vista basato sull’umana concretezza, l’idea maggiormente diffusa è che, i genitori della piccolina, l’abbiano nascosta per salvarla da possibili ripercussioni dovute al suo aspetto fisico.
E’ difficile capire come certi misteriosi aneddoti possano nascere e diffondersi, ciò che è certo, almeno per me, dopo anni di visite e giornate dedicate alla scoperta del territorio in cui vivo, è che la famiglia Malatesta, oltre ad essere stata importantissima da un punto di vista storico, si è sicuramente trovata proprio malgrado invischiata in una serie di arcani eventi, i quali hanno dato adito a leggende che si sono ampliate nel corso dei secoli, arrivando a noi al di là del tempo e dello spazio.
Non sapremo mai quali verità si celano dietro ad un giallo storico, un pò come quando si parla della tragedia di Paolo e Francesca (qui), oppure di Maria Vetsera e Rodolfo d’Asburgo (qui), ma nessuno può negare come certe storie, sappiano apparire estremamente plausibili, nel loro sopravvivere su un intricato filo al confine tra romanzo e realtà.
Non sapremo mai per certo che fine abbia fatto la piccola Guendalina; non possiamo nemmeno dar per scontato che, la sua drammatica vicenda, si sia svolta così come ci viene narrata. Eppure, il dubbio, la superstizione ed il senso dell’ignoto restano, avvolgendo con un alone esoterico le mura di questo piccolo, affascinante borgo della Valamrecchia. A voi, viaggiatori, l’ardua sentenza…
Vedi, quando i luoghi interessanti sono vicini a casa, finisce sempre così… ne senti parlare per decenni ma non ci vai e non sai da dove nascono le leggende che li riguardano. Per Azzurrina è stato così. Ho passato tutta la mia infanzia tra Rimini e Gabicce ma mica mi hanno mai portato al castello di Montebello! Però la tappa fissa era a quello di Gradara… io dico, una volta in meno lì e una capatina da Azzurrina no?
Perchè mi pare sia davvero molto interessante e, ti dirò, il giretto in notturna lo farei volentieri!
Povera Guendalina, nascosta o rapita, sicuro non ha fatto una bella fine. Capisco che torni a lamentarsi… soprattutto oggi che i suoi capelli sarebbero stati di gran moda… deve odiarci!
Ciao Cla! #cheilcagottosiaconnoi (o anche no…)
I nuovi hashtag:
#cheilcagottosiaconnoi #cagotto #? #? #odiotuttivoiumani #dovemiavetemessa #uscitemi #vivailblu ???
Scusa l’attimo di follia Giulia, ma ormai noi e gli hashtag strani, siamo in perfetta sintonia?
Ecco io sono a favore di Gradara, bellissimo borgo, bellissima rocca. Ne ho scritto e ci torno spesso. Però dai, almeno un’uscita nei dintorni!!!
Ma sai quanti luoghi bellissimi ci sono: la Rocca di Montebello, quella di Verucchio, di Montefiore Conca, di Montecerignone!
Potrei continuare all’infinito, perché gioco in casa, ma non voglio alimentare il fuoco?.
Però hai assolutamente ragione, ti avrebbero dovuto concedere anche qualche gitarella nei dintorni.
Comunque se dovesse capitarti l’occasione, ricorda che Azzurrina è sempre lì: controllo io che non se ne vada ?!
Un bacione cara!
Claudia B.
Ma raccontata così la storia cambia connotazione! Complimenti per averla espressa così bene, altro che Mistero e Voyager. Effettivamente può essere che i genitori abbiano inscenato la morte/sparizione di Azzurrina per nasconderla e proteggerla dalla sua "diversità".
Non sapevo neanche dell'origine del soprannome! Ora ho una grande compassione per lei.
Hahahah stasera Claudia mi hai fatto tanta compagnia con il tuo blog!
PS: non so quante volte ormai abbia citato Giacobbo sul mio blog. A furia di farlo mi sta diventando simpatico! 😛
Ciao, buonaserata! E non dimenticare di far controllare a tuo marito quella mattonella di cui parlavi prima! XD XD
Assolutamente, perché se succede un’altra volta muoio sul divano…causa mattonella!
Anche io cito spesso Giacobbo e anche Bossari con Mistero, perché adoro sfotterli bonariamente: vedo che sono in buona compagnia!
Ecco, la storia di Azzu, effettivamente fa anche tristezza, tanta, non fosse che la caricano a pallettoni quando fanno le visite guidate. E tra rumori, ombre, apparizioni, dei dubbi sorgono. Ma alla fine i fatti portano ad altro: ad una creaturina diversa, in un periodo in cui bastava dire “Bella zio” per venir bruciati sul rogo!
Sono felice di averti fatto compagnia ?
A presto,
Claudia B.
Uuuu conoscevo già la storia ma rileggerla ci ha teletrasportato nel castello dei Malatesta.. Che presto visiteremo!
Certo, ascoltare questa storia da bambina avrebbe terrorizzato anche me! Ahaha
Sicuramente sarà una visita bellissima, perché le guide sono davvero preparate e molto “intense”, nel loro resoconto!
Ma vi giuro che io e Azzurrina continuiamo a coltivare questo terribile rapporto di contrasto e odio, che nemmeno un forzato e cordiale vicinato ha appianato. Il karma, a volte, è davvero folle!
Ci controlliamo a vicenda. Anzi, io controllo lei: ho il ruolo di Ghostwatchers!!!
Ma a parte questo, la visita vale davvero la pena. Cari Lucrezia e Stefano, pensatemi mentre percorrerete quegli storici corridoi.
Claudia B.