Al termine di un lungo, per quanto comodo, tragitto in vip bus notturno, siamo finalmente arrivati nel nord della Thailandia. Ad accoglierci, un cielo scuro ed una pioggia insistente, dopo che il temporale ci ha seguiti durante l’intero viaggio da Bangkok. Nonostante ciò, abbiamo grandissime aspettative per questi cinque giorni, che trascorreremo esplorando Chiang Mai e dintorni.
Chiang Mai non è Bangkok, ovviamente, per cui non è possibile usufruire di un’ampia ed economica rete di mezzi pubblici. Pertanto prendiamo un taxi, per arrivare fino al nostro hotel. Ci renderemo presto conto che, per visitare Chiang Mai e dintorni, l’ideale sarebbe la libertà e la convenienza di uno scooter a noleggio. Purtroppo, avendo deciso di non fare la patente internazionale, siamo costretti ad usare i taxi collettivi, che non sono mai la scelta più economica. Anche se contrattare con i driver, in un continuo gioco al ribasso, spesso è davvero divertente! Tranne quando si ha fretta, piove, oppure si è talmente stanchi da odiare persino la propria ombra (in questo post, i miei suggerimenti su come muoversi attraverso la Thailandia).
La scelta dell’hotel, è caduta sul Tadkham Village prima di tutto per la posizione, a due passi dalle mura della città. Una location perfetta per visitare Chiang Mai e dintorni, ma anche per concedersi una bella passeggiata tra i mercati serali, senza dover sempre ricorrere ai taxi. La presenza del deposito bagagli, l’architettura tipica del nord della Thailandia e la colazione inclusa, hanno a propria volta influito sulla decisione di prenotare qui, ad un prezzo davvero conveniente. Quando si organizza un viaggio fai da te in Thailandia, è bene tener conto di tante variabili, fra le quali queste.
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Cosa fare e vedere a Chiang Mai e dintorni in cinque giorni.
Suddividiamo il nostro viaggio nel nord della Thailandia in cinque giorni, durante i quali esploreremo Chiang Mai e dintorni, spingendoci fino a Chiang Rai con un’escursione giornaliera.
Una cosa è sicura: a Chiang Mai la proposta di visite è talmente ampia, che non c’è possibilità di restare con le mani in mano, né di annoiarsi! Se devo essere sincera, una volta qui, mi rendo conto che cinque giorni sono persino pochi per riuscire a vedere quante più cose possibile, godendosi nel contempo la bellezza di Chiang Mai bighellonando senza meta. Ma noi ci proveremo, perché vogliamo fare di Chiang Mai e dintorni la nostra seconda casa del cuore, qui in Thailandia, dopo Bangkok.
Muniti di un ampio poncho, che ci aiuta ad affrontare i continui ed improvvisi scrosci di pioggia, proteggendo noi, gli zaini e la reflex, possiamo sfruttare al massimo il tempo a nostra disposizione.
Oltre al centro storico di Chiang Mai, ci muoveremo negli immediati dintorni, tra templi in cui religione e superstizione si incontrano con grazia tutta asiatica, tra percorsi naturalistici che profumano di libertà, giardini lussureggianti, orchid farm e, naturalmente, verso Chiang Rai.
In questo programma, non mancheranno stupende soste gastronomiche, perché il cibo thailandese è tutto da scoprire, passeggiate tra i mercati serali ricchi di prodotti di ogni tipo, sedute di massaggio thailandese…ma svolto in maniera etica.
Il tutto, senza mai perdere il contatto con la città, con le persone, con le sensazioni che Chiang Mai e dintorni suscitano in noi. Ma di queste, ne parlerò in un’altra occasione (qui). Per ora, voglio raccontare il nostro personale itinerario nel nord della Thailandia: qui non ci saranno ipotesi di percorso, visite ideali, accenni a cosa si può fare, copiati dal web. In questo post, trovate ciò che noi di Voce del Verbo Partire, abbiamo visitato durante il viaggio a Chiang Mai e dintorni.
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Itinerario tra i templi nel centro storico di Chiang Mai.
Chiang Mai ha una caratteristica pianta quadrata. Le antiche mura della città, conservate con cura ed esaltate da aiuole deliziose e dal vecchio fossato, racchiudono un patrimonio storico e religioso, che farebbe impallidire tutte quelle persone che in genere dicono: “Perché vai all’estero, quando in Italia c’è tutto?”. Forse perché ogni luogo, racchiude un universo da svelare.
Chiang Mai è uno scrigno del passato, che contiene qualcosa come 300 templi! Ovvio, quindi, che un itinerario a piedi tra i templi di Chiang Mai, è un’attività che non ci lasciamo scappare, pur dovendo compiere il percorso in due giorni, dato che il tempo qui è davvero inclemente. Insomma, tutto questo verde rigoglioso, non è un caso! E, sia chiaro, nonostante la tentazione fortissima, non visitiamo tutte 300 le strutture. Ci limitiamo ad un numero leggermente inferiore, che fa da filo conduttore alla scoperta degli allegri viali della città!
♦E’ il silenzio ovattato del Wat Jet Lin, a dare inizio al nostro itinerario tra i templi nel centro storico di Chiang Mai. Più del Tempio in sé, è il piccolo specchio d’acqua nascosto alle sue spalle, che ci affascina nonostante la pioggia.
Anzi, con questo tempo basso e scuro, è ancor più suggestivo. Poche persone attorno a noi, perché la maggior parte si muove tra i templi più famosi. Solo un paio di turisti, ed alcuni monaci che si rilassano sotto ad un gazebo.
Ingresso gratuito.
♦Al Wat Chedi Luang, invece, le cose sono diverse. È uno dei templi più importanti di Chiang Mai e, fino al XV secolo, ha conservato il Buddha di Smeraldo che ora si trova al Wat Phra Kaew di Bangkok (ne ho scritto qui).
Ci sono tantissimi turisti, nonostante la pioggia incessante. Perché il fascino del Wat Chedi Luang è innegabile. Non solo per il grande Tempio, circondato da splendidi padiglioni, che ci catapultano in un universo così lontano eppure così intimo, fatto di contatto diretto col Buddha, ma anche per l’imponente chedi in stile Lanna.
Questo immenso monumento, danneggiato ma sempre in grado di emozionare, riesce a catturare tutta l’attenzione, attirando ognuno di noi, come un richiamo irresistibile. All’interno del Tempio, avvolti da tonalità caldissime che contrastano col grigio cupo dell’esterno, abbiamo il piacere di assistere alla benedizione di un monaco.
Ingresso a pagamento.
♦Ma se di emozioni vogliamo parlare…allora devo assolutamente presentare (con un pizzico di gelosia), quello che è stato il mio punto di riferimento spirituale e di benessere, durante questi giorni trascorsi tra Chiang Mai e dintorni: il Wat Pan Tho.
Lo so, il buddismo non è la mia religione. Ma non ho mai fatto mistero di come, all’interno dei Templi thailandesi, a contatto col Buddha e con le benedizioni dei monaci, io mi sia trovata completamente a mio agio. Felice. Commossa. Con un senso di appartenenza impossibile per me da spiegare.
Al Wat Pan Tho, che personalmente reputo il tempio più bello di tutta Chiang Mai e dintorni, provo emozioni che non hanno nome. Mi sento piccola, ma protetta, mentre siedo nella grande sala di preghiera, stretta tra le 28 colonne di questo accogliente edificio in legno.
Ingresso gratuito.
♦Un altro Tempio che mi fa “stare in pace con me stessa” (scusate, ma le mie valutazioni sono sensoriali, lascio i tecnicismi ad altri), è il Wat Chiang Man. Prima di tutto perché, per raggiungerlo, dobbiamo attraversare la bella Chiang Mai, ritrovandoci poi in una zona sorprendentemente caratteristica dove spiccano le belle abitazioni in legno, tipiche della Thailandia del nord. Un’atmosfera davvero avvolgente, con pochissimo traffico ad interrompere il legame con la sacralità del luogo ed il magnetismo di questo angolo della città.
Il Wat Chiang Man è considerato il Tempio più antico di Chiang Mai e, per certi versi, è il “testimone architettonico” della fondazione della città, la cui data è stata incisa su una pietra qui conservata. Così come antica è la statua del Buddha, probabilmente una delle prime realizzate durante il Regno di Lanna.
Ma è il chedi, sopra ogni particolare, a togliere il fiato: pietra e oro, con elefanti alla base, che osservano come silenziose sentinelle, lo scorrere dei secoli.
Ingresso gratuito.
♦In un soggiorno di cinque giorni tra Chiang Mai e dintorni, sarebbe impossibile non visitare il famosissimo Wat Phra Sing, uno dei più venerati di tutta la città.
Arriviamo qui quando è ora di pranzo, al rientro da un’escursione vicino Chiang Mai, per cui c’è un numero sopportabile di turisti. Curiosiamo tra le cappelle che si stringono attorno al Tempio principale, costantemente abbagliati dal grande stupa dorato che campeggia nel cortile. C’è un’armonia palpabile, che non dipende solo dalla bellezza storica del Wat Phra Sing, ma anche dalla serenità sprigionata da ognuno di noi.
Ingresso a pagamento.
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Cosa vedere a Chiang Mai e dintorni: il Tempio d’Argento.
Il Wat Sri Suphan, è un pittoresco tempio di Chiang Mai, che si trova appena fuori dalle mura della città, nella zona in cui si svolge il mercato del sabato sera. In pratica a due passi dal nostro hotel. Questo è il motivo per cui dobbiamo affidarci a Google Maps per trovarlo: i luoghi più semplici da raggiungere, si nascondono con cura. Fine della questione.
Il Tempio d’Argento va assolutamente visto, prima di tutto perché in pochi lo inseriscono nel proprio itinerario, nonostante sia a due passi dal centro storico di Chiang Mai. Poi è davvero insolito…forse persino unico nel suo genere.
Sembra un gioiello. E non tanto per le lastre di argento, nickel ed alluminio di cui è ricoperto, che lo fanno brillare ad ogni cambio della luce e ad ogni movimento del sole. Ma perché dà l’impressione di essere uno di quei preziosi scrigni, che si trovano spesso nelle vetrine dei musei, solo a grandezza naturale!
In realtà, piccolo lo è davvero, quasi una bomboniera rispetto ai templi che abbiamo visto finora a Chiang Mai e dintorni. Ma non per questo meno meritevole di una visita. L’unica pecca? Trattandosi di una sala usata per le ordinazioni, noi femminucce non possiamo accedervi! Prima di vedervi buttare in terra il pc o il tablet, per correre in piazza a protestare, voglio specificare che si tratta di una tradizione buddista che va rispettata, anche se con dispiacere.
Ingresso gratuito.
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Wat Phra That Doi Suthep e Wat Phra That Doi Kham.
Negli immediati dintorni di Chiang Mai, ad una sola manciata di km dalla città, il Wat Phra That Doi Suthep e il Wat Phra That Doi Kham, sono quasi due facce della stessa medaglia. Un’ascesa al sacro il primo, un’ascesa al profano (consacrato), il secondo.
♦Arriviamo presto al Doi Suthep, dopo una contrattazione serrata con diversi driver, che concludiamo a 450 bath andata e ritorno, più una sosta di un’ora per la visita. Peccato che poi ce ne lasciamo scucire altri 550, per arrivare dalla parte opposta del Parco Nazionale e visitare il Doi Kham. Pazienza, paghiamo l’errore di non aver richiesto la patente internazionale…
Salire verso il Doi Suthep, sarebbe già di per sé magico, considerato che ci si lascia alle spalle il rumore ed il traffico sostenuto di Chiang Mai, immergendosi in una natura rigogliosa, profumata ed interrotta solo da saltuari banchetti di cibo ed oggettistica, cagnolini o casette degli spiriti. Ma, quando si giunge in prossimità della scalinata con cui si ascende al Tempio, circondati dalla nebbia mattutina e prima dell’invasione dei turisti, la sensazione è di essere sospesi su una nuvola in un attimo di infinito. Questa nebbia che ci avvolge in un bozzolo di incanto, ci impedisce purtroppo di ammirare il panorama che, solitamente, si gode su Chiang Mai e dintorni. Ma l’alone di irrealtà così tangibile ed indimenticabile, vale anche la perdita del paesaggio.
Salire questi 306 gradini, è un profondo atto di fede anche per chi non è buddista. Una sorta di percorso spirituale, in cui si entra in pace con l’anima, prima di accedere a quello che è uno dei Templi più sacri della Thailandia.
Secondo la leggenda, un elefante bianco con la reliquia del Buddha, portata qui da un monaco, venne lasciato libero di vagare nella giungla fino alla propria morte e, nel luogo in cui spirò, venne costruito il Wat Phra That Doi Suthep, nel XIV secolo.
E’ un tempio davvero particolare, in quanto è esterno: sorge su di un cortile meraviglioso, con uno stupa al centro, circondato da cappelle, padiglioni, corridoi. Questa magnificenza, però, fa a botte con la praticità. Date le piogge ricorrenti e l’obbligo di togliersi le scarpe, anche indossando dei calzini ci si bagna. Non vi dico poi, se si decide di visitare il complesso a piedi nudi. L’ideale sarebbe portare con sé buste di plastica, stando attenti a non cadere, oppure i calzini che si usano in aeroporto ai controlli di sicurezza.
Ingresso a pagamento.
♦Il Wat Phra That Doi Kham, è un’alterativa meno turistica al Doi Suthep. Attenzione: non è che il primo possa sostituire il secondo! Sia a livello di emozioni, sensazioni, che di pura bellezza, il Doi Suthep è imbattibile.
Ma il Doi Kham è una piacevole escursione, durante un soggiorno a Chiang Mai e dintorni. E’ frequentato principalmente da thailandesi, vi si accede sempre da una scalinata, ma decisamente meno monumentale rispetto al Doi Suthep….e le persone che vengono qui, fanno offerte per motivi non sempre religiosi. Insomma, a dirla tutta, sperano di vincere alla lotteria!
Infatti, oltre al Tempio, alle cappelle e alle innumerevoli statue del Buddha che ricordano quasi un “luna park religioso”, si trovano diversi venditori di biglietti della lotteria, di pietre portafortuna ed un immancabile piccolo mercato di street food e souvenir!
Sulla terrazza panoramica, poi, vi sono alcuni angoli allestiti con fiori finti e panchine, per gli immancabili selfie di rito, tanto amati dai local.
Ingresso gratuito.
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Cosa vedere a Chiang Mai e dintorni: Royal Park Rajapruek.
Posizionato sulla stessa strada che porta al Doi Kham, per una serie di errori di valutazione, raggiungiamo questo parco reale il giorno successivo alla tappa presso il simpatico Tempio. Oltretutto, ci ritroviamo a visitarlo sotto ad una pioggia torrenziale, stretti nei nostri fedeli poncho giganti. Abbiamo contrattato con un driver che, per 400 bath, ci porterà a destinazione, poi di nuovo a Chiang Mai, attendendo anche due ore per permetterci di visitare il bellissimo parco reale. Insomma, qualunque cosa decida il tempo, ormai il dado è tratto.
Il nostro giro al Royal Park Rajapruek, inizia a bordo di un trenino panoramico, stipati tra un gruppo di cinesi che, in realtà, se ne va subito dopo questo simpatico siparietto. Non capirò mai certi modi di viaggiare. Credo di non aver fatto cose simili, nemmeno quando ancora prendevo parte a viaggi di gruppo.
La tratta in trenino, ci permette di farci un’idea precisa del parco, di come siano collocati i vari padiglioni e di evitare un pò di pioggia, nell’attesa di approfondire la visita. La cosa simpatica, è che siamo si e no una decina di turisti (dopo la fuga dei cinesi), circondati da un numero infinito di dolcissimi bimbi in gita didattica, dato che è venerdì.
Il Royal Park Rajapruek è un’opera d’arte. Si tratta di un giardino, che contiene padiglioni donati alla famiglia reale, provenienti da tutto il mondo! Un viaggio nella natura.
Qui si celebrano gli amatissimi sovrani, in un crescendo di architetture e decorazioni floreali, che sfociano nell’opulento padiglione centrale, all’apice del parco, il quale ricorda quasi un Tempio!
Per quanto mi riguarda, però, mi innamoro del giardino dedicato alle orchidee, della serra con le rose e degli spettacolari e pittoreschi ambienti, ricreati con cascatelle, fiumi e ponticelli.
Stupendi i padiglioni dedicati alle zone climatiche del mondo, con ricostruzioni di aree caratteristiche e composizioni di vegetazione tipica.
Ingresso a pagamento.
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Cascate di Mae Sa.
Durante la stagione delle piogge, è imperdibile una visita alle Mae Sa Waterfall, negli immediati dintorni di Chiang Mai. Contrattiamo con un driver che, per 500 bath, si mette a disposizione per l’andata e ritorno dal centro di Chiang Mai, inclusa la visita alle cascate e alla Orchid Farm, senza limite di tempo. In ogni caso basta mezza giornata per fare tutto.
Il percorso naturalistico, che si snoda tra le cascate che compongono le Mae Sa Waterfall, è delizioso. Piuttosto semplice e gradevolissimo. Voglio dire, se io sono riuscita a seguirlo senza cadere, state sereni, significa che è adatto a tutti.
Immerso nella natura selvaggia e profumata, lontano dallo smog e dai clacson, permette di rigenerarsi durante la passeggiata, sia mentalmente che fisicamente.
Volendo, ci si può fermare anche per fare il bagno nei punti in cui l’acqua è più calma, o per rilassarsi lungo le rive. Ci sono gazebo, bagni…la sola cosa a cui bisogna provvedere, nel caso in cui si volesse trascorrere qui l’intera giornata, è il cibo. Ma per chi si decide all’ultimo, nessun problema: a ridosso del secondo parcheggio, sono presenti dei negozietti.

Il percorso è strutturato su 10 livelli, tutti ben segnalati, che permettono di ammirare in vari punti il salto delle cascate. Peccato che riusciamo ad arrivare solo fino al 7, perché da lì in poi il sentiero è interrotto. Ma questo non toglie nulla all’incanto dei momenti trascorsi qui.
Vi chiedo un favore. Se visitate le Mae Sa Waterfall durante il periodo secco, non andate poi a scrivere su TripAdvisor recensioni del tipo: “Perché andarci? Non c’era nemmeno acqua!”. Certo che non c’è! E non credete alle foto ritoccate, che mostrano acque cristalline. Alle cascate di Mae Sa, il colore delle acque, è quello che vedete nelle immagini di questo post: naturale, torbido…ma vero. Come me!
Ingresso a pagamento. Se si arriva qui con un taxi collettivo, come nel nostro caso, si paga anche il parcheggio del mezzo.
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Cosa vedere a Chiang Mai e dintorni: Orchid Farm and Butterfly.
La Bai Orchid Farm and Butterfly, è per me una sosta da sogno. Da piccola amavo il fucsia. Non ricordo dove ma, un giorno, vidi un’orchidea fucsia e, da quel momento, divenne il mio fiore preferito.
Ero davvero piccina, pronunciavo male la ‘s’, ero sdentata e non sapevo nulla del mondo. Di certo non avevo idea di cosa fosse la Thailandia, né potevo immaginare che un giorno, avrei voluto con tutta me stessa un viaggio nel paese il cui simbolo è proprio l’orchidea. In cuor mio, desidero pensare che già allora…la Thailandia abbia iniziato a chiamarmi a sé.

Entrare in questo “Regno delle Orchidee”, con appuntato sul petto un piccolo fiore che rappresenta il nostro biglietto, mi catapulta alla mia infanzia, da quella bambina che un giorno, sarebbe diventata una viaggiatrice. Dalla stessa bambina che, quell’orchidea oggi chiusa in una spilla, la trovò riprodotta trent’anni fa su un mollettone, piantando un casino per averlo. Ero già una rompipalle, si. Ma almeno non si può dire, che non avessi le idee chiare.
Il padiglione delle farfalle è stupendo. Se non fosse per i gruppi che scendono dai pullman, rovinando la quiete del luogo con una corsa al selfie della durata di dieci minuti, potrei illudermi di essere in un giardino.
Ad un certo punto, pur amando questo ambiente ricreato appositamente per le leggiadre farfalle, mi chiedo se sia giusto tutto ciò. Temo che il trambusto e l’assalto impetuoso dei turisti, possa in realtà spaventarle. E mi cruccio nel pensiero di avere, anche io, alimentato un commercio sbagliato.
Poi succede una cosa. Nel mio muovermi lentamente, quasi senza respirare, per dare meno fastidio possibile alle farfalle, una di loro si posa sulla mia mano…e passa un pò di tempo a fotografare con me. Giuro! E’ una cosa talmente tenera, che mi soffermo sul cartello “non toccare le farfalle”, pensando a quanto sia fortunata nell’essere stata scelta io, da una di loro.
Ingresso a pagamento.
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Cosa fare a Chiang Mai e dintorni: massaggio thailandese etico.
Se il massaggio thailandese è tanto rinomato in tutto il mondo, un motivo ci sarà. Questo motivo lo scopriamo durante il nostro viaggio a Chiang Mai e dintorni. Complice il tempo incerto, che varia alla velocità della luce, decidiamo di concederci una seduta di massaggio ai piedi e alle gambe.
Vogliamo però farlo in modo etico e, dopo aver trovato diverse segnalazioni sia sulla mia guida (miracolo!) che sui vari blog, scelgo il “Thai Massage Conservation Club”. Si tratta di un centro in cui i massaggiatori sono tutti ciechi. Professionisti meravigliosi, in grado non solo di scovare i punti deboli del tuo dolore, ma di rimetterti al mondo. Mi fa piacere pensare che, queste persone, abbiano un lavoro sicuro, fisso. E mi fa piacere affidarmi alla loro sensibilità e capacità, perché sanno aiutare anche chi, come me, ha un sacco di problemi.
Alla fine dell’ora, infatti, il massaggio si sposta sulla zona cervicale, che per me è un tallone d’Achille fin dall’adolescenza. Penso che non uscirò da qui viva, vista la forza del massaggio, in un punto che tende a bloccarmisi anche solo lavando i denti. Eppure, non sono mai stata meglio!
Torniamo una seconda volta e, a stento, mi trattengo dal rapire uno dei massaggiatori per portarlo via con me. Mi limito ad abbracciarli con gratitudine, perché hanno saputo vedere me e i mie dolori, senza bisogno di guardare.
Costi dei massaggi in listino. Il nostro “Foot Massage and Refelxology”, comprensivo di gambe e zona cervicale, è costato 200 bath a testa.
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Cosa fare a Chiang Mai e dintorni: visitare i mercati cittadini “sfondandosi” di street food.
“Night Bazaar”, “Saturday Walking Street”, “Sunday Night Market”, sono i tre mercati da non perdere assolutamente a Chiang Mai. Il primo, si tiene ogni sera, mentre i secondi invadono piacevolmente le strade nel fine settimana, rispettivamente il sabato e la domenica.
Sono punti di ritrovo stupendi, dove il cibo campeggia su tutto, con ogni forma, colore, profumo, gusto! Un paradiso gastronomico al quale non si può resistere, a meno che non ti chiami Daniele L., seconda metà di Voce del Verbo Partire, nato noioso e sensibile allo street food.
Abbiamo avuto la fortuna di soggiornare a Chiang Mai dal mercoledì alla domenica, così ci è stato possibile prendere parte a tutti questi momenti di aggregazione, in cui si acquistano oggetti tra contrattazioni all’ultimo sangue, si beve, si mangia, si gioca e ci si rilassa. Tutto tipicamente thailandese!

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Come organizzare le visite a Chiang Mai e dintorni.
Come ho detto all’inizio, mi sono pentita amaramente di non aver richiesto la patente internazionale, soprattutto per visitare Chiang Mai e dintorni. Contrattare con i driver dei taxi collettivi, a volte è divertente, a volte snervante, a volte uggioso. A volte è un incontro umano. Insomma, dipende dalle circostanze.
Di certo se viaggiate come noi, in coppia, il costo del servizio si sente eccome! Per risparmiare qualcosa, mi sono accorta col senno di poi, che avrei potuto strutturare le visite in maniera diversa. L’errore è stato causato dal fatto che, tutti i miei piani iniziali d’itinerario tra Chiang Mai e dintorni, sono saltati nel momento stesso in cui siamo arrivati nel nord della Thailandia. E’ stato necessario riadattarsi ai ritmi diversi di Chiang Mai, alla sua anima, al suo stile di vita, al clima incerto, alla mancanza di mezzi pubblici a profusione.
Ad oggi, avrei accorpato le visite in modo da non aver bisogno di usare i taxi collettivi per spostarmi agli antipodi, come una trottola impazzita. Ecco come suddividerei le tappe:
- Doi Suthep, Mae Sa Waterfall, Bai Orchid Farm and Butterfly;
- Doi Kham e Royal Park Rajapruek
Mi auguro che il suggerimento possa esservi utile.
In tutto il centro storico, vi sono agenzie e guest house, che organizzano escursioni a Chiang Mai e dintorni. Anche negli stessi luoghi di cui vi ho parlato in questo post. A mio avviso, potete muovervi in autonomia senza problemi. Ma, se preferite affidarvi a degli esperti, fate almeno un giro per valutare i vari prezzi e servizi.
Per spostarsi dalla stazione dei bus Arcade a Chiang Mai, abbiamo speso 180 bath all’andata, con un taxi classico che, in questa parte di Thailandia, non prevede l’uso del meter nemmeno per errore. Al ritorno, abbiamo contrattato con un taxi collettivo, che ci ha dapprima portati in hotel a ritirare i bagagli, per trasportarci quindi fino all’Arcade, ad un costo di 150 bath. Il nostro driver, accompagnato dalla moglie, come spesso accade, era un arzillo signore ultrasettantenne, un nonnino in gamba e simpaticissimo, che ci ha dato il suo personale arrivederci a Chiang Mai! Perché la Thailandia è sempre, prima di tutto, rapporti umani.
Claudia B.
Non ho proprio il coraggio di farmi fare i massaggi ma l’idea che tutti possano lavorare è di per sè bellissima. Sentiiii, ma le farfalle!!! Io ne ho vista una stupenda ma non sono andata al padiglione. Ne hai viste di cose! Baci Clà.
Mi sono impegnata a fondo, per sfruttare al meglio i cinque giorni trascorsi a Chiang Mai! Anche se i ritmi della città ed il tempo, mi hanno fatto riadattare l’itinerario, credo di aver tratto il massimo da questa prima visita!
Pure io trovo che sia fantastico, il fatto di dare un’opportunità lavorativa a tutti. Questo centro è speciale, così come i massaggiatori ciechi. La loro sensibilità è indescrivibile. C’è un altro centro per messaggi, in cui lavorano donne detenute per piccoli reati, che hanno così modo di avvicinarsi ad una professione. Mi sembrano progetti davvero meravigliosi e umani!
Un abbraccio,
Claudia B.
Ferma ferma ferma ferma: cosa sono quelle palle colorate??? Credo che proverei a mangiarle anche se non fossero commestibili, quando vedo tutti questi colori divento come i bambini piccoli!
Le tue foto comunque sono davvero stupende, quei templi sembrano finti da quanto sono belli, ma non con accezione negativa ovviamente. Sembrano usciti da un sogno, da qualcosa di troppo bello perchè possa effettivamente esistere.
Come se non bastasse, hai aumentato la voglia di farmi partire con la storia dei massaggi. Tanti applausi a voi per la scelta del centro, io sono anni che mi sogno un massaggio coi fiocchi ai miei poveri piedini…
Un baciotto!!!
E raccontarlo, credimi, non rende la meraviglia di trovarsi sotto alle mani esperte di quei massaggiatori. In questo momento, vorrei aver portato a termine il rapimento a cui avevo pensato.
Grazie per i complimenti Celeste, capisco perfettamente cosa vuoi dire a proposito dei templi, perché io stessa li ho visitati e percepiti esattamente come se fossero in un libro, o in una guida. Talmente incredibili e perfetti, con colori e decorazioni così stupefacenti, da non sembrare reali, ma favolose illustrazioni 🙂
Le pallette a cui ti riferisci, se non sbaglio sono gelati! Io ne ho presa una al gusto biscotto e l’altra alla vaniglia…una coccola per il palato!
Bacioni,
Claudia B.
Innanzitutto, complimenti per le bellissime foto. Chang Mai è un posto meraviglioso e l’hai descritto egregiamente sia con le parole (come tu sai fare) sia con le immagini. Adoro quelle architetture, non sai quanto! Io non capisco perché l’italiano medio si fissi solamente con le isole (bellissime, per carità), quando l’entroterra offre queste meraviglie!
E’ una domanda a cui non so davvero rispondere. Anche perché spesso, poi, le isole sono le solite, non c’è tanta voglia di sperimentare qualcosa di nuovo. Il nord della Thailandia è magico. Si potrebbe concentrare un intero viaggio soltanto qui e, credimi, sarebbe impossibile annoiarsi. Paesaggi di una bellezza surreale, edifici che ti lasciano a bocca aperta, cibo eccellente….e le emozioni? Quelle non si possono nemmeno spiegare 🙂
Grazie per essere passato Andrea! Baci,
Claudia B.
Bellissima la scelta di fare i massaggi da massaggiatori ciechi ! Un modo per loro di poter condurre una vita come tanti altri , non potendo contare sulla vista possono contare magistralmente sul tatto, facendo di questo un mestiere.
La Thailandia è proprio una terra stupenda , purtroppo a Chang Mai siamo stati poco , contiamo un giorno di tornarci.
Mi è sembrato il modo migliore, per usufruire di questo spettacolare massaggio. Mi ha veramente dato senso di benessere, sapere che stavo aiutando delle persone, lasciando loro il grande orgoglio di svolgere il proprio mestiere. E sono così bravi, che il ritorno era scontato 🙂
Vi dirò ragazzi, questi cinque giorni, per quanto pieni, sono stati un piccolo assaggio anche per me. Non vi nascondo che sarebbe stata necessaria una settimana, o forse dieci giorni, per completare al meglio la visita. Anche io conto di tornare, perché Chiang Mai ha qualcosa che ti lega a sé per la vita!
Un abbraccio,
Claudia B.
Che foto splendide Claudia! Devo assolutamente andare a Chiang Mai, mi sono innamorata della sua atmosfera, così come l’hai raccontata tu. Immagino che in certi momenti il turismo selvaggio venga fuori, che tra mercanzie varie si perda un po’ il senso vero delle cose, ma mi sembra un luogo in cui tutto è possibile, basta solo volerlo. Ho letto tanta gioia e anche tanta serenità in questo tuo post, tra i templi, il parco reale e le orchidee non saprei dirti cosa mi piace di più, questa volta prendo il pacchetto completo 🙂
Un bacione!
Il segreto per godersi la Thailandia e, ovviamente, Chiang Mai, è proprio volerlo. Soprattutto, essere consapevoli fin dall’inizio di quello che ci aspetta.
Perché il turismo di massa ha cambiato la Thailandia. Ma ti giuro Silvia, devi credermi se ti dico che è ancora possibile lasciarsi affascinare e coinvolgere con l’anima. Bisogna trovare il modo di farlo, aggirare l’ostacolo. E ti garantisco che ci si può riuscire.
Purtroppo, ritrovare la terra intonsa di quarant’anni fa, ormai, non è possibile. Ma non è nemmeno sbagliato provare a coglierne dei tratti!
E sai, per la Thailandia ne vale la pena…
Un abbraccio,
Claudia B.
Ohhh ma che foto <3 Non ho parole. In questo articolo ti sei superata: si vede che la Thailandia ti ha rubato l'anima, altro che il cuore! Meraviglioso il tempio sospeso su una nuvola ma la cosa che ti ho invidiato di più è stato il massaggio ai piedi. Proprio l'altro giorno una blogger mi parlava del fatto che la Thailandia è abusata dai turisti, anche da coloro che si fanno massaggiare… Sinceramente ho trovato il suo punto di vista un po' troppo radicale per me ma poi vedo che avete scelto di godere delle meravigliose mani thai e allora mi dico: forse dovremmo essere etici prima di tutto a casa nostra. Solo così lo saremo anche all'estero.
Brava Claude, attendo il tuo trasferimento con ansia 😉
Eh cara Roberta, tu tocchi un punto dolente, quello dei pareri sul cosa il turismo abbia fatto alla Thailandia. Ora, non voglio dire che ormai non si sia votata totalmente al turismo. Né che il turismo sia sempre etico. Ma io la vedo come te: dobbiamo iniziare questo percorso guardando in casa nostra, piuttosto che accusare solo altre nazioni. Anche perché chi non sa contenersi a casa propria, non lo farà all’estero. Allora avremo persone che accettano contatti non etici con gli animali, con i luoghi e con i local. Su questo io stessa non ho dubbi, l’ho ripetuto anche nei primi post scritti.
Però, ogni attività, può essere compiuta con coscienza. Tra queste, anche il massaggio. Pensa che a Chiang Mai, c’è anche un centro in cui operano ex detenute, che così si riavvicinano al mondo lavorativo. Aggiungo, comunque, che tutti i centri in cui si pratica massaggio thailandese, le persone che lavorano, lo fanno onestamente. È la loro attività, il loro sapere. Sono stipendiale e non fanno nulla di male. Per cui non andare, secondo me non aiuta. Ovvio che se poi posso scegliere, mi butto sull’opzione etica. Ma questo non vuol dire che ci sia nulla di male, nel frequentare altri negozi dedicati al massaggio!
Un bacione Robi, grazie per i tuoi spunti di discussione sempre graditi ?
Claudia B.
:***
?
Ogni tuo nuovo post che leggo su questi luoghi resto sempre più incantata. Infatti aspetto di avere un po’ di tempo per leggermeli in tranquillità.
Orizzonti, colori diversi da noi che ti fanno vivere in un altro mondo (sicuramente migliore delle nostre frenetiche città urbane).
il tempio d’argento è particolare veramente, un piccolo gioiello, sicuramente ricco di simboli in ogni dettaglio, tipo mi ha colpito il blu che esce come un’onda. bello davvero!
Quel blu ha colpito tanto anche me, perché simula una corrente d’acqua che, in mezzo a tutto quell’argento, balza subito agli occhi!
Vivere l’Asia cambia qualcosa nel viaggiatore. È un modo diverso di concepire il tempo, le necessità, la vita stessa.
Per me è stato difficilissimo tornare alla mia realtà, se devo essere sincera. Mentre ci ho messo meno di niente ad abituarmi alla loro.
Sono felice che questi post sulla Thailandia ti stiano incantando (meraviglia?), perché significa che, almeno una parte della magia che ho vissuto, trapela dagli articoli!
Grazie per essere passata Francesca!
Claudia B.
I giardini possono farmi innamorare di una città. Se trovo un parco splendido, con fiori e piante e angolini che sembrano quadri, ecco, la mia prospettiva cambia e dimentico tutto. Associavo Chiang Mai ai templi, ma non immaginavo una natura così rigogliosa e colorata. Claudia, mi stai facendo scoprire una Thailandia intima, personale, piena di sensazioni diverse e di energia positiva. Poche cose sono emozionanti quanto trovare seconde case in giro per il mondo. Posti che ci appartengono anche se li abbiamo visti solo per pochi giorni. Ma per me è così: posso sentire più vicino un luogo in cui sono stata per breve tempo, che una città in cui ho vissuto per anni.
Un bacione!
Ma sai Ilenia che succede anche a me! Pochi giorni trascorsi a Bangkok o a Chiang Mai, ne hanno fatto la mia casa. Nel senso che le ho sentite pienamente mie, con un senso di appartenenza che, in certi momenti, mi ha persino destabilizzata. Sarò onesta: per tutto il tempo, io ho dimenticato di avere una casa in Italia, nella mia bella valle colorata. Era come se, semplicemente, non fosse mai esistita. La realtà era la Thailandia.
Ciò che mi riempie il cuore di gioia, sono le tue parole. Sai quanto significa per me, sapere di averti fatto conoscere una “Thailandia intima e personale”? È una cosa bellissima, che mi rende orgogliosa, perché ho sempre paura che i miei post siano troppo tecnici, che manchi il sentimento. E sarebbe un peccato, dato le splendide sensazioni che questo viaggio ha suscitato in me.
Ti abbraccio forte,
Claudia B.
Forse te l’ho già detto ma non mi stanco di ripeterlo: se fino a poco tempo la Tailandia era un paese che “non mi diceva niente”, da quando leggo i tuoi racconti ho cambiato idea.
È incredibile come tanta bellezza possa essere concentrata tutta insieme, non riesco a rendermene conto. Penso che rimarrei a bocca aperta dal mattino alla sera. E che sensazione di pace mi ha trasmesso il Royal Park!
Ti confesso di aver saltato il paragrafo delle farfalle e ti chiedo scusa, ma ho queste bestie alate mi TERRORIZZANO (ridi pure).
Però mi sono rifatta gli occhi con lo street food: Daniele non sa cosa si perde ?
Buona giornata!
Scusa Silvia ho riso sul serio! Ma non con cattiveria, giuro! So che molti hanno questa fobia delle farfalle, solo non ero pronta alla confessione ?! Va beh, dai, si può ripiegare sulle orchidee…
Prima di tutto, sono felice di averti fatto cambiare idea sulla Thailandia. E ti dico perché. Fino a gennaio scorso, io semplicemente la Thailandia non la vedevo. Nel senso che sapevo della sua esistenza (ma va’!), sapevo che un giorno, in futuro, l’avrei voluta vedere, ma dopo altri viaggi. Poi…ho iniziato a leggere post di nostre colleghe blogger. Tiziana, Roberta, Giorgia e Giulia. Ed è stato amore. Per la prima volta, vedevo davvero la Thailandia. La vedevo così a fondo, da non capirci più nulla. Infatti il colpo di fulmine è sfociato in questo viaggio. Ed ora sono felice di essere io dalla parte opposta ?.
Ti garantisco Silvia, che Daniele davvero non ha idea di cosa si è perso!!! Io però, ho tenuto alto il nome del blog, assaggiando di tutto?!
Un bacione,
Claudia B.
Aridaje! Clà non puoi scrivere: “la sola cosa a cui bisogna provvedere è il cibo” e poi postare immediatamente sotto la foto del micino! 😀 😀
Bellissimo il tour dei templi! Che colori e tutti quei particolari *_* spettacolari! A parte la bellezza architettonica deve essere un’esperienza così intima da portare sempre dentro. Ascolta ma non hai mai avuto la percezione del fenomeno turistico in questi luoghi? I monaci che elargiscono benedizioni, i visitatori, le reflex ecc rovinano il quadretto oppure è ancora tutto molto autentico?
Bella la cosa del fiore appuntato come biglietto! Sciamamma adora le orchidee e in un posto così sarebbe impazzita di gioia.
Ed ora il commento serio: perdonami, perdonami, perdonami, perdonami…ma io sto schiattando di risate! Hahahahah ma perchè il massaggiatore di sinistra indossa la mascherina? ahahahah 😛
A presto!
Ti giuro, te lo giuro e te lo stra-giuro, appena ho scattato il mio pensiero è stato: secondo me, qualcuno mi chiederà perché il massaggiatore indossa la mascherina! E oggi, mentre la inserivo, lo stesso pensiero mi ha sfiorato di nuovo ?! Ho il mal di stomaco per il gran ridere, anche se attendo gli animalisti che ci accuseranno di voler grigliate il micio (non ci avevo fatto caso?), per piegarmi del tutto ?.
Ora torno seria e rispondo al tuo dubbio. Perché tu hai centrato il punto cruciale. Purtroppo l’autenticità si è persa per strada. In particolare nei templi più frequentati e conosciuti, c’è una tale bolgia di selfie, soldi ed offerte che girano, da lasciare abbastanza basiti.
Ci si salva se si ha la fortuna di visitarli in un momento di calma, allora veramente si respira un’atmosfera di profonda commozione. Sono attimi in cui la mente, credimi, fluttua senza nessun tipo di preoccupazione.
Altra alternativa, è cercare i templi meno frequentati, dove capita di essersi persino da soli…e lì veramente sei tu con il Buddha, avvolto da una sensazione di pace che è persino difficile da spiegare.
In queste due situazioni, anche le foto scattate qua e là sono meno invasive, non incidono sulla percezione del luogo!
Buona serata Dani!
Claudia B.
Con i tuoi articoli mi stai facendo innamorare della Thailandia!
Sono un concentrato di informazioni dettagliate e descrizioni, mi piacciono troppo e li leggo sempre con piacere.
E non sai in questo momento quanto mi piacerebbe andare al Thai Massage Club per un bel massaggio ai miei piedini doloranti!
Quanto mi fa piacere Stefania! Tu non hai idea di quanto sia bello leggere queste tue parole. Scrivere della Thailandia per me è curativo, perché lo vivo come un tuffo in quei giorni indimenticabili, per cui riesco a sentire ogni emozione che mi ha accompagnato durante il viaggio. E spero sul serio che, le informazioni, siano utili 😉
Avrei voluto portare a compimento il rapimento cui accennavo: per uno di quei massaggi sarei capace di farlo davvero 🙂
Bacioni,
Claudia B.