Quando nel 2015 ho aperto il blog, avevo poche certezze. La prima, era che volevo scrivere di viaggi. La seconda, che desideravo esporre le mie sensazioni senza limiti e, possibilmente, senza dovermene vergognare. La terza, che avrei voluto condividere immagini, parole, esperienze. Ma due cose non avevo messo in conto: che il blogging sarebbe potuto diventare lavoro a tutti gli effetti e che, due anni dopo, avrei avuto la possibilità di lavorare viaggiando.
Da tanto volevo pubblicare questo post, per raccontare i retroscena dietro quella che i più presentano come una vita patinata ed un lavoro perfetto. Sotto molti aspetti, il blogging è veramente ambedue le cose. Ma posso garantire che ci sono quinte oltre cui poche persone, forse nessuno, vi ha mai portato. Perché se è straordinario vivere con la valigia perennemente pronta, il beauty case colmo e il “baule delle medicine” all’attivo, è altrettanto vero che, lavorare viaggiando, nasconde anche tanti lati complessi. Sopratutto per come cambia la propria vita e, inesorabilmente, il rapporto col partner che svolge un’attività diversa. O che, almeno, non può perennemente vestire i panni del Travel Blogger, come nel caso mio e di Daniele.
Guardando i contenuti social, sembra sempre tutto perfetto. Leggendo i blogpost, nulla risulta umanamente fuori posto. Ma quando si inizia a viaggiare attivamente per lavoro, posso assicurare che gli equilibri mutano drasticamente. Tra te e il tuo partner, tra te e casa tua, tra te e la quotidianità. Ogni cosa e oggettivamente bella ma, come in tutti i lavori, ci sono pro e contro. E ora, se volete, vi svelo qualcosa di più.
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Lavorare viaggiando: fare blogging.
Io “sono una tardona naturale”. Non arrivo subito alle cose, nemmeno a comprendere il potenziale di ciò che mi ritrovo sottomano. Vi stupite, quindi, se dico che ho passato i primi tredici mesi di blogging a non capire una mazza di questo mondo, risvegliandomi solo nel Novembre 2017, quando ho fatto il passaggio a WordPress “il temibile”? Praticamente, oltre a gettare alle ortiche quei fantomatici tredici mesi, ho dovuto premere fortemente sull’acceleratore per riuscire a recuperare terreno. Bella sfida, soprattutto considerando che sono una “vecchia dentro”, ragion per cui voglio farcela avvalendomi solo di onestà e duro lavoro. Non barando o usando mezzi poco puliti.
La strada, in questo caso, è sicuramente molto più ripida e difficile; il risultato ottenuto per meritocrazia, però, è una figata pazzesca! Nel giro di pochi mesi dal passaggio, i numeri hanno iniziato a crescere e le collaborazioni ad arrivare tanto che, per la prima volta, ho provato cosa significasse lavorare viaggiando! Non dimenticherò mai il nostro primo progetto di promozione del territorio, “Casentino dei Sensi”, un successo incredibile condiviso con Daniele dal primo all’ultimo istante. A quella sponsorizzazione creata ad hoc, sono seguite altre dieci proposte targate “Voce del Verbo Partire”, ideate e portate a termine con grande entusiasmo da entrambi.
A queste collaborazioni gestite interamente da noi, si sono affiancati i primi inviti a press e blog tour. Proposte che hanno acceso ogni mia speranza anche se, fin dall’inizio, ho compreso che avrei dovuto intraprendere quella strada in solitudine. Impossibile per Daniele assentarsi dal lavoro tanti giorni. Impossibile per me rinunciare, dopo tanta fatica. Soprattutto se si considera la vita di lavori orrendi a mio carico, contro la possibilità di lavorare viaggiando. Così, ai quattro press tour e dieci sponsorizzazioni del 2017, sono seguiti ben dieci viaggi stampa e cinque progetti di promozione in questo lungo, intenso 2018! Una vita con la valigia pronta e i primi sintomi di difficoltà nel rapporto a due.
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Lavorare viaggiando: come cambia la vita di coppia.
La conclusione del precedente paragrafo è stata alquanto netta, vero? Allora, inizio con il tranquillizzarvi, dicendo che io e Daniele siamo (ad oggi) ancora felicemente sposati, vicini a festeggiare gli undici anni di matrimonio, tra poco più di un mese. Ma non posso fingere che viaggiare per lavoro ad alti ritmi, non cambi qualcosa in una relazione. Chi vi mostra solo il lato positivo, sta mentendo spudoratamente. Perché anche la coppia più solida, risente di un tale mutamento: è inevitabile.
Non so come funziona a casa vostra, ma io e Daniele siamo “smielatamente” abituati a vivere in simbiosi. Il che non significa non litigare o essere perennemente avvolti dall’aura dell’amore puro… Ma per favore! Sono più le volte in cui pensiamo a come sopprimerci, senza poi finire in TV da Barbara d’Urso (credo anzi sia questo il vero deterrente), ma è indubbio che ci vogliamo un bene dell’anima.
I litigi sono all’ordine del giorno eppure, siamo onesti, anche gli scherzi e le coccole. Ci piace semplicemente trascorrere il nostro tempo insieme, condividendo le passioni comuni. Perché dovrei negarlo? Chi ci segue da un po’ sa che siamo motociclisti appassionati, viaggiatori in crescita ed estimatori delle lunghe tratte in fuori strada, da percorrere con la nostra vecchia Jeep. Insomma, viviamo appieno e insieme la nostra vita di coppia, scontrandoci ferocemente ma amandoci ogni giorno.
Non mi vergogno ad ammettere che, se la possibilità di lavorare viaggiando si fosse presentata dieci anni fa, io avrei di certo rinunciato. Perché non ero pronta a sacrificare la mia sfera privata. O, comunque, a sottrarle del tempo. Dico sempre che mi sono svegliata “da vecchia”, che mi sono lasciata conquistare dall’idea di aprire un blog troppo tardi. La verità è che ogni cosa, nella mia vita, è arrivata al momento giusto: prima la Claudia non sarebbe riuscita a mollare gli ormeggi.
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Lavorare viaggiando: partecipare ai press tour.
Durante un press tour, si lavora anche diciotto ore al giorno. La promozione inizia al mattino e si protrae fino a sera tardi. Le ore di sonno sono pochissime, quelle libere dai social pari a zero. Eppure… non riesco a pensare a nulla di più bello! È necessario alternare la sponsorizzazione del territorio, alle mail di lavoro a cui è doveroso rispondere. Barcamenarsi tra appunti e pubblicazioni costanti sulle Instagram stories, Twitter, più le incursioni su Facebook. Destreggiarsi tra foto da fare con la reflex e altre con lo smartphone. Comunicare con gli utenti che chiedono informazioni e, drammaticamente, in tutto questo, il tempo per farsi sentire a casa diventa nullo.
Lo ammetto, mentre viaggio per lavoro spesso dimentico di chiamare Daniele e persino i miei genitori. Pessima moglie? Pessima figlia? Forse. O, più onestamente, una ragazza con due mani, una testa e una voglia di fare infinita! Che purtroppo ha dei limiti. Il primo, immenso limite, è quello di essere da sola a rappresentare se stessa e il blog. Non riesco, umanamente, ad arrivare dappertutto. Mi diverto alla follia durante i press tour, ho stretto amicizie bellissime che mi godo pienamente e, se dicessi il contrario, mentirei. Ciò non significa che lavorare viaggiando, sia meno lavoro di altre attività.
Ho dovuto imparare a far fronte alla situazione, ritagliandomi vari momenti per chiamare Daniele con costanza. Ricorderò sempre quanto fosse incavolato, quando rientrai dal press tour a Cerignola e dintorni, lo scorso Maggio. Le chiamate scarse, le foto che ritraevano comunque una Claudia allegra e spensierata: io al posto suo, avrei onestamente reagito allo stesso modo. Stavo svolgendo il mio lavoro ma, visto dall’esterno, poteva sembrare tutt’altro.
La verità è che lavorare viaggiando o, più ampiamente, lavorare con il blog, è una professione di una bellezza disarmante. Ma è a tutti gli effetti LAVORO, sempre, anche quando non si guadagna o si ride fino alle lacrime! Pare impossibile far entrare questa verità, universalmente riconosciuta, nella testa delle persone. Per cui, qualsiasi atteggiamento gioioso, qualsiasi mancanza, sono percepiti come menefreghismo, perché in fondo “tu sei in viaggio”. Si, ma sono in viaggio di lavoro, non a farmi i fatti miei su una spiaggia thailandese! E per quanto mio marito sia il primo a spronarmi, spingendomi a non mollare e non rinunciare, c’è sempre una maligna vocina che sussurra negatività. Laddove non siano le persone che lo circondano a farlo direttamente, con toni nemmeno tanto velati…
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Lavorare viaggiando: sostenere il cambiamento.
Cambiare fa paura? Si, ma solo quando non si è pronti a farlo. Il mutamento nella mia vita, ad esempio, poteva terrorizzarmi dieci anni fa. Oggi, al contrario, accolgo ogni novità con un entusiasmo ed una prontezza che a volte mi lasciano basita. Perché a stento riconosco nelle mie azioni, nel mio modo di pormi, la Claudia del passato. Non per mancanza di carattere, anzi sono sempre stata un indomabile peperino, ma semplicemente non ero pronta ad abbracciare l’innovazione con lo stesso atteggiamento agguerrito di oggi.
Da quando ho aperto il blog e, successivamente, ho iniziato a lavorare viaggiando, ho sbattuto contro una grande verità: in precedenza non mi buttavo o esponevo, perché non valeva la pena farlo. Per anni ho svolto attività che mi hanno fatta stare male, non mi rappresentavano e nelle quali subivo un profondo stress. Il tutto a fronte di uno stipendio misero. In alcune occasioni andava meglio che in altre ma, sostanzialmente, la fatica fisica e mentale che dovevo affrontare, non valevano lo sforzo. Mi imponevo di resistere, perché restare senza lavoro non era fattibile. Ho ritrovato pace solo quando, dopo l’ultimo licenziamento, ho deciso di fermarmi. Basta inseguire qualcosa che pareva irraggiungibile, basta delusioni, basta stipendi da miseria e lavori privi di prospettiva.
Aprire il blog è stata una scommessa. Per qualcuno solo un gioco. Oggi, dopo tre anni, mi piace follemente guardare negli occhi le persone che lo affermavano con malcelata ironia e, a testa alta, dichiarare che questo è il mio lavoro. C’è ancora tanta strada da fare. Non sono arrivata da nessuna parte, ma qualche gradino ho iniziato a risalirlo. Minuscolo, con difficoltà… eppure, ogni anno, raggiungo e sorpasso l’obiettivo che mi ero posta alla fine di quello precedente. Riesco ad affrontare con entusiasmo e consapevolezza la mia nuova vita. Sento di saper svolgere in modo professionale, seppur a volte con troppa emozione, la mia attività. Ma deve essere il modo giusto, perché non mi sono mai sentita né fuori luogo, né a disagio, né in dubbio. Solo guidata dalla passione!
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Lavorare viaggiando: scontrarsi contro i pregiudizi.
Da quando ho iniziato a viaggiare da sola per lavoro, a fare ciò che amo, mi sono dovuta scontrare con i soliti pareri non richiesti. Avete presente quando le persone, ritengono di dovervi far sapere la loro opinione su ogni ambito della vostra vita? Pensate che il fatto di tramutare i propri interessi in un’attività, li possa zittire? Al contrario! Perché allora subentreranno battute sull’ipotetica felicità di tuo marito, che si libera di te e vive in pace. Arriveranno cenni di invidia, in quanto lavorare viaggiando equivale ad una vittoria al Superenalotto. Perché ciò che tu sai di fare con professionalità, verrà per lo più percepito come un “passatempo che ti permette di viaggiare gratis”.
Ma, peggio su tutto, arriverà sempre una persona di non meglio precisata simpatia, che affermerà: «Ci hai preso gusto, eh?». Quella persona potrebbe, ad esempio, essere tua suocera e, con ogni probabilità, solo l’educazione che ti è stata impartita da piccola, ti impedirà di mandarla a quel paese. Limitandoti a sottolineare l’ovvio: QUESTO È IL MIO LAVORO. Perché, amici miei, saremo anche nel 2018, avremo (forse) raggiunto un’effimera parità di diritti, ma non pensiate nemmeno per un attimo che ci sia libertà assoluta di scelta per una donna.
Se antepongo la vita privata al lavoro, vengo giudicata. Se antepongo il lavoro alla vita privata, vengo giudicata. Se cerco di equilibrare le due realtà, vengo comunque giudicata. Se trasformo una passione in lavoro e, dopo anni di sfruttamento, faccio qualcosa che mi appaga, verrò additata come “quella che si è potuta permettere di farlo perché aveva tempo da perdere”.
La verità, è che le persone devono gettare addosso agli altri le proprie frustrazioni. Io mi limito a gustare questa avventura stupenda di nome vita, rendendo le mie scelte una regola definitiva su cui nessuno deve mettere bocca. Ma non posso dire di restare insensibile agli attacchi, in particolare quando arrivano dalle donne. Volete un consiglio spassionato? Invece di colpire a tradimento altre donne, impegnatevi per combattere le vostre battaglie e realizzare le vostre esistenze. Non necessariamente cercando il lavoro perfetto. Ma assaporando, semplicemente, la gioia data dalla vita stessa. Un’ultima nota su me stessa: la parola definitiva su cosa fare e come vivere, ce l’ho solo io e nessun altro. Nemmeno mio marito… figuriamoci se permetto a chiunque, sia esso parente, amico, conoscente o emerito sconosciuto, di sindacare sulle mie scelte! Sono simpatica, non stupida.
Claudia B.
Claudia, ho divorato il tuo articolo, apprezzo moltissimo la tua sincerità e il tuo mostrarti così, senza filtri. Umana. E questo è il motivo per cui viaggio privato o no, tour stampa o no io ti (e vi) seguo non sempre sempre lo ammetto ma spesso, come se seguissi due vecchi amici che in quel momento sono in viaggio. Siete una coppia in cui sotto certe sfumature mi rispecchio, siete due ragazzi normali e fidati che la vostra semplicità e spontaneità arriva ed è una caratteristica tanto rara quanto preziosa. Far vedere la bellezza di un posto è il tuo lavoro, così come non staccare mai dalle stories e dai social, e per quanto sia bello essere sempre in giro io sinceramente non ce la farei, ho il blog per puro hobby e non ho la benchè minima voglia e attitudine ad applicarmi con facebook e compagnia bella, quindi posso solo immaginare la mole di lavoro che c’è dietro quei 4 giorni di “viaggio”.
Tutto questo per dirti: vai avanti come un treno, Claudia e fregatene di tutto, tanto le persone apriranno sempre la bocca per sparare giudizi non richiesti! Passa sopra le loro critiche inutili come un caterpillar!
PS: in quanto a tardaggine penso di essere io la vincitrice del premio tardona dell’anno, nelle Asturie volevo pubblicare una stories su un bufones, una cosa fighissima vista solo lì e mai vista da nessuna parte… ho fatto un pasticcio e dopo 3 secondi grazie al cielo sono riuscita a cancellarla!!!
Un abbraccio Claudia!
Valentina, diciamo che forse non vinceremo il premio dell’anno per la velocità, ma alla fine arrivamo anche noi al traguardo eh!
Quanto sei stata cara con le tue parole. Bellissimo quello che hai detto e che pensi di noi. Mi fa piacere e mi colpisce nel profondo, perché mi fa capire che allora stiamo facendo passare il messaggio giusto. E che arriviamo con onestà, non con perfezione, esattamente come vogliamo.
Grazie Valentina. Grazie per averci seguito, capito, apprezzato. E per il profondo incoraggiamento. Sono certa che puoi capire appieno perché, il blogging, anche come hobby, richiede comunque tanta dedizione ogni volta che si deve mettere qualcosa online.
Ti abbraccio forte,
Claudia B.
Ho letto tutto Claudia, e sarò sincera al massimo.
Ti ammiro perché hai avuto il coraggio di saltare e fermarti. Io purtroppo non oso e continuo a fare quello che io stessa e gli altri si aspettano da me, ovvero che lavori per ottenere ogni 30 giorni questa benedetta mensilità, che ci permetta di pagare mutuo e bollette.
Non sono felice Claudia ma non ho una situazione tale da permettermi di fare la casalinga e la dico tutta, quasi certamente, non sarei felice nemmeno così. Libera invece, quello sì, lo sarei. Finalmente.
Ammiro il tuo non esserti sentita minimamente in colpa per aver scelto di mollare, in un contesto sociale e storico dove occuparsi della casa, senza essere nemmeno mamma, è considerata una barzelletta.
Apprezzo la tua sincerità nel raccontare il tuo rapporto di coppia, la fatica che si fa quando si vivono due mondi differenti. Nemmeno paralleli, proprio diametralmente opposti.
Non vorrei scivolare nel materiale ma vorrei chiederti quando hai iniziato a chiamare il blog “lavoro” anziché una “fantastica passione”? Quando è diventata una fonte di sostentamento e, se posso, un sostentamento tale da sostituire una lavoro vero a tempo indeterminato?
E poi vorrei chiederti, sempre in totale schiettezza (quella che forse paga poco, in questo mondo virtuale fatto molto di facciata) un parere sincero su quei colleghi che magari ti capita di dover frequentare, ma che purtroppo non sono schietti e autentici come te. Che utilizzano o hanno utilizzato mezzi discutibili per crescere sui social o per arrivare dove sono adesso. Ne vedo tanti Claudia, soprattutto nel mondo Travel ed è forse questo un motivo che mi ha fatto allontanare. Chissà forse solo momentaneamente.
Mi scuso in anticipo per il mio essere costantemente curiosa e senza filtro :-)!
Alice
Alice comprendo ogni parola da te scritta e ti ringrazio non solo per i complimenti (che non sono certa di meritare), ma anche per aver apprezzato l’articolo. Partendo sempre dal presupposto che ogni situazione familiare, lavorativa e personale è diversa dall’altra, io mi sono limitata a raccontare la mia storia che, ovviamente, non è verità assoluta. Mi sono limitata a fare delle scelte e portarle avanti. Nella sfortuna generale, penso solo di essere stata fortunata perché le cose si sono presentate al momento giusto.
Non ho lasciato un lavoro a tempo indeterminato per seguire il blog, come tanti blogger fanno. Ero semplicemente già a casa. Forse, per dirlo onestamente, non avevo nulla da perdere nel tentare. Oltre ad avere una fortissima determinazione, perché se decido di fare qualcosa lo faccio con estrema serietà, dando tutta me stessa. Fa parte del mio carattere, ero così anche a scuola, figuriamoci nel lavoro!
Persino nel momento in cui, rimasta senza lavoro, ho scelto di essere una semplice casalinga, l’ho fatto con grande cognizione di causa. E non l’ho mai rimpianto. Perché credo fermamente che, se tu stai bene con te stessa, la felicità è anche nel fare qualcosa di impopolare o criticato. Una felicità che nessuno può intaccare!
Difficile invece rispondere alla seconda parte delle tue domande, perché certo non è possibile guadagnare cifre altissime subito. Soprattutto per chi come me si oppone con forza all’uso di pratiche scorrette sui social, quindi deve veramente conquistare ogni singola collaborazione. Bisognerebbe chiedere ai blogger molto più avanti di me, se l’attività permette di mantenersi completamente. Di certo non è qualcosa che si ottiene subito, senza fare una seria gavetta che, in questo settore, può essere molto lunga. Ma ricorda anche che io ho sempre lavorato e mi sono spaccata la schiena per stipendi talmente ridicoli, che ciò che ora guadagno per me ha un valore immenso!
Il mio rapporto con i colleghi che usano pratiche scorrette non è il top. Faccio una strenua campagna contro tutto ciò, qualcuno mi ha detto che ne ho fatto una crociata. Forse è vero, magari esagero. Addirittura mi è capitato di aver interrotto delle collaborazioni, o non averne accettate, quando ho scoperto che le colleghe blogger con cui stavo lavorando o avrei dovuto lavorare, non avevano un profilo IG pulito. Esagerata? Forse. Personalmente ritengo “schifoso” il modo in cui questa gente va avanti, rubando possibilità a chi lavora onestamente ogni giorno!
Alice, ti ringrazio per i tanti interessanti spunti di discussione, un abbraccio,
Claudia B.
Ne “parlavamo” proprio ieri via Whatsapp della difficoltà legate alla crescita del blog, quando non avevo ancora letto il tuo articolo! Sai che ti ammiro tantissimo perché hai avuto il coraggio di staccare la spina con la tua carriera precedente, rischiando il tutto per tutto in questo nuovo lavoro. E sei stata davvero bravissima: per me sei proprio l’esempio di chi va avanti con le sue forze, senza compromessi, senza trucchetti – anche se hai iniziato da vecchia ma te lo dice una che è ancora più vecchia 😉
Chi non è in questo mondo vede solo la parte di “zucchero filato” perché, come dicevamo ieri è durissima: nel mio caso non è una professione perché lavoro in un ufficio, ma una questione di trovare il tempo anche per il blog quando arrivo a casa tardi dal lavoro, sono stanca, devo stirare e preparare qualcosa per cena e poi anche guardare Grey’s Anatomy. Una faticaccia.
In una delle foto sei vicino a casa mia, riconosco la chiesetta nelle vigne tra La Morra e Barolo ❤️
Mettiamolo così: abbiamo iniziato da “mature”, ma già estremamente determinate ;-)! Soprattutto, per quanto mi riguarda, nemmeno capivo quanto potenziale ci fosse in questa attività, all’inizio. Potrei dire di aver perso tredici mesi nel cercare di capirlo ma, alla fine, forse quel tempo è servito da investimento. Perché ho dato contenuti al blog che, ancora oggi, vengono letti e apprezzati. In fondo da qualche parte dovevo cominciare!
Ammetto che il lavoro precedente l’ho abbandonato in modo forzato, perché la ditta per cui lavoravo ha perso un appalto (diciamo così). A quel punto ho avuto bisogno di staccare e dedicarmi a me. Non capivo più cosa volessi fare, se non pensare unicamente alla vita privata. Scelta fatta con consapevolezza e di cui non mi sono mai vergognata, ma per la quale sono stata (pure lì) fortemente criticata.
Il blogging è arrivato solo diversi anni dopo, per la passione e la voglia di scrivere e condividere viaggi. Non è mai stato un gioco per me, ma che potesse diventare lavoro a stento lo avrei creduto. Sperato? Si, questo si. Ma in questa attività le certezze non esistono, quindi… Arrivata a questo punto, posso solo impegnarmi ancora di più per cercare di proseguire, crescere e non mollare.
Magari non riuscirò, ma almeno potrò dire di averci provato.
PS: che bella la zona in cui vivi, la adoro!
Un abbraccio Silvia cara!
Claudia B.
Complimenti per la tua determinatezza e la voglia che stai mettendo in questa ultima attività. Hai detto bene, non è affatto facile vivere lontani dai tuoi affetti, dai tuoi interessi, dalle tue abitudini anche spicciole. In molti pensano solo che fare il travelblogger sia solo divertimento e gioia; nemmeno immaginano cosa ci sia dietro. Ma se questa è la tua strada e ciò ti diverte all’inverosimile vai avanti. Complimenti Claudia
Un lavoro che sembra solo un passatempo, mentre invece è lavoro a tutti gli effetti… Un’attività che mi fa sentire appagata, piena, soddisfatta. Che a volte mi fa disperare e impazzire. Ma dentro al blogging c’è semplicemente tutto ciò che più amo fare. Non riesco ad immaginare la mia vita senza, nonostante le difficoltà, proprio perché ne vale la pena in ogni istante :-).
Grazie per essere passato, un abbraccio,
Claudia B.
Grazie per questo articolo, adoro le persone schiette, autentiche che lottano per i propri sogni e per fare fiorire quel seme che le contraddistingue , che difendono con i denti i propri ideali e aborrano i luoghi comuni , i preconcetti la superficialità!!! Brividi mentre leggevo..!
Gisella sei un tesoro, grazie a te per averlo apprezzato! Non sono sempre una lottatrice, ma lo divento quando tengo a qualcosa con tutta me stessa. Lo sono nei confronti del mio matrimonio, lo sono nella mia passione per i viaggi… da tre anni lo sono anche verso questa straordinaria avventura nel blogging, che sta lentamente diventando lavoro.
Un bacione,
Claudia B.
Un bellissimo articolo che ho letteralmente divorato. Una delle tue frasi dovrò quotarla a vita, le donne spesso sanno essere terribili nei confronti delle altre donne, si istaurano dei meccanismi terrificanti quando invece dovremmo essere tutte unite e positive (dato che poi alla fine ci portiamo alle spalle millenni di vessazioni, quindi perchè lasciare ai maschi il merito di essere più solidali e meno velenosi)? 🙂 Scherzi a parte, mi ha fatto piacere leggere il backstage di una persona che fa blogging per lavoro, per me è solo un gioco e uno sfogo dalla noia di una professione che non amo ma che, ahimè, almeno mi permette di vivere e continuare a risparmiare qualcosa per viaggiare. Le critiche purtroppo arrivano comunque, anche se si è solo dilettanti, e poi ora che ho una figlia piccola tutti si aspettano che io metta la testa a posto e smetta di sognare. “Ma te la porti sempre dietro?” “Ma con questo freddo?” “La fai ammalare”, “Non le fai fare una vita normale”. E così via. Ho imparato a non ascoltare e vivere la vita attimo per attimo, cercando di ritagliare il più possibile importanti momenti da ricordare, e soprattutto senza schiacciare me stessa in nome delle responsabilità e delle pressioni. Vivere felici ed è esprimersi non è solo una gioia ma anche un diritto. Complimenti. Ciao Claudia!
Complimenti a te Caterina! Ma di tutto cuore! Perché se le persone devono arrogarsi il diritto di criticare anche le scelte personali, oltre che lavorative, tu hai il diritto di tirare dritto sulla strada migliore scelta per crescere la tua piccola. Stai facendo la cosa migliore per tutti voi, non contano le critiche che ti piovono addosso. Perché essere felici, sul serio è un diritto. Ed ognuno di noi ha il proprio metro per misurare la felicità. Stai dando a tua figlia la possibilità di crescere con delle passioni, costruendo momenti meravigliosi da portare sempre con voi.
Non capirò mai questa voglia di mettere bocca su qualunque scelta una persona voglia fare nella vita. Da quella di sposarsi o meno, fare figli o meno, come educarli, come vivere, quale professione fare… Sarà che io amo vivere in pace la mia esistenza, pensando ai fatti miei senza criticare le decisioni altrui, ma no, mi è impossibile comprendere.
Sono felice che tu abbia apprezzato questo post, compresa la verità non sempre rosea di ciò che accade in un coppia dove, uno dei due, cambia radicalmente vita. Grazie per essere passata, ti abbraccio
Claudia B.
Mi auguro che queste parole le leggano quante più suocere possibili! Ma non solo, quante più persone invidiose e livide nell’anima. Non capiscono che oltre a rodere e morire dannate non concludono nulla? E questo purtroppo è l’aspetto più soft perché invece l’altro aspetto, quello degli equilibri di coppia, soft proprio non è. Comprendo benissimo e appoggio (anche se non sono nessuno) il tuo atteggiamento Claudia. Hai scelto di farlo diventare un lavoro e lavoro sia. Il guaio è che non viene visto affatto come lavoro dagli esterni! Perché vuoi vedere che se sgobbavi da qualche parte, magari anche facendo turni di notte, nessuno diceva niente? Parlo in generale non me ne voglia Daniele o chi ti è vicino.
Ah i retroscena…e chi non ne ha da gestire nel backstage di coppia? Soprattutto come quando nel nostro caso l’impostazione del blog prevede un frontman e non un duo o una band! Io purtroppo non ho abbracciato la politica del partire da soli, ho rinunciato anche a cose grosse ma grosse. Ma lo dico e lo accetto con serenità. Sono scelte, come quelle di non avere figli o non sposarsi in chiesa. Te lo dico con il cuore aperto, non ho rimpianti su questo ma l’unica cosa che rimpiango davvero è il tempo in cui si andava da qualche parte senza l’ansia di cercare l’angolo fotografoso o senza l’ansia da cellulare scarico 😉
Vai avanti come un treno Clà, te lo meriti! Li conosciamo solo noi i sacrifici che ci sono dietro e questo sfogo è una sorta di balsamo anche per quei blogger che non esternano i retroscena!
Comunque quando un giorno ci incontreremo devo regalarti assolutamente u’ cuornicièllo!
NON TE LO COMPRARE mi raccomando! Si regala! E voglio regalartelo io! 😉
Un abbraccione grande quanto il tuo cuore!
Dani, ma sono commossa! Ora, non so di cosa si tratti, ma sicuramente u’ cuornicièllo è bellissimo! Tanto a Napoli devo venire, quindi lo scoprirò mentre abbraccio tutta la tua pelliccia orsosa 😉
Veniamo ai temi insidiosi… Sai Dani, io penso e credo davvero che, qualsiasi scelta le persone facciano nella propria vita, vada rispettata. Anche perché non siamo nessuno per poterci permettere di dire se sia giusta o sbagliata. Ogni decisione può essere l’una o l’altra cosa ma, chi la compie, lo fa consapevole che sia giusta per sé.
Tra l’altro tu hai fatto esempi così calzanti e nei quali mi sento così tirata in causa, da non poter che sentirmi stringere il cuore. E quando dici che hai rinunciato a “cose grosse”, per stare ferma, sento di ammirarti ancora di più. Perché se è difficile scegliere di accettare delle proposte e cambiare la propria vita, è altrettanto difficile scegliere di non farlo. Ma se quella scelta una persona la fa e non la rimpiange, vuol dire che era giusta.
Vedi come cambiano le situazioni, a seconda di come le si guardano? Allora, mi chiedo, per quale motivo le persone non possono semplicemente pensare ai fatti propri, dare un senso alla propria vita, invece che criticare quella altrui?
So di aver scritto un post anche troppo polemico, per certi aspetti, ma la stanchezza di fine anno fa brutti effetti! Però non mi pento di una sola parola, anzi forse avrei voluto persino espormi di più.
In ogni caso, qualunque sia l’esito delle nostre scelte, portiamole avanti a testa alta, con orgoglio e determinazione. Cerchiamo di essere noi le prime a crederci sempre, impedendo agli altri di mettere bocca su di esse.
Sei un’amica cara e importantissima Dani cara, grazie per tutto,
Claudia B.
Ho letteralmente divorato il tuo articolo.
Tutto questo l’hai profondamente meritato, fai che nessuno mai te lo faccia dimenticare.
Grazie Manuela, sei davvero cara, ti sono grata per le tue parole!
Un abbraccio,
Claudia B.
Ci sono tantissime cose che condivido di questo tuo racconto/sfogo, Claudia, tante cose che stiamo scoprendo anche sulla nostra pelle e che, naturalmente, influiscono nel nostro rapporto di coppia. Ormai il blog è il nostro tempo libero, ci dedichiamo alla scrittura e alla gestione dei social ogni qualvolta possiamo, perché non è il nostro lavoro, o almeno non lo è ancora. Inevitabilmente questo comporta dei sacrifici, ma come tutte le cose più belle, quando questi sacrifici si trasformano in cose belle, allora vuol dire che ne vale davvero la pena!
A differenza tua e di Daniele, io e Chiara riusciamo a farlo insieme e questo ci da una grande forza: non possiamo che ammirare la tua grande tenacia nel cercare di equilibrare le cose, non deve essere assolutamente facile. Anzi, è maledettamente difficile, ma ne vale la pena, perché ti rende felice! Quindi avanti tutta, alla grande! 😉
Un abbraccio!
Grazie, grazie e ancora grazie! Davvero. Per aver compreso e rispettato tutto ciò che ho scritto. Guardando dall’esterno questa vita, tutto appare perfetto, inattaccabile, splendente. E certamente lo è per moltissimi aspetti! Non vorrei nulla di diverso per me e spero che il duro lavoro mi porti a crescere sempre più. Ma come ogni lavoro ci sono dei contro. Il primo è che il blog influenza totalmente il tempo libero, quindi la vita di coppia. Perché è un lavoro che prende e va fatto a 360°, il che significa anche e soprattutto nei momenti di riposo, di libertà… persino mentre si è sul divano a fingere di guardare la TV!
Non si può mai mollare, mai fermare il lavoro su blog e social, per cui anche se fatto in coppia, come nel vostro caso, non è meno pesante. Più bello, maggiormente compreso, ma comunque “invasivo”. Lo vedo quando io e Dani facciamo i tour promozionali: non esiste possibilità di vero relax, ma un insieme di momenti in cui lavorare insieme. Con entusiasmo, impegno, senza sottrarsi al dovere. Ma a scapito anche del tempo a due…
Però è un’avventura straordinaria, che amo ogni giorno di più e che mi appaga come mai nessuna attività è riuscita a fare!
Un abbraccio ragazzi,
Claudia B.
Ho letto il tuo articolo con avidità ed interesse. Ammiro come tu ti sia messa a nudo raccontando pro e contro, anche i momenti difficili e non mostrando solo i lati luccicanti del tuo lavoro, che pure sono molti. Io, col mio piccolo blog, sono ancora a numeri bassissimi, e mi pare letteralmente impossibile possa diventare, per me, un vero lavoro in futuro. Non riesco ancora a decollare. Ma d’altra parte, leggo delle tue rinunce riguardo alla casa e alle relazioni, e penso che forse in effetti non sarei pronta a partire da sola per dei viaggi…di lavoro. Ancora complimenti e grazie per i tuoi articoli, le tue parole e la tua spontaneità!
No Elena, il grazie lo devo dire io a te. Di cuore. Per aver letto e compreso e rispettato quanto scritto.
Io penso sul serio che ognuno di noi abbia le proprie tempistiche. Non siamo tutti pronti subito a fare certe cose. A prendere certe decisioni. Non è nemmeno detto che un lavoro o un determinato genere di vita, siano adatti a noi! E credimi, non c’è nulla di male in questo.
Ti dico di più. Non solo dieci anni fa, non sarei riuscita a fare le stesse cose, ma ad un certo punto, attorno ai 30 anni, ho deciso di fermarmi e fare la casalinga. Un’attività che i più ritengono demotivante, soprattutto quando si è tanto giovani. Eppure, mai, mai, mai, mi sono sentita a disagio per la mia posizione. Perché avevo scelto io quella vita ed ero felice! Quindi vedi, per ogni cosa esiste un momento. E siamo tutti diversi, per cui non è detto che conformarsi al pensiero comune ci faccia stare bene!
Difendiamo sempre la nostra vita e le nostre scelte, qualunque esse siano.
Ti abbraccio forte,
Claudia B.