
Piccola, compatta ma ricca di luoghi da scoprire, famosa in tutto il mondo per le sue ceramiche, Faenza è un concentrato d’arte troppo spesso poco considerato tra le località dell’entroterra romagnolo. A due passi da Ravenna, Forlì e Cesena, ad una sola ora d’auto da Rimini, Faenza è stata la meta di una breve ed intensa fuga di due giorni, in occasione del terzo appuntamento di “Maggio Faentino”. Un evento spalmato su quattro fine settimana, che unisce tutti i capisaldi del territorio: arte, artigianato, musica, accoglienza, enogastronomia, sport. In una serie di manifestazioni imperdibili, che si svolgono sia a Faenza che negli immediati dintorni, durante tutti i fine settimana di Maggio. Un modo innovativo e frizzante per vedere Faenza, esplorandone anche siti e angoli normalmente chiusi o poco conosciuti rispetto al centro storico.

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Cosa vedere a Faenza in due giorni.
La prima cosa di cui ci siamo resi conto è che, per quanto a misura d’uomo, Faenza ha un centro storico denso di luoghi da visitare. Abbiamo, quindi, suddiviso il nostro itinerario in una passeggiata esplorativa partendo da Piazza del Popolo e spingendoci verso il vicino Distretto A. Proseguendo, poi, con il “Museo Internazionale della Ceramica”. Dopodiché, in occasione di “Buongiorno Ceramica”, abbiamo visitato il “Museo del Risorgimento” e vagato tra le botteghe dei ceramisti, con un immersivo itinerario nell’artigianato faentino. Scovando cortili nascosti, vicoli e laboratori di Faenza davvero originali.

Il venerdì sera ci siamo lasciati incantare da “Distretto A Weekend”, una notte ricca di appuntamenti e mostre, scandita da una magica e gustosa cena itinerante. Insomma, tra eventi e visite, la città di Faenza si è rivelata una scelta giovane, fresca, mai scontata. Tra i luoghi più belli da vedere in Romagna.

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Passeggiare in Piazza del Popolo a Faenza.
Il cuore centrale della città di Faenza, laddove si dipartono come braccia amiche i viali del centro, è Piazza del Popolo. La raggiungiamo a metà pomeriggio, quando ancora non è completamente invasa da persone e studenti. Oggettivamente bella la sua forma allungata, un biglietto da visita monumentale da vedere a Faenza. La Torre dell’Orologio, il “fontanone”, la Cattedrale di San Pietro Apostolo e la serie di portici che chiudono due lati della piazza, formano un colpo d’occhio capace di stregare.

Laddove San Pietro Apostolo rappresenta la forza del potere spirituale, i palazzi nobiliari amministrativi, sono un inno a quello politico. Osserviamo la struttura di Piazza del Popolo da più punti di vista, sfruttando ogni scorcio per assaporarne l’ammaliante fascino.

Unendo anche una passeggiata al di sotto dei loggiati, che proteggono le belle vetrine. In questo modo, scoviamo corridoi che conducono a piazzette nascoste. Come la vicina Piazza Nenni, su cui si affacciano il Teatro Masini e alcuni localini colorati. Un antro piccino in cui godersi la frizzante Faenza, senza però lasciarsi troppo trascinare dalla movida di Piazza del Popolo.

Oppure il vicino passaggio verso il “Museo Diocesano”, in Piazza XI Febbraio. Un sito che aprirà con visite speciali, in occasione di “Buongiorno Ceramica” e “Distretto A Weekend”.

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Cosa vedere a Faenza: il “Museo Internazionale della Ceramica”.
Un percorso labirintico nella storia della ceramica, ecco cos’è il “MIC”. Un museo dichiarato monumento Unesco, in quanto “Espressione dell’Arte Ceramica nel Mondo”. Un’esposizione talmente completa e ricca, da essere unica in tutto il pianeta. Intraprendiamo un cammino affascinante nella quotidianità e nell’arte dei popoli antichi, grazie alla comoda suddivisione in sezioni dedicate. Il colore e la creatività, la maestria e il valore umano, caratterizzano ogni pezzo esposto. Un viaggio vero e proprio attraverso i secoli. In ascolto delle voci di uomini e donne, le cui vite sono declamate dalle opere esposte nelle teche.

Speciali i pezzi appartenenti a Picasso, Chagalle e Matisse, una sorpresa che non ci aspettavamo di trovare in questa immensa sede museale romagnola. Anche se è il tour tra i capolavori in ceramica delle officine italiane, al secondo piano, che stringe il cuore. Perché in un certo senso, osservando le produzioni delle varie botteghe, che da sempre operano sul territorio nazionale, è possibile dare un senso profondo alle nostre tradizioni. E all’evento che in questo fine settimana si svolgerà in tutta la penisola: “Buongiorno Ceramica”.

Due giorni che hanno come filo conduttore l’arte della ceramica in Italia, da nord a sud. Con dimostrazioni, corsi, degustazioni in bottega. E mentre passeggiamo tra le file di vetrinette grondati opere d’arte, sentiamo un forte orgoglio nascere in noi. Per quella qualità manifatturiera e quella manualità intrinseca, che hanno fatto dell’artigianato italiano nel campo della ceramica, un vessillo a livello mondiale.

Informazioni.
- “Il Museo Internazionale della Ceramica”, è in Viale Baccarini 19, Faenza.
- Telefono: 0546.697311
- ORARIO INVERNALE: 1 novembre – 31 marzo, dal martedì al venerdì (10:00-16.00). Sabato, domenica e festivi (10:00-17:30).
- ORARIO ESTIVO: 1 aprile – 31 ottobre, dal martedì alla domenica e festivi (10:00-19:00).
- Il museo è chiuso: tutti i lunedì non festivi, 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto, 25 dicembre. Ricontrollare sempre le aperture.
- info@micfaenza.org
- www.micfaenza.org

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Cosa fare a Faenza: visitare il Distretto A.
“A” come arte, come aggregazione, come accoglienza. Il distretto faentino a più alta concentrazione artistica del tessuto urbano, ci accoglie in un tiepido pomeriggio di Maggio. In pieno fermento per l’allestimento della cena itinerante di questa sera. “Distretto A”, si trova a due passi da Piazza del Popolo, nell’area posta a ridosso di Piazza San Francesco. Eppure vi si respira un’atmosfera diversa, dalla monumentale eleganza della Faenza del centro storico.


Il “Distretto A” sembra più la Faenza della gente. Quella che per anni si è riunita in cene ed incontri di quartiere, divertendosi al punto da rendere quei momenti conviviali, una vera e propria manifestazione aperta a tutti. Appassionati di cibo e di arte, si sono attivati per rendere fruibile a 360°, ciò che era un’occasione di ritrovo per la comunità. Cantine e garage, cortili e laboratori, case e botteghe, androni di palazzi nobiliari, negozi… persino la banca e la scuola, vengono aperte a chiunque voglia accedere! In una cena itinerante nella quale, questa sera, opereranno oltre 45 chef, provenienti da tutta Italia.

L’atmosfera qui non è solo invitante: è coinvolgente in modo irresistibile. La sensazione è che “Distretto A” sia casa di tutti. Entriamo ed usciamo dai punti di aggregazione, come fossimo amici di vecchia data. Tra le cose da vedere a Faenza, questa zona con la sua street art, i piccoli musei e le botteghe dei maestri ceramisti, costituisce un vero fulcro. Soprattutto durante “Distretto A Weekend”, quando si può ampliare la panoramica, guardando anche oltre cancelli e portoni normalmente chiusi.

Nella pittoresca corte di Casa Sangiorgi, sembra essersi riversata l’umanità intera, in cerca di movida, cocktail e cibo. Mentre il cortile del “Museo Zauli”, ricorda incredibilmente Brooklyn, come se un varco spazio temporale ci avesse trasportato a New York. Una caccia al tesoro tra mostre temporanee e cibo di strada, vini e birre artigianali. Smettiamo di seguire la mappa, per lasciarci guidare esclusivamente dalla musica, dalle installazioni o dal piatto da assaggiare. Ma, soprattutto, dalla curiosità di vedere cosa c’è al di là delle proprietà private, per una sera appannaggio di tutti.


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Faenza imperdibile: vista al “Museo del Risorgimento” a Palazzo Laderchi.
Sede espositiva di grande pregio umano da vedere a Faenza, è il “Museo del Risorgimento”. Ospitato laddove nacque lo stesso ideale risorgimentale: Palazzo Laderchi. Ne approfittiamo per visitarlo questa mattina, dato che la pioggia continua a scendere copiosa. Qui sono conservati cimeli, curiosità, testimonianze e storie incredibili. Chiuse all’interno di uno scrigno composto da saloni fastosi, fatti edificare da Lodovico Laderchi, nel 1794. Egli era a capo della Massoneria e, in quanto tale, a favore delle rivolte che avrebbero portato all’Unità d’Italia. Per contro, il “Borgo” era filopapale. Al punto che Faenza si trovò percorsa da tese correnti sotterranee, quasi crepe di una guerra civile.

A niente servì il tentativo del Cardinale Rivarola di pacificare gli animi, organizzando dodici matrimoni tra giovani appartenenti alle due opposte fazioni! Un evento in pompa magna, con tanto di sfilata lungo la strada principale di Faenza. Peccato che tutte le unioni finirono male, dopo pochi anni. Non a caso, ancora oggi, qualsiasi rapporto termini in divorzio, viene definito “matrimonio dello stradone”.
Eppure, la partecipazione dei faentini ai moti risorgimentali, è stata attiva e intensamente voluta. Quella che venne definita “Guerra Santa d’Italia”, tanto il popolo ci credeva, fu sovvenzionata dai civili, con donazioni di qualsiasi bene avessero a disposizione. Ci sono certificati che lo mostrano. E che, forse, valgono umanamente più delle lettere che attestano la presenza di un battaglione di faentini, alla Prima Guerra d’Indipendenza, nel 1848.

Vedere a Faenza il “Museo del Risorgimento”, è un percorso nella storia della Romagna. E dell’Italia intera. Un’esposizione allestita grazie alle cessioni volontarie da parte dei cittadini. La bandiera del Duca di Toscana, la collezione di uniformi, alcune delle quali pezzi rari. Come la giubba di un reggimento che operò per soli dieci anni. Gli uomini, attivi a Custoza e nella lotta al brigantaggio nel sud Italia, indossarono questi capi che videro una produzione di soli 400 pezzi. Ed uno è qui a Faenza. O, ancora, l’uniforme di Lodovico Caldesi, restaurata in modo tale da non cancellare i segni lasciati dal suo corpo durante le battaglie.

Cimeli, foto, tessuti e fotografie della guerra in Libia. Come il mantellone berbero utilizzato dagli italiani, che tentavano di assorbire usi e costumi delle popolazioni locali. Scatti di fine Ottocento, raccontano in modo diretto la vita nelle colonie. Nelle quali si pensava davvero di poter costruire una nuova esistenza.
Al centro di tutto il Salone Napoleonico di Palazzo Laderchi, grembo di nascita dei moti rivoluzionari a Faenza. Ambiente di eleganza parigina, da cui si può ammirare un panorama d’autore su Piazza del Popolo. Qui c’è anche una stupenda marsina completamente originale.

Passiamo quindi alle sale dedicate alla Grande Guerra. Tanti gli oggetti esposti, con i quali si potrebbe scrivere un libro intero. La bacheca con la documentazione dedicata al Conte Filippo Severoli, unico italiano ad essere commemorato sull’Arco di Trionfo a Parigi. I ricordi del campo di riposo inglese faentino, che ospitò oltre mezzo milione di uomini provenienti da tutta l’Inghilterra. E secondo molti, diffusero in Romagna la tradizione del gioco del tennis. Nella sala vi sono anche due curiosi motori aeronautici. Uno, abbandonato nel deposito di una scuola per anni, poi rinvenuto e ripulito in oltre un anno di lavoro. L’altro, uno dei primi motori rotativi. Ambedue donati dal Ministero della Guerra al Liceo Classico, come oggetti di studio.
Nell’ultima sezione, invece, si entra al centro di quella che fu la dominazione veneta. Stupendo, in particolare, il cappello da patriota con cappelliera, curatissimi nei dettagli e di eccellente manifattura. Così come la marsina della Real Guardia Nobile, con soli 200 modelli in tutto il mondo. Le foto sviluppate con l’albumina, il cannoncino portatile, un’intonsa mappa d’Italia del 1849, sono altri tesori di questa sezione. Visitare il “Museo del Risorgimento” a Faenza, è un’esperienza da non perdere.

Informazioni.
- Il “Museo del Risorgimento”, è in Corso Garibaldi 2, a Faenza.
- Aperto sabato e domenica, dalle 10 alle 12, dalle 15 alle 19.
- Ingresso gratuito.
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Cosa vedere a Faenza: itinerario tra le botteghe di ceramica.
Dopo pranzo, il tempo migliora quel tanto che basta per poter seguire un itinerario tra le botteghe della ceramica faentina. Un percorso nel colore, che ci permette di vedere a Faenza angoli del centro altrimenti nascosti . E poi, in occasione di “Buongiorno Ceramica”, i diversi laboratori organizzano corsi, incontri, aperitivi e colazioni. Oltre ad un mercato della ceramica, che si terrà domenica in Piazza Nenni.
L’unione di artigianato e tessuto urbano, permette di scovare vere chicche della città di Faenza. Lo studio di Elvira Keller, l’atelier di Fiorenza Pancino, la Bottega Mirta Morigi, lo show room de La Vecchia Faenza, le manifatture Laura Silvagni, per citarne alcuni, ci invadono di atmosfere. E vanno a sommarsi al tour tra le “boutique della ceramica”, in cui siamo entrati ieri sera durante “Distretto A Weekend”.

Ognuna ha una propria particolarità. C’è chi espone le opere classiche della ceramica faentina. Chi propone decorazioni e forme completamente innovative. Chi ha vetrine affacciate su piazze lillipuziane e chi, invece in vicoli seminascosti o cortili fioriti. In ogni caso, è come entrare in mondi surreali, nei quali ascoltare storie e pareri di artigiani che continuano a rendere infinita la storia artistica di Faenza.

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Consigli utili per un viaggio a Faenza.
- Un posto delizioso in cui dormire a Faenza, è “La Casetta nel Borgo B&B”. La struttura dispone di parcheggio privato a pagamento. Collocata nel Borgo d’Urbecco, permette di raggiungere il centro di Faenza a piedi senza usare l’auto.
- Un locale da non perdere a Faenza, per un caffè o un bicchiere di vino, è il “Nove100 Caffè”. Stupenda serie di ambienti caldi, colmi di libri, giornali e complementi d’arredo diversi, ma perfettamente equilibrati.

- Gli eventi del “Maggio Faentino” coinvolgono tutto il territorio, non solo la città di Faenza. Sul sito ufficiale www.maggiofaentino.it è possibile trovare il programma aggiornato, insieme a maggiori informazioni su “Buongiorno Ceramica”.
- “Distretto A Weekend”, è una manifestazione che consigliamo caldamente di vedere a Faenza. Non si può spiegare a parole il perfetto connubio fra arte, cibo e scoperta, di un quartiere che si apre ai visitatori. Bisogna viverlo! Dettagli su www.distrettoa.it.
Claudia B. (Advertising)
Dai Claudia, prova un po’ a indovinare dove andrei per prima? 😉 Al di là delle cose da visitare (quante!) trovo molto bella questa cosa di affiancare l’arte ceramica e organizzare un itinerario di visita per visitare le botteghe artigianali (che belle le realizzazioni poi!). Comunque mi ci chiuderei lì dentro! 😉
Claudia piano piano recupero tutti i tuoi post ed anche quelli degli altri amici blogger, perdonami l’assenza <3
Ti ho pensata per tutta la durata della visita al Museo del Risorgimento, Dani. Lo avresti adorato! Soprattutto con una guida d’eccezione come il curatore, che conosce aneddoti e storie lagate ad ogni pezzo racchiuso lì.
Anche per noi seguire un itinerario tra le botteghe artigiane è stato un modo per esplorare più a fondo Faenza. Devo dire che abbiamo scoperto lati di questa città che non immaginavamo. E nemmeno abbiamo visto tutto!
PS: Dani non preoccuparti, ho il tuo stesso problema. Sono rimasta terribilmente indietro, perdonami tu 🙁
Ti abbraccio forte,
Claudia B.
Non avrei mai immaginato tante belle cose a Faenza! Anche perché prima di oggi sapevo localizzarla – vagamente – ma non sapevo nulla di più. Avevo sentito parlare della ceramica, ma sul resto… avevo un vuoto cosmico! Trovo bellissima Piazza Nenni, con la sua eleganza: una bellezza molto sobria. E poi il distretto A, un vero spettacolo!
Segno tutto, sai mai che ci scappa un bel weekend 🙂
Non sei la sola Silvia! Ho scoperto che Faenza viene spesso “lasciata nelle retrovie”, durante gli itinerari in Romagna. Salvo per la visita del MIC e delle botteghe.
Ed è un peccato, perché c’è tanto da vedere, pensa che noi non siamo riusciti a coprire il percorso intero, soprattutto tra i palazzi visitabili del centro!
Posso solo dire che torneremo e che te la consiglio caldamente. Se poi hai bisogno di qualche idea anche per i dintorni, chiedi e sarò felice di aiutarti!
Buona giornata,
Claudia B.
E chi mail lo avrebbe detto che Faenza nascondesse tanta arte e tanta cultura? Mi ispira moltissimo soprattutto la zona del Distretto A, ma anche l’itinerario tra le botteghe dei ceramisti! Grazie
Sono quel qualcosa in più, che va a sommarsi alla visita più classica di Faenza! Un binomio tra innovazione e tradizione davvero stupendo e ricco di colore!
Baci,
Claudia B.