La luce obliqua di fine novembre accarezza dolcemente le colline dell’Appennino Dauno, mentre il crepitio dei falò si propaga nell’aria. Zucche dall’aspetto antropomorfo richiamano le anime dei defunti, le quali lasciano il loro universo per portare doni ai cari in terra. Le tavole vengono imbandite di pietanze, che rappresentano appieno il territorio e questo particolare periodo dell’anno, mentre le vigne si spogliano dei propri polposi frutti. Ormai il nettare riposa nelle cantine, pronto a trasformarsi in un inno alla Daunia, compagno di brindisi conviviali. In un contesto così vario e ricco, le cose da fare in Puglia in autunno sono molteplici.
È possibile visitare cantine, partecipare a feste di paese, seguire itinerari enogastronomici tra i borghi nei dintorni di Foggia. Intagliare zucche e preparare i cicci cotti, ascoltare storie legate ai riti di Ognissanti o, semplicemente, fermarsi ad ammirare panorami in grado di emozionare. Ecco quindi alcune idee su cosa fare in Daunia nel colmo dell’autunno: un percorso speciale, che attraversa storia antica e familiare accoglienza, per una vacanza in Puglia fuori dai soliti schemi.
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Cosa fare in Puglia in autunno: visitare un vigneto.
Cosa c’è di più autunnale che visitare vigneti e cantine in Puglia, accompagnando questo percorso con una degustazione? Mentre, a fare da sfondo, sono il profumo del mosto che aleggia nell’aria, le botti piene di nettare e i filari di viti che lentamente ingialliscono, preparandosi per il lungo inverno.
La prima cantina in cui mi fermo, è la “Cooperativa Decanto Nero di Troia DOC del Tavoliere”. Una produzione iniziata unicamente per passione personale che, solo col tempo, si è trasformata in vini da mettere in vendita. Il vigneto del nonno riportato alla vita da un atto di puro ardore, ha fatto si che vi fosse sempre più richiesta da parte di amici e conoscenti. Così, il passaparola, ha sancito la rinascita della vecchia masseria borbonica e la creazione di un brand d’eccellenza. “Trinus” e “Unus”, sono due vini intensi, che hanno bisogno di tempo per essere degustati e amati.
Li provo entrambi, al caldo della saletta ricavata vicino ai vigneti, mentre fuori il cielo si infiamma in un tramonto autunnale di quelli che, accompagnati da un buon bicchiere di vino, diventano eterni. Come il rosone della Concattedrale di Troia della quale, con giustificato campanilismo, ritrovo l’immagine sulle etichette dei due stupendi capolavori, di cui sto degustando accenti e tratti caratteristici.
Per visite, acquisti e degustazioni.
- +393202712232 +390881979225
- coopdecanto@gmail.com
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Cosa fare in Puglia in autunno: visitare cantine e degustare vini.
I vini di “ELDA Cantine”, raccontano i profumi e le radici più antiche del territorio. Anche qui è la passione a guidare il lavoro, a partire dalla scelta, da parte di Marcello Salvatori, di dare all’Azienda il nome della madre. Legame affettivo di sangue e terra, questa sinfonia di vini trasuda una narrazione diretta di uve locali, che nascono e maturano assorbendo il temperamento climatico della zona. Dai forti venti da cui è battuta Troia, fino agli alti livelli di siccità raggiunti in estate, per non dimenticare l’alta percentuale di pietra presente nel terreno, ogni peculiarità si riversa nelle uve. E nelle note dei vini.
Le antiche viti autoctone sono state coltivate in terreni biologici, dando vita a dieci etichette. Dai rossi, ai bianchi, fino al “giovanissimo” rosato “Pesca Rosa”, ogni prodotto mira all’eccellenza. La stessa che ritrovo durante la degustazione. Anche il lavoro per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente, è una vocazione che trasuda da ogni azione. L’utilizzo di energie rinnovabili e l’abolizione di sostanze contenente allergeni e stabilizzanti chimici, ne sono la riprova.
Per visite, acquisti e degustazioni.
- +39 0881-1910439
- info@eldacantine.it
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Dove degustare salumi di qualità in Puglia.
Tra le cose da fare in Puglia in autunno, non può certo mancare un itinerario tra la sontuosa gastronomia della Daunia. Ecco perché voglio raccontarvi un’altra storia di famiglia. Nuovamente sapori del territorio. Ancora la grande attenzione per le materie prime e la produzione, che portano inesorabilmente a spargere bellezza culinaria in tutta Italia. Mi riferisco al “Salumificio Giannelli” che, da tre generazioni, rappresenta l’eccellenza in questo campo.
Attività iniziata dal nonno, che aprì una prima macelleria vicino alla Concattedrale di Troia, ora sono figli e nipoti a portare avanti il culto per il sublime, con una nuova sede, ed una sempre rinnovata ricerca di carni di prima qualità. Ma, soprattutto, nella lavorazione delle stesse, senza uso di conservanti. Sono state adottate le ricette antiche, quelle antecedenti il 1920, nelle quali si usavano solo ingredienti naturali, come ad esempio il miele. Perfetto per disinfettare, lascia un retrogusto piacevole e mai invasivo. Altri additivi naturali sono l’aglio, il vino oppure il peperone dolce. Ossia tutti quegli espedienti utilizzati dalle nonne, per conservare ed insaporire i cibi in passato. Quando ancora non si ricorreva alla chimica per ogni necessità!
Le carni sono locali, al 100% italiane ed allevate in modo etico. Gli animali non subiscono stress, non vengono pressati nella crescita e, questa naturalezza, si percepisce nel prodotto finale. Una qualità riconosciuta, non a caso, con la premiazione come “migliore salame di Puglia”, da ben tre anni. La degustazione di salumi tipici nel punto vendita di Troia, si trasforma nell’evidenza al palato di tutto l’impeccabile lavoro di ricerca, che viene fatto ogni giorno.
Informazioni.
- Via Carducci 17-19, Troia
- 0881979121
- info@salumigiannelli.it
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Dove mangiare la “Passionata”.
Entro quando ormai è buio, alla “Pasticceria Casoli”. Lasciando dietro di me il freddo e la pioggia della notte autunnale, chiudo momentaneamente fuori il borgo di Troia, illuminato dai lampioni. Il piccolo locale intimo e accogliente, è il posto perfetto in cui riposare dopo ore di visite. Lucia e Nicola, raccontano con orgoglio la nascita di quello che è diventato il dolce tipico di Troia, la “Passionata”. Non una ricetta antica o della tradizione, ma la semplice testimonianza della bontà e della qualità, che si celano in questo territorio.
Un prodotto nato per pura passione e di cui ti appassioni fin dal primo assaggio, come racconta il suo nome. Per quanto ve ne siano ormai nove varianti, è la prima “Passionata” ad essere stata premiata come “miglior dolce di Puglia”, quella al gusto di mandorlo in fiore. Una delizia inspiegabile, fino a quando non si sente il primo boccone sciogliersi in bocca. Ricotta, pasta di mandorle e pan di spagna, si sposano alla perfezione, incendiando tutti i sensi.
Informazioni.
- Via Regina Margherita 121, Troia
- +39 328 4434040
- info@pasticceriacl.it
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Cosa fare in Puglia in autunno: preparare e mangiare i cicci cotti.
Voglio confessare una cosa: per quanto io ami viaggiare e adori il mio lavoro, spesso non è facile stare distanti da chi si ama, soprattutto nei giorni di festa. E mi sono resa conto di aver compreso pienamente il senso vero del viaggio solo quando, ritrovandomi a vivere questa situazione, ho comunque trovato persone capaci di farmi sentire in famiglia.
Il 1 novembre, a casa di Celestino e Michelina, c’è un’allegra tavola imbandita ad attendermi. E tanto affetto! Con loro assaggio prodotti della terra, rido di gusto e, soprattutto, imparo a preparare i cicci cotti, la tipica pietanza di Ognissanti in Puglia. Grano cotto, fatto scolare tutta la notte in un panno di lana, noci, mandorle, chicchi di melograno e, per i più golosi, cioccolato. Il tutto irrorato di corposo vino cotto. Una bontà che richiama i sapori del periodo e, secondo la tradizione, viene preparato dalle famiglie come dono per le anime dei defunti.
La processione di anime dalla Chiesa dei Morticelli di Troia, inizia proprio in questa nottata, tra l’1 e il 2 novembre, quando la voragine tra i due mondi si assottiglia. Le anime ripongono regali nella “calza dei morti”, per testimoniare affetto e continuità nel rapporto con i vivi. Questi ultimi, lasciano cibi con cui salutare la loro venuta. Un rituale che affonda le proprie radici nell’antichità. E, la calza, è il rimando diretto al gesto fisico di entrare in contatto con i propri cari: da una parte, come ultimo tocco corporeo della terra; dall’altra, come vicinanza materiale.
Senza invadere casa di Celestino e Michelina (l’onore di portare scompiglio è stato solo il mio), posso consigliarvi di gustare un ricco pranzo di Ognissanti, con cicci cotti come dolce, a “L’Osteria del D’Avalos”. In pieno centro a Troia, questa locanda è una lode alla cucina della Daunia. La chef Elena prepara manicaretti sempre diversi e ricchi di territorio, con cui bearsi di sapori genuini.
Informazioni e prenotazioni.
- Piazza della Vittoria 9, Troia
- 0881970067
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Cosa fare in Puglia in autunno: partecipare a feste di paese.
Impensabile trascorrere l’autunno in Puglia, senza prendere parte ad una festa di paese. Soprattutto quando, la festa in questione, è un evento di rilevanza nazionale. Mi riferisco a “Fucacoste e Cocce Priatorje”, che si tiene ogni anno ad Orsara di Puglia. Oltre alla bellezza senza tempo del borgo, che consiglio di visitare durante un qualunque itinerario sui Monti Dauni, al culmine della notte tra l’1 e il 2 novembre, l’abitato si trasforma in un quadro pieno di suggestioni antiche.
Nonostante acide voci di corridoio sussurrino che io non abbia più l’età per fare certe cose, intaglio una bella zucca come qui si usa fare sin dal passato. Sia chiaro, non una zucca di Halloween! Ad Orsara, la zucca-lanterna, ha il compito di segnare la via di casa alle anime che transitano durante Ognissanti. E, nel contempo, di tenere lontane le anime dannate. Per quanto ora si tenda a dare espressioni umane alle zucche, in passato venivano incise perlopiù con semplici croci. Lascio la mia su un gradino, sperando di non fuorviare qualche presenza, con quel sorriso sdentato!
Alle 19 poi, sul sagrato della Chiesa Madre di Orsara, una processione di incappucciati accende il falò con cui, contemporaneamente, danno il via ad una serie di roghi che accompagnano le anime nel loro percorso di luce. Un riavvicinamento al mondo terreno e una dimostrazione di continuità e contatto con le nuove generazioni. Per maggiori informazioni storiche e folkloristiche, vi rimando al blog del mio amico e collega Matteo: www.travelstelling.com.
Così, mentre la notte di Orsara si illumina di fiamme e fiammelle, assisto a spettacoli di artisti di strada, ascolto musica e ballo con i miei compagni di viaggio. Lasciando che, dal mondo dei morti, i defunti intraprendano il loro cammino nella redenzione e, i vivi, percorrano il proprio nella memoria.
Claudia B. in collaborazione con Daunia Press Tour e Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale
Claudia che bella la foto con le bottiglie a mo’ di grappoli! L’andar per vigne in autunno è una cosa che non ho mai provato, faccio outing qui sul tuo blog. Sarà per la scarsità di vigne nella mia zona, sarà perché non sapevo che si potessero fare delle visite guidate o sarà semplicemente che sono tonta. Le degustazioni nelle cantine si ma in vigna no, lo scopro ora. E credo che ormai sia tardi per rimediare, dovrò aspettare la prossima stagione. Altra cosa che scopro stasera: la Pasionata ma che spettacolo è? E il nome così azzeccato e anche azzeccoso come diciamo qui!? Vorrei tanto provarne una (ma anche tre-cinque) 😛
Claudia ma la tua zucca è venuta benissimo! <3
Devo dire che è quasi catartico camminare nelle vigne, poi per me è un rimando diretto alla mia infanzia Dani! Mi ricorda quando facevo la stessa cosa nella vigna dei nonni…mi si riempie il cuore ogni volta che ci penso.
La Passionata Dani l’ho scoperta anche io solo durante il tour, è stata un’esperienza unica! È difficilissimo descrivere la perfezione di quei sapori, che si sposano perfettamente… Persino la consistenza è meravigliosa!
Sono felice che ti piaccia la zucca: non trovi chr mi somigli un po’??
Buona serata,
Claudia B.
Non avevo mai pensato alla zucca illuminata in questi termini, dato che pensavo che fosse per chissà quale motivo uno dei tanti elementi associati ad Halloween e non alla “nostra” festa dei morti. Il suo utilizzo per segnare la via di casa alle anime la rende molto più vera, più utile.
Degustazioni di vini e di salumi… ti ho mai detto che io potrei vivere tranquillamente a pane e salame o a pane e prosciutto? Mi sentirei a casa in Puglia, soprattutto in questa stagione dove un bicchiere di rosso è perfetto per accompagnare il tutto. Sarei curiosa anche di provare i cicci cotti perché penso di non aver mai assaggiato niente del genere.
Buon weekend ❤️
Gustosissimi Silva. Allora, premetto che io amo molto la consistenza dei cereali. Quindi a mio avviso il grano è delizioso e, con la sua presenza delicata, esalta benissimo il dolce del cioccolato, l’aspro del melograno e la parte secca della frutta. Che bontà! Poi con quel giro ampio di vino cotto… un’esplosione pura di sapore!
I salumi di Puglia posso dirti che non hanno nulla da invidiare ai capolavori prodotti in Emilia, accompagnati dal vino sono il massimo. Comprendo quando dici che potresti sopravvivere con quelle pietanze: lo penso anche io!
La questione relativa alla zucca-lanterna, così come ai falò, è piaciuta molto anche a me. Mi avvolge di un senso di tenerezza, di legame un po’ più terreno con le persone care ormai scomparse.
Ti abbraccio forte,
Claudia B.