Il viaggio mi ha insegnato ad aprire gli occhi. Tutti dicono che viaggiare spalanchi la mente, personalmente sostengo che il passaggio sia molto più complesso e tutto debba iniziare dalla vista. Intesa come parte fisica ma, soprattutto, come riferimento metaforico. Perché viaggiando scatta qualcosa dentro, che ci fa capire quanto sia importante vedere, non limitarsi a guardare. Osservare a fondo, nel dettaglio, andare oltre a quello che troviamo servito su un piatto d’argento. E con i borghi di Puglia è un po’ la stessa cosa. Sembra che di questa regione sia già stato detto e visto tutto. Ma, la verità, è che durante una vacanza in Puglia, c’è ancora tanto da scoprire e svelare. Intere aree di cui si parla poco e si conoscono solo timidi accenni.
La Puglia non è una destinazione scontata come si potrebbe credere. L’ho scoperto la scorsa primavera quando, per la prima volta, ho seguito un percorso tra i borghi dell’Appennino Dauno. Ne ho avuto consapevolezza definitiva, prendendo parte ad un itinerario storico-turistico “Sulle strade di Peppino di Vittorio”.
Il territorio splendidamente imperfetto della Daunia, è composto da particolari notevolmente discreti e tradizioni silenziosamente radicate. Per questo, ogni volta che ne leggo un nuovo capitolo, mi lego a lei un po’ di più.
Ed ora che l’autunno porta con sé nuove atmosfere e scie di profumo, i borghi di Puglia sono nuovamente in attesa di rivelarmi scorci, tesori artistici e tradizioni antiche. Con un viaggio dei sensi nei dintorni di Foggia, tra i paesi di Troia, Ascoli Satriano e Orsara di Puglia, che evoca lunghe nottate di veglia e leggende narrate davanti a fuochi e lanterne. Momenti rituali legati al periodo di Ognissanti, quando la distanza tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti si assottiglia notevolmente. Così, tra luci tenui e colori smorzati, riscopro una Puglia insolita, da vivere attraverso gli eventi autunnali e un approccio lento, basato sulla riflessione e la qualità. Che consenta di abbeverarsi di sensazioni totalizzanti, capaci di passare attraverso lo sguardo, il gusto e il richiamo a mondi passati.
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Borghi di Puglia: Troia.
“Troia e bella perché ci conosciamo tutti”.
“Troia è bella perché la gente è socievole”.
Sì, Troia bella lo è davvero. Ma secondo un concetto di bellezza che non ha solo a che fare con l’impatto visivo. Lo è per la sua umanità e per i suoi scrigni d’arte, che la rendono una delle tappe imperdibili nei dintorni di Foggia. Pur essendo fine Ottobre, fa caldo in Daunia. C’è quel cielo terso che ricorda l’azzurro lapislazzuli, con cui da sempre viene colorato il manto della Vergine. Il contrasto tra i palazzi nobiliari del centro storico di Troia e questa volta divina, imprime un colpo d’occhio molto intenso.
I borghi di Puglia, in particolare sui Monti Dauni, hanno una caratteristica che sempre mi attrae: vengono vissuti con la voglia evidente di sfruttarne la presenza non a scopo turistico. Non sono mai troppo ingessati, mai eccessivamente ricreati ad arte. È facile trovare camion di frutta e verdura che annunciano prodotti appena colti, panni stesi ad asciugare che accarezzano uno scorcio, profumo di cibo che esce dalle finestre, imprimendo nel visitatore un istantaneo senso di famiglia. E persone che completano questo quadro ricco di particolari, come in una tela fiamminga di Brueghel il Giovane!
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Cosa vedere a Troia.
Corso Regina Margherita è il vero centro di Troia e, camminare su quella che è l’antica Via Appia Traiana, fa percepire rimbombi di passato, quando erano pellegrini, eserciti e viandanti a muovervi i propri passi. Dall’alto di un colle di 439 mt., Troia domina gli struggenti panorami del Subapennino Dauno, con le ricche macchie di colore e le scene agresti che, se non fosse per la presenza delle pale eoliche, catapulterebbero lo spettatore in un quadro di Giovanni Fattori!
Davanti alla Concattedrale di Santa Maria Assunta, resto istintivamente di ghiaccio. Uno degli edifici religiosi più belli tra i borghi di Puglia, in particolare per il rosone che rappresenta un libro di pietra da cui leggere simbolicamente il senso della religione. E della vita.
Da millenni, l’aria e la luce del sole, passano tra le undici colonnine che rappresentano gli apostoli, mentre Pietro, il dodicesimo, è posto in posizione centrale, accanto a Dio. Una metafora della perfetta diffusione del Cristianesimo. E ancora, il bestiario tra cui si celano immagini singolari, che ricordano come l’imperfezione si nasconda anche nella sacralità della Chiesa e dei suoi uomini.
Una vera particolarità, resta il foro posto accanto al portale d’ingresso: quasi certamente un’unità di misura per il pane, stabilita dal clero per il popolo.
Mentre visito l’interno della Basilica, sono soprattutto il pulpito romanico del 1198, da cui venivano letti gli Exultet, e l’insolito affresco in cui Dio tiene la Madonna Assunta in cielo sulle gambe, a catturare la mia attenzione. Una Pietà al contrario, che trafigge lo sguardo.
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Borghi di Puglia: Troia tra credenze e leggende.
Che sia o meno una leggenda, voglio credere davvero che Troia sia stata fondata da Diomede, quando sbarcò qui dopo aver combattuto nella Guerra di Troia. Passeggiando per i vicoli, mi rendo conto che l’intera struttura si rifà alla Troia dell’Asia Minore. Dalla pianta, ai vicoletti del borgo medievale che intersecano il corso principale, fino a quelle che erano le mura esterne a protezione dell’abitato!
In pieno autunno, poi, Troia si riempie di attesa per le credenze legate al periodo di Ognissanti. Si dice che, nella notte tra l’1 e il 2 Novembre, quando le tenebre calano sui vicoli di Troia e i contorni iniziano a confondersi, dalla Chiesa dei Morticelli stretta tra i palazzi nobiliari del centro storico, le anime dei defunti intraprendano una processione ultraterrena. Vanno alla ricerca delle loro abitazioni in vita, per lasciare doni dentro le calze dei bambini, mostrando così l’affetto da cui sono ancora legati ai propri cari e alle nuove generazioni. Una corrente esoterica destinata ad estinguersi durante l’Epifania, momento in cui le anime rientrano definitivamente nel loro universo. Non a caso, le calze, si usano come regalo solo in questi due periodi dell’anno! Trovo di una dolcezza infinita la tradizione della “calza dei morti”, capace di mantenere vivo un legame interrotto dal destino.
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Quali musei vedere aTroia.
Museo del Tesoro della Cattedrale di Troia.
L’autunno in Puglia avvolge di silenzio e oro ogni angolo. In questo evocativo contesto, lontano dal turismo estivo di massa, mi accingo a visitare due forzieri architettonici ricchi di opere d’arte. Chiudendo fuori la pioggia e il freddo, entro al Museo del Tesoro della Cattedrale. C’è un discreto silenzio, mentre la notte avvolge Troia. Passo attraverso paramenti sacri, statuaria, argenteria di manifattura napoletana, codici, frammenti di pergamene, cofanetti d’avorio, pagine di libri.
Fino a quando non accedo ad una stanza scarsamente illuminata, dove vengo attratta da una teca. Al centro vi sono tre pergamene miniate, gli “Exultet”. Difficile spiegare l’emozione che si propaga davanti a questi capolavori che sembrano uscire da una macchina del tempo, direttamente dall’XI e dal XII secolo. Rivado con la mente al pulpito visto oggi in Concattedrale. Immagino il diacono che vi sale a passi lenti, millenni or sono, per annunciare ai fedeli il mistero pasquale della redenzione. Un’esortazione alla gioia recitato in latino, che le masse potevano comunque comprendere osservando i delicati disegni miniati, alternati alle righe musicali. Vi sono solo 31 capolavori simili in tutto il mondo, distribuiti tra Italia, Manchester, Londra, Madrid. Eppure tre si trovano proprio a Troia. La carta giapponese ha creato un attrito in grado di assorbire il colore senza incollarlo, rendendo le tinte naturali vivide, non sperse nella patina del tempo.
Museo Ecclesiastico Diocesano.
Per concludere la giornata tra i borghi di Puglia, visito il Museo Ecclesiastico Diocesano, nell’ex Monastero Benedettino. Dopo la meraviglia del sontuoso tesoro della Concattedrale di Troia, qui mi avvicino alla parte più genuina della religiosità popolare. Una sequenze di sale che affacciano sull’antico chiostro, mi mostrano le opere a cui da sempre il popolo è più legato. È un passaggio attraverso la vita e il sentimento religioso delle persone. A partire dalle intense statue in cartapesta del 1700, usate fino a tempi recenti per le processioni del venerdì Santo. E poi ancora argenti e tele, o i flabelli utilizzati dal Vescovo come simbolo di autorità.
Tra i pezzi più insoliti mi colpisce il “Capitello delle quattro razze”, un’opera di epoca federiciana, che rappresenta le etnie conosciute prima del 1942, oltre al sarcofago di Ferdinando Lombardo. Si dice che sfiorargli il naso porti denaro, non a caso egli comprò Troia e tutti gli abitanti grazie alla sua ricchezza! Gli do una “bella ripulita”, sia mai che questo itinerario tra i borghi di Puglia porti della ricchezza nella mia vita… Infine, prima di andarmene, visito la cripta dell’ex monastero, dove è stata allestita una suggestiva rappresentazione della messa latina.
Informazioni di visita.
- Museo del Tesoro della Cattedrale di Troia: Piazza Episcopio. Telefono +390881977456.
- MED-Museo Ecclesiastico Diocesano: Via Ospedale, 2. Telefono 377 160 8096.
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Borghi di Puglia: Ascoli Satriano.
È Ascoli Satriano il secondo tra i borghi di Puglia sui Monti Dauni, che visiterò durante il ponte di Ognissanti. I colori di Ascoli Satriano, con la luce del sole che inonda ogni cosa, creano una tavolozza espressionista su questo 31 Ottobre. Nel borgo c’è un simpatico via vai di persone che si fermano a prendere un caffè, comprano fiori colorati da portare ai propri cari o dolci per la serata pre-festiva.
Portoncini dalle tinte vivaci, piante sistemate sui banchetti lungo i vicoli e la lunga scalinata che porta alla zona panoramica di Ascoli Satriano, sono angoli da scoprire poco alla volta. Senza una vera meta. Seppure il paese nasconde un tesoro artistico da non perdere assolutamente, durante un viaggio fra i borghi di Puglia.
Arrivo al Museo Archeologico Diocesano senza sapere bene cosa aspettarmi. Soprattutto dopo la splendida visita di ieri a Troia. Mi incuriosisce molto il concetto di spreco necessario, su cui è impostata l’intera esposizione, in riferimento ai lussuosi corredi funerari delle tombe di Ascoli Satriano. Oggetti che arricchivano le sepolture, accompagnando il defunto nel passaggio all’aldilà.
I reperti di età Dauna sono tutti di artigianato locale del IV secolo A.C., perle rare che raccontano le antiche abitudini delle popolazioni. Particolarmente toccante il corredo appartenente ad una bimba: spezza il cuore ammirare quei giochi stilizzati e l’anellino della piccina. L’umanità dietro ad ogni pezzo fa riflettere: qual è la linea di confine che separa il cosiddetto spreco, dal gesto di accompagnamento che, senza ombra di dubbio, fa stare meglio chi resta? Un gesto di tenero e umano affetto, legato non solo alla religiosità. Non c’è possibilità di dare un valore ai sentimenti. Né alla sofferenza.
Nella sezione dedicata alla policromia del sublime, però, i pensieri si bloccano. Qui, dal buio del tempo, escono i sensuali “grifoni di Ascoli Satriano”. Ripresi nel feroce atto di sbranare un giovane cervo, sono il simbolo stesso della vita che si spegne. Un’opera posta alla base dell’altare di un tempietto funerario, arrivata anche all’EXPO di Milano, davanti alla quale ho l’onore di inchinarmi letteralmente…
L’intero corredo tra vasi e bacili, è un esempio di altissima manifattura, dove sono stati individuati ben sette colori, ora assorbiti dal passare dei secoli. Per quanto l’intera esposizione sia un susseguirsi di tesori, devo dire che queste due sezioni sono quanto di più vicino al tema dell’itinerario che sto seguendo tra i borghi di Puglia. Un connubio tra arte e credenze popolari, un’unione simbolica e stretta tra mondo dei vivi e mondo dei morti, che non conosce ceto sociale o provenienza geografica. Atti terreni di cui ancora oggi ci circondiamo, per giustificare un dolore sordo che non conosce limite di tempo.
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Borghi di Puglia: Orsara di Puglia.
Orsara è l’ultimo tra i borghi di Puglia, che visito durante il ponte di Ognissanti in Daunia. Lo raggiungo nel tardo pomeriggio del 1 Novembre, per prendere parte all’evento “Fucacoste e Cocce Priatorje”, una manifestazione da non perdere nei dintorni di Foggia. Apprezzo l’idea di abbinare un viaggio tra i paesi sui Monti Dauni ai tradizionali riti di Ognissanti, approfittando proprio dei giorni di festa.
Il borgo di Orsara di Puglia è delizioso, un angolo di pietra che illumina l’Appennino. Per la sua struttura potrebbe trovarsi in Umbria o Toscana, ma anche nelle Marche. Difficile collocarlo invece tra i borghi di Puglia: siamo troppo abituati a credere che essa sia solo bianco brillante e ulivi! Quella è le versione nota della regione, rappresentata al meglio dalla bellissima Valle d’Itria. Ma da qualche tempo ho imparato come, anche una medaglia con due sole facce, sia composta da un numero infinito di particolari su cui concentrarsi. Ed è in questi termini che mi piace pensare alla Puglia.
Trascorro una serata tra pietre che si illuminano con i lampioni, incendiandosi alle fiamme di falò e zucche intagliate. Un percorso tra scorci e credenze popolari, visite e gusto. Sfiorata dalle fioche luci di Orsara, ceno gustando del ricco pancotto, cucinato a “Pane e salute”, antico forno a paglia del 1526. Una pagnotta da kg, scavata e riempita con carne peperoni, cipolla: un sontuoso street-food pugliese della tradizione!
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Eventi nei borghi di Puglia: “Fucacoste e Cocce Priatorje”.
Orsara di Puglia è la risposta a quanto affermo da anni, ossia che siamo talmente concentrati ad accusare Halloween come la classica americanata, da dimenticare che Halloween è il coronamento di rituali che affondano le proprie radici in tutta Europa.
Anche i riti di Ognissanti in Daunia, pur non avendo nulla a che fare con la famosa festa americana, fanno parte di tradizioni e azioni al limite tra paganesimo e cristianesimo. La forza di questi cerimoniali esplode nella notte tra l’1 e il 2 Novembre: si lascia cibo per le anime dei defunti, come ad esempio i tipici cicci cotti, che fanno visita portando doni; si accendono fuochi purificatori; si intagliano lanterne con cui indicare alle anime buone la via di casa.
La scia dei falò segna la strada alle anime, dal momento in cui una processione di incappucciati accende il primo davanti alla Chiesa Madre. È come se si spalancasse un portale tra il mondo dei vivi e quello dei morti, per permettere nuovamente un contatto. Dopo la purificazione attraverso le fiamme dei falò, i defunti raggiungono le loro abitazioni terrene, seguendo la via grazie alle cocce priatorje, le zucche intagliate.
Le ammiro esposte su terrazzi e finestre, portoni e piccoli passaggi. Per me sono un suggestivo punto luce nella nera notte di novembre. Ma chi le ha preparate, si aspetta di tenere lontane le anime dannate e richiamare ancora una volta, i propri cari defunti. Tra canti, balli e il denso odore di fumo che si propaga tra i vicoli di Orsara, la seducente notte dei fuochi prosegue con emozioni in divenire.
Questo viaggio d’autunno tra i borghi di Puglia, trova conclusione nel principio della vita. Un percorso evocativo che mi ha condotto tra scorci d’arte fortemente legati alle genti di ogni tempo, espressione del sottile velo che lega l’uomo alla morte. Un velo che nel periodo di Ognissanti si alza definitivamente, per ricucire in terra un legame eterno impossibile da stroncare.
Claudia B. in collaborazione con Daunia Press Tour e Regione Puglia – Assessorato all’industria turistica e culturale
Brava Claudia! Mi fa sempre piacere leggere la tua versione di un’esperienza vissuta assieme perchè riesci ad esprimere tutta l’emozione provata in quei momenti in un modo che io non sarò mai in grado di fare. Tu, molto poetica nella visione del mondo, completi alla perfezione quello che è il mio racconto molto più pratico ed oggettivo, perchè ormai avrai capito che la mia anima è un pò “grezza”! Anche se devo ammettere che tu e tutto il super team pugliese a sto giro siete riusciti a tirare fuori il mio lato più emotivo!
Credo fermamente che la parte più bella degli output che produciamo, sia proprio la differenza totale tra l’uno e l’altro, da cui emerge la nostra personalità. Io apprezzo moltissimo i tuoi racconti pratici e oggettivi, perché sono scritti benissimo ed è un piacere leggerli.
Grazie per i complimenti, che bel pensiero hai riportato! E si, devo dire che stiamo mutando anche te con questi eventi in Puglia…ti prego, però, non esagerare, perché se mi arriva un altro messaggio come quello di domenica vado in panico ??!
A prestissimo Vero!
Claudia B.
Verissimo quello che dici, la vista in fondo è il primo senso che si va a impattare con tutto quello che succede in viaggio. Quindi era primavera la prima volta? Ne hai vissuto la stagione calda, ora l’autunno e poi spero che la Puglia ti accolga anche d’inverno! Chissà che non ci farai scoprire una regione capace di dirottare gli appassionati di mercatini e sciate alpine?! Ma sai che non conoscevo queste cittadine dalle origini e tradizioni così interessanti? E che bella la chiesa con quel rosone spettacolare! E vogliamo parlare di quei Grifoni ad Ascoli? Cavoli sembrano una specie di Arca dell’Alleanza di Indiana Jones! E poi c’è Orsara che già il nome…*_*
Senti ma ad un certo punto ho letto EXPO? Ti prego dimmi che non l’hai scritto…ho dei brutti ricordi di quella cag***a 😛 Scherzo, buona serata e buon tour, un bacione! :*
Hai letto bene, purtroppo. E ti dico una cosa: i bellissimi Grifoni di Ascoli, erano stati posizionati in un punto che, secondo gli organizzatori, doveva essere a dir poco “il top”. Peccato che alla fine nessuno si fermava veramente ad ammirarli… Non mi fare esprimere. Un’opera d’arte tale, snobbata dalle folle di corsa.
Ti anticipo che, forse, se tutto va come deve, vi racconterò anche la Puglia pre natalizia! Non c’è nulla di ufficiale, ma lasciati dire che lo spero di cuore. Vorrei poter raccontare tutto ciò che è possibile fare al sud, esattamente come al nord Italia. Cavolo, abbiamo una terra straordinaria, capace di coinvolgere in ogni sua parte, da nord a sud. Spero di riuscirci 🙂
Un abbraccio Dani,
Claudia B.
Quando si pensa alla Puglia, almeno qui dalle mie parti, si pensa alla costa e alle vacanze al mare (un po’ come per la riviera romagnola, di cui avevamo già parlato). Mentre invece non è affatto una destinazione scontata, hai proprio colto nel segno. Perché ci sono tantissimi borghi che la maggior parte della gente non solo non conosce, ma che non si aspetta nemmeno. Da un lato però un po’ sono contenta che il turismo di massa non sia ancora arrivato, perché almeno vuol dire che questi posti potranno conservare ancora intatta la loro bellezza.
Solo la scorsa settimana ho letto un post sulle origini di Halloween: pensavo proprio che fosse “la solita americanata” e invece ha radici molto più vicine a noi. Al sud probabilmente la celebrazione dei morti è molto più sentita che qui da me, dove il giorno di Ognissanti si risolve con una processione al cimitero (e con una sorta di gara a chi ha fatto il mazzo di fiori più bello…)
Devo proprio vederla di persona la Puglia!
Buona giornata ?
Sai che il mio consiglio spassionato è sempre quello di scoprirla al più presto: sono certa che la ameresti, in particolare con la ricca gastronomia che propone. Un vero paradiso del gusto! Ciò che maggiormente apprezzo di questi viaggi, è la possibilità di scoprire lati della Puglia che difficilmente ci si aspetterebbe di trovare, esattamente (hai fato l’esempio corretto) come quando si parla di Riviera Romagnola. La maggior parte delle persone si ferma alla copertina, a ciò che hanno praticamente sotto gli occhi. Errore madornale!
Il mio lavoro mi porta a contatto con realtà stupende, molto intense, che mi permettono di legarmi sempre più a questa regione. Vedi appunto tutta la questione legata ai riti di Ognissanti. Feste e tradizioni che coinvolgono profondamente, che permettono di comprendere appieno anche come, ad un certo punto, si sia arrivati all’Halloween americano… Siamo troppo abituati a dare per scontato che, tutto ciò che arriva da oltreoceano sia necessariamente il trionfo del trash. A volte bisognerebbe ricordare come, tante di quelle usanze, sono partite dal Vecchio Continente.
Un bacione Silvia,
Claudia B.