
Scegliamo di trascorrere quattro giorni in Abruzzo, in occasione del ponte del Corpus Domini. Non ci sono dubbi in proposito: da anni Daniele sogna di seguire un itinerario in moto nel Parco Nazionale della Majella e, oggettivamente, è trascorso troppo tempo dal nostro ultimo viaggio in Abruzzo.
Dopo aver percorso un tratto della Costa dei Trabocchi con l’Africa Twin, dedicheremo le giornate centrali ai ricchi paesaggi della Majella, per spingerci l’ultimo giorno verso il Parco Nazionale del Gran Sasso. L’imperativo è semplice: “perdersi” in un improvvisato itinerario tra borghi e passi dell’Abruzzo, permettendo ai panorami di incantarci. Non abbiamo un programma preciso. Stiamo scegliendo le tappe mentre ci rilassiamo nell’accogliente stanza della struttura in cui soggiorniamo, anche grazie anche ai consigli del nostro host.

Credo di non essere mai partita tanto impreparata per un viaggio. Eppure, mi sto godendo ogni istante trascorso in sella, con quella libertà mentale che un programma fitto spesso non lascia. Questi quattro giorni in moto in Abruzzo sono una volutissima fuga dagli obblighi. Anche da quelli di visite approfondite. Perché stavolta è la strada a richiedere la nostra attenzione. Toccata solo marginalmente dalla bellezza e dalla creatività dell’opera umana.

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In moto nel Parco Nazionale della Majella: Passo Lanciano.
Ho sempre trovato vera l’affermazione secondo cui l’Umbria è il “cuore verde d’Italia”. Poi sono arrivata in Abruzzo e, chiedo scusa agli amici umbri, ho cambiato idea. Il Parco Nazionale della Majella è polmoni e cuore d’Italia, con il suo verde accecante, capace di far perdere la testa anche alla persona più analitica del pianeta.
Dopo il primo tratto percorso ieri sulla Costa dei Trabocchi, terminato con una serata gradevolissima a cena nel borgo di Guardiagrele, vogliamo sfruttare questa mattinata splendente per salire alla Majelletta, attraverso il Passo Lanciano. Terminata la colazione, partiamo dal nostro “campo base” a Casalincontrada. Proseguendo verso Pretoro le indicazioni sono semplici ma, per tranquillità, accendiamo il navigatore in modo da non confondere la direzione.
Muoversi in moto nel Parco Nazionale della Majella allinea lo spirito alla terra. Quella che io descrivo sempre come una danza tra essere umano e motocicletta, qui si amplifica in una serie infinita di figure perfette. Salendo verso il Passo Lanciano, ritrovo una sensazione di familiarità con la strada fatta lo scorso anno in Thailandia, per raggiungere il Doi Suthep a Chiang Mai. Quella natura lussureggiante, incolta in maniera affascinante, che gronda salute. Avvolta da una nebbiolina in aumento, mano a mano che la nostra Africa Twin si inerpica lungo il tracciato.

Sorpassato Passo Lanciano le cose cambiano. Il territorio muta ancora. Si attraversa un suggestivo tunnel boschivo, che sfocia in un’ampia panoramica vallata. Pur essendo in alta montagna, con tanto di impianti di risalita e scuola di sci, le nuvole basse ci fanno sentire chiusi in un mondo ovattato. La strada qui non è il massimo, pertanto proseguiamo lentamente fino al Rifugio Bruno Pomilio e i suoi 1930 mt. di altezza. Nonostante l’abbigliamento tecnico da moto, il freddo si fa sentire, visto che la Majelletta è chiusa in nubi fitte ormai da settimane.

Abbandoniamo l’idea di ammirare il panorama a volo d’angelo che si apre sulla costa abruzzese, spaziando dal Gargano fino al Conero, ed entriamo al rifugio per bere qualcosa di caldo.

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In moto al Parco Nazionale della Majella: Eremo di Santo Spirito.
Saliamo nuovamente in moto, per percorrere la SP22 con cui raggiungere l’Eremo di Santo Spirito a Majella. Passiamo tra ampie vallate, mucche al pascolo che hanno fatto propria la strada e le tipiche capanne in pietra della Majella, utilizzate come ricovero per persone, animali o anche attrezzature. Sono semplici, di diverse fattezze: a forma di cono, spesso però ricordano solo un ammasso di pietre senza forma. Ma nel rigoglioso verde del parco, spiccano come fari e attirano lo sguardo.
All’altezza del bivio per la Valle di Santo Spirito, segnalato in modo impeccabile, giriamo in direzione dell’Eremo, seguendo sempre la SP22. La carreggiata è stretta, per cui non è possibile accelerare eccessivamente. Ma il passaggio lungo questa sorta di canyon cosparso di verde, lascia senza fiato. Siamo accoccolati tra pareti di fitta vegetazione e, quando arriviamo alla fine della strada, ci aspetta la magia.
L’Eremo di Santo Spirito a Majella è chiuso nei giorni feriali. La visita sarebbe a pagamento e con orari precisi. Oggi però non c’è nessuno. Accediamo esclusivamente al cortile, dove l’edificio di culto si mostra incastrato nella parete rocciosa, ricordando la struttura di Santa Caterina del Sasso, sul Lago Maggiore. Un incanto visivo, che non ha bisogno di descrizioni. Un edificio che si veste di silenzio e natura, arrivando a colpire nel cuore chiunque abbia la fortuna di ammirarlo.
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In moto nel Parco Nazionale della Majella: Passo San Leonardo.
Dopo aver trascorso il resto del pomeriggio di ieri alla scoperta dei borghi di Pretoro e Pennapiedimonte, questo sabato mattina ripartiamo carichi per la nostra esplorazione in moto nel Parco Nazionale della Majella.
L’obiettivo è il Passo San Leonardo, con cui vogliamo scendere fino a Sulmona. Partiamo sempre da Casalincontrada, cercando di evitare le strade a scorrimento veloce. Peccato che, fino al bivio per Bolognano, non ci sia verso di spiegarlo al navigatore. A quel punto però, ci immettiamo sulla SP66 iniziando davvero a guidare in paradiso. Via il “navigatore posseduto” e largo alla segnaletica vecchio stampo, che ci porta lungo la dorsale che collega Bolognano a Caramanico Terme.
Siamo nel pieno dell’Appennino, con il sole intenso e le montagne del Parco Nazionale della Majella che chiedono unicamente di essere ammirate. Lasciata la SP66 dopo il Santuario di San Tommaso, prendiamo la stupenda SR487, una successione di curve piacevoli, con cui entriamo nel vivo del quadro. Tornanti in crescendo, che le valli le attraversano, passano corsi di scroscianti fiumi e accarezzano borghi montani. Se non fossimo in moto li visiteremmo tutti.
Ma a parte un paio di tappe, oggi vogliamo solo seguire un itinerario in moto nel Parco Nazionale della Majella. Lasciando scorrere lo sguardo su questi villaggi di montagna, nel quale è semplice immaginare una vita fatta di pura pace. Lasciandoci avvolgere dalla natura. Pietra e legno si alternano a persone che emanano serenità, appagate da questo sabato primaverile per la sua semplice esistenza.
Quando arriviamo a Passo San Leonardo abbiamo la sensazione di essere saliti fino al cielo. I colori bramano la luce e lei li accontenta rendendoli incisivi, colmi di carattere. Auto lasciate lungo le carreggiate, fanno intravedere persone che si inerpicano lungo i pendii, per godere dei percorsi di montagna, oppure raccogliere funghi. E poi ci sono i motociclisti come noi, incapaci di togliere lo sguardo da tanta bellezza, ma richiamati con forza dalla strada, dall’asfalto, da quella danza unica con la propria due ruote. Solo la voce dell’Abruzzo a fare da colonna sonora a queste emozioni.
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In moto al Parco Nazionale della Majella: borghi e cittadine.
Con la SR487 arriviamo quasi nei pressi di Sulmona. Facciamo una sosta pranzo in centro, che ci conquista con la sua monumentalità. Dopo la visita di ieri ai piccoli, pittoreschi borghi di Pretoro e Pennapiedimonte, però, è in un altrettanto lillipuziano centro che vogliamo concludere la giornata. Scegliamo l’indimenticabile Roccacaramanico. A Pacentro siamo stati già due anni fa, altrimenti sarebbe stata una visita imperdibile nei dintorni di Sulmona.

Prima di sostare a Roccacaramanico, percorriamo un lungo tratto in moto verso il borgo di Campo di Giove. Perché il Parco Nazionale della Majella non è mai abbastanza. Il desiderio di scoprire cosa riserva il paesaggio, di non abbandonare la sella continuando a bearsi di quell’aroma d’appartenenza unico al mondo, è davvero forte.

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Consigli per un itinerario in moto al Parco Nazionale della Majella.
In tutto il Parco della Majella sono presenti fresche e dissetanti fonti d’acqua montana, pertanto basta avere con sé una paio di bottigliette da riempire al bisogno. Nel caso in cui sfuggisse l’ubicazione delle stesse, tra borghi e punti ristoro, non si rischia di restare senza cibo o bevande.
Per quanto riguarda i distributori di benzina, noi abbiamo fatto rifornimento il giorno precedente, poi di nuovo a Sulmona. Quindi non so dire con certezza se lungo la SR487 che porta a Passo San Leonardo ci siano pompe attive. Se la memoria non mi inganna, a Caramanico Terme si.

Quando dalla SR487 si inizia la discesa verso Sulmona, prima di Pacentro c’è una sbarra che potrebbe far pensare ad una strada interrotta. In realtà è aperta e transitabile. La tratta completamente chiusa al traffico noi l’abbiamo trovata dopo Pacentro. Per cui abbiamo dovuto seguire la seconda direzione per arrivare fino a Sulmona. Speriamo che i lavori di ripristino vengano presto conclusi.

Anche se sto per dire la cosa più banale del mondo, vi prego di aver cura del patrimonio nel quale avete l’onore di viaggiare. Il Parco Nazionale della Majella è stato recentemente vittima di un brutto incendio doloso, sulla dorsale a ridosso della valle di Sulmona. Una piaga che fa provare dolore anche solo posandovi sopra lo sguardo. Qualunque cosa facciamo, ricordiamoci che di questo mondo siamo ospiti e dobbiamo camminarvi in punta di piedi. O con un lieve soffio di gomme e carene, se per questo.
Claudia B. Daniele L. Honda Africa Twin
Avete fatto un giro bellissimo e poi in moto le sensazioni di libertà assoluta dovrebbero essere ancora più amplificate, o sbaglio? Mi togli una curiosità? Ma è molto stancante girare in moto? Perché io l’ho sempre immaginato come una faticaccia…
Anche io vorrei tornare presto in Abruzzo. A gennaio abbiamo fatto la Transiberiana d’Abruzzo partendo da Sulmona e sono rimasta affascinata dai suoi panorami… A proposito, ho visto che avete percorso anche la Via dei Trabocchi… vado a leggere anche quel post in cerca di idee 😉
Ciao Claudia!
Non sbagli assolutamente Alessia! Viaggiare in moto amplifica il senso di libertà, ma anche di contatto con il territorio. Sembra strana questa affermazione, in realtà si entra davvero in simbiosi con tutto ciò che ci circonda, molto più che viaggiando in auto!
Per rispondere alla tua domanda, devo dire: dipende. Dipende tantissimo dalla moto che si possiede. Ad esempio prima dell’Africa Twin avevamo un’Aprilia Tuono, con cui non riuscivamo a fare più di 300km senza sentirci spezzati. Con l’Africa Twin ci siamo permessi di fare un Rimini Provenza diretto senza battere ciglio!
La stanchezza c’è comunque, certo, perché la guida è decisamente più impegnativa che con l’auto. Mio marito a volte arriva distrutto! Però una moto comoda aiuta tanto… e la bellezza dell’esperienza fa il resto ?.
La Transiberiana d’Italia? Oddio che incanto! Spero di riuscire a farla anche io il prossimo anno!
Un bacione,
Claudia B.
Che paesaggi spettacolari!!! Menomale che la nebbia ha lasciato spazio ad un bel sole splendente! L’eremo è un posto bellissimo che dona pace solo a guardarlo…mi immagino che bella atmosfera!! Condivido pienamente il tuo appello! questo patrimonio va salvaguardato!!!
Peccato fosse chiuso, ma così privo di visitatori era avvolto da un’atmosfera davvero magica!
Devo dire che, nonostante le premesse, siamo riusciti a goderci pienamente le giornate, che ci hanno regalato un tempo abbastanza stabile. Anzi, alla fine qualche nuvola ha aiutato a non soffocare con l’abbigliamento da moto!
Un abbraccio,
Claudia B.
Oddio quella foto in cui entrate nella nebbia è fantastica! Caspita è altino quasi 2000 metri il rifugio della Majelletta! Sai che io appena mi imbatto in un rifugio vado a caccia (cancella immediatamente dalla tua mente l’immagine dell’orsa da tartufo) del libro degli ospiti? Voglio assolutamente lasciare la mia traccia!
E quella vacca bianca in mezzo alla strada dev’essere parente del bue bianco che mi fece trasalire durante il mio trekking in quad hahahaha. Però devo tornare seria sull’Eremo nella roccia che è spettacolare! *__*
E’ incredibile il cambio di temperatura, meteo e condizioni che avete attraversato in pochi giorni, quel cielo blu quasi cozza con l’atmosfera magica delle prime foto *__* Claudia volevo lasciarti un commento, o un like, sulla tua storia di oggi ma sono una testona….non so come si fa 😛
Buona giornata, ti abbraccio!
Appena ho letto “vado a caccia” la mia mente si è subito messa all’opera, ma all’Orsa da tartufi non è arrivata ?!
Ecco, per me questa è la magia e la marcia in più dell’Abruzzo: ti permette di attraversare paesaggi, climi, aree completamente diverse tra loro. Un’incredibile varietà pronta a stupirti, nel giro di pochissimi km.
Compresi gli incontri con gli animali, così diretti…il vitellino che prende il latte rimarrà nella storia. Ma la vacca bianca parente di quella mattacchiona che ti ha terrorizzata, direi che non è da meno!
Sull’Eremo devo confermare il fascino. Nonostante fosse chiuso (o forse proprio per questo) mi ha ammaliato. Un’atmosfera indescrivibile.
Ti abbraccio Dani!
Claudia B.
Mi sembra di vedere dall’espressione di Daniele che con la moto sia mooolto più a suo agio di quando deve prendere l’aereo 😉
Avete fatto un giro attraverso paesaggi favolosi che a tratti, nei pezzi immersi tra nebbia e alberi mi hanno ricordato tantissimo certi angoli dell’Irlanda, con la differenza che là oltre a qualche mucca può attraversare la strada anche qualche pecora.
E con queste immagini bellissime davanti agli occhi mi preparo a un lungo pomeriggio in ufficio…
Che spero di averti alleviato… Difficile a volte non sentire il peso delle responsabilità lavorative, quando là fuori ci sono certi paradisi che profumano davvero di libertà.
Vedo che hai subito notato come Daniele sia nel suo habitat con la moto, ahahahah! Se avesse la stessa espressione quando dobbiamo prendere l’aereo, sarei la persona più felice del mondo!
Bacioni,
Claudia B.